Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

Web blacknights1.blogspot.com
penadimorte.blogspot.com svulazen.blogspot.com
Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

30 settembre 2006

Carosello della settimana


Nel teatrino che è diventata l’italietta degli itaglioni ancora una volta non si riesce a tener dietro ai vari sketches che ci ammanniscono i cattocomunisti.
Così, ancora una volta, utilizziamo questo sabato per un siparietto, un carosello, rapido, per mettere in saldo le sinistre amenità di cui non abbiamo ancora avuto modo di scrivere.

Napolitano in Ungheria
50 anni dopo il suo endorsement alla repressione imposta dai carri armati comunisti, il comunista Napolitano si è recato a Budapest.
Una sfrontatezza degna del miglior Fregoli bene evidenziata da Ares nel suo post Lacrime Napulitane di cui mi piace riportare la frase conclusiva:
E' sicuro che noi, che comunisti MAI siamo stati, abbiamo titolo per dire: ci vergogniamo di chi oggi rappresenta l'Italia”.
Una Italia, aggiungo, rappresentata da Prodi, Napolitano, Bertinotti e Marini, con il corollario dei D’alema, Rutelli, Parisi, è peggio delle compagnia di nomadi teatranti del medio evo.
Libera Silvia Baraldini
L’indulto uccide una terza volta le vittime del Cermis.
Dopo la morte fisica provocata dall’incidente aereo, la doppia morte morale: la chiusura del contenzioso con la permuta tra la Baraldini e il silenzio, nel 1999, pronubi Diliberto e D’alema, la liberazione definitiva della Baraldini oggi.
In spregio agli accordi internazionali e anche al testo dell’indulto che vieta che ne possano beneficiare i condannati per reati di terrorismo.
Qui suggerisco la lettura del post pubblicato su Forza Cuba da Vandeaitaliana/Starsandbars che ha anche ricordato in Morti Dimenticati l’ennesima vittima dei terroristi fuggiti con l’aiuto della Baraldini.
Finalmente scomunicato
Dopo anni di mancate reazioni, finalmente Papa Benedetto XVI ha deciso di scomunicare il ribelle Milingo.
Qui, sia chiaro, non si commenta se sia o meno opportuno che i sacerdoti restino celibi.
Qui si giudica il comportamento di un soggetto che, entrando in una organizzazione con regole ben precise e facendo carriera in tale associazione, si mette a violarle.
Qualunque organizzazione provvederebbe ad espellere chi non si comporta secondo i canoni stabiliti: bene quindi ha fatto questa nuova Chiesa di Benedetto XVI a scomunicare Milingo.
Adesso ci si aspetta legittimamente che analoga determinazione sia usata nei confronti di chi si schiera con terroristi e paraterroristi, nei confronti delle teologie più o meno della liberazione, nei confronti dei preti no global, nei confronti dei “cattolici adulti” che si prestano a fare la foglia di fico dei comunisti, coprendone e aiutandone l’ascesa al potere.
Insaccato avariato
E parlando di “cattolici adulti”, come trascurare il momento “clou” della settimana itagliona , l’ “oggi le comiche” messo in piedi dalla premiata compagnia Prodi, giovedì pomeriggio alla camera.
Il “cattolico adulto” che per due volte ha portato i comunisti al governo (e questa volta anche al Quirinale, riportandone un altro anche a Montecitorio) si è esibito in una delle sue più esilaranti esibizioni, rivendicando (?) un ruolo primario (???) nelle privatizzazioni.
Naturalmente della questione per la quale era chiamato a rispondere non ha detto assolutamente nulla.
Lo “sketch dell’insaccato avariato” (che diventerà sicuramente un cult come il Sarchiapone di Walter Chiari) è perfettamente riassunto da Monica che ha anche disegnato una perfetta rappresentazione della stampa di regime cui dovremo sicuramente pagare protesi alle rotule e alla lingua, tanto usano quelle parti del corpo per intervistare e per commentare.

Naturalmente tralasciamo argomenti (finanziaria, tasse, industriali basiti) che saranno oggetto la prossima settimana degli argomenti centrali (semprechè Prodi non ne inventi qualcun'altra delle sue) unitamente al secondo tempo dello sketch di cui sopra.
Già, perché il Prodi che in un primo momento non voleva parlare alle camere, poi solo davanti ai deputati, adesso è costretto anche a bere l’amaro calice al senato, riuscendo nella straordinaria impresa di prolungare l’agonia sul tema Telecom, accentuandone e ampliandone l’interesse e la copertura mediatica dopo la rappresentazione alla camera.
Se qualche schizzo (in termini di tasse in più da pagare e danni anche per la nostra personale immagine accomunata a quella degli itaglioni non potendo andare in giro con il cartello “io non ho votato da coglione”) non colpisse anche noi, lo spettacolo messo in piedi da quei presspochisti sarebbe tutto da godere.
Come sono tutte da godere le facce degli itaglioni che pensavano di entrare nell’età dell’oro e, invece, sono precipitati in quella del loro elemento fondante: quello che notoriamente … galleggia.

Entra ne

29 settembre 2006

In occasione del compleanno di Silvio Berlusconi


Oggi Silvio Berlusconi, l’unico Premier che riconosciamo, compie 70 anni.
Sempre più spesso oggi un settantenne è attivo e produttivo, nel mondo dell’economia, della finanza, della politica (nomi a caso: Cuccia, Rossi, Andreotti).
Non parliamo, poi, di giornalismo (Montanelli) e letteratura (Montale), di televisione (Bongiorno) e di tante altre branche delle attività umane e sociali.
Anche all’estero abbiamo l’esempio del grande Presidente Ronald Reagan (eletto la prima volta proprio a 70 anni e la seconda a 74, finendo brillantemente il mandato a 78) per arrivare sino a Giovanni Paolo II ed all’attuale Pontefice, Benedetto XVI.
Se, poi, il settantenne in questione è Silvio Berlusconi, allora vediamo una grandissima energia propositiva ancora a disposizione, nonostante sia una di quelle persone che, per i risultati ottenuti, guardando al suo passato, potrebbe tranquillamente godersi il frutto dei successi ottenuti.
Viene quindi meno la sciocca pretesa di alcuni di voler sostituire con un altro, Berlusconiperché anziano” alla guida del Centro Destra.
Silvio Berlusconi può continuare almeno altri dieci anni a guidare il Popolo della Destra anche perché non esiste, al momento, nessuno che possa rappresentarne la sintesi e la unità.
Allora, in questa giornata di festa per il nostro Presidente, nel fargli i più sinceri auguri, siamo noi a chiedergli un regalo, anzi due.
Gli chiediamo innanzitutto di non dar retta ai consigliori fraudolenti che lo spingono a trovare un compromesso con la sinistra su singoli temi, usando, come foglia di fico di quello che è un abominevole inciucio, il termine “istituzionale”.
Indulto, Libano e manifestazione assieme ai cattocomunisti sui cristiani giustiziati in Indonesia che si è trasformata nella solita fuffa contro la pena di morte, devono rimanere fatti isolati da non ripetersi mai più.
Non vogliamo accordi, di nessun tipo, con la sinistra.
Non vogliamo che si conceda alla sinistra quel che la sinistra non ha mai concesso a noi, preferendo devastare con scioperi politici e con menzogne a tutto campo l’interesse nazionale.
Puramente e semplicemente siamo distinti e distanti dalla sinistra, e tutto ciò che abbiamo in comune è la carta di identità dove c’è scritto, purtroppo da ambedue le parti, “cittadinanza italiana”.
Se qualcuno vuole sporcarsi e infamarsi con la sinistra, si accomodi: tutto a suo danno.
Il secondo regalo che si chiede è quello, quando cadrà Prodi prima della fine della legislatura, perché cadrà, di non cedere alla tentazione e ai soliti consigliori fraudolenti di un governo di larghe intese.
Se qualche alleato subdolo e infido volesse puntellare una maggioranza con questa sinistra, lo faccia, ancora una volta, a suo danno.
L’unica strada è quella di abbattere al più presto questa sinistra antioccidentale, di gabellieri e pressappochisti che esalta e premia (ex)terroristi e “guerriglieri, troppo incline verso il nemico, facendo opposizione assoluta su tutto e per tutto, per arrivare quanto prima a nuove elezioni da affrontare, ma tutti, questa volta, con lo stesso piglio di quelle del 9 e 10 aprile.
Magari schierando, anche a pagamento, rappresentanti di lista che contestino ogni singola scheda dubbia, inchiodando i professionisti dei seggi.
Quello che chiediamo al Leader del Centro Destra è di essere il Capo che ci guidi, dando l’esempio, nello scontro con la sinistra, non nell’inciucio e nel compromesso.
Auguri, Presidente !

Entra ne

28 settembre 2006

Onorare i Caduti continuando a combattere


L'Italia piange un altro Caduto nella guerra contro il terrorismo islamico: il caporal maggiore capo Giorgio Langella.
Ci inchiniamo davanti a chi, con onore, ha servito la Patria, la Civiltà, l'Occidente.
La sua morte dovrebbe motivarci tutti ad accentuare la guerra contro i terroristi musulmani che ci hanno aggredito e vorrebbero imporci una religione sanguinaria e violenta, un regime teocratico privo di umanità, conculcando quello che è il bene più prezioso di ogni essere umano: la Libertà.
La nostra risposta deve essere quella di usare tutte le forze e gli strumenti di cui disponiamo per schiacciare il nemico ed eliminare alla radice ogni minaccia.
I Romani, che hanno dominato per secoli su popoli di diversa etnia e cultura accompagnandoli verso un reale sviluppo civile, sapevano come fare.
Usavano il bastone e la carota.
Perdonavano alcune città che si opponevano loro e distruggevano altre ma, soprattutto, usavano l'arma della psicologia ed annientando così la sua voglia di combattere.
Adesso l'arma psicologica è rivolta contro di noi.
Le lacrime della sorella del nostro Langella, la sua richiesta di ritirarsi dall'Afghanistan, sono la migliore propaganda per i terroristi musulmani e per i loro infami fiancheggiatori e quinte colonne interne, che vedono così rafforzata la loro determinazione a distruggerci, aumentando gli attacchi, perché il messaggio che quelle immagini e quelle dichiarazioni danno è il messaggio della resa, della bandiera bianca alzata dalla Civiltà contro la barbarie.
Comprendo il dolore della sorella, anche se ne abbiamo visti di più composti.
Non comprendo la ragione per cui la televisione ha indugiato così tanto in quelle dichiarazioni e in quelle immagini che danno il sapore della disfatta.
Una disfatta che non esiste se non nella perversa volontà di ritiro che permea menti da schiavi e da vili.
La nostra risposta ad ogni nostro Caduto non può che essere il combattere con ancora più vigore per sradicare il terrorismo musulmano, definitivamente e senza appello, usando, intelligentemente ma senza riserve, tutti gli strumenti bellici (e non sono pochi !) che l'Occidente ha a disposizione per difendere la Civiltà e il futuro di tutta l'Umanità.

Entra ne

27 settembre 2006

Maria, la Bielorussia, le adozioni, l'egoismo


Accantoniamo per un giorno le vicende della bassa politica, per una riflessione su un caso di cronaca che ha anche risvolti etici e di politica internazionale: quello della bambina bielorussa in affidamento ad una famiglia italiana.
La bambina ha denunciato violenze subite nell'orfanotrofio in patria e ha manifestato una innaturale propensione per la morte, il suicidio.
La bambina sembra voglia restare in Italia e i coniugi Giusto, affidatari, l'hanno "nascosta" per evitarle il traumatico ritorno in patria, reclamato a gran voce dalle autorità di quel paese.
Dopo un primo momento di solidarietà, a seguito delle ritorsioni del governo bielorusso che ha praticamente congelato tutte le adozioni, si sono svolte manifestazioni tese a condizionare la famiglia Giusto perché riconsegni la bambina.
E' un caso nel quale si scontrano interessi e affetti, tutti nobili, ma tra loro in conflitto:
quelli dei genitori affidatari
quelli degli aspiranti genitori adottivi
ma, soprattutto,
quelli di Maria e
quelli dei bambini bielorussi che vivono in orfanotrofio in attesa di adozione.
Credo che, indipendentemente dal personale sentimento dei genitori (affidatari e aspiranti adottivi) il loro sia un interesse di pregio inferiore (prevalentemente egoistico) rispetto a quello dei bambini.
Tanto Maria, quanto i bambini in attesa di essere adottati, hanno un unico interesse: trovare un ambiente, una famiglia, che li ami e li cresca nell'affetto e lontano dalla violenza.
Da biasimare è, invece, il governo bielorusso, che
non fornisce adeguate garanzie sulla situazione negli orfanotrofi
non spiega quello che è accaduto a Maria
e adesso impedisce ad altri orfani di trovare una adeguata sistemazione in Italia,
esclusivamente per una questione di puntiglio.
Non possiamo, del resto, avere alcuna fiducia in un governo che è una scoria del passato regime sovietico, quando tante altre repubbliche del vecchio impero del Male si sono o si stanno invece convertendo alla libertà e alla democrazia.
Ma questa considerazione non risolve il problema.
Dare priorità alla situazione di Maria (che se tornasse in Bielorussia senza precise e stringenti garanzie avrebbe sicuramente un futuro gramo)
oppure sbloccare le adozioni dei bambini in attesa, per concedere loro una opportunità di crescere nell'amore ?
In pratica è la vita di Maria contro quella di altri bambini.
La crudeltà del governo paleocomunista bielorusso emerge così in tutta la sua perversione, che è connaturata ad un sistema che non considera i cittadini persone umane, ma solo numeri.
La domanda alla quale si chiede una risposta che non è possibile dare è: per una ipotesi (solo ipotesi) di dare a più bambini una buona sistemazione, è giusto condannare Maria ?
Problemi che si sono posti altri volte (mi ricordo di un bambino cubano che poteva vivere bene in Florida dai parenti, invece fu restituito a forza alla sua famiglia cubana) ed ai quali il diritto in senso stretto è troppo arido per fornire risposte e norme di comportamento.
Qui l'unica soluzione è un atto di umanità del governo bielorusso che, rinunciando a riprendere il possesso di Maria (perché il concetto è quello della proprietà, come se Maria fosse una cosa) la lasci vivere felice in Italia, sbloccando anche le adozioni degli altri bambini orfani di Bielorussia.
Ma c'è qualcuno che crede ancora nella umanità di un comunista ?

Nota : nella fotografia l'unico aspetto piacevole della carica dei 104 Prodi, il sottosegretario Daniela Melchiorre che ha tentato la mediazione tra l'ambasciatore comunista e la famiglia affidataria.

Entra ne

26 settembre 2006

Immigrazione e diritto d'asilo:Italia gioconda d'europa


Se la Spagna del comunistoide Zapatero e la seria e concreta Svizzera calvinista irrigidiscono le norme sull'immigrazione e il diritto d'asilo o, comunque, non allargano le maglie, qual è la proposta della sinistra ?
Considerare, in base ad una autocertificazione (!) rifugiati con diritto d'asilo tutti quelli che sbarcano da noi che ne facciano richiesta, senza attendere l'esito dell'istruttoria.
In pratica se tutti chiudono le frontiere e noi, invece, le apriamo, dove credete che sbarcheranno i vari "perseguitati" ?
Esatto, da noi, che faremo al figura dei giocondi d'europa.
Tralascio l'amenità di considerare titolo di privilegio per la concessione dell'asilo la "qualità" (?!?) di essere omosessuale.
Una corbelleria talmente evidente che squalifica chiunque la promuova.
Ma lasciare liberi di circolare sul nostro territorio centinaia, migliaia presumibilmente, di individui che autocertificano di essere dei perseguitati, mentre la notoriamente veloce (?) burocrazia italiana svolge le relative indagini, è parto di una mente ottenebrata da un perverso ideologismo, esiziale per l'intera nazione italiana.
Se io fossi governante/cittadino di un qualsiasi altro stato europeo, ad una Italia che chiede il mio aiuto per fronteggiare l'invasione degli illegali, risponderei picche se vedessi che l'Italia stessa non fa nulla per impedire gli sbarchi.
E avrei pienamente ragione.
Gli spagnoli del comunistoide Zapatero respingono gli immigrati e irrigidiscono le normative.
Altrettanto fanno francesi, tedeschi e inglesi.
Gli svizzeri bocciano i referendum che le solite organizzazioni buoniste avevano promosso.
E da noi la sinistra si propone di allargare le maglie della Bossi Fini, dopo averne vanificato l'effetto psicologico accettando le domande di permesso di ben 350000 individui in più rispetto ai 170000 previsti dal decreto flussi.
Sono solito dire: chi è causa del suo mal pianga se stesso e in Italia la sinistra ci sta causando un male enorme.
L'immigrazione, se mai potrà essere una "risorsa" deve rispondere ad alcune caratteristiche:
- avere come destinazione una terra che abbia la possibilità di accoglierli (non arrivare in posti già densamente popolati)
- avere la disposizione d'animo di integrarsi nella nuova società (non pretendere di vivere secondo logiche e leggi spesso tribali estranee alla nazione che li ospita)
- avere una cultura di base che non confligga con quella della nazione ospitante (e non portare una religione che si propone di convertire a forza altri popoli)
- essere composta da lavoratori, disposti a sacrificarsi per guadagnarsi il pane e che abbiano anche caratteristiche civili e morali da non essere ulteriori elementi di disgregamento della nostra struttura sociale (e non pensare di dover essere per forza aiutati, magari millantando una "persecuzione", o essere portatori di vizi e malattie).
In Italia non abbiamo bisogno di "risorse" che portino solo guai e alto tasso di pretese e litigiosità: ne abbiamo già abbastanza degli indigeni.
La Svizzera, con i referendum di domenica ci hanno confermato che la strada giusta da seguire è il controllo sulla qualità e quantità degli immigrati che si possono accogliere, non la politica delle "porte aperte" che diventerebbe quella delle porte spalancate al dissesto morale, sociale, economico e politico dell'Italia.

Entra ne

25 settembre 2006

Taci, il nemico ti ascolta


Credo che tra i lettori di un blog difficilmente ci sarà qualcuno che ha vissuto personalmente l’esperienza della seconda guerra mondiale, quando i manifesti del Governo di allora invitavano alla prudenza nel parlare, perché c’era il rischio di essere ascoltati e di danneggiare la nazione.
Ma la vicenda delle intercettazioni telefoniche e dell’improvvisa accelerazione impressa alla repressione del fenomeno con il decreto legge, purtroppo accettato anche dalla Casa delle Libertà, mi ha fatto venire in mente quel che mi raccontavano i miei genitori, fornendomi il titolo del post.
Vado controcorrente.
Non sono d’accordo con il consenso del Centro Destra al decreto della sinistra.
Non vedo per quale motivo si debba offrire l’ennesimo salvagente alla sinistra su un tema che, quando fu posto – e meglio – dal Governo Berlusconi, vide la sinistra opporvisi al grido “vogliono mettere il bavaglio all’informazione”.
Il progetto del Governo Berlusconi prevedeva severe sanzioni per chi diffondesse intercettazioni, anche quelle disposte dai magistrati, a tutela della privacy.
La sinistra, invece, si preoccupa di impedire solo la diffusione di intercettazioni illegali: forse perché su quelle non ha controllo ?
E, poi, che strana questa accelerazione proprio nel momento in cui la Telecom è nell’occhio del ciclone e il suo ex dominus è in scontro aperto con Prodi.
Si sa, a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca.
E questa svolta a tutela (parziale) della privacy da parte della sinistra non mi convince.
Non vorrei che adesso possa essere legale pubblicare gli sms di Anna Falchi a Stefano Ricucci (nessuno dei quali faceva il benché minimo accenno alle vicende per le quali questo ha subito tre mesi di carcerazione cautelare) e non, magari, qualche colloquio tra alti papaveri.
Secondo voi a quale informazione avremmo più diritto anche per formare la nostra opinione:
leggere gli sms di Anna Falchi
oppure
ascoltare la registrazione (ancorché illegittima) del premier ungherese (o chi per lui) che dichiara di aver mentito ripetutamente pur di vincere le elezioni ?
E che dire di tutto l’affaire calcistico che sembra ritagliato apposta in una guerra tra bande.
Era appena 3 mesi fa.
Allora nessuno si è posto il problema dell’uso di quelle intercettazioni (peraltro pubblicate solo in minima parte rispetto alle conclamate centomila telefonate di Moggi).
Ma era utile per mettere le mani della sinistra anche sul mondo del calcio.
Adesso, invece, che strano!
Le intercettazioni non godono più di … buona stampa.
Non vorrei che il Centro Destra si lasci condizionare dal sapore pastoso con retrogusto al cianuro della “opposizione costruttiva”.
L’opposizione deve essere una e una sola: dura, durissima, senza concedere alcuna sponda alla sinistra.
Come sul Libano, anche sul decreto delle intercettazioni si è persa una nuova occasione per mettere alle corde la sinistra.

Entra ne

23 settembre 2006

Padroni a casa nostra


In una ideale staffetta con Otimaster che lo ha pubblicato lunedì scorso ecco il mio contributo per l'Italia agli Italiani, contro la svendita che ne vorrebbero fare gli eletti dagli itaglioni.
L'appello che riproduco e che spero possa, sempre continuando questa staffetta, ad essere riproposto anche in altri blog, è da me totalmente condiviso.
Non mi interessa chi lo ha scritto o chi c'è dietro (non è comunque il partito dell'azzeccatissimo e ugualmente condivisibile manifesto nell'immagine) dice quello che va detto e chiede un sostegno per impedire lo stupro che si vuole commettere contro la nazione italiana.
A maggior ragione se le modifiche che vogliono apportare alla legge Bossi Fini (che non sarà la panacea del male immigratorio, ma ha l'indiscutibile merito di aver rappresentato una inversione di tenendenza rispetto al passato) sono del genere che potete leggere qui .



APPELLO IN DIFESA D'ITALIA


Il governo Prodi si appresta a cambiare la legge sulla cittadinanza e ad allontanare definitivamente l'Italia dai principi giuridici e di senso comune su cui si è per secoli fondata.
Secondo questo disegno di legge, gli immigrati accederebbero alla cittadinanza italiana dopo 5 anni di residenza invece dei 10 attuali e i figli degli immigrati saranno, ipso facto, italiani se nati in territorio italiano.
Questi cambiamenti avranno un effetto immediato sulla fisionomia nazionale, creando una popolazione di 4-5 milioni di "nuovi italiani" nei prossimi cinque anni.
Contemporaneamente la vera popolazione italiana, in virtù del suo calo demografico, si appresta a ridursi drammaticamente.
La cultura italiana e Cattolica, che ha illuminato il mondo per secoli, non potrà che cedere il passo ad una nuova mescolanza di etnie, culture e religioni lontane e differenti dalla nostra, pregiudicando progressivamente l'identità nazionale.
Non possiamo infine dimenticare il giovamento elettorale per i partiti promotori dell'iniziativa che vedranno aumentare i "consensi" da parte di questo nuovo "proletariato".
Contemporaneamente sarà fortissima la spinta all'immigrazione che proveranno le popolazioni del Terzo Mondo sradicate e impoverite dalle politiche della globalizzazione.
Pertanto i sottoscrittori promuovono la formazione di Comitati Civili di Difesa Nazionale al fine di respingere questo disegno di legge e qualora fosse necessario, di promuovere un referendum per l'abrogazione di un provvedimento che costituisce un formidabile attentato alla nazione.
PER ADERIRE ALL'APPELLO E CONTRIBUIRE ALLA DIFESA NAZIONALE
CHIAMARE I NUMERI 338/9055503 06/35403870 OPPURE
SCRIVERE A difesanazionale@libero.it

Entra ne

22 settembre 2006

Il cattolico adulto non passa la maturità


Chi non è abituato allo stress, chi per campare si è sempre mosso nell'ambito delle ovattate stanze del potere, delle partecipazioni statali, quando deve stare sulla linea del fuoco mostra miseramente tutti i suoi limiti.
Il Prodi, premier per caso e temporaneo, sta infilando una topica dietro l'altra nella impotente costernazione della sinistra.
"Ma siamo matti ?"
Questo potrebbe diventare un tormentone all'altezza della testata dell'algerino con cittadinanza francese Zidane, inferta al nostro Materazzi nella finale del Campionato del Mondo.
Riferire in parlamento sul piano predisposto su carta intestata della presidenze del consiglio (dove, purtroppo, siede Prodi) ?
Ma quando mai !
Siete (siamo: noi che lo pretendiamo) matti a pensare che io (lui, il Prodi) vada in quella tana di lupi a perdere tempo !
Venghino, venghino, siori: eccoci al circo dell'unione con il trapezista Prodinik esperto in capriole e salti mortali:
prima capriola:
Vado solo alla camera, il presidente del consiglio (sì, parla di se stesso in terza persona, come Cesare ... ) non parla sullo stesso argomento in ambedue i rami del parlamento ...
seconda capriola con doppio salto mortale ... parlerò anche al senato.
Attendiamo il prossimo numero sull'asse di equilibrio o in costume da spiderman.
Sicurezza del Papa ? Ci pensino le sue guardie
Massì, e chissenefrega se la sede pontificia è nel cuore di Roma e i musulmani stanno ululando da tutte le parti per distruggerla.
In fondo lui, Prodi, è un "cattolico adulto" che può fare senza Papa.
Lo show all'onu
I problemi italiani incalzano, ma il nostro eroe non se ne preoccupa.
Se ne preoccupano però quelli del suo entourage che, per evitare la diffusione in diretta di nuove amenità, riescono ad oscurare il discorso prodiano all'onu:
o temevano ulteriori autogol,
o non aveva nulla di importante da comunicare.
Peccato, magari il suo intervento sarebbe stato ancor più esilarante di quelli di Chavez e Morales .
E' però corso ad incontrare Ahmadinejad il presidente, per conto degli ayatollah, dell'Iran.
E anche qui sbraga, credendo alla buona fede e sostenendo che, persino dopo almeno due ultimatum trascorsi senza esito, "c'è ancora spazio per trattare" (in questo ben supportato dal suo - non certo nostro - skipper degli esteri).
E mentre crede all'iraniano, crede anche ad Abu Mazen che gli confida che sono quei guerrafondai di Stati Uniti e Israele che non vogliono un governo di unità nazionale tra i palestinesi.
Il Prodi non riesce a trattenersi e spiattella tutto alla stampa.
Così il mediocre boiardo di stato che si credeva un "cattolico adulto" e leader di primo piano, stecca paurosamente alla prova di maturità.

Entra ne

21 settembre 2006

Le regalìe di Prodi e le divisioni del Papa


La solita CGIA di Mestre ha elaborato la proposta di riduzione del cuneo fiscale che sembra, sembra, entrare in finanziaria con un rapporto 60% a favore delle aziende e 40% a favore dei lavoratori (dipendenti).
E l’amaro in bocca resta a tutti.
Dopo aver messo in funzione i cervelloni meccanici e quelli umani, il comunicato: “per i lavoratori ci saranno in busta paga tra i 16 e i 19,5 euro in piu'”.
Sono persino in difficoltà a decidere come spendere cotanta munificenza.
Che ci volete fare.
C’è chi si diletta a predisporre piani “artigianali” per aziende che hanno miliardi di euro di debiti e chi, invece, si appresta a godere di un aumentotra i 16 e i 19,5 euro”.
E mi viene in mente Fassino che ironizzava sulle riduzioni delle tasse che, in media, consentivano a tutti i cittadini di avere 41 euro in più (più del doppio della regalìa prodiana), parlando di poco più di un caffè al giorno (lascio a chi legge pensare cosa ci si può comprare al giorno con "tra i 16 e i 19,5 euro").
E vorrei sottolineare la differenza:
con la sinistra la strepitosa (?) somma “tra i 16 e i 19,5 euro” finisce solo ai lavoratori dipendenti;
con il Centro Destra la ridicola (!) somma di 41 euro finiva a tutti i cittadini.
Sottolineo anche che:
con il Centro Destra nessuna manina toglieva (con gli interessi) quella somma che restava nella nostra disponibilità;
con la sinistra lo sblocco delle addizionali Irpef e l’aumento degli estimi ci sottrarrà ben più che “tra i 16 e i 19,5 euro”.
Per chi vuole capire, è l’ennesima riprova che la sinistra usa i nostri soldi per le sue clientele (più o meno telefoniche: e per fortuna che la troppa fretta ha fatto emergere quella che sarebbe stata la madre di tutti gli sprechi).
Appunto: per chi vuole capire.
Speriamo che non ci vogliano 74 anni come in Svezia.
Speriamo che non si debba aspettare una registrazione galeotta, come in Ungheria, perché tutti capiscano che la nomenklatura sinistra mente quando dice di volere la “felicità”, perché pensa solo alla sua felicità, da realizzare, però, con i nostri soldi, in piena sintonia con il pensiero e la prassi comunista: sfruttare il lavoro (e la dabbenaggine) altrui per vivere bene, senza faticare.

P.S.: Ma ieri Prodi ne ha combinata un'altra.
Credo tutti abbiamo ascoltato le sue parole insofferenti sulla sicurezza del Papa e, soprattutto, visto le sue espressioni che dimostrano come non di battuta - come tenta di arginare e giustificare il suo staff - si sia trattato (anche perchè il Prodi "battute" non le sa fare) ma di autentico disinteresse alla questione e fastidio per la domanda (legittima).
Dire che al Papa ci penseranno "le sue guardie", ricorda tanto da vicino la domanda arrogante di Stalin che chiedeva: "quante divisioni ha il Papa?".
Per carità di coalizione Prodi continua ad essere difeso, forse anche perchè non è risolto il braccio di ferro tra chi aspira alla sua successione.
Nervi oltremodo scoperti del temporaneo presidente del consiglio di sinistra.
Per Prodi si aprano le porte di un definitivo collocamento a riposo.

Entra ne

20 settembre 2006

La legge del telefono non è uguale per tutti


Dopo Telekom Serbia, ecco Telecom Italia.
Non si può certo dire che i telefoni non siano amati da Prodi e dai suoi compagni.
Se però per S.A.R. Vittorio Emanuele di Savoia, Stefano Ricucci e Lucianone Moggi, il telefono è stato (e continua ad essere) fonte di guai, per Prodi sembrava solo fonte di guadagno.
Appena sfiorato dalla vicenda Telekom Serbia, adesso ha trovato uno sportivo di razza, Angelo Rovati, che, come nelle più classiche di situazioni nel parquet, ha "alzato il braccio" per richiamare su di se l'attenzione e la "punizione", salvando il suo capitano.
"Io ho commesso il fallo", dice Angelone, ma sarà vero ?
C'è da dubitarne.
Le stesse reazioni prodiane alla legittima richiesta di riferire personalmente in parlamento, sono sintomatiche del nervosismo che attanaglia il "cattolico adulto".
E' evidente che la compiacenza degli organi di stampa che coprono l'85% del venduto, aiuta a dribblare gli incidenti.
Ed è altrettanto evidente che se lo stesso ossequioso trattamento fosse stato usato non dico per Berlusconi, ma per i succitati nominativi che hanno avuto guai con il telefono, gli stessi avrebbero evitato ogni sorta di problema.
Ma quanto è grave la vicenda Telecom ?
A me sembra molto grave, in una scala da uno a dieci, direi ... cento !
Abbiamo davanti una società privata che, oberata da un forte indebitamento, decide di scorporare dei rami d'azienda e presumibilmente vendere dei "gioielli di famiglia", come si usa ovunque ci siano dei debiti da ripianare.
Annunciato il progetto, il Prodi strepita come un ossesso di non esserne stato informato.
Concediamo che sia opportuno informare il presidente del consiglio (ancorché temporaneo, temporaneissimo come questo ... ) su una operazione di simile portata che coinvolge un importante settore come quello delle telecomunicazioni.
Ma l'isteria con tanto di pretesa di decidere su quel che debba fare una società privata, non solo è eccessiva,ma puzza tanto di soviet.
Ma, poi, veniamo a sapere che il Prodi era pur stato informato, a linee generali come giusto, di quel che bolliva in pentola: e allora cosa vuole ?
Lui voleva i dettagli (forse che la prossima volta che compreremo un paio di calzini dovremo prima notificarlo e attendere il nihil obstat del commissario del popolo ?).
A Tronchetti girano e così rende pubblico un documento su carta intestata della presidenza del consiglio: un piano dettagliato che includeva anche una ipotesi di partecipazione statale, di irizzazione, della Telecom.
In sostanza la carta intestata alla presidenza del consiglio (Prodi nega di conoscere il piano di cui si autoaccusato, alzando il braccio, Angelo Rovati) si impegnava per un notevole esborso pubblico (evidentemente le casse dello stato non piangono come vorrebbero farci credere).
Su questo il Prodi deve metterci il suo faccione e dire personalmente, non far dire da terzi, lo stato dell'arte.
Aspettiamo le spiegazioni con ... sfiducia.
Come ha detto, giustamente, Silvio Berlusconi che di mercato se ne intende, l'interferenza governativa nelle vicende di una società privata, porterebbe ovunque alle immediate dimissioni del governo.
Con la sinistra invece siamo tornati al terzo mondo, quello delle partecipazioni statali.
Che dire ?
Il Prodi ricorda tanto l'investitore occasionale che in borsa ha ottenuto un guadagno una volta (privatizzando Telecom) e ci riprova, comprando e rivendendo lo stesso titolo, dimenticandosi che la seconda volta il giochino potrebbe non riuscire.

Entra ne

19 settembre 2006

Dalla Versilia ad Atreju

Grazie a Mariniello in questo 2006 ho avuto la possibilità di rituffarmi nel mondo giovanile di Destra, presenziando a due manifestazioni dei giovani di Alleanza Nazionale: in Versilia e a Roma, per Atreju 06.
Sabato 16, infatti, mi sono goduto una breve visita a Roma e ho girato per gli stand, curiosando tra quelli che sono le giovani generazioni della Destra.
Non posso che confermare l’opinione maturata, a luglio.
Abbiamo un gruppo di giovani preparati e con idee – in formazione, come dovrebbe sempre essere per tutti: aperti alle novità – che sono unite ad una volontà di fare.
Abbiamo anche giovani con legittime ambizioni personali, della quali non dobbiamo avere paura e che non dobbiamo condannare, anche se, a volte, li può portare a moderare quei toni che noi ricordavamo molto più accesi.
E’ una naturale evoluzione, nel mutato ruolo della Destra in Italia ed è bene sempre ricordare che la politica è l’arte del possibile e in questo possibile c’è anche il compromesso, che non significa rinuncia o abiura ai propri Ideali, ma comprensione per quelli altrui, con i quali è necessario collaborare e camminare assieme, per poter realizzare assieme, anche le nostre aspirazioni.
La Festa dei giovani di AN, si era aperta con le stucchevoli polemiche dei “vecchi sempre”, che hanno preso a pretesto, nel totale vuoto di argomenti, persino la grafica, per riproporre la liturgia dei “nipotini di Salò”, mentre altri pretendono chissà quali rivoluzioni copernicane nei Valori e negli Ideali dei Giovani di Destra, somigliando a quei fanatici musulmani che pretendono le scuse dal Papa per aver pronunciato parole di Verità.
Poiché di quel che dice la sinistra “me ne frego”, questo mio post è dedicato a quanti, nel versante del Centro Destra, vorrebbero … non si sa bene cosa: forse la massificazione (confusione) con i “liberali, liberisti, libertari” ?
Il disco (rotto) che ad ogni manifestazione della Destra, richiama alla liturgia antifascista, alle invettive e agli anatemi contro simboli, idee e miti della Destra, diventa sempre più stucchevole e, soprattutto, controproducente per una Destra che voglia, come deve volere, ritrovarsi unita, in tutte le sue anime, per abbattere una sinistra che tra Telecom, Rai, avventure libanesi,
sproloqui sul dialogo con chi ci vuole morti e contestuali coccodrilli per la morte di chi ci ha sempre stimolato a combattere e non cedere, e che in vita fu attaccata da alcuni di quegli stessi che ora la commemorano,
promuove sovietizzazioni che penalizzano la libertà individuale prima ancora di quella di mercato.
Chi vuole sminuire il Centro Destra ai soli liberali, rischia di spogliare una grande coalizione, che ha ben governato la nazione per cinque anni, riducendola ad un piccolo movimento di nicchia, spocchioso nella sua autoreferenzialità, elitario nel suo presunto intellettualismo.
In un commento ad un validissimo post di Mariniello ho scritto e qui ribadisco che la Destra è molto più e molto meglio della sola idea liberale.
Piaccia o meno, i liberali senza chi, pur di Destra, liberale non è, non vanno da nessuna parte, e men che meno al governo.
Come pure chi, pur di Destra, liberale non è, senza i liberali non va da nessuna parte, e men che meno al governo.
Con l’anomalia di una sinistra dominata dai comunisti (il 30% dell’elettorato italiano e il 60% dell’intero schieramento sinistro, quindi azionisti di maggioranza assoluta nella sinistra) siamo condannati a remare assieme.
Prima lo capiranno, tutti e tutte le anime, prima verrà riconosciuto a tutti la piena legittimità e la pari dignità, senza esami del dna e senza richiedere rinunce alla proprie radici che, legittimamente, ognuno rivendica con orgoglio.
Non si può pretendere di collaborare, di fare un cammino assieme, mettendo come pregiudiziale il rinnegare gli Ideali di una parte.
Per questo sono contento di aver visto a Roma una Destra giovanile che vive nel terzo millennio, senza aver dimenticato le radici dei padri.
E la forza propulsiva dei giovani è necessaria a chi giovane (anagraficamente) non è più, per continuare in una battaglia politica che non avrà mai fine, ma che, se ci voltiamo al passato, possiamo realizzare quanti progressi ci abbia consentito.
La sfida di quei giovani che erano a Roma ad Atreju 06, come quella di coloro che danno consistenza agli altri partiti e movimenti del Centro Destra, è realizzare in Italia una Grande Destra, nella quale convivano, nel reciproco rispetto, riconoscimento e con pari dignità, tutte le anime della Destra, ognuna orgogliosa del suo specifico passato, delle sue radici, dalle quali trarre linfa vitale per proiettarsi nel futuro, fianco a fianco, combattendo la stessa battaglia, con chi ha altre esperienze, e senza richieste di rinnegare un passato di cui si può essere fieri.

Entra ne

18 settembre 2006

"Cose cattive e disumane" dall'islam


Le masse ignoranti musulmane, ancora una volta hanno obbedito ai loro ayatollah e sono scese in piazza contro presunte dichiarazioni del Papa Benedetto XVI, travisate e presentate come una offesa al mondo islamico.
Anche governi “moderati” (?) addirittura hanno inviato note, ritirato ambasciatori, chiesto persino scuse.
Il Papa Benedetto XVI non ha chiesto scusa, ma è stato costretto a ritornare sul passaggio incriminato per dire che la frase dell’Imperatore Manuele II Paleologo non corrispondeva al suo pensiero.
Non posso certo pensare di poter dare lezioni al Papa, ma, umilmente, mi permetto di far notare come la percezione di simili “precisazioni” abbia la stessa valenza delle scuse.
Non vi era alcuna necessità di precisare quel che è chiarissimo dalla lettura integrale della lezione papale di Ratisbona che Alef ha opportunamente riportato .
Ma, forse condizionato dai suoi consiglieri e, ancor più, da vari governi il Papa è stato costretto a tale precisazione, lanciando così un pessimo segnale al mondo islamico che, dopo le scuse della Danimarca per la vicenda delle vignette (una delle quali volutamente riproduco come immagine principale di questo post) incassa una ulteriore manifestazione di debolezza dell’Occidente, ricevendone la percezione di poter alzare ancora di più la posta e la prepotenza con la quale si presenta al nostro cospetto.
Come ricorda Bernard Lewis, uno dei maggiori islamisti occidentali, nell’intervista rilasciata a Fiamma Nirenstein “Islam la guerra e la speranza” :
Quando hanno attaccato gli Stati Uniti l’11 settembre, è chiaro che non si aspettavano una risposta efficace.Non dimentichiamo che negli anni 90 ci furono molti attacchi agli americani – in Africa orientale, nello Yemen, in Arabia Saudita – e che cosa hanno fatto gli Stati Uniti? Niente. … Così i terroristi hanno pensato di poter alzare il tiro, di poter passare al grande assalto. Quello che è successo dopo li ha sorpresi: dopo l’11 settembre, l’attacco americano in Afghanistan, l’annientamento dei talebani, è stato uno shock terribile per loro e hanno cominciato a rivedere le loro opinioni. Hanno cominciato a pensare che dovevano stare più attenti. Poi è iniziato il confronto, il dibattito in America e specialmente in Europa. Si sono sentiti appoggiati. … Hanno ricominciato: sono direttamente incoraggiati da quello che vedono: debolezza, divisione, indecisione”.
Non possiamo permetterci di dare adito a dubbi.
I musulmani devono capire, con le buone o con le cattive, che noi siamo liberi di esprimere le nostre opinioni, anche su di loro, anche sulla loro religione, esattamente come le manifestiamo sulla nostra religione e su noi stessi.
Purtroppo la tiepida reazione mondiale all’aggressione subita dal Papa, la cui effige è stata bruciata in piazza, esattamente come accade per i Presidenti degli Stati Uniti e i Primi Ministri di Israele, ci induce a pensare che ancora non si è compreso che siamo in guerra e che in guerra anche le parole, anche gli atteggiamenti contano per ridurre le perdite, demoralizzare il nemico, abbreviarne la durata.
E’ ridicolo leggere quotidiani occidentali come il New York Times o The Guardian, criticare non le manifestazioni di intolleranza dei musulmani e dei loro governo, ma la lezione del Papa.
E’ vergognoso leggere di un ministro (temporaneo) italiano, Antonio Di Pietro, che si accuccia ai piedi dei mullah per chiedere anche lui le scuse del Papa.
E’ sconcertante leggere del ministro (temporaneo) agli Interni che davanti alal violenza islamica, non sa far altro che riproporre il “dialogo” con i “musulmani moderati”, evidentemente già dimentico, dopo magari averne celebrato le opere, delle parole di Oriana Fallaci ne “La Forza della Ragione” :
Illudersi che esista un islam buono e un islam cattivo ossia non capire che esiste un islam e basta, che tutto l’islam è uno stagno e che di questo passo finiamo con l’affogar dentro lo stagno, è contro Ragione. Non difendere il proprio territorio, la propria casa, i propri figli, la propria dignità, la propria essenza, è contro Ragione. Accettare passivamente le sciocche o ciniche menzogne che ci vengono somministrate come l’arsenico nella minestra è contro Ragione. Assuefarsi, rassegnarsi, arrendersi per viltà o per pigrizia è contro Ragione.
Sia chiaro, è ora di dire basta ai cedimenti davanti alle intimidazioni dei musulmani.
Abbiamo il pieno diritto a citare i nostri Poeti:
Già veggia, per mezzul perdere o lulla,
com’io vidi un, così non si pertugia,
rotto dal mento infin dove si trulla.
Tra le gambe pendevan le minugia;
la corata pareva e ’l tristo sacco
che merda fa di quel che si trangugia.
Mentre che tutto in lui veder m’attacco,
guardommi, e con le man s’aperse il petto,
dicendo: «Or vedi com’io mi dilacco!
vedi come storpiato è Maometto!
Dinanzi a me sen va piangendo Alì,
fesso nel volto dal mento al ciuffetto.
E tutti li altri che tu vedi qui,
seminator di scandalo e di scisma
fuor vivi, e però son fessi così.
Un diavolo è qua dietro che n’accisma
sì crudelmente, al taglio de la spada
rimettendo ciascun di questa risma,
quand’avem volta la dolente strada;
però che le ferite son richiuse
prima ch’altri dinanzi li rivada.
(Dante Alighieri. Inferno. Canto XXVIII).
Abbiamo il pieno diritto ad ammirare gli affreschi nelle nostre chiese:



Abbiamo il pieno diritto a citare le frasi dei saggi Imperatori del passato:
Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava
(Manuele II Paleologo, 1391)
Una frase che, tra l’altro, se non rispecchia il pensiero del Sommo Pontefice, rispecchia pienamente il mio, visto che la diffusione dell’islam con la violenza e l’omicidio è una verità storica di cui hanno fatto le spese, sin dai primi anni, i vicini di Maometto, ed è una caratteristica connaturata nell’espansionismo musulmano.
E ben poteva saperlo un Imperatore così minacciato dall’islam contro il quale era costantemente in guerra.
Troppi secoli, durante i quali la minaccia musulmana è stata rimossa dalle nostre coscienze, ci hanno fatto dimenticare tutto quel che noi Occidentali abbiamo patito dalle ripetute aggressioni e invasioni musulmane, respinte grazie al valore di popoli, di re, di pontefici e di nobili generali.
Non facciamo l’errore di chiudere gli occhi davanti all’aggressione musulmana.
Riflettiamo su quel che è meglio per difendere il nostro diritto alla Libertà, al Benessere, alla Sicurezza, facendo tesoro degli insegnamenti di illuminati contemporanei come la Fallaci o di saggi conoscitori del passato del mondo islamico come l’Imperatore Manuele II Paleologo.
E ricordiamoci anche che i Romani hanno costruito e conservato un impero non dialogando in ginocchio con il nemico, ma sconfiggendolo sul campo, infliggendogli anche durissime perdite, usando l’arma psicologica del dimostrare come i suoi dei fossero più deboli dei nostri e dopo, solo dopo, aver domato le ribellioni e ripristinato l’ordine, ammettendo nel Pantheon anche gli dei dei popoli nemici, sconfitti e sottomessi, realizzando così una piena libertà di religione, la stessa che, due millenni dopo, i musulmani non vogliono riconoscere al prossimo.

Entra ne

17 settembre 2006

Principi e Valori del Castello

Ritengo opportuno pubblicare la "dichiarazione di principi" che informa il Castello .
Sono i "confini", i Principi, i Valori nei quali i Castellani si riconoscono e che vengono portati a pubblica conoscenza anche per chi volesse far parte del Castello , riconoscendosi in essi.

"Il Castello si propone come luogo di incontro e scambio tra persone,siti e blog che si riconoscono nei Principi della Civiltà Occidentale e di valorizzarne i contributi.
Il nostro obiettivo è quello di far dialogare e crescere culturalmente quest'area di riferimento.
Tutta Italia e' rappresentata ne Il Castello ; gli iscritti si sono conosciuti nei forum e blog della rete ed hanno alfine deciso di aprire un luogo di discussione dedicato al pensiero Conservatore, nella più ampia e nobile accezione del termine.
Quindi, una agorà virtuale, attorno alla quale i blog individuali completano e integrano la proposta politica e culturale.
I Castellani condividono che la Civiltà Occidentale si fondi su una Storia articolata e complessa, in cui le diversità culturali,nazionali ed etniche costituiscono una ricchezza da preservare, e che essa abbia nella Storia e Civiltà di Roma, nel Cristianesimo e nella Dichiarazione d'Indipendenza Americana le sue principali radici e compimenti.
I Castellani sono determinati nel difendere gelosamente le conquiste che tale Civiltà ha prodotto nel tempo.
Tra tali conquiste, la principale è il porre l'individuo al centro della società, con i suoi diritti fondamentali alla Vita, alla Libertà, al perseguimento del Benessere individuale; da cui derivano quelli alla Giustizia e alla Sicurezza.
Siamo per la solidarietà nei confronti di coloro che, non per colpa e nonostante il loro impegno, si trovino in situazioni didifficoltà.
Siamo per la diffusione di quei Valori etici che rientrano nel solco della Tradizione e del Diritto Naturale, rispettando ogni individuo con le sue eventuali devianze purchè restino nell'ambito della sfera individuale e non siano di nocumento alla comunità e al prossimo, ma respingendo ogni indebita "normalizzazione" di esse a livello sociale, fatto che diverrebbe fonte di privilegi e di deriva morale.
Riteniamo che, come scrisse Barry Goldwater, un precursore del pensiero conservatore moderno, la politica sia "l'arte diconquistare la massima somma di libertà per gli individui, salvandoal tempo stesso l'ordine sociale".
Siamo per quell'area vasta, anticomunista che si riconosce nel Centro Destra, Grande Destra nella più ampia delle accezioni,comprendendovi tutte le anime ed esperienze e riteniamo che solo dall'interno di questa Area, senza trasformismi, opportunismi o intelligenze con il nemico, si possa promuovere il costante miglioramento della nostra società.
Per far parte del Castello non è necessario aderire adalcun "manifesto" o programma politico, né appoggiare un particolare partito o schieramento, ma è fondamentale condividere la presente dichiarazione di principi che dovrà essere inserita con l'apposito banner nel template di ogni Castellano, unitamente al Blog Roll, unici obblighi formali per l'appartenenza al Castello .
Ogni domanda di adesione verrà valutata sulla base dei principi sopra esposti.
L'amministrazione si riserva inoltre di aggregare a suo insindacabile giudizio, solo i contributi che rispettino i confini della presentedichiarazione"

Entra ne

16 settembre 2006

La settimana incom


Che la si faccia iniziare da sabato 9 con l’intervento di Silvio Berlusconi a Gubbio, o da lunedì 11, quinto anniversario dell’aggressione musulmana alla Civiltà, la settimana che convenzionalmente chiudiamo oggi, sabato, è stata pregna di eventi significativi, ognuno dei quali meriterebbe un post a se stante.
Poiché non è possibile, peccando anche di autoreferenzialità in alcune citazione, mi limito a riassumere questi sette giorni con un breve excursus e relativo commento.

Gubbio, 9 settembre
Il nostro Premier Silvio Berlusconi, torna sulla scena politica e riafferma la volontà di continuare a condurre il Centro Destra (che sembra recuperare alla grande persino nei sondaggi una volta così avari) nella guerra contro la sinistra.
Berlusconi mette anche in dubbio il voto a favore dell’avventurismo della sinistra in Libano anche se, purtroppo, in sede di commissione il 14 settembre, con l’eccezione della Lega, la Casa delle Libertà vota inopinatamente a favore .

0911
Quinto anniversario dell’attacco musulmano alla Civiltà.
Tutti noi del Castello e non, abbiamo onorato i morti, e la nostra commemorazione ha anche il valore di un impegno: lottare contro la barbarie, perché trionfi, non importa quanto ci vorrà, il Benessere, la Sicurezza, la Libertà, la Civiltà, l’Occidente.

okkupeRAI
Gli affamati di potere non aspettano e impongono le prime nomine politiche in Rai, di nuovo tornata lottizzata, nel modo peggiore.
Gianni Riotta , ex del Manifesto e del Corsera (quello che aveva fatto l’endorsement per la sinistra,perdendo meritatamente migliaia di copie) diventa il direttore del telegiornale più visto.
Rientra anche quel giornalista fazioso guardato solo da comunisti e masochisti.
Si parla di aumento del canone rai.
Ecco una bella battaglia che il Centro Destra potrebbe attivare, approntando assistenza legale a tutti quelli che non volessero più pagare il canone e imponendo i sigilli alle sole reti rai.
Assieme a tale battaglia ci potrebbe essere quella di boicottare i programmi Rai, guardando solo quelli delle televisioni libere: sarebbe un colpo mortale per la pubblicità e i bilanci della rai.

Telekomgate
Prodi fa la voce grossa in merito alla ristrutturazione di una società privata .
Poi spunta un piano suggerito da un suo consigliere (e raccoglitore di fondi) su carta intestata alla presidenza del consiglio.
Se Galliani (amministratore delegato del Milan) non poteva non sapere quello che faceva Meani.
Se Berlusconi (in base ai teoremi dei vari pool) non poteva non sapere quello che facevano i suoi dirigenti e avvocati.
Se per Di Pietro (ministro di Prodi) tutti quelli da lui e dai suoi colleghi inquisiti, a cominciare dai vari Craxi e Forlani, non potevano non sapere.
Perché Prodi poteva non sapere ?
E se, come fa dire Conan Doyle a Sherlock Holmes: “una coincidenza è solo una coincidenza, due coincidenze sono solo due coincidenze, ma tre coincidenze cominciano ad essere una possibilità”, cosa dobbiamo dire di Prodi che, da venticinque anni:
- conosce il luogo in cui è tenuto prigioniero Moro dalla Brigate Rosse
- cerca di svendere la SME a De Benedetti ad un prezzo più basso di quello che si sarebbe poi ottenuto sul mercato dopo che Craxi e Berlusconi gli sbarrarono la strada;
- vende l’Alfa Romeo non al miglior offerente (Ford) ma alla Fiat degli Agnelli indipendentemente dal prezzo offerto;
- è presidente del consiglio quando viene comprata a prezzo esorbitante Telekom Serbia, poi rivenduta;
- ci appioppa la tassa sull’europa e l’aumento degli estimi nel 1996-1998 e oggi minaccia il bis ?

Misteri della fede.

Forza Benedetto !
Un grande Papa.
Un Papa che riesce a riconciliarmi con una chiesa che ho sentito spesso estranea.
Un Papa che è uomo di cultura e di teologia.
Un Papa che è pedagogo chiaro ed efficace.
Un Papa che sta suonando la sveglia all’Occidente, nel modo in cui è consono alla Sua grandissima Autorità Morale, personale prima ancora che istituzionale, nei confronti del mondo musulmano.
E infatti, le sue lezione tenute a Ratisbona e a Monaco durante il viaggio in Baviera, sono viste come il fumo negli occhi dei musulmani (e non c’è differenza – se mai ve ne possa mai essere una – tra “moderati”, mai conosciuti, e non).
Non si può criticare l’islam.
Se una dotta dissertazione, con citazioni storiche e teologiche, ha suscitato addirittura reazioni ufficiali e richieste di scuse da parte di paesi e movimenti musulmani, quale dialogo mai potrà esservi (lo dico per quelli che, ancora, tengono gli occhi chiusi e pensano di poter dialogare con l’islam, non certo con chi ha – da tempo – gli occhi bene aperti !) con i musulmani ?
Naturale, ovvia, piena solidarietà a Benedetto XVI, attaccato dall’islam per aver espresso la sua libera opinione.
L’auspicio è che Benedetto XVI continui su questa strada incurante delle critiche dei piccoli uomini.

Addio, Oriana
Muore, nella notte tra il 14 e il 15 settembre Oriana Fallaci, autrice di La rabbia e l’orgoglio e La forza della ragione, testi che ci hanno rafforzato nella nostra volontà di combattere questa guerra contro il buio della barbarie e contro la stoltezza di chi non la vede.

Si chiude quindi una settimana intensa, nella quale sono emersi argomenti e temi che sicuramente troveranno spazio nelle discussioni dei prossimo giorni e mesi.
La politica è tornata a tempo pieno.


Ringrazio Monica , Alef e Siro ai cui post ho collegato dei links per gli argomenti che, ancora, non avevo trattato in proprio.

Entra ne

15 settembre 2006

Addio, Oriana


La notizia diffusa dai giornali radio di questa mattina, appena battuta dalle agenzie di stampa: Oriana Fallaci è morta nella notte a Firenze.
Era malata e nella notte tra il 14 e il 15 settembre 2006 ha chiuso la sua esistenza terrena.
Cinque anni dopo l'attacco dei terroristi musulmani alla Civiltà, da lei così epicamente combattuti con la penna nei suoi ultimi saggi.
Oriana Fallaci non mi piaceva ma, paradossalmente, ha compiuto il percorso inverso di un altro grande giornalista toscano, Indro Montanelli.
Lui, per lunghi anni, il mio preferito è morto, per me, da "traditore" delle idee che aveva professato e che io continuo a professare.
Lei, che per lunghi anni mi aveva irritato con le sue idee eccessivamente antifasciste e antiamericane, è morta essendo ai miei occhi la principale interprete di quella reazione che, con lei, auspico da parte del Mondo Civile contro il fondamentalismo islamico.
Non posso sapere se in questi giorni era in grado di riflettere sulle vicende nazionali che vedono la sinistra mandare in Libano, con la complicità in commissione anche di tre dei quattro partiti del Centro Destra, militari con un mandato che è musica per i terroristi musulmani.
Se la Fallaci di questi ultimi giorni era coerente con le sue tesi in La rabbia e l'orgoglio e in La forza della ragione, allora sarà stata sicuramente contraria alla spedizione libanese perchè non ha, come scopo principale e neppure nelle regole di ingaggio, il disarmo e l'azzeramento dei terroristi hetzbollah.
Così come non so se ha potuto leggere e conoscere le reazioni musulmane, anche di quei cosiddetti "musulmani moderati" - categoria inesistente - alle parole pronunciate in Baviera da un Grande Papa come Benedetto XVI che, devo ammettere, mi riconcilia con la Chiesa dopo decenni di fastidio per le uscite dei vari Martini, Tettamanzi e con l'unica eccezione di quello che fu il Vescovo della mia città, il Cardinale Giacomo Biffi.
Non si può criticare l'islam.
Stiamo avviandoci all'eurabia, quella "cosa" denunciata più volte dalla Fallaci che trae linfa dalla viltà e dall'ignoranza.
Quella "cosa" che ottunde occhi ed intelletto di chi dovrebbe guidarci nella guerra, perchè siamo in guerra come ha ripetutamente ricordato la Fallaci, contro il nemico terrorista e che non è una "guerra di civiltà" ma una guerra della Civiltà contro la barbari, come ha opportunamente ricordato l'11 settembre il Presidente George W. Bush, nostro Leader.
Ecco io vorrei concludere questo omaggio non convenzionale alla Fallaci, ricordando quanto era decisa la giornalista fiorentina contro l'islam e il terrorismo musulmano.
Ci ha sempre stimolato a combatterlo, a considerarci in guerra perchè solo nella consapevolezza di essere in guerra, potremo combattere con lo spirito giusto per vincere.
Si astengano, quindi,
gli abatini del dialogo,
quelli che "ma i musulmani moderati..",
quelli che "pace senza se e senza ma",
dal pronunciare parole ipocrite di commemorazione verso Oriana Fallaci.

Entra ne

Il genio pontieri danneggia il Centro Destra


Ad una settimana dalle chiare parole di Silvio Berlusconi sulla missione in Libano, il genio pontieri ( detto anche simpaticamente "l'arma dei fessi" da chi non ha servito la Patria in tale ruolo) sembra riuscito a rivoltare la frittata e a portare la Casa delle Libertà sul "", facendo così acquiescenza alla sinistra.
Ne Il Giornale di ieri, Paolo Guzzanti ha coerentemente, con forza e argomentazioni inoppugnabili ribadito il suo "no".
Aggiungo alla sua autorevole voce, la mia.
Il Centro Destra è preda di quella che possiamo chiamare la "sindrome dei sondaggi fasulli", cioè la depressione indotta dalla propaganda nemica che è iniziata con la diffusione prima e durante la campagna elettorale di sondaggi, poi rivelatisi totalmente sballati, che volevano una disfatta della Casa delle Libertà.
Nonostante il risultato effettivo delle urne sia stato ben lontano da quello preconizzato dai sondaggi, di nuovo ci si piega al tam tam di una stampa che ci è ostile e nemica e, quindi, infida nelle sue sollecitazioni alla Casa delle Libertà.
Leggo che il saputello skipper temporaneamente alla Farnesina, in uno con il piacione ex radicale, avvisa premurosamente il Centro Destra che votando "no" farebbe solo male a se stesso.
Quale generosità un simile interessamento alle future sorti della coalizione avversa !
Timeo Danaos et dona ferentes !
Si ricordino, i parlamentari e i dirigenti della Casa delle Libertà, degli antichi, saggi proverbi.
Quale interesse avrebbero a sinistra a metterci sulla strada giusta ?
Nessuno.
Pertanto le loro premurose attenzioni, come quelle di Napolitano, sono solo interessati tentativi di circuire il Centro Destra.
Alla sinistra si deve rispondere negli stessi termini con i quali la sinistra ha gestito 5 anni di opposizione al nostro Premier: una guerra continua e totale.
Il dialogo lo si fa con i simili, non con chi è distante ed estraneo senza alcun punto di contatto.
I provvedimenti assunti dalla sinistra,
dalle sovietizzazioni alle okkupazioni di posti,
dai progetti di aumento di estimi, ici, tassazione sui nostri risparmi;
dalla fine di ogni difesa della italianità di casa nostra con l'apertura indiscriminata agli illegali;
dai petting peripatetici con i terroristi di hetzbollah,
tutto ci dice che la loro concezione illiberale di uno stato padrone, vessatore e spione, è esattamente il contrario di ciò cui noi aspiriamo.
Nello specifico, la missione in Libano, è solo un costo, senza l' obiettivo di pregio che avrebbe potuto avere: disarmare e disinnescare i terroristi di hetzbollah.
E, infine, se il Centro Destra farà acquiescenza alla missione, deludendo i suoi elettori, spegnerà l'entusiasmo e molta della voglia di combattere contro la sinistra che abbiamo, almeno all'interno di questo Centro Destra.
Incentiverà all'astensione e al riflusso che nessuna performance, neppure del nostro Premier, potrà tamponare.
Un regalo assoluto alla sinistra, un danno forse irreparabile per la prospettiva di mandare a casa in tempi brevi il prodinotti.
Votare "" alla missione significa rinforzare la sinistra senza alcuna utilità per l'Italia, per la nazione e per quella battaglia di Civiltà contro il terrorismo musulmano iniziata all'indomani dell'aggressione dell'11 settembre 2001 che abbiamo appena commemorato.
Il voto sulla missione ci dirà chi ha commemorato con ipocrisia e chi sinceramente: c'è ancora tempo per rimediare alla coglionata fatta ieri in commissione (con l'unica, lodevole e da premiare - con l'indicazione di voto - eccezione della Lega).

Entra ne