Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

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Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

31 ottobre 2022

Sono ancora utili giornali e giornalisti ?

I giornali nacquero dal desiderio delle persone di sapere, di conoscere cosa accadeva al di fuori del proprio ambito, del proprio quartiere, della propria città.

I giornali nacquero quindi per dare notizie, dallo scoppio di una guerra alla nonnina che, cadendo per le scale, si è fratturata un femore.

E i giornalisti non avevano altro compito, utilissimo, che quello di darle, quelle notizie, puramente e semplicemente.

E la semplice notizia, che porta conoscenza e quindi consapevolezza, era di suo una rivoluzione, perchè metteva nelle condizioni di decidere se chi guidava le sorti della comunità ne era degno.

Arrivarono poi i giornalisti cosiddetti "di inchiesta", quelli andavano a cercare la notizia, indagando nelle vite personali ed economiche altrui.

A volte scoperchiando "altarini" poco edificanti, spesso rovinando persone anche solo con il sospetto.

Adesso anche il giornalismo "di inchiesta" è stato superato da un giornalismo (se così si può chiamare ...) di commenti, dove il "giornalista", non fornisce notizie, non comunica ciò che ha scoperto, ma espone le sue opinioni, facendole calare dall'alto come se fossero il Verbo indiscutibile.

E poichè cane non mangia cane, assistiamo a comparsate di "giornalisti" che si trasformano da conduttori in ospiti in trasmissioni condotte dai loro ospiti del giorno prima e che si parlano addosso, a senso unico, sempre in ossequio a chi mette loro a disposizione la tribuna di un giornale, di una radio, di una televisione.

E hanno anche la pretesa di decidere chi può e chi non può esprimere le sue opinioni e quali opinioni possono essere diffuse e quali quelle cui imporre il bavaglio della censura.

Ormai le notizie, cioè l'essenza del giornalismo, sono un optional, un qualcosa che si fa fatica a riconoscere in mezzo alla melma delle opinioni personali spacciate per spiegazioni e divulgazioni.

Certo, non tutto è così e se lo si comprende si fa una scelta: voglio sapere cosa ne pensa Tizio e quindi compro/ascolto/guardo il giornale/la trasmissione in cui esprime le sue idee.

Per le notizie si torna al passa parola, al trafiletto nascosto, al cappello di un articolo in cui il "giornalista" ha la presunzione di spiegarci il perchè e il per come, spesso venendo smentito il giorno dopo quando, con una faccia tosta incrollabile, ci fornisce una nuova spiegazione senza pagar dazio delle precedenti topiche.

Quindi, giornali e giornalisti sono ancora utili ?

Solo quando ci comunicano le notizie pure e semplici, per consentire di elaborare per conto nostro le nostre idee e conclusioni, perchè delle loro opinioni ne possiamo fare benissimo a meno.

30 ottobre 2022

L'ora solare è l'ora naturale

Non è un mistero che io prediliga l'ora solare e che, a parte quelli che sono regolati dagli impulsi satellitari, i miei orologi non siano mai impostati sull'ora di stato.

Mi piace peraltro ricordare infanzia e adolescenza, quando da giugno a settembre (non da aprile ad ottobre !!!) si spostavano le lancette dell'orologio, gesto che sapeva tanto di inizio e fine vacanza.

Aveva un senso, in estate, quando la vita di tutti subiva una naturale e benefica estensione dovuta alle temperature, al rilassamento del periodo e alla maggiore disponibilità venendo meno alcuni aspetti onerosi della vita quotidiana.

Ma l'ora naturale, quella adatta a noi, è l'ora indicata dal sole, che, da sempre, prima ancora che fossero inventati gli orologi, scandiva il tempo della vita quotidiana.

Come sempre, la "scienzahhh" non è univoca, neppure sugli effetti del cambio dell'ora e della imposizione di un orario non allineato con i tempi naturali.

E l'Unione del Male ha ovviamente tante opinioni differenti, al punto da aver "deciso" che non ci dovevano essere più cambi di orario e che ogni stato avrebbe dovuto scegliere cosa fare, la qual cosa avrebbe comportato una Babele e, infatti, non ne ho più sentito parlare.

Leggo che i fautori dell'ora legale eterna si stiano trincerando nei "risparmi" che l'ora legale permanente porterebbe nei consumi di elettricità.

Di gran lunga inferiori ai risparmi che avremmo se riuscissimo realmente a bloccare l'invasione dei clandestini o con l'abolizione del reddito di cittadinanza.

Ma perchè ci sono i consumi sui quali si vorrebbe risparmiare ?

Perchè la luce naturale sempre quella è, allora perchè cambiare, adattare l'orario civile sfasandolo rispetto a quello naturale ?

Perchè le attività umane hanno subito una modifica, derivante da "bisogni" indotti, per cui non vengono più rispettati gli orari naturali del fare e del riposare.

Cosa che, tra parentesi, è anche causa riconosciuta di insonnie e di una riduzione nociva delle ore di sonno.

Allora vediamo al mattino che ci sono esercizi commerciali che aprono non alle 8, ma alle 10, alle 11, persino alle 12, prolungando l'attività fino a dopo le cinque del pomeriggio, fino anche alle venti e ancora oltre per determinate categorie merceologiche (peraltro da sempre più nottambule, di altre, come ad esempio i ristoratori).

E allora, se un esercizio apre alle 10 del mattino e chiude alle sette della sera, per forza che ha bisogno di più energia per illuminare in inverno il suo negozio, perchè perde le prime due ore di luce della giornata.

Ecco che allora, quegli stessi che berciano sul ruolo dell'Uomo nei cambiamenti climatici e vorrebbero riportarci nelle caverne nell'illusione di fermare il corso della natura, pur di non rispettare gli orari naturali, piegano l'ora civile alle loro esigenze.

Esigenze, peraltro, indotte, non certo necessarie, come abbiamo dimostrato ampiamente nel 1973 quando, a fronte della serrata degli arabi che bloccarono i rifornimenti di petrolio, si decise non solo di trascorrere qualche domenica "a piedi", ma soprattutto di rivedere gli orari di vita, per riportarli maggiormente a quelli naturali per sfruttare luce e calore naturale.

Così, ad esempio, il telegiornale principale, che era alle 20,30, fu anticipato alle 20 e le trasmissioni dovevano chiudere senza sgarrare alle 23.

Tutti a dormire e quindi in piedi con la prima luce per studiare e lavorare e tornare a casa al tramonto, lasciando ad occasioni particolari e tanto più piacevoli quanto più rare, un prolungamento della giornata fino alle ore "piccole".

La pretesa di imporre un'ora di stato per risparmiare è quindi la classica invenzione per poter continuare in un comportamento sbagliato, che non rispetta i tempi di vita dettati dalla Natura.

Come viene sistematicamente smascherata l'ipocrisia dei cambiamenti climatici per cause antropiche, è opportuno anche smascherare l'ipocrisia dei presunti risparmi che deriverebbero dalla imposizione di un'ora legale estesa per tutto l'anno.

Ribelliamoci all'inquadramento e alla massificazione che ci vuole gregge e non Individui liberamente pensanti.

29 ottobre 2022

Nessun tetto può essere imposto alla Libertà

Circolano svariate clip sulla due giorni parlamentare che ha concesso la fiducia al Governo Meloni.

Non ho però trovato uno dei passaggi che, a me, è apparso tra i più indicativi su quello che si appresta a fare il Governo, uno di quelli da me più condivisi.

Nella replica al Senato, ad un certo punto la Meloni ha ricordato che per governare bene, occorre avere, prima di tutto, una visione, un progetto di società cui ispirarsi, avere un traguardo per quello che si vuole ottenere, perchè solo avendo chiaro il risultato che si vuole conseguire, è possibile assumere i provvedimenti necessari per raggiungerlo, compatibilmente con la situazione reale del momento che a volte consente di accelerare i programmi, altre volte, come quella presente per la pesantissima eredità (passiva) di Draghi e di undici anni cattocomunisti, si è costretti a rallentare.

Ed ha avuto buon gioco la Meloni a dire che Fratelli d'Italia non ha mai partecipato ai governi negli ultimi undici anni proprio perchè mancavano di una visione e di un progetto coerente e i risultati si vedono oggi con il debito mostruoso accumulato senza alcun intervento strutturale, con l'inflazione al 12%, con le bollette legate ai capricci del vento internazionale.

Una riforma che non costa nulla, ma che delinea l'indirizzo e la visione di una società è quella dell'aumento dell'uso del contante per i pagamenti.

I cattocomunisti stanno biliosamente contestando che favorirebbe l'evasione (un falso dimostrato dai risultati negli stati in cui non c'è limite), con il piagnisteo classista per cui chi è povero non ha i contanti da spendere (ma neppure la moneta elettronica, a meno di indebitarsi irreversibilmente con le banche o con gli usurai), dimenticando quello che è il punto essenziale: la Libertà.

Del resto da chi non perde occasione per calpestare la Libertà individuale (dal lasciapassare verde all'esclusione dei non vaccinati dal lavoro, dagli obblighi centralizzati sul riscaldamento alla circolazione delle auto) non possiamo aspettarci altro che una totale ignoranza del principio di Libertà.

I nipotini di Stalin e dell'Inquisizione non amano la Libertà, perchè non amano le persone libere, perchè le persone libere ragionano, pensano e decidono al di fuori degli schemi e poi votano Fratelli d'Italia e il Centro Destra.

Chi libero non è, non può che adeguarsi anche quando non capisce.

Io sarei per l'abolizione totale del tetto al contante, ma ben venga qualunque provvedimento che ne alzi il limite, perchè rappresenta un indirizzo, una dichiarazione programmatica di un Governo che dice agli Italiani, per undici anni assoggettati alla cappa cattocomunista, guardate che noi vogliamo arrivare ad una società più libera, in cui lo stato arretra dalle vostre vite e dalle vostre tasche.

Ci proviamo, siamo costretti, per quello che abbiamo trovato, a procedere con cautela, ma aumentare il limite per l'utilizzo dei contanti è un primo segnale per dare più Libertà e non per sottrarne come è stato fatto sinora.

Nessun cattocomunista capirà mai il discorso e provo pietà per loro.


28 ottobre 2022

Cento anni dopo

Oggi, venerdì 28 ottobre 2022, immagino che stampa, radio e televisioni ricordino un Centenario, punto di svolta della nostra Storia Patria.

Sicuramente anche nei cosiddetto "social" ci saranno commenti e saranno sicuramente più rappresentativi di quello che stampa, radio e televisioni produrranno a senso unico.

L'Italia del 2022 è cambiata (e sarebbe gravissimo se non lo fosse !) almeno quanto era diversa l'Italia del 1922 da quella del 1822.

Leggeremo e ascolteremo le marchette antifasciste, ma non credo che ci saranno ancora valutazioni storiche sensate e imparziali.

Per quelle dobbiamo ancora riferirci unicamente a Renzo De Felice che probabilmente ha già scritto una pagina importante dall'analisi storica che sarà sicuramente alla base dei futuri studi quando, finalmente, si scriverà la parola "fine" alla Guerra Civile iniziata l'8 settembre del 1943 (alcuni dicono il 25 luglio, ma non comporta una sostanziale differenza).

Cento anni dopo dovremmo essere in grado di guardare a quei fatti e a quel Ventennio con occhi distaccati e obiettivi, invece è continuamente alimentato un odio ottuso e privo di prospettive.

E' tanto difficile ammettere che il Fascismo fu un momento storico che ha caratterizzato la nostra Italia e di cui non dobbiamo vergognarci affatto, come non dobbiamo vergognarci di nessun accadimento storico che riguarda la nostra Patria ?

Se siamo oggi quelli che siamo, lo dobbiamo al concatenarsi di eventi, di decisioni, di vittorie e di sconfitte che si sono succedute nel tempo e, quindi, anche del Ventennio Fascista.

Quella proposta politica oggi, in tutta evidenza, non è attuale nè proponibile, come non lo è il socialismo neutralista e violento di quegli anni e neppure il popolarismo cattolico o il liberalismo ottocentesco.

Il mondo è andato avanti, abbiamo avuto nuove esperienze e nuove scoperte che hanno resi obsoleti i vecchi schemi e le vecchie ideologie.

I due Presidenti, del Senato Ignazio La Russa e del Consiglio Giorgia Meloni, lo hanno capito ed hanno entrambi, a modo loro, teso una mano perchè, dopo cento anni, vi sia una pacificazione nazionale che consegni il Fascismo alla Storia.

Non sembra che a sinistra abbiano colto l'importanza di una tale disponibilità.

E non dubito che, in mancanza di argomenti, si rifugino tirando il pallone nella tribuna dell'antifascismo, perpetuando uno stato di scontro latente (a volte non solo) che rallenta il progresso dell'Italia.

Un vero peccato perchè una ricorrenza come un Centenario di un evento che ha segnato la Storia Patria non capita tutti i giorni e andava colta per guardare al futuro e non per rimestare nelle divisioni del passato.


27 ottobre 2022

Uno, due, tre: bene la prima del Governo Meloni

Uno.

Verrà innalzato il tetto all'uso dei contanti.

Due.

Torneremo a trivellare il gas nazionale, riaprendo i pozzi chiusi e trivellando in mare.

Tre.

Diffidate due ong, una tedesca e una norvegese, dall'entrare nelle acque territoriali italiane con il loro carico di clandestini.

Se il buongiorno si vede dal mattino, l'alba del Governo Meloni ci anticipa giornate bellissime.

Un profumo di Libertà che si diffonde dopo l'aria mefitica del politicamente corretto e la cappa imposta da uno stato invasivo e nemico dei cittadini.

Sono tre iniziative, una immediata (la diffida alle ong) le altre due che richiedono qualche passaggio in più, che sottolineano il carattere liberale e nazionale del nuovo Governo.

Finalmente un Governo che guarda all'interesse degli Italiani e non si preoccupa di quello che pensano altrove e delle masturbazioni mentali dei commentatori faziosi e chiusi nei loro bunker privilegiati, che si strappano le vesti per le manganellate della Polizia ai comunisti che volevano impedire un legittimo incontro politico di Azione Universitaria, ma applaudirono l'uso degli idranti in pieno inverno contro gli operai di Trieste che protestavano, senza violenze, contro l'introduzione del lasciapassare verde.

E finalmente ci riappropriamo anche del nostro mare, quello più nostro di tutto il Mediterraneo, che fino al 1797 apparteneva interamente alla Serenissima Repubblica di Venezia la cui legge vigeva non solo dalla nostra parte dell'Adriatico, ma anche in Istria e Dalmazia, Veneziane, quindi Italiane, per settecento anni e che aspettano di essere riunificate alla Madre Patria.

Finora la Croazia ha goduto del nostro gas, adesso basta.

Se la Meloni continuerà così, potremo ampiamente perdonarle anche la scelta di schierarsi con l'Ucraina, anche se ieri l'ha spiegata nel nome dell'Interesse Nazionale, ricordando che il commercio con la Russia è pari all'1% mentre quello con gli stati occidentali è pari all'80% e che se anche cambiassimo fronte, non cambierebbe l'andamento del conflitto, ma ci perderemmo solo di credibilità e di rapporti commerciali con gli altri stati occidentali.

E quel ragionamento basato sull'Interesse Nazionale e sull'attivazione delle fonti nazionali di pompaggio del gas, potrebbe anche convincermi.

Governo Meloni, bene la prima.

26 ottobre 2022

Non è solo un nuovo Governo


Per un paio di circostanze casuali, ieri ho avuto la possibilità non solo di ascoltare in diretta il discorso della Meloni, ma anche di leggere commenti e giudizi.

Ho l'impressione che i cattocomunisti siano spiazzati, perchè la Meloni ha pronunciato un discorso efficace, concreto, chiaro, senza rinunciare a marcare le radici di destra, ma nel contempo difficilmente aggredibile con proposte alternative (che non si sono, peraltro, lette) che siano nelle corde del sentimento popolare.

La Meloni ha affermato che affronterà prioritariamente la questione delle bollette e dell'energia, anche se dovesse essere costretta a rinviare ad un secondo tempo altri temi che pure sono nella sua agenda e che ha riconfermato.

Il Ministro degli Interni, Matteo Piantedosi (che, tra parentesi, ebbi modo di apprezzare in una sopraffina e di successo opera di tessitura diplomatica tra le istituzioni, i sindacati e le aziende, nel 2006 su un problema allora particolarmente impellente a Bologna come le rapine in banca) ha già alzato il cartellino giallo davanti al muso delle ong che vorrebbero continuare a scaricarci clandestini, mentre la Meloni infliggeva metaforiche coltellate ai cattocomunisti parlando di blocco navale come da previsione della missione navale Sofia, per la creazione di centri di valutazione e smistamento, sul territorio africano, dei richiedenti asilo.

I commenti sono entusiasti quelli degli elettori di Centro Destra e rabbiosi quelli della sinistra che, però, non trovano altro che ripetere le formule perdenti della campagna elettorale, dall'antifascismo militante all'assistenzialismo sprecone.

Le aspettative, quindi ci sono e sono rafforzate dalla sincerità percepita da tutti delle convinzioni e degli impegni espressi dal Presidente del Consiglio.

Se la Meloni si è dimostrata "pronta", come dal suo slogan elettorale, io prendo a prestito lo slogan della Lega e "credo" che questo non sia solo un nuovo Governo, ma l'alba di una nuova Era.

Non verrà realizzato tutto, gli ostacoli saranno posti e frapposti da ogni parte, ma sprofondati come siamo dopo undici anni di governi cattocomunisti con qualche spolveratina cosiddetta tecnica, per quanto poco riesca a realizzare del suo programma, sarà sempre molto rispetto a quello che abbiamo e, in ogni caso, l'importante è iniziare.

Personalmente non ho priorità da dettare, tanto è inutile perchè ormai dovrebbero averlo capito tutti che, come i grandi leader del passato quale Reagan e la Thtacher, anche la Meloni ascolta tutti, poi decide di testa sua sulla base delle informazioni che ha acquisito e studiato.

E, in fondo, che inizi dai clandestini o dalla tassa piatta, poco importa, l'importante è che inizi.

25 ottobre 2022

Il discorso programmatico di Giorgia Meloni



Il sito nicolaporro.it ha pubblicato a questo collegamento : 

https://www.nicolaporro.it/non-arretreremo-mai-ecco-il-discorso-completo-di-giorgia-meloni/?utm_source=app&utm_medium=link&utm_campaign=telegram 

il testo scritto del discorso di Giorgia Meloni alla Camera, con il quale ha chiesto la fiducia.

Meglio leggerselo (o ascoltarselo, perchè sicuramente verrà anche diffuso il relativo video con il quale integrerò il presente commento) che affidarsi ai commenti, spesso interessati, faziosi e manipolatori di una stampa di cui non possiamo fidarci.



La gatta frettolosa fa i gattini ciechi

Nel momento in cui scrivo è appena terminato il discorso programmatico di Giorgia Meloni, di cui immagino stampa, radio e televisione daranno ampiamento sintesi e chiose, per cui non ne farò il riassunto, limitandomi a dire che non solo mi è piaciuto nel modo, ma anche nel contenuto, condividendolo almeno al 95%.

Dico subito che l'unico punto che non condivido è il paragrafo dedicato al presunto "ricatto energetico di Putin" con il quale conferma l'aiuto all'Ucraina, perchè, se condivido la necessità di dare credibilità all'Italia nella continuità alle alleanze, avrei preferito una posizione che rilanciasse ipotesi di tregua e di trattative, non di guerra.

Mi è anche piaciuta la sua condanna delle dittature, anche se ha citato solo il Fascismo e le cosiddette "leggi razziali", perchè ha saputo, come già fece La Russa nel suo discorso, aprire la porta ad una pacificazione nazionale, ricordando come tanti giovani siano stati uccisi nel nome dell'antifascismo militante.

E mi è piaciuta la sua rivendicazione delle Radici ideali del suo essere di Destra.

Per il resto, la puntigliosa conferma di un programma di legislatura, con l'avvertenza che, in una situazione critica che il Centro Destra ha ereditato da dieci anni di governi di diverso colore politico, i primi interventi saranno necessariamente quelli sulle questioni energetiche e di lavoro che oggi rappresentano un peso morto per ìl nostro sviluppo.

Con pragmatismo, termine che ha ripetuto più volte, perchè se ha delineato un'Italia nuova, migliore rispetto a quella degli ultimi dieci anni, la Meloni si rende anche perfettamente conto che tale strada è ostacolata dal fallimento di dieci anni di governi dei cattocomunisti e dei tecnici.

Mi è piaciuto perchè non ha rinunciato a nulla del programma del Centro Destra, sul piano fiscale, ribadendo la volontà di bloccare il flusso dei clandestini e rimandando al mittente lo snobismo della "vigilanza" straniera (leggi: francese) sui nostri atti e diritti.

Per chi dal 26 settembre ha cominciato a lagnarsi sulla continuità in materia sanitaria, la Meloni ha praticamente annunciato una inchiesta su quello che è accaduto con il virus cinese perchè pur avendo attuato le misure più restrittive e persino limitative della Libertà individuale, abbiamo avuto i peggiori risultati.

Ed ha confermato che quelle misure, in caso di nuova pandemia, non saranno replicate.

Un discorso che guarda al futuro, consapevole delle capacità e dei valori dell'Italia e mi piace sottolineare l'aver utilizzato più volte il termine "Nazione" e una volta "Patria", ma mai "paese", ponendo l'accento sulla Sovranità, in campo energetico (ha annunciato che finalmente trivelleremo il nostro gas in Adriatico) e alimentare (con una stoccata alla Boldrini).

Ma, sopra tutto, la necessità di affrontare pragmaticamente i problemi da quelli più urgenti, senza mettere troppa carne al fuoco.

E' questo pragmatismo che mi sembra la caratteristica che maggiormente denota questo Governo.

Una prospettiva di grande cambiamento e sviluppo, un traguardo cui si potrà arrivare, ma affrontando i problemi uno alla volta, in base alle priorità e alle disponibilità, perchè la gatta frettolosa, fa i gattini ciechi.

Se il buongiorno si vede dal mattino, abbiamo assistito alla nascita di una nuova Italia politica, non a caso con un Presidente del Consiglio di 45 anni.

24 ottobre 2022

Meglio l'Italia dell'Inghilterra

Mentre in Italia si insedia il primo governo di Destra del dopo guerra che pone al centro del suo programma l'Interesse Nazionale e il Presidente del Consiglio appena insediato pone l'accento sulla Sovranità e sull'uso del termine Nazione al posto dell'insignificante paese, il Regno Unito, l'Inghilterra, compie un passo, forse irreversibile, verso la propria dissoluzione.

Dopo le dimissioni di Liz Truss speravo che ci fosse un ripensamento e venisse rimesso in sella Boris Johnson, invece sembra che BoJo abbia rinunciato e che quindi il prossimo Primo Ministro, colui che occuperà lo stesso posto di Walpole, Pelham,Grenville, Pitt, Disraeli, Gladstone, Asquith, Churchill, Thatcher e Johnson stesso, sarà un tizio di nome Sunak, di origini indiane.

Perchè, parliamoci chiaro, uno può essere nato, aver studiato, essere cresciuto e vissuto sempre a Londra, ma le sue origini non possono che rappresentare, inevitabilmente, un taglio con la Storia, con la Cultura, con la Civiltà che ha fatto grande l'Inghilterra, piccola terra in una piccola isola ma che conquistò un Impero più vasto di quello di Roma ma che, come Roma (e come Washington), avvia la sua decadenza con l'aprire le porte del governo agli stranieri, come a Roma aprironole porte della fine chiamando imperatori di origini non Romane.

Non sono sicuro che chi ha votato per la Brexit e chi ha votato nel dicembre 2019 Boris Johnson dandogli una netta maggioranza, possa sentirsi rappresentato da Sunak, anche se è iscritto al partito conservatore.

Alla fine, non mi stupirei se proprio l'Italia, che ne fu la culla, arrivasse ad essere l'ultimo baluardo contro il dissolvimento della nostra Civiltà.

La campanella della Meloni speriamo ci svegli dal nostro sonno, troppo confidente e troppo rinunciatario.


23 ottobre 2022

Draghi lascia solo debiti e macerie

Le due tabelle a lato sono state pubblicate ieri da Verità&Affari, il quotidiano economico de La Verità di Belpietro, ed illustrano, al di là di ogni dubbio, il fallimento di venti mesi di Draghi persino nel campo che doveva essere il suo giardino di casa, cioè quello economico.

E Verità&Affari ha reso un servizio a Conte, perchè se il dato fosse stato parametrato dall'ultimo governo di Centro Destra, quello di Berlusconi ribaltato dal complotto internazionale del 2011, sarebbe stata ancora più evidente la propensione al debito e al fallimento dei governi di sinistra.

Ma già dai dati sugli ultimi tre governi, salta agli occhi come il tanto deprecato governo Conte I, quello con la Lega, sia stato quello che meno ha sperperato.

Tutti gli indicatori dei venti mesi di Draghisono negativi: spread, indice di borsa, debito pubblico, mentre i sostenitori di Draghi brandiscono il dato del pil come se fosse la prova delle capacità di Draghi, mentre invece è il rimbalzo (che neanche recupera tutto quello che si è perso) dopo il precipizio del 2020 e, iniziale, del 2021, causato dal virus cinese e se un bravo politico si vede nelle difficoltà, allora Draghi si dimostra solo un borioso e arrogante sopravvalutato, visto che appena è arrivata un'altra tempesta, la operazione militare speciale russa in Ucraina con le sanzioni che hanno causato la riduzione della disponibilità di gas e l'aumento delle bollette, ecco che Draghi stava conducendo nuovamente l'Italia in recessione.

Ho accennato al gas, alle sanzioni, alla operazione russa in Ucraina, perchè rappresentano la caratteristica dei venti mesi di Draghi al governo: un fallimento dietro l'altro.

Politica estera, politica energetica, ruolo in Europa, sono stati altrettanti buchi neri in cui si è infilato Draghi, senza riuscire a sciogliere la matassa.

E che dire delle continue menzogne propinate a reti unificate, dal green pass che garantiva di essere tra persone che non contagiavano, al vaccino che, chi non l'avesse fatto moriva o faceva morire il prossimo, dalla ridicola alternativa tra l'aria condizionata e la pace che, alle soglie dell'inverno, si traduce nell'alternativa tra il riscaldamento acceso e continuare a finanziare ed armare il comico di Kiev, fino all'ultima bugia, quella di fine mandato, su un accordo per il tetto al prezzo del gas che non esiste.

Infatti noi Italiani siamo alle prese con le bollette sempre più alte, con la necessità di attingere ai risparmi per far fronte agli impegni e mantenere un decoroso tenore di vita, con il razionamento del gas e del riscaldamento, mentre Draghi ha continuato ad inviare armi e denaro a Kiev.

Il tutto racchiuso in un debito mostruoso che Draghi ha aumentato per produrre pannicelli caldi efficaci da Natale a Santo Stefano, lasciando tutto come prima, quindi non strutturali, regalando al Governo Meloni solo debiti interni e con l'esterno e obblighi per adempiere a impegni assunti, ma non realizzati da Draghi.

La Meloni dovrà contemporaneamente, tappare i buchi lasciati da Draghi e intervenire per alleviare la sofferenza degli Italiani in materia energetica e, nel contempo, fare quello che Draghi non ha saputo fare: interventi strutturali per poter affrontare in sicurezza le prossime tempeste.

E già i vari commentatori, orfani del cocco di regime, non avendo notizie da fornire o argomentazioni intelligenti da proporre, si rifugiano in livorose fantasie che, immancabilmente, cercano di seminare zizzania nella maggioranza, parlando di Berlusconi sconfitto e amareggiato, di Salvini voglioso di recupere consensi e di una Meloni che si circonda di fedelissimi, il tutto per spingere i tre Leaders del Centro Destra a guardarsi reciprocamente con sospetto, minando la coesione di governo.

Mi auguro che, sapendolo, perchè l'atteggiamento della stampa serva è così smaccatamente evidente che la Meloni, Salvini e Berlusconi lo hanno ben compreso, non regalino ai cattocomunisti quella soddisfazione di veder cadere il primo Governo di Destra dell'Italia del dopo guerra, ma pensino a noi, loro elettori, che meritiamo di veder concretizzati e realizzati tutti i peggiori incubi dei cattocomunisti.

22 ottobre 2022

Chiusura di un cerchio

Nonostante le gufate di commentatori, twittaroli e semplici elettori cattocomunisti, Mattarella non ha potuto fare altro che conferire a Giorgia Meloni l'incarico di formare il nuovo governo e, sempre nonostante le medesime persone sofferenti per il risultato elettorale, ha immediatamente presentato la lista dei ministri.

Da questa mattina, con il giuramento, il nuovo Governo è finalmente insediato e Draghi consegnato ai libri di Storia che ci diranno quanto sia stato dannoso per l'Italia e, passata l'agiografia del momento imposta dalle consorterie di potere, ne denunceranno gli errori, le menzogne, i fallimenti.

Sono convinto che non riusciranno a trovare neppure un intervento di successo negli ultimi venti mesi di governo, ma ne scriverò nei prossimi giorni.

Oggi preferisco godermi la svolta che vede la Destra a Palazzo Chigi per la prima volta nella Storia dell'Italia post bellica.

Leggo tanti commenti che fanno le pulci ai ministri scelti e ci sono quelli che, fino a ieri, invocavano il cambiamento che oggi criticano perchè i ministri sono, per lo più, sconosciuti.

La sinistra ha la faccia di tolla di latrare su un presunto basso profilo dei ministri, proprio lei che ha per tre anni portato nei ministeri gente come Toninelli, Di Maio, la Dadone, la Lamorgese, la Bonetti, la Bellanova, Bianchi, Franceschini, Speranza e l'elenco potrebbe allungarsi.

Gli incontentabili, che con tutte le liste monotematiche hanno complessivamente raccolto il 4% senza entrare in parlamento, avrebbero voluto che, pur sconfitti nelle urne, il nuovo governo fosse l'ayatollah delle loro pretese e oggi si lamentano per questa o quella dichiarazione rilasciata nel passato dal singolo neoministro, senza guardare al quadro complessivo.

Naturalmente anche all'interno dei partiti della Coalizione di Centro Destra ci sono i delusi, quelli rimasti fuori dal Governo, quelli che dovranno aspettare la prossima occasione (mi auguro solo fra cinque anni).

Ci sono sempre degli insoddisfatti, ma quello che conta sarà l'indirizzo che il Governo darà alla politica italiana e se il buongiorno si vede dal mattino, cominciamo bene.

Infatti si comincia con una piccola rivoluzione lessicale in alcuni ministeri (si parla di Famiglia e Natalità, si parla di Sovranità Alimentare, si parla di Merito abbinato all'Istruzione, si parla di Energia e non più di transizione ecologica, abbinandole l'Ambiente, si parla di Imprese ...) e sappiamo benissimo quanto le espressioni e le denominazioni contino nell'influenzare una società (basti guardare alla parola "negro" o alle pretese di cambiare la lingua italiana sul plurale riferito a persone od oggetti di genere maschile e femminile).

E' il massimo che si poteva avere al momento steso della costituzione del Governo, ma è anche in continuazione con quanto ripetutamente affermato da Giorgia Meloni circa l'Interesse Nazionale come Stella Polare dell'azione di governo.

Ma, più di tutto, riempie di soddisfazione il coronamento di un lungo percorso che ha portato Giorgia Meloni a diventare Primo Ministro, partendo dalla militanza di base in sezione, nel Fronte della Gioventù, nel Movimento Sociale Italiano, in Alleanza Nazionale, nel PdL e in Fratelli d'Italia che nel 2013 ottenne solo l'1,9% dei voti.

Un percorso di coerenza che ha compiuto senza sbandamenti, senza incoerenze e che, se mi si permette, le è stato consentito, a lei nata nel 1977, grazie a tutti quei giovani, oggi ormai sessanta e settantenni, che negli anni di piombi hanno saputo tenere accesa quella Fiamma che molti hanno chiesto alla Meloni di spegnere, ma che lei ha, con legittimo orgoglio, suo e nostro, tenuto accesa, anche in queste ultime elezioni.

Giorgia Meloni ha detto, dopo l'incarico, che "si è chiuso un cerchio" e credo che anche per molti che furono adolescenti negli anni settanta si sia oggi, con il giuramento del primo governo a guida della Destra, chiuso un cerchio.

E la Meloni, che anche ieri parlava di Nazione e non si nasconde dietro l'incolore termine "paese", sa che le aspettative sulle sue scelte sono molto più alte e importanti che la semplice riduzione delle bollette o l'abolizione dell'obbligo vaccinale.

Noi ci aspettiamo che dia una sterzata all'Italia, facendola risorgere, nel nome della nostra Identità, dei Valori della Tradizione e degli Ideali mai ammainati.

21 ottobre 2022

L'incognita inglese

I Conservatori britannici stanno gettando al vento la maggioranza che Boris Johnson aveva costruito e ottenuto nel dicembre 2020, ridando fiato ai socialisti che tanti danni hanno fatto in passato e si apprestano, ove riuscissero a vincere le elezioni, a rifare oggi.

Tutto nasce da una bigotta interpretazione delle presunte violazioni di Boris Johnson agli assurdi divieti di riunione, imposti in mezzo mondo all'epoca del virus cinese.

BoJo ci ha messo anche del suo cercando di minimizzare e di occultare, come se avesse compiuto qualcosa di sbagliato e sarebbe stato molto meglio se, da subito, avesse rivendicato il diritto a riunirsi.

A me ricorda molto l'urticante puritanesimo che nel 1974 costrinse un grande Presidente degli Stati Uniti, Richard Nixon, alle dimissioni per un presunto spionaggio nei confronti di un candidato alla presidenza dell'estrema sinistra democratica, perdente sin dalla sua designazione a candidato del partito.

Il risultato delle dimissioni di Nixon fu, dopo due anni delle debole presidenza di Ford, la caduta di Saigon e l'elezione di Jimmy Carter, che ha detenuto il primato di peggior presidente degli Stati Uniti fino ad Obama e Biden che lo hanno retrocesso al terzo gradino del non invidiabile podio.

I Conservatori avrebbero comunque ancora due anni per risalire la china, ma possono farlo solo rimettendo in sella Boris Johnson, artefice della Brexit e che, dall'alto della sua formazione e cultura umanistica, è stato in grado di gestirla al meglio, in uno con la pandemia del virus cinese, dopo gli iniziali tentennamenti.

Ogni altro designato rappresenterebbe una incognita e, nel caso dell'indiano Sunak, un trauma per il Regno Unito che vedrebbe come Primo Ministro un soggetto le cui radici non appartengono a quella terra.

Nei giorni in cui in Italia dovrebbe formarsi un governo, per la prima volta, con la guida della Destra, sarebbe essenziale che anche il Regno Unito trovasse una sua stabilità affidandosi alle capacità e all'estro di Boris Johnson.

20 ottobre 2022

Berlusconi è la pancia del Centro Destra, la Meloni la testa

A parte ogni considerazione di disgusto per chi spia dal buco della serratura e diffonde registrazioni subdolamente carpite, le parole di Berlusconi, al netto di un egocentrismo che, in lui, suscita solo un sorrisino di simpatia (io sono l'unico Leader in Europa e in America), sono condivisibili.

La Nato ha fatto almeno una guerra, in tempi recenti, per affermare il diritto all'autodeterminazione di un popolo: contro la Serbia, per il Kossovo e con feroci bombardamenti contro la popolazione civile di Belgrado.

Non si capisce perchè non debba essere riconosciuta agli abitanti del Donbass quello che è stato imposto contro la Serbia per quelli del Kossovo.

Della Crimea neanche parlarne: è terra russa, regalata da un tiranno comunista come Kruscev alla Ucraina durante il regime sovietico, quando i confini territoriali erano solo un gioco tra gerarchi del Politburo.

Nel 2014 un accordo previde l'autonomia delle repubbliche del Donbas a fronte di un cessate il fuoco rispettato finchè alla Casa Bianca ci fu Donald Trump.

Con Biden, forse ricattabile da Kiev, le cose sono cambiate e Kiev, dopo aver sovvertito il risultato elettorale rimuovendo il presidente filorusso, ricominciò a bombardare il Donbass.

Il resto è cronaca: gli avvertimenti della Russia, l'operazione militare speciale, le stolte sanzioni, l'invio di armi e finanziamenti a Kiev, l'inverno che passeremo al freddo per colpa di Draghi e Mattarella.

Oltre il 60% degli Italiani, secondo i sondaggi, è contrario all'invio di armi e finanziamenti a Kiev e non capisce perchè dobbiamo svenarci, invece di usare quei soldi per compensare l'assurdo aumento del costo dell'energia.

Le sanzioni sono ormai, con tutta evidenza, un boomerang che pagheremo noi del Popolo, subendo anche le imposizioni dei ras locali (chiamati sindaci) ai quali non par vero di ripristinare le ordinanze restrittive, in questo caso rinviando l'accensione del riscaldamento.

Sempre per "il nostro bene", ovviamente, visto che loro sanno tutto, hanno una mente superiore e devono guidarci come fanno le maestrine (dalla penna rossa) negli asilo infantili, mentre noi, se lasciati ai nostri istinti, apriremmo il gas per stare in casa in costume da bagno anche a Natale (ma se anche lo volessimo fare, avendo i soldi per pagare la bolletta, perchè qualcuno dovrebbe metterci naso ?).

Il gas c'è, in abbondanza, ma da un lato abbiamo sanzionato la Russia che, ovviamente, ce lo nega come legittima ritorsione, dall'altro abbiamo dato retta ai padri e ai nonni dei gretini, chiudendo i pozzi di estrazioni sul territorio, rinunciando ad aprire pozzi nel mare Adriatico (regalando il gas alla Croazia che perfora come se non ci fosse un domani) e chiudendo le poche centrali nucleari che avevamo.

Come, quindi, dar torto a Berlusconi che velatamente critica la scelta di sanzionare la Russia per finanziare e armare l'Ucraina ?

Berlusconi non fa altro che dare voce ad un sentimento diffuso, soprattutto nel Centro Destra.

E' una critica alla Meloni che ha riconfermato la sua volontà di restare nella Nato ?

No di certo.

La Meloni, per l'incarico che si appresta ad assumere, non può parlare con la pancia, ma deve filtrare con il cervello.

In Italia ci sono decine di basi Nato che sono il retaggio di una guerra persa (anche se a sinistra si ostinano a festeggiare la sconfitta).

L'Italia solo con Berlusconi durante la liberazione dell'Iraq ha iniziato una guerra e l'ha finita dalla stessa parte in cui l'aveva iniziata e, quindi, ha ancora bisogno di confermare la sua affidabilità, nonostante i cambi dei governi.

Poi ricordiamoci perchè esiste la Nato, un ombrello che ci ha protetto per oltre quaranta anni dall'aggressività comunista e ad essere contrari alla Nato furono proprio i padri e i nonni dei guerrafondai che oggi allignano prevalentemente tra i cattocomunisti che, ancora nel 1984, manifestavano nelle piazze contro l'installazione dei Pershing e dei Cruise e contro il riarmo voluto da Reagan che provocò il collasso dell'Unione Sovietica e la fine nell'immediato del pericolo comunista.

Vero è che anche l'Msi si era pronunciato contro la Nato nel 1948, un retaggio delle allora recenti radici ideologiche e storiche, ma negli anni l'Msi acquisì sempre più coscienza della necessità di schierarsi comunque contro i comunisti e l'Unione Sovietica e la Meloni, nata nel 1977, iniziò a fare politica quando tale svolta missina era già compiuta e consolidata, ancorchè rimanessero, come rimangono tuttora, degli zoccoli duri antiamericani e antinglesi per diretta conseguenza di quello che fecero gli angloamericani in Italia, quindi esattamente per i motivi diametralmente opposti a quelli dei cattocomunisti.

E la Meloni sa che, anche volendo assumere una posizione più andreottiana con un occhio ad una possibile mediazione che converrebbe a tutti, non ha spazio di manovra per una clamorosa e immediata presa di distanza dalle politiche sino ad ora seguite.

Anche se molti di noi, suoi elettori, applaudirebbero ad una posizione che fosse simile a quella dell'Ungheria di Orban.

Non mi scandalizza quindi la sincerità di Berlusconi, soprattutto perchè era una verità che doveva rimanere all'interno di un gruppo ristretto di persone, come non mi scandalizza l'aplomb istituzionale della Meloni.

Il Governo che verrà solo con i fatti potrà dimostrare quanto operi per l'Italia, gli Italiani, perseguendo il nostro Interesse Nazionale.

19 ottobre 2022

Pazienza, tenerezza e un pizzico di ironia

Quando sostenni l'esame di maturità, luglio 1975, come era abitudine in quei tempi, un giornalista del Carlino si presentò per scrivere del primo giorno degli orali e caso volle che assistette al mio esame ed a quello di un mio compagno di classe.

Ne scrisse e l'articolo fu pubblicato il giorno dopo, con una nostra fotografia.

L'impaginazione, però, non fu felice, perchè la fotografia era stata posizionata di fianco all'articolo pertinente e sopra un articolo di cronaca con il titolo "sette giovani arrestati per i furti nei treni".

Mia nonna (classe 1899) e sua sorella (1893) telefonarono preoccupatissime a mia madre che cercò di spiegare che io non avevo "combinato" proprio nulla, ma sono convinto che loro non le credettero e rimasero sempre con il dubbio che io fossi finito sui giornali ad onta imperitura della famiglia.

Avrei molti altri aneddoti sulle reazioni delle persone anziane a vicende che non riescono bene a filtrare e comprendere e, onestamente, non so se negli anni preferirei mantenermi lucido come accadde a mio padre perfettamente consapevole dei suoi problemi alla vista che stava perdendo tanto da rinunciare, pur avendola avuta appena confermata, a guidare l'automobile e a venderla prima degli ulteriori, inevitabili, peggioramenti, o viverla più allegramente e inconsapevolmente come il vicino al quale tolsero la patente per un piccolo, insignificante, incidente e visse con la convinzione di ridare l'esame e, per tenersi in esercizio, faceva ripetutamente i due metri per uscire con l'automobile dal garage e poi farla rientrare.

A tutto questo mi fa pensare l'esternazione di Silvio Berlusconi di ieri, quando ha parlato di ministeri, di vodka e di Putin.

E, francamente, provo un forte disprezzo per gran parte delle penne rosse che si sono fiondate sui discorsi di un ottantaseienne, con l'unico scopo di seminare zizzania nel Centro Destra, calpestando ancora una volta sentimenti, educazione e anche quella che una volta si sarebbe chiamata "etica professionale" ormai totalmente scomparsa.

Apprezzo invece, sperando che non mi smentisca oggi, il silenzio della Meloni, che è anche il silenzio del Centro Destra in tutte le sue articolazioni, da Fratelli d'Italia alla Lega, dalla parte raziocinante di Forza Italia fino ai "moderati" centristi.

E' un silenzio carico di dignità personale, che ne aumenta la autorevolezza perchè dimostrano di non infierire nei confronti di una persona anziana, che tanto ha dato e tanto ha pagato per aver costruito un'alternativa alla sinistra, che merita, in questo suo viale del tramonto, di essere rispettato e ringraziato per il suo passato, con pazienza, tenerezza e recependo le sue esternazioni con quel pizzico di ironia che di Berlusconi è sempre stato un tratto caratteristico.

18 ottobre 2022

Il fallimento della faziosità

Sono stati in prima linea, sulle barricate, durante tutta la campagna elettorale, in una disperata lotta per salvaguardare i propri privilegi derivanti dalla contiguità alle consorterie di potere.

Dalle pagine dei quotidiani e sull'etere dei rotocalchi radio televisivi, hanno usato tutti i mezzucci, tutti i trucchetti, tutti gli sgambetti di cui sono capaci per limare e limitare la possibilità del Centro Destra di ottenere un grande vittoria elettorale.

Sono arrivati persino al punto da dare credito e spazio alle liste monotematiche nella consapevolezza che ogni voto dato loro era un voto tolto al Centro Destra.

La notte delle elezioni erano tramortiti, ma presto si sono riorganizzati in una nuova Linea del Piave, cercando di seminare zizzania tra i partiti usciti vincitori nella coalizione di Centro Destra, cercando di vellicare ora Salvini, ora Berlusconi, ora la Meloni, nelle loro legittime ambizioni personali e di partito, per farli litigare e consentire a Mattarella di inventarsi qualcosa per giustificare un incarico diverso da quello che tutti si aspettano per Giorgia Meloni.

Ad un certo punto, quando il 13 ottobre Forza Italia ha comunicato che non avrebbe partecipato alla prima votazione per l'elezione del Presidente del Senato, hanno pensato di aver raggiunto l'obiettivo e già si dedicavano a discutere di come ne sarebbe uscita la Destra, quando, inaspettatamente, un applauso si è alzato dall'emiciclo: La Russa, Ignazio Benito come tengono a precisare i sinistri, ha raggiunto (e superato) il quorum per essere eletto.

Altra batista solenne, ma subito si sono aggrappati allo strappo di Berlusconi, alle spiate dal buco della serratura con le inquadrature degli appunti del Cav e per giorni hanno sperato che fosse la volta buona, che il Centro Destra si rompesse e, pronubo Mattarella, uscisse una "maggioranza Ursula" in chiave italiana.

Il Cav, sul quale, come per una legge di contrappasso, avendolo per trent'anni insultato e attaccato, avevano centrato le loro ultime speranze, si è accordato con Giorgia Melone (e Matteo Salvini) e il Governo nascerà.

Ad essere divise sono invece le opposizioni, che stanno litigando per qualche strapuntino minore, al grido "sono io l'opposizione" e, come in un asilo infantile si andava a piagnucolare dalla maestra, "lo diremo a Mattarella".

Ma domani sarà un altro giorno e tra una lacrimuccia antirazzista, una ricorrenza antifascista, un predicozzo di Bergoglio e una invettiva ecoclimatista, troveranno ancora il modo per sbarcare il lunario, seminando veleni, sempre comunque al servizio delle consorterie straniere e contro l'Interesse dell'Italia e degli Italiani .

17 ottobre 2022

La prima cosa bella

Il nuovo governo come prima cosa dovrà aiutare le imprese che pagheranno 110 miliardi di bollette, dice Bonomi, presidente degli industriali.

La prima cosa da fare per il nuovo governo sarà evitare il ritorno alla Fornero, dicono gli "esperti" in pensioni.

Il primo atto del nuovo governo dovrà essere cancellare le multe e le quarantene per far finire l'era covid, dice in una intervista a La Verità Cruciani.

Il primo atto, la prima cosa bella ... ognuno ha la sua stella polare che, guarda caso, coincide con il proprio interesse.

E' un qualcosa che avevo osservato anche durante la mia carriera professionale, con interlocutori che, pur comprendendo a parole di non essere gli unici, insinuavano che la loro vicenda fosse immancabilmente più importante di quelle altrui.

E' umano, ma la Meloni, pur essendo giovane e svelta ed avendo persino dato l'impressione, durante la campagna elettorale, di possedere il dono dell'ubiquità, non potrà fare tutto, contemporaneamente, come "prima cosa".

Quindi armiamoci di pazienza e di fiducia, perchè le cose da fare sono tante, troppe persino per una intera legislatura, perchè chi ha preceduto la Meloni, da Monti a Draghi, ha lasciato solo macerie, debiti e vincoli a imperitura memoria del loro miserrimo fallimento.

Ma, a ben guardare, una prima cosa bella, anzi due, la maggioranza di Centro Destra a guida Meloni l'ha già realizzata: l'elezione di La Russa a Presidente del Senato e di Fontana alla Camera dei Deputati.

La reazione della sinistra, da quella cattocomunista a quella grillina, da quella dei guitti, nani e ballerine a quella della stampa serva, è stata tale da rendere dolcissimo il primo atto della nuova maggioranza e bellissimo lo spettacolo delle Erinni di sinistra che cercavano le parole più insultanti, più feroci, più intolleranti, per ferirci, sena capire che la loro rabbia accresceva la nostra soddisfazione.

Posso quindi augurarmi che il Governo rappresenterà una continuazione delle prime cose belle della legislatura che tanto hanno annebbiato le menti (anche normalmente non proprio lucide) della sinistra.

16 ottobre 2022

Priorità

Giorgia Meloni è alla sua quinta legislatura, fa politica sin dai quattordici anni, ha fatto tutto il cursus honorum di una militante che si è fatta le ossa con i banchetti di raccolta firme per le strade, poi nei consigli elettivi locali, quindi da parlamentare, vicepresidente della camera, ministro, segretario (o presidente se si preferisce) di partito, capo dell'opposizione e, adesso, capo del primo partito d'Italia e della Coalizione vincente alle elezioni, quindi candidata a diventare Primo Ministro.

Il curriculum è tale che non è solo una concessione accreditarle capacità politica, ma è una realtà.

E, infatti, a parte il non aver taciuto preferendo la risposta tagliente alla lista di critiche di Berlusconi, non ha sbagliato proprio nulla.

Non ha sbagliato nel cominciare a lavorare mentre si dipanava la lenta liturgia frutto di una costituzione ormai superata (se mai è stata attuale), non ha sbagliato nella scelta fortemente identitaria dei due eletti alla presidenza delle camere e non sta sbagliando nel proseguire la formazione del suo ministero in base alle sue convinzioni.

Quindi è logico pensare che la Meloni, entrando a Palazzo Chigi, abbia ben in mente le priorità da affrontare nel mare magnum dei problemi che eredita dai suoi predecessori e, in particolare, dal fallimento dell'ultimo governo guidato dal presuntuoso e sopravvalutato Draghi.

Sono anzi curioso di vedere cosa affronterà e in che ordine, posto che è impossibile pretendere che metta mano subito a tutto.

Per mero divertimento, quindi, metto quelle che a mio avviso potrebbero essere le cinque priorità che si potrebbero affrontare.

1) Blocco degli arrivi dei clandestini. Il costo sarebbe solo in termini di discussione verbale, ma in compenso risparmieremmo su vitto, alloggio, cure e istruzione. Per me il blocco può essere sia applicando i decreti Salvini sulla sicurezza (anche se resterebbe troppo potere affidato ai magistrati) che un bel blocco navale che impedisca, anche con la forza, alle navi ong di violare le nostre acque territoriali. Se vogliono veramente aiutare i clandestini, li accompagnino e li facciano sbarcare nei porti di casa loro.

2) Blocco delle bollette energetiche. Assumere un dato del passato e bloccare i costi per gli utenti a quella data, facendo carico allo stato, anche con uno scostamento di bilancio, della differenza da versare ai fornitori.

3) Un provvedimento che ampli il concetto di legittima difesa, autorizzando il possesso e l'uso di armi per difendere, a prescindere dalle circostanze, le persone e le proprietà.

4) Riduzione della imposizione fiscale con accorpamento di tasse e tributi, semplificazione di scadenze e oneri, riduzione delle aliquote irpef fino al raggiungimento a fine legislatura della flat tax

5) Autorizzazione per la ripresa immediata dell'estrazione di carbone e di gas da tutti i pozzi e le miniere chiuse negli anni precedenti. Avvio immediato delle trivellazioni in Adriatico per l'estrazione del gas metano. Avvio delle procedure per la costruzione di nuove centrali nucleari in tutta Italia.

Poi, certo, mi piacerebbe che la Meloni realizzasse tutti i peggiori incubi dei cattocomunisti, dall'abrogazione della legge sull'aborto a quella delle leggi Scelba e Mancino fino all'abrogazione della XII disposizione transitoria della costituzione.

Sognare non è vietato, ma è bene essere realisti.

15 ottobre 2022

Come mandare in frantumi un bel sogno

La vittoria del Centro Destra alle elezioni del 25 settembre, ancorchè senza la maggioranza dei due terzi che avrebbero consentito un agevole cambio della costituzione, è tale da garantire una navigazione tranquilla alle camere, tanto più che, con meno parlamentari, i capi gruppo possono meglio controllare i loro iscritti.

L'elezione di Ignazio La Russa come Presidente del Senato e Lorenzo Fontana Presidente della Camera dei Deputati, ha impresso una forte caratterizzazione Ideale e Valoriale, che rispecchia in pieno il mandato che noi Elettori abbiamo affidato alla Coalizione.

L'identità di carattere tra Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi rischia di mandare tutto in frantumi, facendo terminare prima ancora che inizi il bel sogno emerso dalle urne e dando a Mattarella il pretesto per seminare ulteriore zizzania e imporre nuovi paletti che, davanti ad una maggioranza compatta, non si sarebbe azzardato a porre.

Se la Meloni ha dimostrato di possedere quelle scaltrezze, quella visione e quella capacità di muoversi di un politico di razza, Berlusconi ha denunciato tutti i suoi 86 anni, rimanendo umiliato e isolato.

So che a destra, soprattutto in quella parte della destra con più forti radici nelle origini del Movimento Sociale Italiano, Berlusconi non è mai stato ben visto e lo si sopportava per i risultati che portava.

In particolare gli hanno sempre contestato un atteggiamento padronale che stava molto stretto ai vecchi missini che, a stento, accettavano la leadership di Almirante.

La risposta sferzante di una Meloni, già vincitrice in Senato con La Russa, ha quindi ottenuto il consenso e l'applauso di tanti, anche di molti che non l'hanno votata e anche di tanti in Forza Italia che non sopportano la Ronzulli.

Ma rispondere all'ottantaseienne Berlusconi, rincarando la dose è, per me, sbagliatissimo.

Sia da un profilo di cortesia ed educazione, sia sotto un aspetto di opportunità per salvaguardare la maggioranza uscita dal nostro voto, ma anche per dimostrare capacità di comando.

Perdonare e tacere, sarebbe stata la scelta migliore per la Meloni, magari attribuendo un ministero alla Ronzulli che sarebbe come un ramoscello di ulivo, nel nome di un interesse ben più alto della supremazia e del riconoscimento di una primazia.

In questo quadro emerge la figura di Matteo Salvini, concreta, che non risponde in genere con livore neppure alle offese più gravi e che ha sempre tenuto come primo obiettivo l'unita della Coalizione di Centro Destra.

Spero che il tempo e l'intervento di pontieri possa appianare i dissidi, perchè non si può regalare Forza Italia al nemico e non esiste proprio sostituire Berlusconi con il due Renzenda, di cui nessuno potrebbe mai fidarsi.

Mi piace quindi ricordare la Meloni non quando battibecca con l'ottantaseienne Berlusconi, ma quando fa, benissimo, il Capo del Centro Destra, indirizzando le sue capacità dialettiche contro la sinistra.

14 ottobre 2022

La Russa Presidente di TUTTI gli Italiani


Ignazio La Russa doveva essere eletto Presidente del Senato e Ignazio La Russa è stato eletto.

Onore al merito della strategia di Giorgia Meloni che è riuscita ad ottenere il massimo risultato, anche ridimensionando il potere di ricatto di Forza Italia.

Per quanto ovvio avrei preferito un voto unanime dei senatori eletti nel Centro Destra, ma la Meloni ci ha dato una prima dimostrazione di come la sua probabile guida del governo, non avrà una caratterizzazione dorotea da signor Tentenna, ma una guida forte e determinata, capace di scelte anche difficili e rischiose.

Alquanto triste la parabola di Berlusconi, soprattutto nelle riprese che lo mostrano confuso al momento del voto e mentre si allontana con una mano appoggiata alla spalla della Santanchè e condotto sotto braccio da Gasparri.

Meglio per lui se si ritagliasse un ruolo da padre nobile del Centro Destra, anche se ha ragione nel contestare i veti personali, perchè se ad un partito di coalizione vengono attribuiti tot ministeri, chi mettere in quel ruolo dovrebbe essere esclusiva competenza del partito stesso e non di altri.

La Meloni, quindi, farebbe un gran bel gesto di pacificazione se, vinta la battaglia, concedesse un ministero alla Ronzulli.

Anche i cosiddetti giornalisti italiani hanno confermato la mia totale disistima, il tutto racchiuso nella squallida sbirciata dal buco della serratura, millantata da Mentana come uno scoop, con la ripresa e ingrandimento di una pagina di appunti di Berlusconi.

Uno squallore senza fine che dice al colto e all'inclita il livello personale e professionale e la credibilità e affidabilità di chi dovrebbe fornirci informazioni e notizie.

Devo però dire che mentre ieri ascoltavo per radio la cronaca delle votazione, ho goduto per un inizio mesto, con lo stesso tono di voce che usavano per il funerale della Regina Elisabetta II, che si è ravvivato, diventando garrulo e sopra le righe, quando è rimbalzata la notizia che Forza Italia non avrebbe votato La Russa.

Bellissimo lo sconcerto, mentre i due conduttori parlavano felici per cercare di capire cosa sarebbe accaduto dopo la prima votazione, quando dall'aula del Senato si è alzato l'applauso per il raggiungimento dei 104 voti da parte di La Russa.

I due azzittiti, balbettanti e poi con il tono funereo iniziale.

Purtroppo l'informazione in Italia è essenzialmente nelle mani di costoro: lunga vita ad internet !

Ma l'aspetto più rilevante di ieri è stato il bellissimo discorso di insediamento di Ignazio La Russa.

La Russa è un bravo avvocato, persona coerente, che mai ha rinnegato i Valori, gli Ideali che hanno contraddistinto tutta la sua vita (e non solo la sua) ed è un oratore cresciuto alla scuola di Giorgio Almirante, sicuramente il miglior maestro possibile.

Ma quello che ha detto e come lo ha detto ieri, ha superato ogni aspettativa.

Intendiamoci, non posso adattarmi a tutto quello che ha detto, sull'Unione del Male e sulle date da celebrare, ma da lui, Uomo di Destra, che ha conosciuto la violenza comunista e la discriminazione dell'infame arco costituzionale, abbiamo ascoltato un discorso di autentica pacificazione nazionale.

Parole inclusive che fanno di lui il vero Presidente degli Italiani e sono tanto più importanti e significative, perchè chi dovrebbe rappresentare l'unità degli Italiani pronuncia invece sistematicamente interventi divisivi e faziosi.

La Russa, con le sue parole, ha posto le premesse per chiudere, finalmente, la guerra civile iniziata l'8 settembre 1943 e proseguita anche dopo la fine della guerra guerreggiata, come abbiamo visto durante questa stessa ultima campagna elettorale.

L'unico dubbio (enorme !) è in merito alla capacità della sinistra di capirlo e di cogliere l'occasione nell'interesse della nostra Italia.

E non posso, infine, negare una grande soddisfazione per la scelta di Lorenzo Fontana per la presidenza della camera, per la sua caratterizzazione in Valori e Ideali che, per me, sono complementari a quello rappresentati sul piano strettamente politico da La Russa e che sono un soffio di speranza perchè possa cominciare a rallentare la deriva della nostra società civile.

Nonostante lo sbandamento di Berlusconi di ieri, la legislatura parte bene per un Centro Destra a guida Meloni, persona sin troppo sottovalutata, anche da me, ma che sta dimostrando, anche e soprattutto nella gestione della vittoria, capacità e determinazione che potrebbero farne un ottimo Primo Ministro.

Sicuramente migliore degli ultimi sei che si sono succeduti dal novembre 2011 ad oggi.



13 ottobre 2022

Cominciano le danze

Con l'elezione dei presidenti delle camere, inizia la XIX legislatura e, tempo una settimana circa, avremo finalmente un governo che sia espressione diretta della volontà popolare e non delle congiure di palazzo orchestrate dalle consorterie straniere, finanziarie e affaristiche.

Già questo fatto dice, a chiunque abbia un minimo di sale in zucca, che quello che si appresta a formare Giorgia Meloni è il miglior governo degli ultimi undici anni, a prescindere dal programma, dalla composizione e da quello che riuscirà a realizzare.

Sicuramente il miglior governo degli ultimi undici anni si troverà ad affrontare forse la più grave crisi degli ultimi ottanta anni, soprattutto a causa delle continue cessioni di sovranità a favore di una entità gestita da personaggi imbarazzanti come la Von der Leyen, Michel, la Metsola, Timmerman, Gentiloni e compagnia cantando.

Non sarà facile e la soddisfazione, per tutti noi che abbiamo votato Centro Destra, per la vittoria del 25 settembre, si diluirà nelle difficoltà inevitabili che il governo dovrà affrontare, soprattutto per gli impegni assunti da Draghi e dai suoi predecessori che non solo legano le mani alla Meloni, ma con i debiti fatti, hanno anche messo un cappio al collo di tutti gli Italiani.

Ci vorrebbe il coraggio e la forza di Alessandro Magno che, non riuscendo a sciogliere il nodo gordiano, lo tagliò con la spada e il taglio del nodo sarebbe l'uscita dall'Unione del Male.

Ma per ora rimane un sogno, un obiettivo lontano, da coltivare, ma sul quale non illudersi in tempi immediati.

Come un sogno resterà quella di un governo politico, tutto politico, perchè i tecnici, anche i professoroni universitari che ci spiegano sempre i "perchè" dei fatti, ma dopo che sono accaduti, senza azzeccare mai in anticipo una crisi economica o una scelta energetica, vanno bene per fare i direttori di ministero o i consulenti.

Nel momento in cui scrivo non vi è ancora l'elezione dei due presidenti, anche perchè il regolamento di camera e senato sono differenti, per cui presumibilmente avremo già il presidente del senato oggi e quello della camera domani.

Quindi si formeranno i gruppi parlamentari e, finalmente !, Mattarella potrà attivare la liturgia delle consultazioni.

In pratica, nonostante la netta vittoria del Centro Destra, abbiamo perso un mese per rispettare una liturgia stantia e priva di qualsivoglia utilità.

E questo per dire che ci sarebbero tante questioni in cui mettere le mani, anche oltre l'immediatezza delle bollette e dell'energia.

Non sarà una legislatura costituente, ma potrebbe essere la legislatura della svolta, con l'ingresso di una Destra che sia tale alle maggiori responsabilità di governo.

E considerando il fallimento della sinistra cattocomunista e dei sopravvalutati tecnici, la svolta è già agli atti.