Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

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Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

31 dicembre 2023

Passano gli anni

L'ultimo dell'anno è sempre una occasione di bilancio e di auspici.

Non credo ci siano grandi novità o geniali intuizioni per gli uni e per gli altri.

Personalmente sarei contento se il 2024 ricalcasse il 2023.

Certo, se si trovasse una cura per il raffreddore o per i denti senza andare dal dentista sarebbe meglio, però preferirei la scoperta del teletrasporto di Star Trek per potermi muovere istantaneamente visto che a volte vorrei essere a visitare una località o pranzare in un'altra, ma dormire sempre a casa mia.

Sono desideri egoisti ?

Forse, ma io posso intervenire solo in ciò che mi riguarda e quindi desidero quel che più mi coinvolge in questo momento.

Le guerre non le scateno io e, fortunatamente, non le combatto io.

Il clima cambia perchè è la Natura che lo muta costantemente e non è certo mia responsabilità perchè, ad esempio, al mattino scaldo l'olio del motore lasciandolo acceso un paio di minuti prima di partire.

I governi imporranno sempre la loro volontà, le loro tasse e ormai non ho più la velleità di fare una rivoluzione e, se anche accadesse, se vi partecipassi ormai sarei probabilmente più una palla al piede che una risorsa.

Ho la fortuna di vivere in un'epoca in cui la vita media si è allungata e, dopo quaranta anni di lavoro, uno può godersi non il "riposo", una forma mentis, quella sì, da vecchio, ma proprio decrepito !, ma la possibilità di scegliere cosa fare, dove andare, come spendere i suoi soldi.

Sotto un certo punto di vista emerge anche in questo la mia coerenza.

Sono per l'allontanamento dello stato, cioè del pubblico, dalla vita di tutti i giorni e sono per anteporre il mio privato a tutte le storture (di cui non solo non ho responsabilità, ma neppure sono in grado di influenzare) di cui si riempiono la bocca dolenti personaggi che sembrano sempre portatori di disgrazie e non mancano, neppure nel giorno degli auguri per l'anno successivo, di ricordarci che "dobbiamo morire".

Quindi ognuno brindi al suo futuro, che sia ricolmo di tutto ciò che si desidera.

Buon 2024 ! 

30 dicembre 2023

Si cominciano finalmente a tagliare le spese

Ieri la manovra di bilancio è stata approvata in via definitiva, senza modifiche e senza voto di fiducia.

Sono noti i provvedimenti davanti ai quali il capo dell'opposizione, Elly Schlein, non ha saputo fare altro che riproporre stereotipi femministi, quando si parlava di riduzione di tasse con l'accorpamento delle prime due aliquote irpef e il taglio del cuneo fiscale fino ai 35mila euro di reddito, virando poi su vaghe affermazioni apodittiche sugli effetti disastrosi che la manovra avrà per la vita degli Italiani.

Ma è il gioco delle parti, sarebbe abdicare al proprio ruolo se l'Opposizione dichiarasse che quella del Centro Destra è la miglior manovra dal 2012, cioè dal governo Monti (quello che, con la complicità straniera, ribaltò la volontà popolare che aveva voluto nel 2008 Berlusconi Primo Ministro).

Certo sarebbe meglio se invece di remare contro la Patria comune, prestandosi ad un umiliante vassallagio verso i governi stranieri, anche i cattocomunisti sostenessero gli Interessi Nazionali, ma non possiamo chiedere ai seguaci di Bergoglio e Zuppi ed ai nipotini di Stalin, oggi uniti nel medesimo partito, di sostenere l'Italia e non una patetica visione internazionalista, tratta da qualche film di fantascienza sui "cittadini del mondo".

Rimarco invece una piccola questione, relativa alla revoca del finanziamento pubblico verso una associazione che, fondata da Rita Levi Montalcini, studiava il cervello.

Si tratta dell'Ebra, European Brain Research Institute, che già dal nome indicherebbe una proiezione sovranazionale e che, quindi, dovrebbe trovare i suoi finanziamenti non solo in Italia, ma ovunque in Europa.

Il presidente dell'Ebra, però, ha dichiarato che senza i finanziamenti dello stato italiano, l'istituto dovrà chiudere: forse eravamo gli unici a finanziarlo ?

Io, comunque, di tale istituto non ho mai avuto conoscenza, nè ricordo di aver letto di scoperte, di studi, di un qualche cosa che, con il suo ritorno, giustificasse il permanere di un finanziamento con soldi pubblici, cioè con le tasse degli Italiani, anche le mie.

Credo quindi che abbia fatto bene Giorgetti a cancellare quel finanziamento e se l'Ebra fosse un istituto così rilevante per la ricerca europea non dubito che la solerte commissione presieduta dalla Von der Leyen, così pronta a trovare miliardi come noccioline da spedire a Kiev, troverà anche quel pugno di milioni necessari a proseguirne l'attività.

Senza considerare che, come tutti gli istituti di ricerca, la prima fonte di finanziamento non dovrebbe essere il pubblico, bensì il privato, tramite fondazioni, aziende, singoli benefattori che, valutendone l'operato e l'importanza, destinino fondi per la sua attività.

Mi darebbe da pensare se questa fondamentale gamba di finanziamento non fosse già attiva e quindi mi chiedo: nelle pieghe del nostro bilancio, quante Ebra ci sono ?


29 dicembre 2023

Quando la Maggioranza è coesa

Ultimi atti di governo del 2023.

Con il Consiglio dei Ministri di ieri sono stati completati gli atti per procedere con il programma di governo, tra i quali l'accorpamento delle prime due aliquote irpef e la parola fine alle richieste proroghe del superbonus, con la definizione di un sistema che garantisca i meno abbienti e sani quanto già restituito dall'Agenzia delle Entrate.

Nel frattempo la benzina cala senza che il prezzo sia drogato dall'intervento dello stato, cala il prezzo della luce, si entra nel mercato libero del gas, cala lo spread ormai sotto anche i 160 punti, si incassa la quarta rata dei finanziamenti europei (anche se avremmo fatto meglio a chiedere fiducia agli Italiani e non indebitarci con i cravattari di Bruxelles, ma il Governo Meloni ha dovuto gestire al meglio una scelta fatta da Conte2 e Draghi).

I risultati di questo secondo anno (per millesimi, di fatto è il primo anno completo) di Governo Meloni sono positivi e trovano riscontro nell'aumentata fiducia e ottimismo verso il futuro registrati dai sondaggi.

E' il frutto di un governo che ha un programma, un progetto di società, una visione del futuro dell'Italia e, soprattutto, una compattezza fondata su una maggioranza parlamentare solida.

Una situazione non scontata, quando i governi di sinistra si sfilacciavano nella varie lobbies che spingevano per provvedimenti ideologici, avulsi da una visione del futuro, unicamente per accontentare questa o quella minoranza rumorosa.

E' la dimostrazione che anche in Italia si può governare bene, senza sprechi, discutendo come è logico che sia, ma centrando gli obiettivi prefissati, sia pur con una faticosa marcia per uscire dal baratro in cui siamo precipitati dopo undici anni di governi a trazione cattocomunista, da Monti a Draghi, passando per Letta, Renzi, Gentiloni e Conte2.

E' una coesione che nasce dalla base.

Personalmente non trovo molta differenza nelle aspettative e nelle aspirazioni mie rispetto a quelle di chi vota altri partiti della Coalizione di Centro Destra.

A maggior ragione quindi assume rilevanza la "madre di tutte le riforme", cioè il presidenzialismo, anche nella sua forma ridotta del premierato.

Dare stabilità al governo, ad un governo che esce dalle urne, quindi con una coalizione predeterminata, diventa un aiuto per l'azione dell'intera legislatura che viene così sottratta alle congiure di palazzo.

Un anno intero di governo è dunque una promozione piena per il Governo Meloni (che ha dimostrato di funzionare anche in assenza per malattia del Presidente del Consiglio).

Poi, certo, ci sono ancora tante questioni da affrontare, prima fra tutte l'immigrazione clandestina e, ancora, una più corposa riduzione delle tasse, una politica energetica più nazionale e più svincolata dalle paturnie ecoambientaliste, ma molto dipenderà dalle elezioni del giugno 2024 quando, se si cambierà la maggioranza nel parlamento europeo, molti totem verranno abbattuti.

Votare conta e serve e ne abbiamo quotidianamente la conferma dal livello di isteria e di bile che esprimono le dichiarazioni dei politici cattocomunisti e grillini e i loro megafoni della stampa di sinistra.

28 dicembre 2023

Giorgetti sul debito ha solo ragione

Ieri, in commissione bilancio, abbiamo assistito, forse per la prima volta, alla più concreta esposizione della realtà da parte di un ministro dell'Economia.

Invece di fumose parole, tendenti a coprire le magagne e far intravvedere prospettive che non ci sono, Giancarlo Giorgetti ha sbattuto in faccia a tutti, non solo ai cattocomunisti, ma anche agli stessi esponenti della Maggioranza che continuano a spingere per nuove spese, la realtà del nostro bilancio.

Il problema non è il nuovo patto di stabilità, di poco migliore del precedente, non è il Mes, che, come ha detto Giorgetti, non era la causa del Male, ma neppure la sua soluzione.

Il problema dell'Italia è il debito pubblico che Giorgetti, prudentemente, dice "dobbiamo tenere sotto controllo" e che io direi: dobbiamo ridurre, senza tasse, ma con il taglio delle spese improduttive.

Un debito pubblico che rammento agli smemorati dell'Opposizione cattocomunista e grillina, era a 1800 miliardi quando fu rovesciato da un complotto internazionale francotedesco l'ultimo Governo Berlusconi e che, dopo undici anni di governi a trazione cattocomunista, da Monti a Draghi compresi, adesso supera i 2800 miliardi.

Mille miliardi di aumento del debito pubblico in soli undici anni.

Con soldi buttati via per monopattini e banchi a rotelle e reddito di cittadinanza, per arrivare al superbonus di cui si chiede a gran voce una proroga perchè i lavori non sono finiti.

Ma l'opportunità del superbonus, un salasso per le casse dello stato che si protrarrà ancora per almeno cinque anni, non poteva garantire la cessione dei crediti, ma solo la possibilità di cederli, ovviamente in base ad un contratto privatistico con un acquirente che se non c'è, non può essere lo stato o una partecipatta dello stato perchè raddoppierebbe il costo per le casse pubbliche.

Così come non dava la possibilità di allungare i lavori in eterno, perchè le ditte, avide, accumulavano commesse ma non erano in grado di eseguire i lavori nei tempi previsti che avrebbero dovuto essere compresi nel contratto con un termine, con relativa penale, se non fosse stato rispettato.

La cosa più difficile del governare è togliere qualcosa che si è già dato anche se non lo si sarebbe dovuto elargire.

Tutti noi, quando riceviamo qualcosa, la riteniamo praticamente "dovuta", soprattutto se proviene da quella vaga entità che è lo stato, senza capire che se talvolta riceviamo, sono più le volte che dobbiamo pagare, tramite le tasse, questa o quella elargizione a questa o quella lobby.

Giorgetti ci ha indicato il problema, il debito pubblico mostruoso, che deve, come minimo, essere tenuto sotto controllo.

Ma se si cominciasse a far dimagrire lo stato, cancellando spese improduttive, allora si potrebbe anche pensare a ridurre il debito, iniziando un ciclo virtuoso che farebbe coppia con una rinascita dell'attività privata e della spinta propulsiva che solo il privato può conferire, nel rispetto delle esigenze di bilancio. 

27 dicembre 2023

Germania in crisi, lezione per tutti

La morte dell'ex, potentissimo, ministro delle finanze di Angela Merkel, Wolfgang Schauble, arriva in contemporanea alle voci di una profonda crisi nella coalizione a tre (socialisti, verdi e liberali) che governa la Germania e potrebbe simboleggiare una nuova "caduta degli Dei".

L'azione di governo, l'amministrazione di uno stato, non può basarsi sui sondaggi, ma l'indirizzo generale di un popolo che emerge dai sondaggi dovrebbe essere tenuto in giusto conto.

E i sondaggi tedeschi indicano che appena un terzo dell'elettorato esprimerebbe fiducia verso i tre partiti di governo, con una progressiva crescita sia della Cdu/Csu (popolari) che, soprattutto, di Afd (alleato della Lega in Id al parlamento europeo).

Poichè i tedeschi sono molto pragmatici, la rilevazione delle intenzioni di voto non deriva da una umorale reazione individuale, ma da una profonda insoddisfazione per l'andamento dell'economia tedesca e per le scelte folli ispirate dai verdi che trascinano verso il baratro anche i liberali che, incautamente, scelsero di entrare in quel governo.

E' un monito ed un insegnamento per i popolari e i liberali in Italia e in Europa.

Oggi, con la cosiddetta "maggioranza Ursula", socialisti, verdi, liberali, popolari e persino le frange dell'estrema sinistra sono la maggioranza dell'attuale parlamento europeo e trainano verso le peggiori devastazioni nella nostra economia, costumi e vita sociale, perseguendo paturnie ecoambientaliste, politiche di legittimazione di costumi di vita che rappresentano, elevato ad ennesima potenza, gli "ozi di Capua" di Annibale, riconoscimenti di pretese da parte di ogni sorta di minoranza a danno, economico e non solo, della maggioranza che lavora e produce,

I risultati si vedono sistematicamente nelle elezioni, dall'Olanda alla Serbia, dall'Italia alla Spagna dove i socialisti sono dovuti scendere a patti con i secessionisti baschi e catalani e con l'estrema sinistra sostenitrice di Hamas, pur di restare aggrappati alle poltrone di governo.

Ovunque il partito popolare si presenta in contrapposizione reale e non fittizia nei confronti dei socialisti e della loro paccottiglia politica, recupera voti e cresce, là dove invece sceglie di erigere una barriera a destra, perde e diventa marginale.

La Germania non è vicina ad elezioni anticipate, non ricordo che sia mai accaduto, quindi immagino che, in un modo o in un altro, arriverà alla fine della legislatura che, se non sbaglio, sarà nel 2025, ma il passaggio delle elezioni europee potrebbe essere determinante per definire le posizioni.

Finora la Cdu/Csu, i popolari tedeschi, è apparsa ondivaga tra un rinnovato rapporto con liberali e socialisti e seguire l'esempio italiano di una alleanza di Centro Destra e tale ambiguiità le è costata il primato e la maggioranza relativa nel 2021.

Errore che non ha commesso l'omologo partito popolare spagnolo che, pur restando all'opposizione, ha conquistato la maggioranza relativa dei voti e dei seggi, contenendo la Destra di Vox (Ecr in Europa, con Fratelli d'Italia) grazie alla chiarezza della sua contrapposizione nei confronti dei socialisti.

L'esempio italiano, il buon governo che emerge dai primi quattordici mesi di Governo Meloni, può indicare la strada anche alle altre nazioni europee.

Contrapposizione netta verso i socialisti e i verdi e i loro costosissimi disagi mentali che si traducono in leggi capestro per aziende e famiglie, per perseguire una politica di progresso senza rinunciare al Benessere conquistato in tanti anni di lavoro e di sacrifici e che non può allegramente rinunciare all'energia prodotta con fonti fossili.

Per i liberali, che spesso si affiancano a socialisti e verdi per una sorta di affinità derivante dal malinteso concetto di "liberale" che non è certo sinonimo di "anarchia" o "licenza" nei costumi, può valere la stessa indicazione.



26 dicembre 2023

La Superlega di calcio si avvicina

La corte di giustizia europea ha emesso la sentenza sul ricorso di Real Madrid e Barcellona contro le sanzioni Uefa e Fifa per la ventilata creazione di una Superlega di calcio, dando ragione alle due società spagnole.

Ci sono poi, come in tutte le sentenze, una miriade di incisi, affermazioni, giravolte, pane per gli avvocati, ma la sostanza è che non può essere vietato organizzare un torneo alternativo a quello di Uefa e Fifa.

Per una volta mi sembra che una sentenza europea abbia, con tutte le limitazioni derivanti dai suoi "se" e "ma", colto il bersaglio.

Libertà significa possibilità di esprimersi senza vincoli, significa concorrenza, significa superare ogni barriera imposta da organizzazioni, monopoli, corporazioni, ordini professionali.

Uno stato esiste per regolare i rapporti tra privati e per poterli regolare in modo imparziale, vedendo riconosciuta la sua terzietà, non deve intervenire con attività e finanziamenti che alterano la virtuosa logica di Mercato.

Questa faticosa liberalizzazione, ancora in divenire, ricorda un po' l'inizio della liberalizzazione della televisione, delle telecomunicazioni.

Da una parte il vecchio che resiste perchè difende i suoi interessi, dall'altro il nuovo che sgomita (nel calcio ancora poco ...) per poter organizzare in autonomia una attività oppressa dalla cappa del monopolio.

La sentenza sulla Superlega (ripeto: con tutti i suoi limiti) non può essere considerata che positivamente, perchè consente di fare un altro passettino verso quel sistema di libertà che potrà trovare nuove ed ulteriori occasioni in quelli che sono i grandi divoratori di risorse pubbliche: sanità, istruzione, pubblico impiego.

24 dicembre 2023

Gli orfani del Mes brindano con il fiele

Continuano i sacramenti degli europeisti, sotto forma di ponderosi editoriali che nulla dicono se non della loro rabbia impotente, per la bocciatura del Mes.

La lettura della rassegna stampa, dei titoli dei quotidiani cattocomunisti con la triade Repubblica-Stampa-Corriere in testa e dei loro editorialisti riempie di soddisfazione politica il mio Natale, anche nella consapevolezza che il fiele che stanno bevendo a garganella (e fanno ingollare ai loro lettori), rovinerà ai cattocomunisti il Natale tout court e non solo quello politico.

In questo giorno di vigilia, in cui non pensavo di scrivere un sia pur breve commento, ma la "informazione" cattocomunista mi stimola al punto giusto, ricordandomi sempre perchè sono felice di essere anticomunista sin dalle mie vite precedenti, concludo con una annotazione.

Leggete bene i commenti degli editorialisti cattocomunisti.

Nel momento in cui l'Italia della Meloni e di Salvini rioccupa un ruolo centrale nell politica internazionale, con la benzina che cala senza drogare il Mercato con interventi statali, lo spread è in calo, la Borsa ha fatto segnare un aumento annuo del 28%, la fiducia di consumatori e aziende è in crescita, esattamente come è in crescita l'occupazione, gli orfani del Mes scrivono contro l'Italia, contro il Governo Italiano, sembra quasi (e toglierei il "quasi") a suggerire, a chiedere, a pregare che gli stranieri intervengano con le loro armate (oggi finanziarie) per piegare la nostra Nazione e renderla di nuovo suddita e vassalla.

Esattamente come facevano tanti signorotti locali che, sconfitti sul campo, non trovavano nulla di meglio da fare se non chiamare in aiuto il re di Francia o quello di Spagna o l'Imperatore asburgico, prestandosi a fare null'altro che il servo sciocco di uno straniero e perpetuando così una Italia divisa e debole verso le pretese straniere.

A simili personaggi è più che giusto che il Natale risulti amaro e indigesto.

A tutti gli altri: Buon Natale !

23 dicembre 2023

Il secondo panettone del Governo Meloni

Smentendo tutti i gufi, il Governo Meloni non solo mangia il secondo panettone, ma appare molto più solido di una opposizione ben più frantumata del Centro Destra anche sul Mes.

Spread in calo, nuovo patto sull'immigrazione, di stabilità, abbandono del Mes, sono solo alcuni dei punti che confermano la bontà dell'azione di questo governo nonostante la isterica campagna anti italiana dei principali quotidiani e fonti radiotelevisive.

Ma poi anche l'accorpamento delle prime due aliquote irpef, il taglio del cuneo fiscale, la riduzione del canone Rai, l'abbandono delle spese assistenzialiste del reddito di cittadinanza e dell'enorme sperpero del superbonus di Conte2, sono tutti provvedimenti che consolidano l'azione di un governo che ha una stabile maggioranza in parlamento e un ruolo sempre più da protagonista nel mondo.

Poi, certamente, ci aspettiamo di più, molto di più.

Con undici anni di governi cattocomunisti, da Monti a Draghi, siamo scesi decisamente in basso e risalire è molto faticoso e non sarà indolore.

Quindi se anche vorremmo correre, accettiamo di buon grado la prudenza della Meloni e di Salvini e ci diamo appuntamento per vedere, al terzo panettone, dove saremo arrivati.

Nel frattempo ci sarà una tappa intermedia che potrebbe cambiare molte prospettive e che si chiama elezioni europee il 9 giugno 2024.

Abbiamo visto che votare conta, quindi non rinunciamo a sostenere i partiti che possono cambiare l'Europa.

Ma per il momento "viviamo l'attimo" passando un buon Natale consapevoli che, finalmente, dopo undici anni, l'Italia ha un Governo che va in Europa per fare gli interessi nazionali e non per genuflettersi davanti alle pretese di Berlino e Parigi.


22 dicembre 2023

Primi passi per la rinascita dell'Italia

Gli odiatori seriali della Patria, della Nazione, del Popolo Italiano, ci hanno ammorbato a lungo dicendo che con la Destra al governo avremmo perso i finanziamenti del pnrr e adesso chiediamo legittimamente la quinta rata.

Gli odiatori dell'Italia avevano preconizzato il crollo della nostra economia e dei nostri titoli e invece lo spread è più basso che all'epoca del fenomeno Draghi.

Gli odiatori speravano che l'Italia affondasse in Europa e invece abbiamo respinto il Mes e ottenuto un nuovo patto di stabilità che, pur sempre oneroso, è migliorativo rispetto a quello esistente.

Sul Mes il ridicolo degli odiatori è arrivato al massimo livello, perchè per mesi dicevano che comunque lo avremmo firmato e invece è stato respinto.

Intendiamoci: siamo solo all'inizio.

Tutto, tutto, quello che si sta facendo è frutto di un compromesso necessario se si resta all'interno di una entità sovranazionale (e personalmente uscirei di corsa dall'ue perchè l'Italia e noi Italiani siamo in grado di vivere meglio da soli, recuperando una piena Sovranità), ma un compromesso, in cui un po' cediamo noi, un po' cede la Germania, un po' la Francia, è sempre meglio del precedente appiattimento sulle decisioni prese altrove, quando i governi cattocomunisti, da Monti a Draghi, ricevevano la velina che dovevano limitarsi ad accettare.

Il cammino da fare per riprendere il controllo sul nostro futuro è ancora lungo, perchè undici anni di cattocomunismo succube alle entità sovranazionali ci ha messo tanti cappi al collo.

Ma la strada è quella giusta e possiamo festeggiare il Natale con un motivo in più di fiducia per il futuro.

21 dicembre 2023

C'è ancora sentimento nel mondo


Complimenti a chi si occupa dei messaggi pubblicitari di Esselunga che, dopo la pesca, ha trovato il modo, con la noce, di toccare i migliori sentimenti sepolti dentro di noi.

Chi, infatti, non ha avuto una fidanzatina dell'asilo e/o delle elementari che, poi, negli anni, abbiamo perso di vista ?

E chi, nell'angolo più nascosto di un cassetto, non conserva un ricordo, che mai butterà via, di un periodo della propria infanzia ?

In appena due minuti, senza provocazioni, senza ricorrere a mezzucci e ammiccamenti, senza piegarsi al politicamente corretto che vorrebbe coppie miste (bianco-negro) o dello stesso sesso, ma in modo pulito, lineare, senza sbavature e senza urlare, Esselunga ha toccato il miglior  sentimento che ancora esiste dentro di noi.

C'è ancora speranza per l'Umanità se questi sentimenti riescono a prevalere sulla paccottiglia politicamente corretta che spadroneggia negli schermi e nei social.

 

20 dicembre 2023

Arroccati al Quirinale

In Italia sono cinque le massime cariche istituzionali: i presidenti della repubblica, del senato, della camera dei deputati, del consiglio e della corte costituzionale.

Tre sono diretta espressione della volontà popolare espressa alle elezioni politiche: i presidenti del senato, della camera dei deputati e del consiglio.

Due sono frutto di sottili equilibrismi di palazzo, del tutto estranee alla volontà degli Elettori: i presidenti della repubblica e della corte costituzionale.

Non credo che sia un caso che i tre presidenti espressioni della Sovranità che appartiene al Popolo siano di estrazione Centro Destra: Ignazio La Russa e Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia e Lorenzo Fontana della Lega, mentre espressione dei cattocomunisti minoritari alle elezioni, sono Sergio Mattarella (estrazione catto, ex parlamentarel della sinistra dc) e Augusto Barbera (estrazione coms, ex parlamentare del pci).

Arroccati quindi nei palazzi di inverno impermeabili alla volontà popolare, i cattocomunisti strepitano contro una riforma che darebbe all'Italia una nuova capacità di governo: il premierato.

Sono d'accordo con il Presidente del Senato La Russa che ha dichiarato che il premierato è il minimo per cambiare le cose e riportare la presidenza della repubblica al ruolo da sempre, fino al 1992, ricoperto.

Cito sempre, perchè ne è la rappresentazione più evidente, la presidenza del socialdemocratico Giuseppe Saragat (1964-1971) che interveniva solo in occasioni di decessi e di vittorie sportive, mediante un semplice telegramma di condoglianze o di felicitazioni, di cui veniva dato debito conto al telegiornale delle 20,30 (divenne delle 20 solo dalla crisi petrolifera del 1973, Presidente Giovanni Leone, altro Presidente che rimpiango).

Altro che ditini alzati come monito mentre si sproloquia, quotidianamente, su tutto lo scibile umano !

Ma i cattocomunisti non vogliono neppure il premierato, arroccati come sono a difesa degli ultimi privilegi non elettivi.

Sarà divertente ascoltarne le reazioni quando Ignazio La Russa sarà eletto presidente della repubblica: continueranno a difendere le prerogative del Quirinale o torneranno ad essere gli stessi che chiedevano la messa in stato di accusa del Presidente Cossiga ?

19 dicembre 2023

Uno specchio della realtà

A me piacciono i film e telefilm polizieschi.

Ogni serie televisiva ha in me uno spettatore assiduo, se mi convince, o solo iniziale se non è nelle mie corde.

I miei preferiti sono quelli inglesi, da Barnaby a Vera fino a Chelsea detective, mentre non sono molto nelle mie corde quelli francesi.

In ultimo, forse perchè il magazzino è vuoto, arrivano serie scandinave portatrici di uno spaccato di una società che spero sia molto lontana dalla nostra, presente e futura.

In questi giorni ho guardato gli episodi di una serie finlandese, Detective Maria Kallio che temo rappresenti lo specchio di una società in profonda crisi, in regressione, avviata alla scomparsa.

Scene che indulgono su persone dello stesso sesso che si abbracciano e baciano, dialoghi in cui simili comportamenti vengono assorbiti con estrema naturalezza, uomini smidollati che parlano alle donne con un tono non di educazione e rispetto, ma servile e subalterno timorosi di violare qualcuna delle migliaia di regole imposte dal femminismo più becero, poliziotti preoccupati di fornire della polizia una immagine inclusiva (festeggiano il capodanno cinese per dare un segnale di inclusione) e spiritosa (postano filmati in cui ballano e cantano), personaggi che con l'etnia finnica stanno come il cavolo a merenda e tutto il bagaglio insostenibile del politicamente corretto su ambiente, rapporti interpersonali, clima, valutazioni politiche, affari.

Se qualcuno pensa che le mie opinioni e descrizioni rappresentino una visione reazionaria e antiquata del mondo, allora confermo che sono orgoglioso di essere antiquato e reazionario.

E li invito a guardarsi la classe e l'eleganza dei vecchi telefilm (ma anche alcuni dei nuovi) in cui c'era una storia, una trama che non indulgeva in inutili provocazioni e rappresentava una società ancora in crescita, rivolta al futuro e non una piegata su se stessa, compressa e annichilita da troppi tabù, regole e convenzioni. 

E probabilmente il nostro futuro, la possibilità di avere un futuro, per noi come per i finlandesi, sarà tutto nella capacità di una rombante esplosione reazionaria di cui vediamo qualche piccolo segnale nei voti espressi nei singoli stati.



18 dicembre 2023

Arrabbiamoci assieme

Arrabbiarsi fa bene.

E non c'è dubbio che le notizie quotidiane ci danno molti motivi per arrabbiarci.

Prendiamo La Verità di oggi, che pure è un lunedì che è dedicato ai commenti sulla giornata del Campionato di calcio.

Leggiamo della censura che, in molti stati, inclusi quelli dell'unione europea, verrà attivata per impedire che le opinioni siano troppo libere.

E che dire del vaccino pompaissimo dalla Pfizer che sembrerebbe adesso una benefattrice dell'Umanità ?

Poi ci sono i soliti cattocomunisti che, impotenti, sprizzano odio verso il Centro Destra che, con la Festa di Atreju, li ha surclassati per contenuti, partecipanti e visione del futuro.

Ma a me quello che fa più arrabbiare è l'articolo sulla nuova voce che Arera avrebbe deciso di inserire nelle bollette energetiche per coprire i quattro miliardi che Draghi ha fatto spendere per riempire gli stoccaggi nel 2022, contribuendo a far schizzare il prezzo del gas a livelli assurdi (e, infatti, dopo pochi mesi è sceso nuovamente rendendo inutili quelle spese che oggi ci ritroviamo sul groppone).

Arrabbiarsi fa bene, perchè tutto quello che ci fa arrabbiare ci fornisce anche la misura di quel che non dobbiamo più fare, nè credere.


17 dicembre 2023

Il futuro è a Destra

Le due manifestazioni di questo fine settimane (Atreju organizzata da Fratelli d'Italia e la conferenza programmatica per le europee organizzata dal pci/pds/ds/pd) rappresentano l'ennesima dimostrazione plastica del perchè il futuro è e non può che essere a Destra.

Ad Atreju abbiamo avuto notizia di dibattiti, di interventi (anche di esponenti delle opposizioni, da Renzi a Calenda a Minniti) di discussioni su proposte, progetti, visioni.

Alla conferenza organizzativa abbiamo solo ascoltato la milionesima replica delle solite parole d'ordine cattocomuniste, dall'antifascismo, all'europeismo di maniera che si traduce unicamente nella genuflessione alla volonta di Berlino e Parigi gettando alle ortiche ogni interesse nazionale.

Gli ospiti, poi, sono emblematici.

A fronte di vecchie mummie, a prescindere dall'età, del passato (Prodi, Letta, la Bindi, Gentiloni) ad Atreju sono arrivati Musk, il Primo Ministro Britannico Sunak, il Presidente albanese Rama, solo per limitarsi alla politica.

Immigrazione, natalità, infrastrutture erano gli argomenti principali ad Atreju, dai cattocomunisti abbiamo sentito parlare di patto di stabilità, regole, direttive e ... salario minimo !

Mi piace inoltre sottolineare come la Meloni (e il suo Governo, ovviamente) abbiano liberato l'Italia da una nociva e autolesionistica sudditanza alla politica estera (improvvisata) della commissione europea, per sottoscrivere accordi con chi non è parte dell'unione, come il Regno Unito e l'Albania.

Principalmente su un tema per noi molto importante e sul quale l'unione europea è colpevolemente latitante, anche se alcune nazioni (Germania, Svezia, Danimarca) sembra stiano avviandosi sulla stessa strada di Regno Unito e Italia, cioè quello di aprire campi di rimpatrio in stati esteri.

Dove volete quindi che ci potrebbe portare una sinistra che riesuma l'ottantaquattrenne Prodi e deve affidarsi a livello istituzionale all'azione dell'ottantaduenne Mattarella e dell'ottantacinquenne Barbera ?


16 dicembre 2023

Il condominio internazionale

Bellissima la raffigurazione dell'unione europea che ha proposto il Ministro Giorgetti paragonandola ad un condominio a ventisette, litigioso e perennemente bloccato sulle decisioni.

A maggior ragione si può paragonare l'onu ad un megacondominio, con varie scale rappresentate dai continenti, ancor più litigioso, bloccato e inutile dell'unione europea.

In quei condomini gli unici a guadagnarci (e tanto !) sono gli amministratori ed i fornitori, esattamente come con l'onu e l'unione europea gli unici a guadagnarci sono coloro che riescono a mettere il loro fondo schiena su una poltrona, piccola o grande che sia e quelli ai quali, come è stato per le aziende farmaceutiche che infatti hanno dichiarato utili stratosferici in era covid, vengono richieste le forniture del prodotto tempo per tempo di moda.

Mi conforta, in proposito, leggere lo sperticato elogio delle organizzazioni internazionali effettuato da Mattarella, totalmente in contrasto con quello che penso: avrei avuto il dubbio di sbagliare se il mio pensiero fosse in linea con il suo.

Quante guerre l'onu ha prevenuto ? Nessuna.

Quante guerre ha fatto smettere ? Nessuna.

Se, poi, l'onu viene rappresentato da un segretario generale che si schiera con una parte in causa, allora possiamo veramente farne a meno.

Perchè se trattative, tregue e compromessi vengono delegati alla buona volontà e alle diplomazie di singoli stati (ad esempio Qatar ed Egitto nella vicenda tra Israele e i terroristi palestinesi) allora perchè dovremmo pagare per mantenere una struttura elefantiaca e inutile come l'onu ?

L'onu percepisce 54 miliardi all'anno dagli stati membri, ma l'80% è versato da Europa, Stati Uniti, Canada, Australia e Nuova Zelanda.

In pratica, ancora una volta, siamo (noi Occidentali, eredi dei biechi colonizzatori bianchi) i principali finanziatori di un organismo che adotta sistematicamente politiche ostili a chi lo finanzia per l'80%.

L'onu è strutturato in base agli esiti della seconda guerra mondiale con cinque stati (non so cosa ci stia a fare la Francia che senza Stati Uniti e Regno Unito sarebbe una colonia tedesca) che hanno il diritto di veto.

Poi c'è una inutile assemblea generale che riecheggia le assemblee studentesche, tanti decibel, nessuna sostanza, dove ogni stato vale un voto a prescindere dai contributi versati.

L'onu andrebbe abolito per tornare alle sane intese bi e multilaterali.

Accordi politici, economici, alleanze militari dove non c'era chi pagava per vedersi insultato.

Analogamente in Europa.

Possiamo ancora tornare ad essere quel grande mercato dove persone e merci circolino liberamente senza dazi (da imporre invece verso quegli stati extraeuropei che facessero dumping o imponessero dazi contro le merci europee), ma senza una moneta comune, senza direttive sui cetrioli, senza vincoli di bilancio che non siano quelli che, liberamente, ogni Popolo decide di darsi, nel momento in cui elegge chi dovrà governare la sua nazione e solo la sua nazione, senza interferenze su quelle vicine.

15 dicembre 2023

Le cop annuali sono solo fumo negli occhi

Ogni anno, da ventotto anni, si blatera di inquinamento, cambiamento climatico, provvedimenti di riduzione delle emissioni, di fonti rinnovabili e di tutte le amenità del più inutile armamentario ecoambientalista.

Nei giorni scorsi, in Dubai, si è svolta la ventottesima chiacchierata mondiale sul nulla.

Purtroppo, anno dopo anno, si nota il progressivo genuflettersi dell'Occidente, una volta Guida del Mondo, pronto al suicidio per fare ammenda dei  ... meriti (perchè non sono colpe, ma meriti) della nostra Storia, del nostro Passato, anche di quello Coloniale che rappresenta una delle pagine positive (al netto di inevitabili episodi di eccessi) nella Storia dell'Umanità, avendo aiutato popolazioni, ancora allo stato tribale, a risollevarsi e ad entrare nell'era moderna.

Così, se anche fosse un incontro utile anche solo a parlarsi, non ci sono impegni uguali per tutti, ma noi Occidentali dovremmo tagliare di più, spendere di più per accantonare le vecchie fonti di energia e sostituirle con quelle nuove, sacrificarci di più e, come ciliegina sulla torta, dovremmo persino rimborsare gli stati del terzo mondo per i costi che dovranno sopportare per fare altrettanto, in misura comunque nettamente inferiore.

Ora, io non credo che l'Uomo abbia parte significativa, influente in un cambiamento climatico che è nelle corde della Natura.

Anzi credo che la pretesa di limitare, invertire o bloccare la Natura rappresenti un atto di arroganza, di quella che i Greci chiamavano ubris, che si ritorcerà inevitabilmente contro di noi.

Di conseguenza credo che sia da sciocchi inseguire un tale obiettivo e non, invece, prendere atto di quel che ci propone la Natura, assecondarla e realizzare tutto quel che è necessario per adattarsi, come l'Uomo ha sempre fatto nella Storia, alle nuove condizioni, senza rinunciare al Benessere conseguito e, anzi, cercando di aumentarlo.

Perchè a me (e non credo di essere il solo) non interessa nulla se, quando accendo la luce, il riscaldamento, il condizionatore, il motore dell'automobile, l'energia arrivi dal carbone, dal petrolio, dal gas, dal nucleare, dal sole, dal vento, dall'acqua o da un qualsiasi altro elemento.

A me interessa che quando giro l'interruttore la luce si accenda e che il costo sia sempre minore, garantendomi una energia costante e senza interruzioni o limitazioni basate sul solipsismo dei sindaci o dei governi.

Così come a me interessa di non dover sperperare denaro per cambiare l'automobile o la caldaia del riscaldamento, solo per accontentare una ragazzina svedese che ha trovato il suo interesse a rompere le scatole al prossimo invece di studiare.

E' ridicolo vedere capi stato, di governo e di religioni, genuflettersi davanti al nuovo totem pagano dell'ambiente, così come è ridicolo vedere spendere ogni anno centinaia di milioni per organizzare una lunga e inutile chiacchierata che è solo fumo negli occhi ed è deviante rispetto al reale interesse dei Popoli e delle Nazioni.

Quando si parla di Reazione e di Restaurazione, ci si riferisce anche alla necessità di ripristinare il corso della Storia, ponendo fine a simili devianze suicide.

Soprattutto da parte dell'Occidente che deve recuperare lo spirito e il coraggio dei secoli passati.       

14 dicembre 2023

Il realismo e la grinta di Giorgia


Al senato, ieri, è andata in scena la replica di quanto accaduto il giorno prima alla camera.

Da un lato le opposizioni, tutte assieme nel lungo elenco che va da Conte a Renzi, sempre a braccetto quando c'è da lasciare pacchi all'Italia e agli Italiani, da Fratoianni a Calenda, dalla Schlein alla Bonino per interposto Magi, che si strappano le vesti perchè il Centro Destra fortunatamente al governo non si genuflette alle pretese delle consorterie globaliste per interposta commissione europea sulla linea Berlino-Parigi.

Dall'altra una maggioranza che, di giorno in giorno, mostra la sua solidità, con grandissimo dispiacere degli ambienti intellettualoidi cattocomunisti, del vaticano, delle consorterie finanziarie e affaristiche internazionali, difendendo gli interessi nazionali "senza escludere nulla", neppure il veto al nuovo progetto di patto di stabilità, un veto "benedetto" persino da uno dei dioscuri dell'unione europea, Mario Monti.

Poi la solita polemica sul Mes, non sul contennuto, perchè ormai è assodato che tra quel che si dovrebbe versare (l'Italia, con il vecchio Mes, ha versato già 14 miliardi di euro, ma con il nuovo potrebbe essere chiamata a versarne altri 100), gli obblighi cui si dovrebbe assolvere e che solo Francia e Germania possono singolarmente bloccare con il veto (all'Italia è stata concesso un "peso" del 17% contro il 21 della Francia e il 23 della Germania a fronte di una previsione che con l'80% di adesioni il meccanismo scatterebbe anche con l'opposizione del restante 20) e la impossibilità, con i parametri che abbiamo in eredità da undici anni di governi cattocomunisti, di accedervi senza subire condizioni umilianti, da Forche Caudine, il Mes sarebbe, per l'Italia una fregatura solenne.

Ma le polemiche su chi lo ha promosso.

E se basta avere la saliva in bocca per dire qualcosa, qualunque cosa, soprattutto senza contraddittorio come ormai è uso, è evidente che la difesa di Conte fa acqua da tutte le parti.

In pratica Conte dice che il Mes lo ha voluto il Governo Berlusconi, di cui la Meloni era Ministro, nell'agosto del 2011.

Chiunque abbia conservato un solo neutrone attivo, capisce bene che un meccanismo di solidarietaà finanziaria è un principio positivo, ma quel che conta per renderlo veramente utile sono le condizioni di accesso e utilizzo.

E se nel 2023 ne stiamo ancora discutendo vuol dire che nel 2011 il Governo Berlusconi ha sottoscritto il principio, ma da Monti in poi (Letta, Renzi, Gentiloni, Conte 1 e 2, Draghi no, in questo caso Draghi doveva solo farlo ratificare non trattare o sottoscrivere) avrebbero dovuto trattare le migliori condizioni per l'Italia,

Non solo non l'hanno fatto, ma, come è dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio, Conte2, tramite Di Maio, ha disposto la firma dell'accordo e condizioni SENZA, anzi CONTRO il parere del parlamento, DOPO essersi dimesso e quindi quando era in carica solo per l'ordinaria amministrazione.

Conte sarebbe più dignitoso se dicesse "sì, ho deciso di firmarlo perchè lo ritengo utile per questi motivi ...", anche se non so cosa potrebbe dire vista la palese nocività per l'Italia di un simile accordo.

Appare quindi del tutto garantista per noi Italia la grinta con la quale la Meloni affronta le riunioni in sede europea, affermando, senza possibilità di malintesi, che opporrà anche un veto se fosse nell'interesse nazionale.

Così come il suo realismo ci dice che il pacco consegnato da Conte2 all'Italia lascia poco spazio di manovra se non una trattativa per strappare le condizioni migliori non sul Mes, ma sul nuovo patto di stabilità.

Perchè un governo italiano, il Conte2, quelle condizioni e quell'accordo sul Mes ha firmato e quella firma è un impegno per tutti noi.

Ma il patto di stabilità no, non è firmato e quindi le sue condizioni possono compensare i danni del Mes di Conte2.

Tutto il resto (allargamento dell'unione, armi all'Ucraina, sostegno ad Israele nonostante le simpatie dei socialisti spagnoli verso Hamas etc. ) è mero contorno, perchè contano i soldi, quelli del Mes e quelli che deriverebbero dallo spostare i parametri del patto di stabilità da una parte o dall'altra. 

Ed è su questo che sarà giudicato il nostro governo, se porterà a casa vantaggi nell'ambito di un compromesso che è l'unica strada percorribile quando ci si trova davanti agli interessi di ben 27 nazioni.


 

13 dicembre 2023

Quando la classe non è acqua


Ieri, in parlamento, abbiamo visto la versione migliore di Giorgia Meloni, quella che si toglie il mantello ecumenico cui troppo spesso è costretta dal suo ruolo, per picchiare duro sui cattocomunisti, dicendo agli Italiani quelle verità che, per interesse, per pavidità e per ipocrisia, vengono spesso taciute, soprattutto da chi invece dovrebbe diffonderle, come la stampa, radio e televisioni, preoccupate più di coprire con il silenzio i loro amichetti cattocomunisti che di informare correttamente il Popolo.

Se andate su You Tube e cercate "comunicazioni di Giorgia Meloni in parlamento il 12 dicembre 2023", troverete sia le comunicazioni iniziali (35 minuti circa) che la replica integrale (25 minuti).

Sono una sintesi dell'azione di Governo, delle prospettive, della strategia delineata, delle finalità che intende perseguire.

Può essere condivisa o meno, in tutto o in parte, ma nessuno può negare che, dopo anni di silenzi, di doroteismi, di volute omissioni, il Governo Italiano esprima una posizione autonoma e abbia un suo progetto.

Io, conoscendo bene la fretta di chi legge sui social, ho preso il frammento di una breve parte della replica, poco più di due minuti, nella quale la Meloni chiarisce come siamo arrivati a questa situazione incresciosa sul Mes.

Il parlamento, nel 2019, aveva dato mandato al governo Conte di NON firmare la ratifica, poi Conte, un giorno dopo le dimissioni del suo secondo governo, con i cattocomunisti, tramite una autorizzazione firmata da Di Maio allora disgraziatamente ministro degli esteri, dispose la ratifica.

Una ratifica che oggi ci fa fare, parole della Meloni, "una figura ...", poi noterete che si trattiene, lasciando intendere a chi vuole intendere e cambia la proposizione parlando di impegno assunto senza autorizzazione dal Conte2 dimissionario e in carica per gli affari ordinari, che ci mette in una condizione difficile.

Ecco, a quella "figura", adesso, il Governo Meloni sta cercando di porre rimedio, senza più alcuna sudditanza nei confronti di Germania e Francia e ponendo come Stella Polare l'interesse dell'Italia e degli Italiani.

E' questo che non viene perdonato a lei ed al Centro Destra di governo: persegue l'interesse nazionale, non quello delle consorterie straniere che vorrebbero un'Italia serva e preda della loro avidità.

12 dicembre 2023

La Meloni tiene il punto sul Mes


Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ieri, in un evento giornalistico, ha rilasciato dichiarazioni per una ventina di minuti (video) in cui, tra l'altro, ha affrontato il tema del Mes, cioè di quello strumento inventato dalla commissione europea con il retropensiero di imporre ulteriori collari e cappi al collo degli stati nazionali.

In particolare mi sembra opportuno sottolineare come i cattocomunisti strepitino e battano i piedini per terra, impotenti nella loro volontà di sostegno alle istanze che provengono dall'estero, incuranti di quelli che sono gli interessi nazionali, senza dare risposta alcuna alle osservazioni pertinenti della Meloni.

Perchè in quattro anni, quando avevano la maggioranza, non hanno mai ratificato il nuovo regolamento del Mes ?

Perchè nessuno stato lo ha attivato, posto che il Mes è tuttora in vigore, sia pur nella vecchia formulazione ?

Ma, soprattutto, perchè remano contro l'Italia che ricerca un adeguato compromesso, in cui i costi del Mes possano essere compensati da un accordo sui parametri del patto di stabilità che sia funzionale ai nostri interessi ?

11 dicembre 2023

NO al MES

La strada maestra è uscire dall'unione europea, riprendersi Sovranità, Indipendenza e, soprattutto Dignità.

Se fossimo Inglesi, potremmo farlo.

Poichè siamo Italiani abbiamo sempre una parte di noi al servizio dello straniero, vizio connaturato sin dai tempi del Rinascimento, quando gli staterelli locali, pur di non farne emergere uno, spesso istigati l'uno contro l'altro dalla chiesa che ha sempre remato contro l'Unità d'Italia, si prestavano a fare da sgabello alle scorrerie dei re stranieri.

La vicenda del Mes è emblematica di tutto ciò.

In calce riporto un tweet del senatore Claudio Borghi con le motivazioni contrarie al Mes.

Eppure ci sono parlamentari eletti per fare l'interesse degli Italiani che insistono perchè il Mes sia approvato.

Senza contropartita alcuna.

Almeno tacessero per dar modo al Governo di utilizzarlo come moneta di scambio per il nuovo patto di stabilità, invece no, loro vorrebbero firmare gratuitamente, senza ricevere nulla in cambio.

E' così che a sinistra fanno i nostri interessi ?

Ecco il tweet del senatore Borghi:

⛔️⛔️⛔️RIEPILOGO MES ⛔️⛔️⛔️ 10 motivi per cui NON dobbiamo ratificare la riforma del MES. 1) Ratificare la riforma significa APPROVARE SPECIFICAMENTE TUTTO IL TRATTATO, comprese le sue parti più assurde, fatte votare da Monti a un distratto Parlamento nell'estate del 2012 2) La riforma del MES PEGGIORA uno strumento già famigerato perché figlio degli interventi di austerità contro la Grecia. I paesi UE vengono divisi fra "buoni" e "cattivi". L'Italia è, guarda caso, fra i cattivi. 3) Il MES potrà intervenire nei salvataggi delle banche (nota bene, non dei risparmiatori perché PRIMA va fatto il bail-in) e non si può DECIDERE di non farlo. Se una grande banca tedesca o francese va in crisi il MES interviene e i soldi degli italiani verranno usati per pagare i suoi creditori. 4) Il nuovo trattato MES scrive chiaramente che in caso di intervento sarà possibile prevedere un taglio del valore dei titoli di Stato in mano ai risparmiatori. 5) Il nuovo trattato MES obbliga ad inserire nei titoli di Stato delle clausole (cosiddette CACS) che ne rendano più facile il taglio del valore. 6) Se il MES fosse operativo, in caso di crisi sui mercati, vedi ad esempio durante la pandemia, la BCE non interverrebbe più lasciando invece azionare il MES con tutte le conseguenze del caso. 7) Il MES diventerebbe una specie di "agenzia di rating" con il potere di decidere sulla sostenibilità o meno del debito. In pratica potrebbe CAUSARE una crisi dichiarando a suo piacimento che un debito è insostenibile. 8) I dirigenti del MES, a fronte di questi poteri enormi (il direttore potrebbe chiederci il versamento del capitale impegnato, oltre CENTODIECI MILIARDI ENTRO UNA SETTIMANA), sono ESENTI DA QUALSIASI GIURISDIZIONE (davvero, c'è scritto proprio così). Non gli si potrà far causa, non dovranno rendere conto a nessuno delle loro azioni, nessuna autorità può violare gli uffici del MES, i loro stipendi sono esentasse. 9) La soglia della maggioranza qualificata, 80%, usata per numerose situazioni, è calibrata in modo da lasciare fuori l'Italia (che "pesa" il 17% mentre Germania (27%) e Francia (21% 🙄) guarda caso hanno quote sufficienti per diritto di veto assoluto. 10) Non è vero che si può ratificare ma non usare il MES. Una volta attivate le modifiche esse diventano direttamente impegnative, vedi salvataggi banche, e se l'Italia perdesse l'accesso ai mercati non ci sarebbe nessuna scelta possibile se non farne uso. In sostanza il MES è uno strumento di dominio e di sottomissione, non porta NESSUN VANTAGGIO per l'Italia, meno che mai nella nuova versione. Non va ratificato perché non è nell'interesse dell'Italia e la ratifica non è assolutamente un atto dovuto bensì un fondamentale passaggio nell'accettazione di un trattato. LINK UTILI: Il testo del nuovo trattato MES esm.europa.eu/system/files/d Qui potrete trovare il tweet con le mie risposte agli articoli pro MES dei media mainstream: twitter.com/borghi_claudio Qui potrete trovare la mia spiegazione della lettera mandata dal MEF alla commissione esteri sul MES. twitter.com/borghi_claudio La dettagliatissima pagina sul MES di che tra i primi mise in guardia sui pericoli del trattato lidiaundiemi.it/mes Intervista sul MES del Prof. Alessandro Mangia, Professore Ordinario di diritto Costituzionale dell'università Cattolica di Milano ilsussidiario.net/news/verso-il- Un mio intervento in TV sul MES youtube.com/watch?v=2SK56j Qui alcuni miei interventi alla Camera sul MES youtube.com/watch?v=veagsB facebook.com/watch/live/?re