Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

31 marzo 2008

Fini, diabolicamente, persevera

Se qualcuno pensasse che la dichiarazione di Berlusconi di sabato sul voto agli immigrati fosse solo uno dei tanti scivoloni che costellano la campagna elettorale dell’ex leader del Centro Destra, ora trinceratosi nella ridotta del “partito di centro, moderato e liberale, può riporre le speranze nel cassetto.
Senza arrivare al feroce sospetto che Nessie ha esternato nel suo commento al mio post di ieri , ci bastano le cronache odierne dei quotidiani.
Come quella del Resto del Carlino il cui ex direttore si è candidato con Berlusconi (quindi non imputabile di manipolare le notizie per dar contro a Berlusconi) che scrive, riferendosi alla querelle sul voto agli immigrati, che Fini ha risposto a Calderoli: "la maggioranza si può trovare in parlamento”.
Come a dire: se anche verranno a mancare i voti della Lega ci sarà chi voterà a favore di un simile provvedimento.
E chi voterebbe a favore della concessione del voto agli immigrati ?
La sinistra, quella stessa sinistra che, a parole, il pdl di Berlusconi e Fini dice di voler combattere, negando che si apprestino a varare un governo di larghe intese.
Anche oggi ho avuto la prova che quanti votarono Centro Destra negli anni scorsi, sono sconcertati dalla piega della campagna elettorale e, soprattutto, dalle ripetute esternazioni che non possono più essere considerate un caso o uno scivolone isolato.
Sempre più spesso chi all’inizio della campagna elettorale era certo di votare pdl oggi si domanda se quel voto verrà speso bene o se verrà utilizzato per una legislazione contraria ai suoi principi.
A questi amici nel dubbio dico: invece di macerarvi nell’incertezza non sarebbe meglio decidere di votare per chi, senza mascheramenti, sostiene quegli Ideali e quei Valori che ci sono comuni ?
Per chi, i clandestini, li caccerebbe a pedate nel sedere, per chi vuole garantire – e con il voto di tutti potrà farlo - l’Italia agli Italiani ?

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30 marzo 2008

Solo La Destra può restituire l'Italia agli Italiani

Nel settembre del 2003 abbandonai Alleanza Nazionale, dopo anni di militanza, a seguito delle dichiarazioni di Fini favorevoli al voto agli immigrati.
Successivamente Fini dichiarò il Fascismo “male assoluto”, si mise di traverso al governo, impose il siluramento di Tremonti da ministro dell’economia per sostituirlo con Siniscalco, firmò la legge sulla fecondazione assistita per poi attivarsi con il referendum per abrogarla, fece una campagna elettorale “morbida” sperando nella eliminazione di Berlusconi, definì il pdl “comica finale”, diventò il numero due – il comico di spalla ? – dello stesso pdl.
La deriva finiana ebbe comunque inizio con il voto agli immigrati.
In questa campagna elettorale gli amici che sono rimasti con Berlusconi cercano di convincere noi che sosteniamo La Destra/Fiamma Tricolore di Daniela Santanchè che in realtà nulla è cambiato rispetto ai tempi del glorioso Centro Destra e che è necessario restare nel pdl per dare più forza alla destra interna.
Con tutto il rispetto per le loro scelte (che fanno ancora in tempo a cambiare alla luce delle quotidiane esternazioni liberaloidi dello staff del pdl ma anche dello stesso Berlusconi) temo che siano degli ingenui.
Il percorso politico di Fini, erede designato di Berlusconi, è lì a dimostrare che una volta imboccata la strada della rinuncia alla propria identità non si torna indietro, anzi si accelera verso una deriva liberalcentrista che, sul piano dei Valori etici e del concetto di stato, è molto più simile ai comunisti ed alla sinistra che non al Centro Destra conservatore.
Spiace dover girare il coltello nella piaga, ma è l’ultima opportunità, in queste due settimane, che ci resta per rafforzare una barriera contro tale deriva.
Nel novembre 2007, Silvio Berlusconi fonda il Popolo della Libertà.
Gianfranco Fini lo definisce “comica finale” e dichiara che Berlusconi, in questo modo, non tornerà a palazzo Chigi e che lui, Fini, non tornerà all’ovile da Berlusconi perché è il presidente di AN e non una pecora.
Tutti sapete dov’è Fini oggi.
Ma quel che conta è il presupposto sul quale Berlusconi fondò il Pdl, aperto ad adesioni collettive ed individuali, disse, aprendo alle varie formazioni del Centro Destra che avrebbero potuto entrare in quanto tali nel contenitore inventato da Berlusconi.
Tutti sapete come, invece, a parte Lega e Mpa, Berlusconi pretese che le singole identità fossero azzerate per dare solo ospitalità individuale all’interno del Pdl.
Diktat che fu evidentemente condizione imposta da Fini e che portò all’annessione di Dini, Giovanardi, Rotondi, Mussolini, Fattuzzo, ma alla esclusione (onore alla loro scelta di dignità) di Storace e di Casini.
Da quel momento è stata una deriva continua:
- il Pdl come “partito di centro, moderato e liberale” con esclusione esplicita della Destra e dei Conservatori, ribadita da Berlusconi ieri quando ha riaffermato la natura di centro del suo partito e respinto ogni identità di Destra;
- la ricerca del “voto utile”, lacerando i già traballanti rapporti con gli ex alleati;
- l’invenzione del “voto disgiunto” quando ha capito che rischiava al senato e cercava di far leva sull’anticomunismo di quanti, però, con il suo partito di centro, moderato e liberale aveva allontanato dalla coalizione;
- la preoccupazione per la par condicio e i brogli, invece di affrontare i temi rilevanti che interessano gli italiani (casa, lavoro, sicurezza, benessere) ridotti a semplici corollari;
- l’intervento sulla vicenda Alitalia annunciando una cordata che, poi, dichiara esistere “nei fatti” che si costituirà solo “dopo la fine delle trattative con Air France” (quindi la cordata non c’è !);
- Cicchitto e Bondi che riaffermano la natura “antifascista” del pdl
- Il silenzio sui massacri cinesi in Tibet e la proposta di Daniela Santanchè e Roberto Fiore di boicottare le olimpiadi di Pechino;
- Il silenzio sui temi etici (194, diritto alla vita) che sono in contrasto con le tesi liberalradicali che, senza la Destra, sono divenute prevalenti nel pdl;
- A conferma di ciò l’esternazione di Gasparri che dichiara di non aver nulla in contrario acchè in futuro un omosessuale possa diventare leader del pdl (Berlusconi, che solo un anno fa disse che gli omosessuali stanno tutti dall’altra parte, non ha smentito il suo ex ministro e futuro capo gruppo in senato!)
- Per finire alle dichiarazioni di ieri con le quali Berlusconi apriva la porta dell’inferno, ammettendo che se andrà al governo penserà ad una legge che dia il voto amministrativo agli immigrati (e la Lega non potrà farci nulla perché il voto agli immigrati otterrebbe il voto parlamentare anche della sinistra: ci pensino gli elettori della Lega se vale la pena portare acqua al mulino dei liberalmarxisti)
.
Arthur Conan Doyle, il creatore di Sherlock Holmes, faceva dire al suo personaggio che una coincidenza è solo una coincidenza, due coincidenze sono solo due coincidenze, ma tre coincidenze cominciano ad essere una prova.
Qui di coincidenze ve ne sono ben più di tre.
Il “partito di centro, moderato e liberale” è molto simile al pci/pds/ds/pd, soprattutto nei Valori che dovrebbero formare il filo conduttore per una legislazione.
Io non credo che gli amici di Destra fino ad oggi orientati a votare pdl possano accettare programmi come il voto agli immigrati o ipotesi come un omosessuale a capo del loro partito, come non possono essere complici del silenzio sulla proposta di boicottaggio delle olimpiadi e di revisione della 194 a difesa della Vita sin dal suo concepimento.
Non lo credo e spero che reagiscano riunendosi a noi (sottolineo: riunendosi, cioè tornando assieme a noi come eravamo fino al momento dell’abbattimento di Prodi nel gennaio 2008 !) nella battaglia che ha le sue radici nella, bellissima, formula che propone costantemente Daniela Santanchè: l’Italia agli Italiani !

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28 marzo 2008

E adesso mendicano il voto disgiunto

Dopo aver, all’unisono, chiesto il “voto utile” Veltrusconi adesso si sono messi a “far di conto” con il pallottoliere dei sondaggi e hanno concluso che è meglio cambiare strategia.
La nuova strada è quella del “voto disgiunto”.
Alla camera per chi si vuole, perché il premio di maggioranza su base nazionale comunque darà una comoda maggioranza assoluta a chi vincesse anche per un pugno di voti, ma al senato ….
Al senato, qui è l’unica differenza tra i due supermercati del voto, mentre il pci/pds/ds/pd cerca complicati algoritmi per vedere se, dando un voto in più a Udc o Sinistra l’Arcobaleno, si riescono a togliere più senatori a Berlusconi, il pdl chiede il voto per se stesso, non volendo dividere con altri la “torta” del potere.
C’è da chiedersi quale strategia possa risultare più produttiva.
Il pdl è più lineare, “votate per me”, ma più egoista.
Il pci/pds/ds/pd è più altruista ma rischia di fare venire idee strambe all’elettore, che potrebbe anche prenderci gusto a buttare le carte all’aria.
Ancora una volta, queste meschinità da teatrino della vecchia politica, dimostrano come, in assenza di motivazioni ideali e di solidi Valori di base, la gara sia solo ad occupare una poltrona, senza alcun riguardo per l’interesse nazionale.
Anche da questo modo di proporre la campagna elettorale emerge l’inaffidabilità di partiti che, volendo prendersi tutto, hanno abbandonato l’anima delle rispettive coalizioni.
Quanta differenza con il candidato Premier de La Destra/Fiamma Tricolore, Daniela Santanchè, che
si reca nei campi nomadi e ne chiede lo smantellamento,
difende i diritti delle donne musulmane e chiede il registro degli imam e delle moschee,
si presenta ad “Anno Zero” ribadendo nel muso a Bertinotti che gli italiani hanno diritto alla priorità per la casa e propone un piano casa concreto fattibile,

si schiera, da subito, senza bisogno di essere sollecitata, per il boicottaggio delle olimpiadi cinesi.
La differenza tra chi mendica il “voto utile” e il “voto disgiunto” con chi affronta i problemi reali della nazione è la differenza tra chi è un teatrante della politica e chi, invece, fa Politica nel nome di un Ideale.

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27 marzo 2008

Perchè Berlusconi tace sulle olimpiadi cinesi ?

Il comunismo è miseria, terrore, morte.
Con queste poche parole, nel 2005, Silvio Berlusconi incarnava il Leader autentico del Centro Destra.
Oggi, dopo aver escluso Conservatori e Destra dal suo partito, non parla più di comunismo ma genericamente di “sinistra” alla quale non attribuisce più la responsabilità di portare miseria, terrore e morte.
Sembra che con l’esclusione dei Conservatori e della Destra, nel suo “partito di centro, moderato e liberale” siano rimasti solo i ragionieri, quelli che non alzano la testa dal pallottoliere dei sondaggi o dei libri contabili, avendo perso l’anima e il cuore, quanto, cioè, può conferire dignità alla politica.
Eppure la vicenda del Tibet non può che confermare la frase del “vecchio” e rimpianto Berlusconi, annata 2005: il comunismo è miseria, terrore e morte.
Aspettiamo che Berlusconi rinsavisca e, memore delle sue epiche battaglie contro il comunismo, unisca la sua voce a quella di Daniela Santanchè e de La Destra/Fiamma Tricolore per impegnarsi a promuovere il boicottaggio delle olimpiadi cinesi.

In realtà stasera avrei scritto su un altro argomento, avendo già ieri affrontato la questione del boicottaggio delle olimpiadi, ma ho vista una mail che esponeva un pacato ragionamento e invitava ad un comportamento che se attuato da tutti potrebbe creare gravi danni a quanti si renderanno complici delle olimpiadi del massacro.
Riporto il testo della mail, omettendo solo la firma ed invitando a diffonderla :

Questa mattina ho ricevuto da un amico l’allegato sui giochi olimpici di Pechino.
La cosa mi ha fatto pensare a quanto il nostro sistema è ipocrita.
Dal giorno dell’assegnazione delle Olimpiadi alla Cina tutti gli organi preposti a decidere la sede dei prossimi Giochi Olimpici sapevano perfettamente che il governo della Repubblica Popolare Cinese non rispettava i più elementari diritti umani,quindi la decisione è stata presa solo per meri interessi economici ed in nome di questi, i nostri governi non intendono boicottare le Olimpiadi di Pechino.
I media stanno organizzando sondaggi su boicottaggio si o boicottaggio no, sapendo che comunque i Giochi ci saranno e gli interessi economici saranno salvi.
Qui nasce un idea, dato che il traino degli interessi sono le televisioni, se noi semplici telespettatori ci impegnassimo a cambiare canale e oscurare le Olimpiadi avremo fatto un boicottaggio molto più significativo poiché andremo a colpire quegli interessi che sono la causa della scelta della sede Olimpica.
Mi auguro che questo messaggio possa girare il più capillarmente possibile con l’aiuto di tutti in tutto il mondo.
”.

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26 marzo 2008

Berlusconi e Veltroni tacciono assieme sulle olimpiadi

Berlusconi & Veltroni sembrano partecipare ad un’asta in cui vince chi offre di più.
Non potendo mettere sul piatto miliardi propri come ha fatto Berlusconi con la cordata per Alitalia, Veltroni sposta il tiro sulle pensioni, lanciando l’aumento di 400 euro.
E così, tra riduzione delle tasse, abolizione dell’Ici, aumento delle pensioni, il carnet degli italiani si ingrossa di promesse allettanti, anche se non ci viene detto dove verranno rinvenuti i soldi per coprire i buchi che quei provvedimenti apriranno nei conti pubblici se dovessero essere trasformati in legge (ma ben pochi ci credono).
Sui temi, invece, che non costano, ma che impegnano perché caratterizzano una idealità, danno il senso dello spessore dei Valori di riferimento di un candidato e di un partito, creano una Identità, il silenzio è assordante.
Lo è quello di Berlusconi & Veltroni sulla 194, lo è, ancora una volta all’unisono, quello di Veltroni & Berlusconi sulla tragedia del Tibet e la proposta del candidato Premier de La Destra/Fiamma Tricolore, Daniela Santanchè, di promuovere il boicottaggio delle olimpiadi cinesi del 2008.
La Cina, purtroppo, è stata lasciata crescere e rafforzarsi troppo per poter pensare ad un blitz militare che liberi il Tibet e, d’altro canto, lo stesso Dalai Lama non reclama più l’indipendenza della sua nazione.
Ma per quanto la Cina possa essere cresciuta, non può impedire all’Occidente libero di proclamare il boicottaggio delle olimpiadi 2008 se non sarà accordato al Tibet uno status di autonomia e sovranità – pur se limitata – che consenta alla popolazione di riprendere, dopo 50 anni di oppressione comunista, una vita pressoché umana.
Una nazione importante come l’Italia, nel pieno della campagna elettorale, avrebbe il dovere di ascoltare e poter scegliere anche in relazione alle posizioni dei candidati premier.
Finora, però, l’unica ad essersi esposta (contro la Cina per la repressione in Tibet, così come contro l’islam per l’oppressione cui costringe le donne musulmane anche quando risiedono in Occidente) è stata Daniela Santanchè, candidato Premier de La Destra/Fiamma Tricolore.
Veltroni & Berlusconi che ambiscono a rappresentare il duopolio di riferimento in politica tacciono e il loro silenzio è imbarazzante per l’Italia, soprattutto adesso che sembra essersi appannata la tempesta ormonale che ha colpito il presidente francese Sarkozy che ha dichiarato come il boicottaggio delle olimpiadi è una possibile opzione.
Se l’Italia, se una nazione che appartiene alle 8 più industrializzate decidesse di boicottare le olimpiadi, metterebbe in serie difficoltà tutte le altre, costringendole a far prevalere le ragioni ideali rispetto a quelle commerciali.
Le motivazioni per non far celebrare i giochi olimpici a Pechino ci sono tutte e di più.
La bandiera con le cinque manette al posto dei cinque cerchi rappresenta la situazione cinese, dove ad uno sviluppo economica molto forte non corrisponde analogo sviluppo politico.
Vi ricordate quando, dopo alcuni disordini provocati a Milano dalla comunità cinese, Pechino alzò la voce con Roma ?
Perché dovremmo compiacere quegli stessi governanti comunisti, facendo celebrare le olimpiadi, senza sfruttare l’occasione per metterli sul banco degli imputati ?
Cosa penserebbero i cittadini cinesi, tenuti rigorosamente all’oscuro di quel che accade o, peggio, disinformati dal regime, se non vedessero partecipare gli atleti delle principali nazioni del mondo ?
E’ l’occasione per una azione dirompente che potrebbe cominciare a mettere in crisi il regime comunista cinese, isolandolo e rendendo manifesta la riprovazione del mondo per la repressione in atto in Tibet (e non solo).
E’ l’occasione per farsi promotori di una iniziativa che avrebbe sicuramente una eco ed una partecipazione mondiale, costringendovi anche chi, in questo momento, fa prevalere la realpolitik sui Valori umani.
A ben vedere è la stessa contrapposizione tra chi chiede il “voto utile” turandosi il naso e chi, invece, mantiene il punto dei Valori e degli Ideali.
Non è un caso che chi chiede il “voto utile” turandosi il naso non si sia pronunciato sul boicottaggio delle olimpiadi, mentre Daniela Santanchè e La Destra/Fiamma Tricolore, autentici tedofori della Fiamma della Libertà, siano schierati in prima fila per dire “no” a divenire complici delle olimpiadi della repressione.

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25 marzo 2008

I "nanetti" all'assalto dei supermercati

L’organo del pdl ha oggi pubblicato, con grande rilievo, un articolo nel quale si denunciava il “pericolo” (che personalmente considero una opportunità da cogliere) rappresentato da quelli che, con grande eleganza, ha definito “nanetti” e in prima pagina campeggiava un fotomontaggio con sei nani, che avevano i simboli de La Destra/Fiamma Tricolore, Sinistra l’Arcobaleno, Udc.
Sta turbando sempre più i sonni dei gerenti i due supermercati elettorali, il crescente successo di quei tre partiti identitari, che potrebbe far saltare il disegno architettato per una spartizione duopolistica del mercato.
Risulta loro infatti incomprensibile come possa esserci un numero crescente di cittadini ai quali non piace la loro merce, ritenendola troppo simile e troppo scadente.
Eppure, anche i loro amati sondaggi denunciano con chiarezza la perdita di appeal del pdl e del pci/pds/ds/pd.
Poco alla volta negli elettori comincia a farsi largo la consapevolezza che ci sono altre possibilità oltre a quelle di piegarsi al duopolio annunciato come inevitabile.
E non si capisce per quale ragione uno di sinistra debba votare Veltroni, quando ha un Bertinotti che rappresenta l’anima verace del marxismo ottocentesco.
Non si capisce per quale ragione uno Conservatore e di Destra debba votare, turandosi il naso, per un partito “di centro, moderato e liberale”, quando ha sulla lista la gloriosa Fiamma Tricolore, unita ad un partito che del nome “Destra” non ha paura a farne la propria ragione sociale.
La politica non finirà il 14 aprile, per questo ogni voto (tanto alla camera quanto al senato) che sarà dato a La Destra/Fiamma Tricolore, sarà un investimento per il futuro della Destra in Italia, per la rappresentanza di quei Valori, di quegli Ideali, di quella Identità che altri cercano di scolorire, ma che rimane la caratteristica di una bella politica che non ha bisogno di chiedere ai propri elettori di “turarsi il naso” per votarne il simbolo e i candidati.

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24 marzo 2008

Voto utile?La Destra/Fiamma Tricolore alla camera e al senato

Berlusconi insiste nel reclamare come unico “voto utile” quello dato a lui ed alla sua lista.
Intanto è da stigmatizzare chi prima esclude la Destra (e l’Udc) dalla coalizione di Centro Destra pretendendo l’azzeramento della loro storia e della loro identità, poi fa appello ai loro elettori perché lo votino.
Ma perché noi Conservatori e di Destra dovremmo votare per il pdl quando c’è un partito che rappresenta le nostre Idee e i nostri Valori senza furbizie e, soprattutto, proclamandosi “di Destra” mentre il pdl è “di centro, moderato e liberale e rifugge di essere qualificato “conservatore e di destra” ?
Perché, dice Berlusconi, ogni voto dato a La Destra/Fiamma Tricolore è un voto per Veltroni.
Singolare interpretazione della politica: tu vota per me, anche se non rappresento i tuoi Valori, perché sennò favorisci Tizio che ugualmente non rappresenta i tuoi Valori.
Concezione indubbiamente mercantilistica che, però, ci ha portato alla attuale situazione di degrado morale della politica per le tante volte che si è votato “turandosi il naso”.
Allora, come abbiamo visto anche in precedenti post, l’unico voto utile, che può restituire dignità alla Politica è il voto identitario, concesso al partito che meglio rappresenta le nostre Idee e Valori, indipendentemente da ogni calcolo effettuato con il pallottoliere e destinato a far masticare amaro per le scelte che personaggi estranei alla nostra identità faranno, anche con il nostro ipotetico voto concesso con il naso turato.
Ma vi sono almeno due ragioni ulteriori, pratiche, per votare La Destra/Fiamma Tricolore sia alla camera che al senato.
La prima la rinveniamo proprio nelle parole di Berlusconi.
Nel pdl traspare, al di là di ogni proclama di vittoria certa, il timore di non farcela.
Non alla camera, dove è sufficiente un solo voto in più per ottenere una comoda maggioranza, quanto al senato.
Ma è proprio ad uno stallo al senato che dobbiamo puntare per far venire a Canossa Berlusconi.
Una situazione di parità a palazzo Madama, infatti, costringerebbe Berlusconi a trattare per la formazione di una coalizione di governo che abbia una maggioranza.
E può trattare in due direzioni.
Può ricercare la ricomposizione della vecchia coalizione di Centro Destra, venendo, appunto, a Canossa e, quindi, portando la Destra al governo con tutti i benefici del caso.
Oppure può trattare le larghe intese, gettando la maschera di un anticomunismo divenuto, dopo la sfiducia a Prodi, solo di facciata, dimostrando come pdl e pci/pds/ds/pd siano due facce di una stessa medaglia.
Ci sarebbe una terza soluzione: tornare al voto.
Ma Berlusconi tornerebbe al voto nelle stesse condizioni o, piuttosto, non vedrebbe la convenienza di ricostituire il Centro Destra come era prima delle sue sciagurate scelte di stampo finiano ?
Quindi il voto a La Destra/Fiamma Tricolore impedendo potenzialmente il crearsi di una maggioranza costringerebbe ad un ripensamento chi ha deciso di escludere la Destra e i Conservatori dalla scena politica nazionale, puntando su un partito “di centro, moderato e liberale”.
Ma c’è un altro motivo, molto pratico, molto concreto, che induce a ritenere utile il voto a La Destra/Fiamma Tricolore anche al senato.
La politica non finirà il 14 aprile.
Andrà avanti e le Idee, i Valori, l’ Identità della Destra avranno altre occasioni per essere portate all’attenzione e al voto degli italiani.
Nessuno mette in dubbio che alle regionali siciliane, come in quelle friulane o alle provinciali e comunali di Roma La Destra/Fiamma Tricolore avrà suoi rappresentanti.
Così come accadrà il prossimo anno per le europee e per le amministrative.
Stiamo vedendo come sia importante far conoscere La Destra/Fiamma Tricolore e come, man mano che gli italiani prendono conoscenza della presenza di questa lista identitaria, il consenso cresce (ieri sull’organo del pdl dove l’ostracismo verso la lista che sostiene Daniela Santanchè è portato a livelli estremi - il sondaggista Piepoli è stato costretto a scrivere che La Destra è ormai ad un milione di voti sia pur virtuali, come tutti quelli dei sondaggi !).
Quindi è importante, per il rilancio della Destra in Italia, che si prosegua, anche dopo il 14 aprile, nell’azione di informazione e di diffusione della presenza in ambito locale.
Ma la politica costa.
I manifesti, i volantini, gli spazi pubblicitari televisivi e suoi giornali, tutto costa.
Si può affrontare questa spesa con i contributi volontari degli iscritti, con uno o più grossi finanziatori, oppure con il finanziamento pubblico, sotto forma di rimborsi elettorali.
Personalmente sono per i contributi volontari, per tutti e l’abolizione di ogni forma di finanziamento pubblico che non sia indirizzato a fornire a parlamentari e consiglieri locali gli strumenti di lavoro (studi e mezzi).
Ma poiché esiste una legge – la nr. 157 del 1999 – che ha ben individuato i termini dei rimborsi elettorali, è opportuno fruirne al meglio.
I partiti che superano l’1%, anche se non entreranno in parlamento, otterranno i rimborsi per camera, senato, europee e consigli regionali.
Grosso modo si può parlare di un euro a voto per ciascuna forma di elezione.
Ecco che anche il singolo voto al senato in una regione dove mai e poi mai si raggiungerà il quorum dell’8% - ad esempio nella rossa Emilia Romagna – sarà utile per aumentare la capacità di azione de La Destra/Fiamma Tricolore.
Ecco dunque il trittico del voto utile, quello veramente tale:
un voto utile per Idee e Valori concesso al partito identitario che ci rappresenta e che possiamo votare senza turarci il naso;
un voto utile per obbligare Berlusconi a gettare la maschera e a riprendere il filo di una alleanza condivisa di Centro Destra senza guardare solo al “centro, moderato e liberale”;
un voto utile per consentire a La Destra/Fiamma Tricolore di ottenere un congruo rimborso elettorale che garantisca la presenza futura nella scena politica nazionale.

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21 marzo 2008

Pasqua elettorale

Tre settimane al voto.
Pasqua cade nel pieno della campagna elettorale.
Fra una settimana taceranno anche i sondaggi che sforneranno in questi ultimi 8 giorni tutte le munizioni a sostegno psicologico di questo e di quello.
La mia personalissima sensazione è positiva: ovviamente dal mio punto di vista.
La Destra/Fiamma Tricolore ha finora svolto una ottima campagna elettorale che ha unito elementi ideali, programmatici e una capacità di interessare gli interlocutori che altri non hanno avuto, tanto che il candidato Premier Daniela Santanchè risulta sempre più spesso citata come la vera, unica novità di questa campagna elettorale.
Il fatto che non si sia ammainata, con il simbolo, una bandiera che ha sventolato per 60 anni e anche nel 2008 gli elettori potranno trovare e scegliere la Fiamma Tricolore sulla scheda è un omaggio voluto e dovuto a chi, quella Fiamma di Libertà, ha tenuto accesa in anni bui e per la quale si è sacrificato.
Ma limitarsi a questo sarebbe stato un rinunciare ad essere parte attiva nel cambiamento e nel progresso della nostra nazione.
Un cambiamento ed un progresso che non può prescindere dalla presenza della Destra, di una vera Destra come è solo quella che si riconosce ne La Destra/Fiamma Tricolore, avendo altri rinunciato non solo al simbolo, ma allo stesso oggetto sociale caratterizzante la Destra: cioè la presenza del termine “destra” (oltre a quello "conservatore") nel definire il nuovo contenitore nel quale si sono dissolti e che è, per le stesse, reiterate dichiarazioni del suo fondatore e dominus unico: partito di centro, moderato e liberale, cioè un qualcosa di estraneo alla Destra ed ai Conservatori.
Quindi un programma che affonda le radici nella nostra Civiltà che è Romana e Cristiana (più che “giudaica” e cristiana) e trae la sua legittimità dal Diritto Naturale e non “dalla parte migliore (quale ?) dell’Illuminismo”.
Tutto questo ci porta a dire senza remore che la famiglia è solo quella formata da un uomo e da una donna, che il diritto alla vita, i temi etici, è fondamentale e che pertanto la legge 194 deve essere rivista.
Ci porta a sostenere l’identità di un Popolo da una malintesa multiculturalità che per certuni è solo acquiescenza all’occupazione culturale altrui, perché mancano di riferimenti etici e morali sufficienti a contrapporre la nostra visione della società.
Quindi solidarietà, ma anche ordine e legge, sicurezza per le strade che porta all’espulsione immediata dei clandestini.
E poi la flat tax, il mutuo sociale, l’acqua come bene pubblico ...
A fronte di programmi e di idee e di valori, abbiamo avuto il tentativo di bavaglio e, fallito, il tentativo di proiettare l’immagine del “voto utile”.
Allora diciamolo chiaramente, ancora una volta.
Il voto è utile se corrisponde alle nostre idee.
Il voto è inutile se concesso “turandosi il naso” come abbiamo visto dai risultati delle esperienze passate.
E il voto ideale, il voto per le nostre idee è utile alla camera ed al senato, perché darà la proiezione del peso che queste idee hanno nella nostra società.
E perché votando “turandosi il naso” si sosterrà chi ha idee – quando le ha – sfumate, pronto a compromettersi con gli avversari di sempre.
A tre settimane dal voto ho fiducia che per la Destra ci sarà un futuro in Italia.
Buona Pasqua a tutti e …
BUONA DESTRA !

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20 marzo 2008

Caro Amico ti scrivo

Complice la ignobile vessazione della giunta cattocomunista di Bologna che, da gennaio a marzo, obbliga al blocco del traffico al giovedì e la mia collocazione logistica d' ufficio, anche oggi mi sono fatto qualche chilometro a piedi.
Il ritorno è stato piacevole: ho incontrato un amico di infanzia, anche lui cresciuto nel quartiere dove tutt’ora ambedue viviamo, ed abbiamo chiacchierato per tutto il percorso.
La politica, per quelli della nostra generazione, è un “must” e parte dei nostri discorsi non potevano che cadere sulle imminenti elezioni.
Lui legge questo blog, me lo ha detto e per questo sapeva che io voterò La Destra/Fiamma Tricolore e Daniela Santanchè Premier.
Lui sceglierà, convintamente, il pdl.
Situazione che non ho mancato di sottolineare divertito, visto che nel passato quello “moderato” ero sempre io
La ragione di questo “scherzo del destino” sta nelle motivazioni per cui si vota.
Lui vota per il benessere, essenzialmente vota per sostenere una certa idea economica e finanziaria, neanche tanto dell’Italia, quanto globale.
Mi ha detto che a lui interessa che in qualche parte del mondo l’economia sia trainante per poter effettuare i suoi investimenti.
Cina o Stati Uniti, purchè producano.
Per questo lui vota il partito che più si avvicina a quell’idea di globalismo che ritiene possa rappresentare al meglio i suoi interessi.
Intendiamoci.
Anch’io ho un rifiuto assoluto delle gabelle statali e locali, nonché delle vessazioni (come i provvedimenti burletta contro il cosiddetto inquinamento) che vengono a prelevarmi soldi in tasca ed a limitare la mia libertà individuale.
Ma, caro Amico, credo ci sia qualcosa ancora superiore alla tassa che dovrebbe essere abolita o ridotta.
Ed è il tipo di società, di civiltà in cui si vive.
Tu mi hai detto che se ci fossero dieci milioni di omosessuali che votassero pdl, daresti loro tutto ciò che vogliono.
A parte la facile battuta che lascio indovinare ai lettori, io no.
Non mi interessa il voto di dieci o venti milioni di omosessuali se questo mi dovesse portare a vivere in una società nella quale il rigore etico venisse meno, nella quale si perde di vista un progetto di civiltà che affonda la sua legittimità nel Diritto Naturale e le sue radici nella romanità e nella cristianità.
Non mi interessa una società arida e ricca, “sazia e disperata” disse una volta di Bologna il Cardinal Biffi, perchè si perde il senso del confine tra il Bene e il Male, tra il Giusto e l’Ingiusto, tra il Buono e il Cattivo.
Caro Amico, ci conosciamo da quasi 50 anni e siamo, ancora una volta, su due lunghezze d’onda differenti.
Conosco e comprendo le ragioni della tua aspirazione ad un risultato che garantisca la tua concreta esigenza.
Sono sicuramente in una condizione privilegiata, che mi consente di guardare con sufficiente tranquillità al futuro, ma proprio per questo sento il dovere di sostenere una Idea, dei Valori che possano trascendere il momento, per dare alla nostra Patria una prospettiva che vada oltre “l’arrivare a fine mese”.
Permettimi quindi di conservare i sogni e gli ideali dei nostri venti anni, che ancora oggi sono il maggior stimolo per questa passione comune che è, ancora, la Politica.

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19 marzo 2008

Temi etici, temi di Destra

La merce che i due supermercati cercano di piazzare agli elettori è drammaticamente simile.
Proposte di riduzioni delle tasse, di agevolazioni per chi non “arriva a fine mese”, di riduzione della spesa “inutile” (quella, ovviamente, indirizzata alle altre categorie rispetto a quella di appartenenza …), saremo più sicuri, rilanciamo l’Italia e via discorrendo.
C’è similitudine anche nel non parlare di alcuni temi che, definiti in tempi recenti “etici”, sembrano essere dei tabù consociativi.
Una indagine del Censis ci dice che gli italiani voteranno per affinità di idee e sulla base dei programmi presentati.
Se così fosse dovremmo pensare che Daniela Santanchè si appresta ad entrare trionfante a Palazzo Chigi …
E’ invece vero che molti italiani, fortunatamente non tutti, voteranno con il pallottoliere e non per una idea, voteranno più “contro” che “pro”.
Felice di sbagliarmi se il 15 aprile ci sveglieremo con il pdl e il pci/pds/ds/pd sotto il quorum del 4% …
Tornando ai temi etici c’è un’altra ragione per cui non se ne parla: impegnano.
E tutto vogliono i rappresentanti dei due presunti partiti maggioritari, tranne assumere impegni precisi.
Come, infatti, possono impegnarsi quelli del pdl a sanzionare e a rispedire a casa i clandestini se hanno il loro nr. 2 Fini che propone il voto amministrativo agli immigrati ?
Come, infatti, possono impegnarsi quelli del pdl a controllare la diffusione delle moschee, se Fini, sempre lui !, propone l’insegnamento del corano a scuola ?
Come, infatti, possono impegnarsi quelli del pdl a valorizzare la famiglia, quando Fini, ancora lui !, votò assieme ai radicali al referendum sulla procreazione assistita ?
E come possono impegnarsi a rivedere la legge 194 ed a tutelare la vita sin dal suo concepimento, se hanno nelle loro file abortisti incalliti come i radicali giunti alla spicciolata dal partito di Pannella ?
Nel pci/pds/ds/pd la situazione è speculare, quando si trovano Bonino e Binetti o Calearo e Nerozzi.
In un “paese normale”, una situazione così paradossale porterebbe l’elettore di sinistra a votare Bertinotti, quello di centro Casini e quello di destra La Destra Fiamma Tricolore e Daniela Santanchè.
E se vogliamo liberarci dalle sabbie mobili del passato, dobbiamo avere la forza di scegliere una idea e votare per chi, più coerentemente, la sostiene.
Il quorum, al momento della scelta, non può né deve avere alcuna rilevanza, perché sennò saremmo sempre condizionati dall’esterno, da quello che ci vogliono far credere che sia la realtà, come sta accadendo con la “guerra” dei sondaggi, delle rimonte, delle “forbici”.
Ricordiamoci che il 13 e 14 aprile tutti i partiti partono sulla stessa linea e saranno gli elettori a determinare la classifica finale.
Votare pensando a quale partito potrebbe ottenere il maggior numero di voti, altera anche la proiezione della volontà degli italiani sui temi etici, perché la vittoria dei due supermercati porterebbe a ritenere che di quei temi a noi non importa nulla e, quindi, “che facciano loro”, una delega che, credo, nessuno di noi vorrebbe concedere così ampia ad un personale politico alquanto scadente.
La Destra Fiamma Tricolore sui temi etici ha assunto degli impegni precisi, ripetutamente confermati dal candidato Premier Daniela Santanchè, perché i temi etici, sono temi propri della Destra.

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17 marzo 2008

La Destra, un voto "per"

Sabato Berlusconi si è nuovamente esibito in un appello a quello che lui chiama il “voto utile”.
Veltroni lo segue a ruota sul versante di sinistra.
E’ il classico “voto contro”, quello che da 60 anni ha ridotto la nostra Italia ai guai odierni.
Abbiamo votato “contro” i comunisti e “contro” i democristiani.
Poi abbiamo votato “contro” Berlusconi e “contro” Prodi.
Adesso i finti duellanti si sono accordati per spartirsi la torta e propongono il voto “contro” i piccoli, o presunti tali, partiti.
La Destra/Fiamma Tricolore, invece, è un voto “per”.
Per una Italia che vorremmo vedere e che non c’è.
Per una chiarezza nelle impostazioni e nelle differenze con i competitors della politica italiana.
Per un modello di società che sia conforme alle esigenze di una nazione moderna, senza rinunciare ai Valori fondanti di una civiltà, della nostra Civiltà.
Il voto “contro” proposto da Veltrusconi è la prosecuzione, con altro sistema, della vecchia politica.
Il voto “per” che propone Daniela Santanchè è una visione della società, moderna e proiettata verso il futuro.
Come negare che sia così, infatti, quando mentre nel pdl e nel pci/pds/ds/pd si è messo il bavaglio ai temi etici, La Destra/Fiamma Tricolore ha confermato e per bocca del suo candidato Premier ribadisce ad ogni occasione, la sua ferma scelta per quei Valori tradizionali che si fondano sulle radici Romane e Cristiane e sul Diritto Naturale che, tradotto in soldoni, significa aiuto alla famiglia composta da un uomo e una donna, senza fughe onaniste per altre composizioni.
Come negarlo, quando l’unico candidato Premier che si è espresso per il boicottaggio dei giochi olimpici cinesi è Daniela Santanchè, de La Destra/Fiamma Tricolore, mentre tutti gli altri non sono andati oltre alla generica condanna delle violenze.
Come negarlo, quando l’unico candidato Premier che ha preso di punta la questione dei clandestini è Daniela Santanchè, de La Destra/Fiamma Tricolore, mentre il silenzio dalle altre parti è pericolosamente assordante e inquietante per quel che potrebbero decidere nel dopo elezioni.
Come negarlo quando l’unico candidato Premier che ha assunto una chiara posizione sulla questione delle moschee e delle predicazioni degli imam è Daniela Santanchè, de La Destra/Fiamma Tricolore, mentre gli altri tacciono e guardano altrove.
Qualcuno obietterà: la Lega dice le stesse cose.
Vero.
Calderoli ha chiesto il boicottaggio delle olimpiadi cinesi.
La Lega ha attivato una azione contro le moschee.
Ma quanto potrà pesare la Lega ?
La Lega avrà una quarantina di seggi dei 340 che spetteranno al Pdl se vincerà le elezioni.
In sostanza, la Lega, se “romperà”, potrà essere sostituita, in qualsiasi momento, da un qualunque gruppo parlamentare che, per essere costituito, avrà bisogno di almeno 20 deputati (e chi supererà il 4% avrà almeno 25 deputati).
Come potrà opporsi la Lega alla politica di un Fini che vuole concedere il voto agli immigrati e insegnare il corano nelle scuole (altri temi sui quali Daniela Santanchè si è espressa senza nascondersi) quando il rapporto sarà di 84 seggi a Fini e 40 alla Lega ?
Quando i primi saranno determinanti e i secondo potranno essere sostituiti ?
Ecco che torniamo al tema iniziale.
Votare “contro” non porta a nulla se non ad una consorteria di potere, finalizzata unicamente a spartirsi i benefit del governo.
Votare “per” significa votare per una società ben definita e ordinata, come propone La Destra/Fiamma Tricolore.
Questo è l’unico voto utile che sia veramente tale.

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16 marzo 2008

Dove eravate il 16 marzo 1978 ?

Io studiavo.
A quel tempo le lezioni universitarie erano infrequentabili a causa dell’affollamento e, sin dal primo anno, avevo preso l’abitudine di studiare da solo al mattino e ripetere la lezione al pomeriggio con una amica.
L’esame che stavo preparando era Diritto Civile, uno dei fondamentali, biennale.
Ad un certo punto squilla il telefono.
Era un amico che mi diceva di guardare la televisione, perché avevano rapito Moro.
Aldo Moro non mi era particolarmente simpatico, anzi lo consideravo il responsabile di uno dei peggiori periodi politici che ha avuto l’Italia, quello del grande inciucio tra dc e pci, quello dell’arco costituzionale elevato al rango di sistema di governo, al quale era rimasto estraneo, quindi pulito, il solo MSI di Giorgio Almirante.
Aldo Moro era il padrino politico di Benigno Zaccagnini, il segretario della dc eletto nel 1975 dopo l’ennesima sconfitta di Fanfani e che, per la prima volta, portò la sinistra dc (quella che 20 anni dopo si schierò con i comunisti a dimostrazione di una comunanza di intenti e 30 anni dopo, cioè oggi, si è squagliata nel partito comunista in cambio solo di una nuova “insegna”) al governo del maggior partito, tradendo il voto di moltissimi elettori prevalentemente anticomunisti (che votavano, seguendo l’invito di Montanelli, “turandosi il naso” un po’ come verrebbe chiesto oggi a favore del Pdl con la formula del “voto utile” …).
Aldo Moro fu quello che, dopo le elezioni politiche del 1976, avrebbe portato i comunisti al governo se non fosse stato per l’opposizione degli Stati Uniti e della parte migliore della dc, dovendo quindi adattarsi ad un governo che, in seguito, Andreotti chiamò “della non sfiducia”.
Ciononostante l’impressione fu tanta.
Moro era anche il presidente del consiglio durante i miei primi approcci alla politica, era un personaggio spesso citato dai telegiornali e, per tutte le volte che appariva con quel suo cappotto anni cinquanta, era quasi una figura “di casa”, praticamente quelli della mia generazione erano cresciuti con Moro presidente o ministro degli esteri.
Moro fu quindi rapito a Roma quel 16 marzo 1978, di prima mattina.
La sua scorta fu massacrata.
Lo sbandamento in politica e nella pubblica opinione fu enorme e forse c’è da ringraziare che a presiedere il governo fosse uno come Giulio Andreotti che non ha mai perso il suo proverbiale sangue freddo.
Ci fu chi, come Bettino Craxi, si mise alla testa del partito delle trattative e, in questa circostanza, il pci sostenne invece la tesi opposta.
Il rapimento di Moro spazzò via ogni dubbio sulla necessità della lotta ai “compagni che sbagliano” e infatti dal rapimento di Moro iniziò il recupero dello stato nella lotta al terrorismo comunista.
Ma tutto questo era ancora da venire.
Quel 16 marzo 1978 l’Italia toccò il punto più basso della sua storia recente e ne eravamo tutti consapevoli, perché l’aggressione delle brigate rosse era quotidiana.
Non dimentichiamo che quel punto più basso fu raggiunto nel momento in cui il pci raggiunse il punto più vicino al governo della nazione, durante un periodo in cui il grande inciucio tra dc e pci era realtà.
Chi nel 1978 era nell’età della ragione, del capire, del partecipare alla vita sociale della nazione, non potrà mai dimenticare i brividi che le quotidiane cronache davano nelle consapevolezza che nessuno poteva essere sicuro della sua incolumità, perché lo stato era in ginocchio.
Forse è difficile da capire per chi non c’era, per chi era troppo giovane, ma il clima di quegli anni era … incendiario.
Posso cercare di dare una idea, del clima, con un ricordo personale.
Mio padre, che pure ha vissuto periodi molto accesi della vita italiana, mi disse che l’unico paragone che riusciva ad immaginare era con l’8 settembre 1943, quando Badoglio dichiarò la resa al nemico, scappando con il re da Roma e lasciando le Forze Armate senza ordini.
Credo nessuno, nessuno, in qualsiasi parte politica fosse impegnato possa aver in qualche modo gioito per il rapimento di Moro, come, sono sicuro, accadrebbe se il bersaglio oggi fosse Berlusconi.
Moro fu ucciso dalle brigate rosse due mesi dopo e il suo cadavere fu ritrovato il 9 maggio.
I brigatisti rossi che lo uccisero sono tutti in libertà.

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14 marzo 2008

Semplicemente, Destra

Ho già detto che una delle colpe che attribuisco a Berlusconi e che difficilmente gli perdonerò è quella di aver diviso artificialmente un Popolo, quello del Centro Destra che lui stesso aveva contribuito ad unire.
A maggior ragione se una certa campagna elettorale fa perno sul cosiddetto “voto utile”, perché è pubblicità ingannevole.
Ieri mi ha telefonato un amico di lungo corso.
Lui è uno che, in passato, si è “sbattuto” più di me nella militanza politica.
Mi ha chiesto per chi avrei votato, per Daniela ho risposto.
Non serve, mi dice, è un voto perso, bisogna rafforzare Silvio.
Breve silenzio e gli dico: ma come, proprio tu che hai vissuto sulla tua pelle la storia dei voti in frigorifero, vieni a parlare a me del “voto utile”, quando hai esperienza e sai benissimo che i voti sono sempre utili se dati a quelli che più ti sono vicini ?
Ho immaginato sia arrossito, perché non ha replicato e ci siamo solo salutati.
Mi ha fatto venire in mente il dramma che stanno vivendo tanti in Alleanza Nazionale, in mezzo al guado.
Col cuore sono con noi, con La Destra/Fiamma Tricolore.
Ma i loro referenti continuano a spingere – e non hanno altro argomento – sul “voto utile”.
In piccolo è il dramma che ci accadde nel 1995, quando a Fiuggi ci fu il trapasso dall’Msi ad An.
Alcuni abbandonarono il partito dando vita alla Fiamma Tricolore, altri restarono.
Ma con An la Fiamma restava nel simbolo e nella scheda elettorale.
La Destra restava presente nel circuito politico nazionale
.
Oggi, con il Pdl definito incautamente da Berlusconi, fondatore e dominus del partito, “di centro, moderato e liberale”, cosa resta della Destra ?
Non sono sufficienti alcuni candidati che “fanno scandalo” a colorare di Destra il Pdl, come non saranno sufficienti i voti dei Conservatori a spostare le tesi liberiste che stanno alla base di quel partito come è stato delineato in quest’ultimo mese.
In Italia c’è bisogno di una Destra vera, di una Destra che non si nasconda, di una Destra che rappresenti una vasta area conservatrice rimasta senza riferimento politico.
La scelta di non dissolversi nel Pdl, con il quale ben si sarebbe potuto creare una coalizione di pari, consente ai conservatori italiani di scegliere un partito che non li ghettizza, che non vede il loro voto solo in funzione aggiuntiva e utilitaristica, ma che interpreta i Valori e gli Ideali che sono da sempre patrimonio della Destra in Italia, senza travestimenti.
Semplicemente Destra, non c’è voto più utile di quello dato a chi rappresenta le proprie idee.

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13 marzo 2008

Angherie motivanti

Credo che tutti siamo abituati al piagnisteo di chi lamenta di essere discriminato.
Spesso si tratta, per l'appunto, di piagnistei immotivati, altre volte di denunce con "fumus boni iuris".
Ieri sera, per la prima volta dopo cinque anni, ho partecipato ad una riunione di partito.
L'ultima risaliva al settembre 2003, quando le dichiarazioni di Fini sul voto agli immigrati mi indussero a lasciare Alleanza Nazionale.
Ieri sera La Destra bolognese aveva organizzato una assemblea di iscritti e simpatizanti per fornire indicazioni e appuntamenti per la campagna elettorale una volta definite tutte le questioni inerenti le liste.
L'incontro doveva svolgersi in una sala, appositamente prenotata e pagata, nei locali del quartiere.
L'incaricato che avrebbe dovuto aprire la porta, non si è presentato.
Gli uffici comunali non erano più aperti e i vigili urbani si sono dichiarati "incompetenti" per andare a prelevare l'incaricato o, almeno, le chiavi dei locali.
L'assemblea si è svolta ugualmente presso gli uffici elettorali del senatore Morselli, alla presenza di decine di persone tra le quali molte facce a me conosciute del passato Msi e An di Bologna.
Piccola parentesi.
Tra questi ho ritrovato moltissimi militanti, quelli che svolgono l'umile lavoro del "porta a porta", dei banchetti in strada, dei rappresentanti di lista e mi sono domandato chi è rimasto in An a parte tutti coloro che ricoprono un incarico in funzione del quale tutte quelle attività di militanza non svolgono più.
L'episodio è sintomatico di una situazione nella quale il messaggio de La Destra/Fiamma Tricolore fa paura al punto che cercano in tutti i modi di nascondere la nostra presenza.
Il simbolo cambiato, il ricorso sullo stesso, le anomalie nel valutare in modo difforme le presentazioni delle liste nelle varie circoscrizioni e, nel piccolo, episodi come quello di ieri sera a Bologna.
Ebbene sia chiaro.
Io avevo già deciso di dare il mio voto a La Destra sia alla camera che al senato dopo la scelta di Berlusconi di escludere Conservatori e Destra dal suo partito "di centro, moderato e liberale".
Di votare quindi sia là dove il mio voto poteva agiungersi a quelli in sede nazionale per un raggiungibile quorum del 4%, sia al senato dove, circoscrizione regionale della rossa Emilia Romagna, La Destra/Fiamma Tricolore mai raggiungerà l'8%.
Adesso mi sento ancor più motivato a fornire il mio contributo in campagna elettorale, proprio per reazione al comportamento di chi vorrebbe far scomparire La Destra.
E non ci riuscirà.
Perchè se anche non si raggiungesse il quorum nazionale alla camera, se anche non si raggiungesse il quorum in almeno una regione, in sede locale riusciremo ad avere un rappresentanza: Roma, Sicilia, saranno le basi per la rinascita della Destra.
E in Italia si vota ogni anno.
Quindi nessuna concessione al pallottoliere, falso e bugiardo, nessun cedimento a chi, scorrettamente, cerca di impedirci anche le riunioni, ma un voto ideale e identitario, perchè alla fine si veda quanto pesa La Destra e da quale base ricominceremo a costruire per un movimento conservatore italiano che non potrà che avere ne La Destra il suo nucleo portante.

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12 marzo 2008

Danno già i numeri

Nella lotta per il primato, Berlusconi e Veltroni si esibiscono nella sceneggiata dei sondaggi.
Ognuno fornisce i numeri più comodi alla propria tesi.
E Veltroni riecheggia il Rutelli del 2001, quando il suo predecessore e candidato successore a sindaco di Roma, dopo una vittoria con sorpasso all’ultima curva della Ferrari, proclamava che la sua coalizione era già in corsia di sorpasso che sarebbe avvenuto ben prima dell’ultima curva.
Sappiamo tutti come andò a finire: una vittoria schiacciante del Centro Destra.
Oggi la storia si ripete, con Veltroni che vagheggia sondaggi che lo danno già alla pari con Berlusconi il quale replica dicendo che invece lui mantiene dieci punti di vantaggio.
Ma un dato viene sistematicamente confermato da tutti i sondaggi: la crescita costante de La Destra/Fiamma Tricolore.
Che sia mezzo punto o un punto, ormai dall’1% scarso di inizio campagna elettorale un mese fa, il partito di Santanchè e Storace è oltre il 2% anche per i sondaggi più penalizzanti, quando non supera il 4% per il sondaggio di Crespi.
La verità la sapremo solo il 15 aprile, nel frattempo è interessante sottolineare come sembra avviarsi alla sconfitta il perverso disegno di azzerare i partiti identitari, per far confluire l’elettorato in due anonimi raggruppamenti dove si trova tutto e il suo contrario.
Quando in precedenti post scrivevo di partiti senza anima, sottolineavo come la mancanza di spinta ideale, di grandi principi, di valori motivanti, rendevano quei partiti esattamente come erano stati definiti dal nostro candidato Premier Daniela Santanchè: due supermercati che offrivano la stessa merce in diversa confezione.
Singolare che gli unici sprazzi di vitalità nella campagna elettorale del pdl siano arrivati da due iniziative del “vecchio” Berlusconi: stracciare il programma di Veltroni e candidare Ciarrapico.
Quel che sta emergendo ad un mese dal voto è che gli Italiani, ancorché preoccupati dalla grave crisi economica che li coinvolge, vogliono sentire da chi dovrà governarli un progetto che non può essere che basato su dei valori.
La crescita de La Destra/Fiamma Tricolore significa proprio questo.
Ci avevano promesso serenità nel 2006 e ci hanno mazzolato con le tasse.
Adesso tutti formulano la stessa ricetta per uscire dalla crisi e noi Italiani sappiamo benissimo che quella è una strada obbligata: meno tasse per avere più soldi, ma anche riduzione delle spese pubbliche e dell’assistenzialismo di stato che, poi, si riduce in un maggior obbligo lavorativo e produttivo, per tutti.
Ma se il pallottoliere dice questo, almeno diteci dove ci proponete di arrivare con questi rinnovati sacrifici.
Diteci quale tipo di società volete che i nostri sacrifici dovranno realizzare.
In questo mancano i due supermercati e per questo nel mezzo della strada per le elezioni segnano il passo.
Veltroni e Berlusconi possono continuare a dare i numeri, ma è necessario anche aspirare alle stelle, per questo l'elettorato comincia a prendere in considerazione sempre maggiore il voto ai partiti identitari, perchè se la strada del bilancio è obbligata, quella per le stelle ha bisogno di Valori e di Ideali.

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11 marzo 2008

Candidati scomodi

Avete notato che i candidati più scomodi sono quelli che rappresentano posizioni più marcate ?
Sembra quasi che avere delle idee, pensare in proprio, sia o stia diventando un qualcosa di riprovevole.
In una Italia dove si ha paura di esporre il Crocefisso, di realizzare il Presepe, di intonare i Canti di Natale, di far mangiare all'asilo o a scuola ai nostri bambini il cibo tradizionale della nostra terra perché a volte è contrario alle tradizioni di chi, venendo in Italia, deve adattarsi alle nostre (e non viceversa) ecco che avere una posizione netta, più o meno condivisibile, ma coerente diventa motivo “di imbarazzo”.
Imbarazzante dovrebbe invece essere la posizione di chi si esprime in modo subdolo e biforcuto, di chi propone il “ma anche” come filosofia di governo, di chi cerca di ottenere voti non con la chiarezza, ma con i sotterfugi da prima repubblica, con desistenze.
Imbarazzante è avere i telegiornali pieni del nulla che promana dai due supermercati, mentre i sapori stanno tutti nelle piccole botteghe a conduzione familiare, i partiti “piccoli”, quelli per i quali Veltrusconi dice di non votare.
Imbarazzante è chi non ha il coraggio di prendere posizioni chiare sui temi etici che rappresentano una frontiera di civiltà.
Imbarazzante è chi punta l’indice accusatore contro chi straccia qualche foglio di carta, dimenticandosi di tutte le volte in cui ha bruciato bandiere di nazioni amiche.
Imbarazzante è chi si presta a fare il numero due del partito che aveva definito, solo due mesi ptima, “una comica finale”.
Imbarazzante dovrebbe essere chi propone di vietare la ricostituzione del partito comunista, per fare da pendant al divieto analogo contro il Partito Fascista, quando una vera politica di libertà dovrebbe togliere il divieto esistente e non introdurne un altro.
Imbarazzante dovrebbe essere votare “turandosi il naso” e non in base ad una scelta ideale e di valori.
Evviva, allora, i candidati scomodi, da qualunque parte provengano, perché sono loro la speranza che la politica italiana non termini nella noia.
Evviva i partiti “piccoli”, quelli che hanno rifiutato e la massificazione per rivendicare con orgoglio principi e identità forti, perché sono loro la speranza che l’Italia possa svegliarsi dal sonno indotto dalla omologazione dei programmi e dei mezzi di comunicazione di massa.


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10 marzo 2008

Identità e Tradizione patrimonio de La Destra/Fiamma Tricolore

Se i programmi elettorali sono un libro dei sogni impossibili, buoni solo a far discutere e magari a diventare … carta straccia, cionondimeno possono dare una idea dell’ indirizzo della lista che li propone.
Così la somiglianza tra i programmi pdl e pci/pds/ds/pd trova in quel “ma anche” che incautamente Berlusconi ha inserito tra le radici giudaico cristiane e la parte migliore dell’illuminismo, il suo momento apicale perché in quella frase c’è tutta l’ipocrisia di un politicamente corretto che speravamo di non vedere mai in Berlusconi e che sembra proprio una forzatura alla sua stessa natura, come dimostra il gesto, autenticamente berlusconiano, del vero Berlusconi, di strappare pubblicamente il programma di Veltroni.
Ma carta canta (e villan dorme, dice il proverbio …).
E il “ma anche” dimostra come il tentativo del pdl sia quello di annacquare principi e valori che, una volta, appartenevano alla comunità del Centro Destra, per essere inclusivo di realtà che, con il Centro Destra, c'entrano come il cavolo a merenda.
Ma la bandiera di quei valori non viene ammainata, perché il testimone viene raccolto da La Destra/Fiamma Tricolore, che ha fatto dell’Identità e della Tradizione le sue colonne portanti.
Quando nel programma de La Destra/Fiamma Tricolore si parla di Sacro e Bello, ci si rifà ad una Tradizione umanistica che ha la sua culla nella nostra Patria e, quindi, la Tradizione non può essere disgiunta dalla Identità Nazionale, da un concetto di sovranità che travalica ogni e qualsivoglia trattato, per rimettere la decisione ultima sulle sorti di una nazione al suo Popolo e non ad una congrega di burocrati monetari.
Sono Principi, sono Valori che trovano una difficile attuazione in una società inquinata dal mercantilismo estremo (liberista, non liberale) e dal materialismo relativista (socialista, non progressista) che, non a caso, sono ovunque contrapposti all’Ideale Conservatore.
Sono Principi e sono Valori che possono dare una idea del come un partito, inserendoli nel proprio programma, voglia proporre un progetto di stato che non sottragga risorse ai cittadini nel nome di imposizioni di ragioneria da banche centrali.
Nessuna nazione è mai cresciuta con il pallottoliere e nessuna nazione è mai progredita se ha fatto prevalere le ragioni di bilancio a quelle dello sviluppo.
Ce lo hanno insegnato Francia e Germania che stanno uscendo meglio di noi dalla crisi perché se ne sono bellamente infischiate dei parametri di Maastricht.
E lo hanno potuto fare perché considerano la propria nazione, il benessere del proprio popolo, superiore alle parole scritte in un trattato, che oggi c’è e domani sarà diverso.
La Destra/Fiamma Tricolore, nella solidità della storia dei propri esponenti, garantisce che quei Principi, quei Valori saranno al centro dell’azione politica.
Queste petizioni di principio, non sono quindi fini a se stesse, perché rappresentano l’anima di un’azione politica, quell’anima che il pdl ha perso rifiutando l’apparentamento con La Destra.
Acquista quindi ancor più valore il richiamo, nel programma de La Destra/Fiamma Tricolore a Identità e Tradizione, tanto più quanto altri si sovrappongono nel dare prevalenza a semplici equazioni matematiche.
E’ un motivo in più per considerare con favore il voto a La Destra/Fiamma Tricolore.

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