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Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

31 gennaio 2023

Cinema e televisione veicoli di corruzione

La visione di film e telefilm degli ultimi tempi, mi ha portato a rivalutare la capacità dei vecchi film e telefilm nel proporre modelli di vita, costumi, anche sessuali, Valori, di spessore.

Perchè cinema e televisione sono anche questo: veicoli di costumi, usi, informazioni, modelli di vita.

E in tale ruolo possono assumere, a seconda di quello che proiettano, Valori positivi o disgreganti, possono rinforzare le fondamenta di una Civiltà e di una Società o, al contrario, demolirle.

Personalmente sono sempre stato contrario e mi accosto con diffidenza a film, telefilm, ma anche romanzi, che vorrebbero "inviare un messaggio", qualunque sia.

Se io scelgo una lettura impegnata, un saggio, mi ci accosto con una forma mentis impostata alla critica, quindi a non accettare passivamente quello che l'Autore mi propone.

E' un atteggiamento che stimola il filtro delle opinioni altrui, con la nostra esperienza e conoscenza e forma la nostra, personale, unica, opinione.

E' più difficile impostare tale filtro davanti ad un romanzo al quale ci si è accostati per mero divertimento, abbassando le difese mentali, pensando di leggere un giallo o una visione fantascientifica ed è ancora più difficile filtrare le immagini, i bombardamenti veloci, che arrivano da film e telefilm.

Se in passato molti dei Valori ai quali mi ispiro possono essere trovati nei film western classici e, in particolari, in quelli di John Wayne, oggi tremo al pensiero che scene come quelle che si possono guardare nella penultima serie di Star Trek (Star Trek Discovery) possano corrompere giovani (e meno giovani) cittadini rendendoli meno consapevoli sul Bene e sul Male.

Altrettanto devo dire di alcuni romanzi, soprattutto gialli svedesi o scandinavi in genere, dove anche il concetto di Giustizia è svilito e subordinato a quello di "inclusione" e di "accoglienza".

Per non parlare di pubblicità che mostrano una società come la vorrebbero i cinematografari, non come è o dovrebbe essere in Italia.

Ma, soprattutto, una società che non esiste da nessuna parte al mondo e che rappresenta solo una utopia che non tiene conto delle differenze e, pur di inchinarsi davanti a movimenti violenti come il blm e il woke, calpestano le nostre Tradizioni e tradiscono la nostra Identità.

Ho il timore che se siamo giunti a questo punto, se viviamo in una Società decadente, con la prospettiva della sottomissione, ciò sia una conseguenza della debolezza morale indotta anche (non solo, sia ben chiaro, ma ANCHE) dai prodotti televisivi e cinematografici che ci vengono propinati.

Ragionare e intervenire anche su questo potrebbe, se non guarire, almeno sanare qualche ferita della nostra Civiltà.

30 gennaio 2023

Governare è una maratona

 


A cento giorni dal suo insediamento, Giorgia Meloni ha prodotto un altro dei suoi "appunti", ottima iniziativa (purchè non se ne abusi) per fornire quelle informazioni che giornali, radio e televisioni, asserviti alle consorterie unioniste, finanziarie e affaristiche, negano, travisano, manipolano al fine di supportare i loro pregiudizi ideologici.

Se, ancora una volta, tutti i sedici minuti del video, sono da ascoltare, una frase mi piace commentare: governare non è una gara sui cento metri, ma una maratona.

La Meloni ha perfettamente ragione.

I danni inflitti dai cattocomunisti e, soprattutto, nel periodo che parte con la presidenza Monti e finisce con quella Draghi, passando per Letta, Renzi, Gentiloni e Conte2, sono tali che anche cento giorni di "luna di miele" non possono ripararli.

Probabilmente non ci si riuscirà neppure in una legislatura, forse solo con due legislature consecutive di Governo Meloni.

In ogni caso anche dopo soli cento giorni comincia ad alzarsi il velo sulla cifra di governo della Meloni e la visione complessiva mi piace, con esclusione netta della posizione sull'Ucraina, compresa quella apparente lentezza nell'affrontare il necessario riposizionamento delle figure apicali della pubblica amministrazione.

Gli accordi con Algeria e Libia, si vedranno nel tempo, come pure la politica di contrasto dell'immigrazione e, nel frattempo, è da registrare come le ong adesso siano in grado di spedire in mare solo un paio di imbarcazioni rispetto alla decina di una volta.

Ovvio che l'auspicio e la speranza sia quella di azzerare gli sbarchi e, in tal senso, non posso che apprezzare la decisione di inviare alla marina libica cinque nuove motovedette che serviranno a pattugliare le loro coste, stornando i tentativi di partenza dei clandestini.

Bene anche la cautela con la quale si affrontano i temi delle riforme, dal presidenzialismo all'autonomia differenziata fino a quella della giustizia, anche se personalmente vorrei che i pubblici ministeri dipendessero dal ministero della giustizia per intervenire più efficacemente contro la criminalità che turba i cittadini e non inseguendo indagini ideologiche.

Ancora una volta la sterzata rispetto al passato appare concreta, ma gli effetti, quelli veri, li potremo vedere solo tra alcuni anni, quando riforme e interventi saranno divenuti realtà consolidata.

Vorrei inoltre evidenziare come, oggi, non si parli più di ddl Zan, eutanasia, ulteriori cessioni di sovranità.

E anche lo "stare in Europa", anche favorito dalle difficoltà di Macron e dalla debolezza del governo tedesco di Scholz, vede l'Italia maggiormente pimpante e autonoma, punto di riferimento di stati meno popolosi, ma che rappresentano "l'altra Europa", quella dei Popoli e delle Nazioni e non della finanza e della banca centrale, anche in virtù di governi sganciati dal partito socialista e vicini o all'ala destra del partito popolare, o ai conservatori di cui la Meloni è presidente in Europa.

Se il buongiorno si vede dal mattino, stiamo intravvedendo una luce in fondo al tunnel in cui, da Monti a Draghi, avevano portato l'Italia e gli Italiani.

29 gennaio 2023

La Svezia da sogno a incubo

Sull'ultimo numero di Panorama ho trovato un servizio sulla Svezia, dove è imminente, poche decine di anni, il sorpasso degli immigrati sulla popolazione autoctona.

La Svezia era un modello, un sogno, un punto di arrivo per tanti negli anni sessanta, settanta e ottanta.

Veniva portata ad esempio positivo di quel che poteva realizzare il socialismo.

Poi cominciarono i primi scricchiolii per l'enormità della vessazione fiscale necessaria a mantenere in piedi l'oneroso sistema "dalla culla alla tomba" e che fu sintetizzata dalla contestazione di una socialista pentita, molto famosa per essere stata la creatrice letteraria di un personaggio noto agli adolescenti di tutto il mondo: Pippi Calzelunghe.

Astrid Lindgren, ad un certo punto, infatti denunciò di dover pagare oltre il 100% del suo reddito per il distorsivo sistema fiscale svedese e "tirò la volata" al primo governo non socialista dopo oltre settanta anni, presieduto dal centrista Thorbjorn Falldin nel 1979.

Tale rottura provocò il rientro della Svezia in una, forse tardiva, normale alternanza tra socialisti e Centro Destra.

Nel frattempo, però, la Svezia si era impoverita e di tutto ciò ne abbiamo una fotografia nei romanzi degli scrittori scandinavi, cupi, con personaggi alle prese con problemi introspettivi, economici, di relazione e manifestamente incapaci di reagire, ma con una rassegnata acquiescenza alla decadenza personale e sociale, con un atteggiamento di normalità verso le devianze sessuali e la presenza costante e massiccia di immigrati.

Perchè ai problemi causati dalle politiche assistenzialiste dei socialisti, si sono negli ultimi anni aggiunti i problemi derivanti da una immigrazione selvaggia, favorita da un approccio politicamente corretto in ordine all'accoglienza da parte di tutti i governi svedesi e della popolazione.

La Svezia è diventata così la principale nazione che ha svenduto la sua Identità, le sue Tradizioni, la sua Storia, piegandosi alla vuote frasi degli immigrazionisti, davanti ai quali si sono genuflessi, estendendo agli ultimi arrivati, che rifiutano usi, costumi e leggi svedesi pretendendo di conservare i propri, tutti i benefici pagati dagli svedesi negli anni.

Abbiamo così una popolazione autoctona impoverita dai socialisti e priva di spina dorsale che non reagisce all'invasione voluta da una impostazione ideologica che porta all'estinzione di una nazione, a fronte di un sempre maggior numero di immigrati che impongono i loro costumi e che, una volta che avranno raggiunto la maggioranza numerica, distruggeranno l'intera nazione, depredandola senza fornire alcun contributo alla ricchezza nazionale e, in ultima analisi, trasformando gli autoctoni svedesi in schiavi nella loro stessa patria che dovranno lavorare per mantenere i nuovi padroni della loro terra.

Non so se il timido risveglio segnalato dal successo del partito dei Democratici Svedesi, considerato di estrema destra e che sostiene dall'esterno il nuovo governo formato da Moderati, Liberali e democratici cristiani, farà in tempo ad evitare la sottomissione degli svedesi ai nuovi arrivati, da loro stessi accolti, curati, nutriti e cresciuti.

Ma la Svezia può rappresentare un monito per tutti noi, per contrastare l'immigrazione selvaggia  a cominciare da quella clandestina, bloccandone gli arrivi.

E' prima di tutto una rivoluzione mentale, culturale e civile che dobbiamo metabolizzare, passando dall'apatia politicamente corretta, ad un sostegno attivo per tutte le azioni che verranno messe in campo per rovesciare la tendenza che rischia di portarci in scia alla Svezia.

Senza aver paura di considerare l'uso della forza, perchè con le parole ed i trattati non si è mai fermato nessun invasore.



28 gennaio 2023

Indipendenza energetica = spedire a quel paese Greta, i suoi mandanti e seguaci

Il Governo Meloni, come del resto ogni governo italiano e di altra nazione in questi tempi di comunicazione veloce, è impegnato su più fronti, per ognuno dei quali, chi vi è coinvolto, ritiene debba essere aperta una via privilegiata per l'urgenza dei problemi.

E se arriviamo all'alba del 2023 con così tanti problemi "urgenti", vuol dire che chi ha preceduto la Meloni, non solo non ha fatto nulla, ma, anzi, ha peggiorato la situazione come risulta dal debito pubblico che, dall'ultimo governo di Centro Destra, quello di Berlusconi rovesciato da un complotto internazionale nel novembre 2011, è aumentato di quasi mille miliardi, invece di diminuire.

Ieri ho ascoltato anche un vecchio refrain sull'educazione civica a scuola, collegata all'educazione stradale in seguito ai tanti incidenti che si manifestano, che porterebbe gli studenti a passare ore ed ore in classe, riducendo le materie importanti e di base a cominciare dall'italiano.

E' evidentemente impossibile che in cinque anni di legislatura di Centro Destra (complotti internazionali permettendo) si riescano a risolvere i problemi aggravati da undici anni di cattocomunismo, quindi vedo con piacere che la Meloni sembra essersi indirizzata verso due importanti problemi: l'immigrazione e l'energia.

Sulla prima ho scritto e scriverò numerosi commenti e, per farla breve, ritengo i provvedimenti del Ministro Piantedosi migliorativi, ma non risolutivi, convinto come sono che il problema, ormai, possa essere risolto solo con l'uso sistematico e determinato della forza.

Sull'energia leggo affermazioni che invece vanno sulla giusta direzione.

Si parla infatti di indipendenza energetica e se a sinistra la interpretano come indipendenza dalle forniture russe, mi pare che la Meloni la declini avendo come obiettivo l'autonomia nazionale da qualsiasi fonte.

Per arrivare a tale obiettivo, però, occorrono investimenti e tempi di realizzazione di piattaforme per l'estrazione del gas e per la costruzioni delle nuove centrali nucleari.

E nel frattempo ?

Nel frattempo dobbiamo evitare di legarci ad un solo fornitore e, in questo senso, gli accordi con l'Algeria e con la Libia dovrebbero unire l'utile di una fornitura da almeno due forni della materia prima, con l'utile di una politica di respingimento dei clandestini in pieno accordo con gli altri stati rivieraschi.

Ma in campo energetico, il passo più importante sarebbe quello di spedire a quel paese (eufemismo) Greta Thumberg, i suoi mandanti delle consorterie affaristico finanziarie e i suoi seguaci che sanno solo creare disturbi e rovinare proprietà e beni pubblici e privati.

Non importa quanto possa essere succube l'Unione del Male alle politiche "verdi", importa cosa sia necessario all'Italia per garantire sicurezza e benessere agli Italiani.

E sicuramente le fisime "verdi" non rientrano in tale ambito.

27 gennaio 2023

Stipendi differenziati dal costo della vita

Durante la prima repubblica, era diventata un'amara barzelletta l'assunzione di postini palermitani (o in genere del Sud) per posti a Milano (o al Nord) che, dopo pochi mesi, chiedevano e ottenevano (grazie ad un ministero saldamente nelle mani di ministri democristiani siciliani) di essere trasferiti a casa, per i motivi più disparati, tra i quali l'onerosità delle permanenza nel Nord.

In tal modo nel Nord c'era una endemica carenza di organico, mentre nel Sud esubero di personale che non si poteva licenziare.

Quel che accadeva in modo strutturale per i postini è sempre accaduto nella prima repubblica (e anche dopo) in tutti i settori del pubblico impiego, dove i dipendenti cercavano prima l'assunzione e poi il modo per capitalizzare al massimo un posto dal quale non potevano essere rimossi.

Da sempre, il costo della vita al Nord è maggiore che al Sud e  retribuire con il medesimo stipendio chi lavora al Nord e chi lavora al Sud, chi vive al Nord e chi vive al Sud, comporta una disparità verso chi è al Nord, rendendo quel posto di lavoro meno ambito.

Una soluzione sarebbe quella di riservare i posti della pubblica amministrazione solo ai residenti, ma, quando fu tentata dalla prima Lega di Bossi al governo con Berlusconi, ci fu la sollevazione di magistratura e corte costituzionale.

L'altra soluzione riemerge ogni tanto e, oggi, pare che sia stato il Ministro dell'Istruzione e del Merito Valditara ad accennarne: stipendi differenziati in base al costo della vita.

A me pare una soluzione ragionevole, perchè l'insegnante (ma anche l'infermiere, l'impiegato del catasto, del tribunale) che risiede al Nord deve avere la possibilità di comprare, ad esempio, lo stesso appartamento, per dimensioni e classe, che può comprare il suo collega al Sud, risparmiando la stessa cifra sullo stipendio.

La soluzione potrebbe essere trovata in un contratto pubblico in cui ad una parte fissa, uguale per tutti, si aggiungessero delle "indennità di sede", basate sul costo della vita, che verrebbero articolate su base provinciale e verrebbero revocate, diminuite, aumentate in base alla sede in cui, di volta in volta, il dipendente pubblico, scegliendo anche di risiedervi, fosse destinato e in proporzione al giorni di permanenza.

La proposta è talmente logica, giusta e funzionale al miglioramento della pubblica amministrazione, che ha ovviamente ottenuto l'opposizione della sinistra e della trimurti sindacale.

I cattocomunisti, infatti, si distinguono sempre per la quotidiana marchetta finalizzata a danneggiare l'Italia e gli Italiani.


26 gennaio 2023

Speranze e timori

Ieri, per la prima volta, il Consiglio Superiore della Magistratura, ha eletto un Vicepresidente che non risponde alla logica cattocomunista.

L'Avv. Fabio Pinelli, infatti, è rappresentante laico (cioè non togato) indicato dalla Lega tra i sette (su dieci) non togati eletti dal Parlamento per la maggioranza di Centro Destra.

La notizia, di suo, induce a forti speranze per un giro di vite sulla magistratura ideologizzata e per un maggior interesse della giustizia per le questioni che coinvolgono gli Italiani e non per sostenere i teoremi cattocomunisti.

Il timore è che anche l'Avv. Pinelli possa essere indotto ad agire come gli arbitri che devono dirigere le partite della loro squadra del cuore, fischiando, per mostrarsi imparziali, più contro che a favore di quella stessa squadra.

E' un difetto che abbiamo solo noi a Destra, perchè a sinistra non si fanno alcuno scrupolo a mostrarsi faziosi e fanno ridere le parole della capogruppo al senato del pd, che si dice contraria all'elezione diretta non solo del presidente della repubblica ma anche di quello del consiglio, perchè la figura deve essere terza e super partes.

Praticamente ci dice che Mattarella dovrebbe dimettersi, non essendo nè terzo, nè super partes, come pure avrebbero dovuto farlo Napolitano, Ciampi, Scalfaro e Pertini.

Ma i cattocomunisti ogni giorno ne sparano così tante che è impossibile tener dietro alla loro propaganda che, purtroppo, diventa le tavole della legge per la stampa, radio e televisioni asservite.

Tornando all'elezione del Vicepresidente del Csm, solo il tempo ci dirà se sarà capace di rimanere coerente con la sua area di appartenenza, con beneficio per la giustizia e per tutti gli Italiani, intento registriamo il dato positivo di questo cambiamento epocale, turbato solo dall'ombra del voto a suo sostegno del rappresentante renziano e che ci porta a dubitare che saranno sempre rose quelle che fioriranno.

25 gennaio 2023

Chiudere la propaganda radiotelevisiva mascherata da giornalismo

Sono anni che non guardo le trasmissioni televisive di "informazione" così come non ascolto quelle radiofoniche e, ormai, ho perennemente sintonizzata l'autoradio su "Radio Italia solo musica italiana" (sperando che trasmettano poche di quelle lagne dei cantanti che strascicano le parole e la voce come muezzin).

Ho nostalgia della Tribuna Politica e della Tribuna Elettorale di Jader Jacobelli e Ugo Zatterin, dei quali non ho mai capito le idee politiche a differenza dei conduttori odierni, più faziosi che schierati.

Le trasmissioni del anni sessanta e settanta, sulle quali mi sono "formato", erano poche (una alla settimana che aumentava ad una al giorno sotto elezioni), concrete, argomentate, ordinate e si poteva capire la proposta del politico e quindi del suo partito.

Erano strutturate in modo semplice ma perfettamente ed equamente regolato, nelle due forme esistenti. 

In una il Segretario del partito rappresentato in parlamento, rispondeva, nel corso di una trasmissione di un'ora, alle domande di un gruppo di giornalisti, spesso direttori o editorialisti dei principali quotidiani, secondo la formula: esposizione iniziale del segretario, domanda, risposta, replica e controreplica in tempi contingentati per permettere a tutti i giornalisti designati di fare le loro domande.

L'altra era il dibattito fra due esponenti di due partiti, in genere maggioranza e opposizione, con l'estrazione a sorte di chi parlava per primo e con tempi uguali e contingentati a disposizione di ciascuno.

Pochissime interruzioni.

Ricordo dibattiti bellissimi (tra Andreotti e Almirante, tra Almirante e Malagodi, tra Malagodi e Pajetta) e ricordo che i comunisti si sono sempre rifiutati di dibattere con Almirante, con la scusa dell'antifascismo, ma in realtà nel terrore di venire bastonati dalla dialettica di un politico sopraffino cui solo Andreotti, Fanfani e Malagodi erano in grado di contrapporsi.

Poi arrivò Costanzo, sullo sgabello (ho sempre preferito lo sgabello della Parietti ...) che la buttò in caciara per fare ascolti.

Fu la fine del dibattito argomentato, colto, informato e informativo, per diventare un'arena gladiatoria, dove vince (apparentemente) chi urla più forte e chi non fa parlare l'avversario.

Poichè la formula sembrava piacesse agli spettatori che la seguivano e quindi raccoglieva pubblicità, si è rapidamente arrivati alla spazzatura odierna dove, ad ogni ora della giornata, si susseguono conduttori faziosi (di sinistra) che non guardano all'informazione, ma all'audience ed a portare acqua al mulino del pci/pds/ds/pd (ma il loro reale seguito lo si vede ad ogni elezione).

Nessuna di quelle trasmissioni può essere considerata di "informazione", al contrario è pura disinformazione, realizzata unicamente per inculcare a forza parole d'ordine, schemi mentali, priorità, terrorismo, catastrofismo, insomma per indebolire la capacità delle persone che vi si abbandonano alla visione, di ragionare e di scegliere bene.

Queste trasmissioni, che non sono di "informazione", ma non sono neppure "giornalismo", sono funzionali alla creazione di una massa amorfa di obbedienti sudditi, indottrinati e timorosi di distinguersi dal gregge, abituati quindi a belare in coro.

Sono gli stessi verso i quali film e telefilm accreditano situazioni "politicamente corrette" ma che, in ultima analisi, corrompono la Società e demoliscono la Civiltà.

Ma su film e telefilm orientati a creare bisogni, aspettative, uniformità di linguaggio e di pensiero, parlerò in un altro momento.

24 gennaio 2023

Si può fare tutto

Per due giorni i benzinai sciopereranno per protestare contro quella che loro considerano la "criminalizzazione" della categoria cui sono stati accollati oneri informativi per dimostrare l'adeguatezza del prezzo alla pompa.

Il Governo e la Meloni in prima persona, hanno spiegato dettagliatamente le ragioni di un aumento che, comunque, contiene il prezzo al di sotto di quanto è stato praticato in passato, da Monti a Draghi, passando per Letta, Renzi, Gentiloni e Conte 2, con o senza la sospensione delle accise.

Sospensione, non abolizione e sospensione a termine, scaduto il quale sono state ripristinate perchè il prezzo generale era rientrato a livelli abbordabili.

Ma, dicono, all'estero si paga di meno, perchè non hanno le accise.

Allora perchè, da Monti a Draghi e compagni in mezzo, nessuno ha abolito le accise ma, al massimo, le ha sospese ?

Perchè servono al bilancio dello stato e la Meloni ha ben spiegato che quei dieci miliardi lei ha preferito utilizzarli per dare un aiuto concreto e strutturale a quella parte di Italiani che più soffre gli aumenti dei costi dell'energia.

Approvo.

Aggiungo inoltre che si potrebbe avere sia l'aiuto strutturale sull'energia, che l'abolizione delle accise.

Inserendovi anche la sospensione dei finanziamenti all'Ucraina e dell'invio di armi, il respingimento attivo dei clandestini, l'adeguamento integrale al costo della vita di tutte le pensioni, la estensione della flat tax a tutti i contribuenti, la riduzione dei costi energetici con l'immissione di quantità adeguate di gas e petrolio proveniente dalla Russia e a prezzi di favore, una legislazione, sulla giustizia, sulla cosiddetta ecologia, sui cosiddetti "diritti umani", che finalmente rappresenti una svolta rispetto al politicamente corretto.

Però bisogna uscire dall'Unione del Male, abbandonare l'euro e ritornare alla Lira.

Perchè l'ostacolo a realizzare tutto quello che desideriamo è solo e soltanto l'appartenenza all'Unione del Male, i vincoli di bilancio, la genuflessione davanti alle "osservazioni" di una commissione squalificata da ogni singola dichiarazione dei suoi membri, dalle sanzioni e dalle multe che vengono comminate se non si rispetta una loro direttiva, insomma da un dirigismo marxista di impronta stalinista.

Del resto il comportamento tenuto in undici anni di governo, da Monti a Draghi, passando per Letta, Renzi, Gentiloni e Conte2, è emblematico della sudditanza nella quale hanno spinto noi Italiani e la nostra Patria.

Ed è purtroppo la presenza di quei signori, con chi li sostiene anche elettoralmente, anche son il solo voto, sulla stampa, per radio e nelle televisioni, che costringe anche la Meloni a non poter fare tutto quello che si può fare uscendo dall'Unione del Male, ma a dover agire con prudenza, con lentezza e scegliendo le priorità.

Se noi Italiani fossimo compatti nel mandare a quel paese l'Unione del Male, i problemi finirebbero presto.

Purtroppo il male endemico di tanti piccoli italioti è di prestarsi a servire lo straniero, Franza o Spagna (o Germania), pensando di poterne ricavare un effimero vantaggio personale, salvo poi montare in cattedra quando vedono che qualcun altro cerca di liberare gli Italiani dalle catene cui loro si sono prontamente abituati.


23 gennaio 2023

Politica e magistratura

Normalmente condivido le dichiarazioni di Salvini, ieri però ne ho ascoltata una che mi ha disturbato.

Salvini chiede che finisca la contrapposizione tra politica e magistratura.

Mi è sembrata la dichiarazione di uno che è sotto tiro della magistratura, come in effetti è con l'ignobile processo di Palermo nel quale è imputato per aver cercato di difendere i Confini della Patria.

L'argomento, sotto traccia, è l'azione del Ministro Nordio e, in particolare, la revisione delle intercettazioni.

Personalmente sono contrario alle intercettazioni che sono l'equivalente dello spiare il prossimo dal buco della serratura o di ascoltare una conversazione altrui tendendo l'orecchio su una porta chiusa.

Ma il discorso è molto più ampio.

Al di là di tutte le menate sulle norme costituzionali, la divisione dei poteri eccetera, dal 1992, con la vicenda di Mario Chiesa, i magistrati si sono sistematicamente presi sempre più spazio, tenendo sotto scacco una politica incapace di difendersi e di reagire nella convinzione che l'azione della magistratura avrebbe portato acqua al proprio mulino.

Io vorrei invece una magistratura che tornasse nel suo alveo naturale, quello di dirimere le controversie tra privati e quello, applicando le leggi esistenti e non manipolandole e rivoltandole in base alla propria ideologia, di condannare chi si rende colpevole di reati contro la persona, il patrimonio, la proprietà.

Tutti il resto che svolge la magistratura oggi, i suoi sostenitori dicono "come supplenza della politica", non spetta ai magistrati, ma ai parlamentari.

Così per le unioni e adozioni degli omosessuali, il respingimento dei clandestini, l'eutanasia e via discorrendo.

La magistratura torni a fare la magistratura nell'interesse degli Italiani, come dovrebbero fare tutti i dipendenti pubblici quali i magistrati sono.

Se hanno voglio di far valere le loro idee politiche, allora si candidino o formino un partito e si presentino agli Elettori.

Lasciando, per sempre, la magistratura, perchè chi si schiera, non può più essere super partes.

Quindi ben venga una revisione di quella pratica che è l'intercettazione, per restituire spazio alle investigazioni e alle condanne basate su dati certi e non su teoremi.

Perchè ciò accada, però, la Politica deve riappropriarsi del suo ruolo, abbandonando ogni subalternità alla magistratura.

22 gennaio 2023

I sogni son desideri (spesso irrealizzabili)

Twitter ha un sistema di comunicazione basato sulla pubblicazione nella pagina che uno guarda, degli interventi, commenti, inoltri da parte di chi si segue.

Se anche c'è qualcuno che seguo e commenta gli assurdi interventi di questo o quel cattocomunista per contestarne la tesi, per lo più, come è logico che sia, io leggo gli interventi, commenti e inoltri di numerosi utenti latamente di Centro Destra.

E se la posizione più gettonata è quella che ha, come massima espressione, Marcello Veneziani che, anche nel suo fondo odierno ne La Verità, dichiara la sua insoddisfazione generale, pur prendendo atto del miglioramento avvenuto con il Governo Meloni, riconoscendone i meriti, ma anche rendendosi pienamente conto dei vincoli cui è comunque sottoposto, c'è una rumorosa minoranza che sogna una rivoluzione che mai ci sarà, sotto forma di azioni di governo al 100% con il bollino della Destra.

Così continuo a leggere di azzeramento del consenso della Meloni "se continua così" (ma quale sarebbe l'alternativa ? Conte ? Letta o uno dei suoi quattro possibili rimpiazzi ? Renzi ? Draghi ? Direi tutti peggio della peggior Meloni e, nell'ordine scritto, uno peggio dell'altro).

Leggo di prossimi processi, ergastoli, punizioni di ogni genere nei confronti di chi si è reso colpevole della politica sanitaria che ha sottratto Libertà agli Italiani.

Leggo di bellicose dichiarazioni contrarie al comico di Kiev e, quando non esplicitamente a favore della Russia, quantomeno neutrali.

Leggo di cosa si dovrebbe fare con il reddito di cittadinanza, la politica energetica, le tasse, le leggi penali.

Tutte questioni che condivido, che idealmente appartengono al mio retroterra culturale e politico, ma che restano ancorate nel limbo dei sogni.

Chi chiede alla Meloni di agire come se l'Italia fosse una cellula unica e isolata dal resto del mondo, è fuori dalla realtà e porta solo acqua al mulino di quelli contrari alle tesi che si vorrebbero sostenere.

Vedo, purtroppo, che si riproduce lo stesso schema che alle elezioni del 25 settembre ha portato una rumorosa minoranza ad alzare i decibel della propaganda, per poi scoprire di non riuscire ad eleggere neppure un parlamentare, ma consentendo ai cattocomunisti di esercitare il loro potere di ricatto sulle riforme costituzionali in quanto i pochi voti ottenute dalle liste monotematiche se non hanno portato eletti, hanno però impedito al Centro Destra di raggiungere i due terzi dei seggi necessari per evitare le Forche Caudine del referendum confermativo sulle riforme e dover quindi scendere a compromesso con uno o più dei partiti di opposizione.

Lo stesso schema si ripropone nel leggere Forza Nuova, CasaPound e tutte le altre liste e movimenti, nonchè singoli utenti, che se la prendono quasi esclusivamente con la Meloni alla quale chiedono, tutti, di fare, subito, tutto quello che non è stato fatto in passato e non per un solo problema che, al limite, potrebbe anche essere affrontabile se tutti vi confluissero, bensì per una serie infinita tanto quanto sono le sensibilità personali di chi chiede.

E la conclusione è sempre la stessa: la Meloni è come gli altri e non avrà il mio voto, senza pensare che qualora dovessimo seguire tale linea, ci ritroveremmo con Conte, Draghi, Renzi, Bonaccini/Schlein/Cuperlo/DeMicheli, con il ddl Zan in vigore, con il green pass attivo, con l'obbligo di vaccinazioni, con tasse sulle case, ogni obbligo "verde" possibile immaginabile, riforma del catasto, Mes non solo ratificato, ma già incassato in cambio di genuflessioni continue, clandestini senza limiti e magari con truppe già inviate a supporto del comico di Kiev.

Veneziani, oggi, sintetizza scrivendo che dato cento quello che viene richiesto, il Governo nazionale può intervenire per uno ma il restante 99 è una scelta obbligata.

La differenza che rende accettabile la Meloni a differenza di Draghi, Conte e compagni, è che con la Meloni siamo a più uno, con gli altri saremmo a meno uno.

E questo significa mantenere aperto uno spiraglio per cambiare questo mondo in cui Veneziani continua a vedersi, come mi vedo anch'io e come sicuramente si vedono tutti quelli che si stracciano le vesti contro la Meloni, all'opposizione, nonostante le elezioni del 25 settembre siano state vinte dal Centro Destra che, comunque, ricordiamoci resta sempre una coalizione, in cui convivono anche elettori "moderati", più disponibili a compromessi con le consorterie affaristico e finanziarie.

Sognare è bello e, ancora, non è vietato, ma la politica, quella vera, non quella urlata di Twitter, è l'arte del possibile, di realizzare quello che si può, con quello che si ha, nel mondo che abbiamo, non in quello che vorremmo che fosse.

E finchè c'è la possibilità di realizzare anche quel più uno di cui scrive Veneziani, dovremmo tutti tirare dalla stessa parte, per consegnare a chi verrà dopo di noi un mondo in cui continui ad esistere la speranza di un cambiamento.



 

21 gennaio 2023

In marcia verso la distruzione

I ministri della difesa occidentali si sono riuniti ed hanno allegramente deciso di marciare verso un aumento del livello di scontro con la Russia, finanziando e cedendo altre armi, anche offensive e moderne, al comico di Kiev.

Ricordo che la giustificazione addotta da Truman per il lancio delle due bombe atomiche sul Giappone nel 1945, a guerra ormai vinta, fu quella del limitare la perdita di vite di soldati statunitensi che si sarebbe avuto per conquistare il Giappone palmo a palmo.

La stessa scusa è stata sventolata da Zelensky per richiedere armi offensive e moderne; risparmiare vite dei soldati ucraini.

E se la Russia adducesse la medesima motivazione per lanciare qualche missile nucleare sull'Ucraina e terminare lo stillicidio di morti tra i soldati russi ?

E se l'Occidente rispondesse con un intervento diretto ?

Lo scontro che si riuscì ad evitare, per motivi ben più rilevanti, quando esisteva l'Unione Sovietica, sembra avvicinarsi a passo di marcia oggi, per compiacere le consorterie affaristico e finanziarie, riunite a Davos, che vogliono eliminare ogni ostacolo, come la Russia di Putin, al loro dominio oligarchico del mondo, senza alcun mandato popolare. 

Purtroppo Draghi ha compromesso la posizione dell'Italia e, oggi, siamo costretti a seguire gli alleati per evitare di fare la solita figura dell'Italia che inizia la guerra da una parte e la finisce dall'altra.

Ma non è solo la guerra imminente, mentre l'Europa marcia ottusamente verso la distruzione, allucinanti personaggi trovano spazio su una stampa squalificata e inaffidabile.

Così leggiamo di una signora che blatera contro uno dei prodotti caratteristici e più tradizionali della nostra terra, appoggiando le isterie di tristi personaggi del Nord, miserabili quanto la vita che costringono a fare ai loro cittadini, che non amano il Bello e il Buono, come il Vino.

E se anche un solo bicchiere di vino rimpicciolisse il cervello, ci conserverebbe sempre molto più del vuoto tra le orecchie di chi straparla, in preda ad una servile esterofilia.

Il compito che spetta alla Meloni ed al suo governo è improbo e credo sarebbe già un successone se si riuscisse a fermare il declino per porre delle basi che ci consentissero di risalire la china.

Ma per riuscirci, dobbiamo prima affrancarci dalle parole d'ordine che, quotidianamente, tramite una stampa asservita, ci propinano in modo tambureggiante le consorterie finanziarie e affaristiche.

Il primo passo è non credere a quello che scrivono i quotidiani e dicono in radio e televisione, evitando di soffermarsi su programmi spazzatura che conduttori faziosi finalizzano solo alla propaganda di parte.

Un cammino lungo molto più di una legislatura.



20 gennaio 2023

Pubblico e privato

Chi mi conosce sa che sono un Reazionario sui Valori Etici e Morali e un Liberista in Economia, quindi un Uomo di Destra a tutto tondo, senza alcuna sbavatura o inquinamento socialisteggiante.

In sostanza credo che lo stato debba occuparsi solo di difesa dei confini, sicurezza interna e ordine pubblico, amministrazione della giustizia e rapporti con gli altri stati.

Tutto il resto deve essere lasciato ai privati o privatizzato, inclusi quei carrozzoni che sono la sanità e l'istruzione.

Purtroppo dobbiamo confrontarci con decenni di statalismo, che impongono, se anche si volesse privatizzare la sanità e l'istruzione, di accollarci una gradualità che impiegherebbe anni per liberarci da quei carrozzoni clientelari.

Ciò non toglie, però, che si debba lasciare allo straniero e senza controlli la vita economica e, soprattutto, quelle attività che possono impattare sulla Sicurezza Nazionale.

Non vedo quindi perchè si abbia così fretta di privatizzare, in perdita, Ita o il Monte dei Paschi.

Negli anni 80-90 fu Prodi che svendette il patrimonio pubblico senza ricavarne quello che era giusto e senza quindi rientrare, come stato, delle spese sostenute.

Ita e Monte dei Paschi ci sono costati miliardi quando la scelta migliore sarebbe stata di farli fallire, ponendo le premesse per la rinascita di nuove aziende, in regime di libera concorrenza tra loro.

Lo abbiamo visto con il virus cinese e lo vediamo ancora di più con la crisi energetica quanto possa essere importante avere sempre disponibile una società che possa essere funzionale agli interessi nazionali.

Credo che il settore del trasporto aereo e del credito non possano essere considerate eccezioni rispetto al settore energetico e delle telecomunicazioni e, pertanto, lo stato, cioè noi, che ha già pagato miliardi per "salvare" quelle aziende, dovrebbe pensare a conservare una presenza interamente o a sicura maggioranza italiana con diritto di veto sulla eventuale cessione delle quote di maggioranza a soggetti stranieri, ovviamente sulla base di una gestione economica, in utile e non clientelare.

Avere una linea aerea che garantisca i collegamenti interni ed eventualmente con le principali capitali estere, al pari di una linea ferroviaria, così come una stazione radiotelevisiva per fornire notizie e non propaganda o una società di gestione delle telecomunicazione per garantire le comunicazioni interne, come pure una società energetica preposta a produrre energia nazionale da immettere nelle nostre attività, non sarebbe una violazione dei principi dell'economia liberale, ma la rete di protezione degli interessi nazionali contro la speculazione e il dirigismo dell'Unione del Male.

E se agli gnomi di Bruxelles la cosa non dovesse garbare, potremmo sempre felicemente ritornare alla nostra piena Sovranità e Indipendenza, anche monetaria.

Ma cedere Ita e Mps senza rientrare di tutto quello che lo stato, cioè noi, ci abbiamo messo, almeno negli ultimi anni, sarebbe solo un'operazione in perdita, senza prospettiva.


19 gennaio 2023

Al via le riforme del Centro Destra

Dopo essere stata costretta a provare a disinnescare le trappole e tamponare i danni di Draghi, la Meloni si incammina verso quelle riforme strutturali che dovrebbero marcare il quinquennio di governo del Centro Destra.

Il tutto senza però trascurare le costanti emergenze dei clandestini, della sicurezza, dell'energia e dei continui attacchi (alla casa, al cibo, alle auto) al nostro Benessere e al nostro Modello di vita che vengono portati dall'Unione del Male che si fa interprete dei perversi disegni delle consorterie affaristico e finanziarie.

Due, in particolare, le riforme che potrebbero imprimere una svolta al rapporto tra cittadini e politica, tra cittadini e amministrazione della cosa pubblica.

Sono due riforme che necessitano di essere entrambe attuate perchè, senza una di esse, il sistema sarebbe zoppo, sbilanciato.

Presidenzialismo e Autonomia regionale.

Con il presidenzialismo si archivierebbe finalmente la stagione dei presidenti della repubblica che intervengono a gamba tesa, senza aver mai ottenuto consensi popolari, ma essendo il frutto di compromessi al ribasso tra le forze politiche con l'elezione di personaggi da terze e quarte file della politica.

L'elezione diretta imporrebbe la candidatura di personalità forti ed autorevoli in proprio e non in funzione del ruolo che vengono chiamati a ricoprire.

Per riequilibrare il potere di un presidente eletto dal Popolo, s'avanza giustamente l'Autonomia regionale che consentirebbe una maggiore vicinanza degli eletti alle necessità degli elettori, responsabilizzando i primi per la buona gestione elle risorse locali non potendo più contare su trasferimenti senza limiti e i secondi nella scelta di persone capaci perchè sono poi quelle che useranno i soldi delle loro tasse per tutti i servizi necessari a implementare il Benessere comune.

Non sarà un cammino facile, soprattutto la riforma presidenzialista, perchè, purtroppo, per colpa delle liste monotematiche che hanno sottratto voti senza portare eletti, il Centro Destra ha mancato di ottenere i due terzi dei seggi che avrebbero evitato di passare dalle Forche Caudine del referendum confermativo, ma ho fiducia che la Meloni saprà condurre in porto, prima della fine della legislatura, queste importanti riforme che daranno una senso al quinquennio di governo.


18 gennaio 2023

Ma quanto rosicano a sinistra !


L'arresto di Matteo Messina Denaro non mi avrebbe interessato più di tanto (la criminalità organizzata è sempre esistita e sempre esisterà e si tratta di una costante la caccia delle guardie ai ladri) se non fosse per le reazioni pruriginose dei cattocomunisti.

Giustizialisti quando si tratta di attaccare la Destra (come nel caso dei rubli alla Lega, estintosi perchè persino i pubblici ministeri sono stati costretti a chiedere l'archiviazione tanto era una bufala, come pure la "lobby nera" che ha danneggiato la carriera politica di Carlo Fidanza di Fratelli d'Italia) diventano mammolette quando si tratta dei loro come Panzeri e compagni (con la ridicola versione di un europarlamentare cattocomunista che avrebbe asserito che la Kaili - la bella vicepresidente greca in carcere - fosse sul punto di passare al Centro Destra, come "essere sul punto" volesse attribuire al Centro Destra la responsabilità della presunta corruzione).

Se, poi, è un Governo di Destra ad arrestare un latitante da trenta anni, capo di una organizzazione criminale, allora sbucano quelli che dopo essersi furiosamente grattati, cercano di sminuire l'evento.

E' malato. E' stata una soffiata. Era stanco. Sapevano tutti dov'era.

Ma se sapevano tutti dov'era perchè non lo hanno preso prima ?

E perchè adesso il carcere ostativo non servirebbe più ?

Le acrobazie dialettiche dei Saviano e di quel comico di cui non ricordo il nome che ha la penna facile su Twitter (è uno dei due di Camera cafè) per cercare di non dover elogiare il Governo Meloni sono un autentico spasso.

Tanto più che la Meloni, intervistata da Porro, ha dimostrato non solo di essere pienamente in controllo della situazione, ma di confermare tutta la linea del Governo sulla giustizia, non solo sul carcere duro, ma anche sulle intercettazioni.

Perchè quella è "l'ultima frontiera" non dell'Enterprise, ma dei cattocomunisti, che stanno facendo caciara per difendere le intercettazioni, quando la Meloni e Nordio non hanno mai detto di volerle cancellare, bensì di voler tutelare gli spiati dalla pubblicazione di conversazioni private che spesso nulla hanno a che fare con l'inchiesta (come le note conversazioni tra Ricucci e la Falchi che erano solo pettegolezzi, privi di qualsiasi finalità istruttoria).

Quindi grazie all'arresto di un latitante di lungo corso, abbiamo avuto l'ennesima dimostrazione di quanto sia miserabile la sinistra italiana in tutte le sue espressioni.

Ed è la conferma della superiorità morale, politica, culturale di noi di Destra.

17 gennaio 2023

La malattia del sondaggismo

Nel 1994, quando Berlusconi scese in campo salvando l'Italia dalla deriva marxista della "gioiosa macchina da guerra" dei comunisti di Ochetto (forse già pds, ma tanto, pci, pds, ds o pd la sostanza non cambia: comunisti erano e comunisti restano, anche se trasformati in cattocomunisti) i Soloni del giornalismo italiano (gli stessi che continuano a voler impartire lezioni) sostennero che il Cav aveva vinto perchè aveva studiato a tavolino, tramite i sondaggi, la "pancia" degli Elettori.

Vero è che Berlusconi aveva studiato, con sondaggi e indagini, l'opinione degli Italiani ma, lungi dall'essere un elemento negativo come veniva presentato, era solo il segnale di un non politico che, avutone abbastanza dei politici autoreferenziali, cercava di trovare una strada per dare vera rappresentanza al Popolo Sovrano.

Nel tempo in molti hanno scoperto la miniera d'oro dei sondaggi, per lanciare un prodotto, un candidato, per dare forza ad una propria richiesta e si sono costituite numerose società di sondaggio, inflazionando il mercato ma, soprattutto, prestandosi, anche nelle formulazioni delle domande, ad andare incontro ai desiderata dei committenti.

L'affidabilità dei sondaggi è stata quindi compromessa, anche se, di fondo, sulle domande più semplici (tipo: quale partito voteresti se ci fossero le elezioni oggi) le percentuali di risposte sono quelle e solo gli algoritmi che le elaborano e i campioni di indagine, possono provocare piccoli (statisticamente) spostamenti.

Siamo arrivati ad una stagione dove, già la settimana dopo il voto, vengono sfornati sondaggi quotidiani, a volte anche più di uno al giorno perchè ogni trasmissione politica vuole il suo sondaggio, per dirci di ipotetici spostamenti dell'elettorato.

Da quando il Governo Meloni ha iniziato a mettere mano, dando un'impronta di Destra alla sua azione, i problemi lasciati dagli undici anni devastanti, da Monti a Draghi, passando per Letta, Renzi, Gentiloni e Conte2, gli istituti di sondaggi, con il fiato dei conduttori cattocomunisti, stanno cercando di far percepire un calo di consenso per la Meloni, veicolati da titoli dei quotidiani cattocomunisti che poi, a leggere l'esito del sondaggio, sono mere estremizzazioni e, il più delle volte, oniriche speranze dell'articolista obbligato a fare la sua marchetta ideologica.

Una percezione che, però, non riescono a far crescere tra l'elettorato, nonostante la campagna di falsità che è stata posta in atto, in ultimo, sulle accise, tema che tocca direttamente le tasche degli Italiani.

Ma se anche i sondaggi dovessero segnalare un calo di consensi per provvedimenti assunti, la Meloni e tutto il Centro Destra non dovrebbero deflettere dalla loro linea se è nel solco del programma per il quale sono stati votati.

Ovvio che le situazioni contingenti creano particolari tensioni ed è altrettanto ovvio che le resistenze, gli ostacoli, l'esistenza di una Unione del Male con la quale si è obbligati a convivere (anche il Regno Unito, che pure ne è felicemente uscito, è obbligato a tenerne conto) sono altrettanti ostacoli alla realizzazione del programma, ma quel che conta è avviare una inversione di rotta su temi quali i clandestini e le tasse, l'invadenza dello stato e la libertà di scelta degli Individui.

Lo tsunami di sondaggi che ogni giorno cala su di noi, hanno come scopo principale, non quello di aiutare il Governo per comprendere i bisogni e i desideri del Popolo, ma quello di indurre il Governo a cambiare rotta, inseguendo il consenso (presunto) e non la linearità di comportamento.

La Meloni non mi sembra propensa a cambiare la sua rotta per inseguire le volatili urgenze proiettate dai conduttori cattocomunisti e, quindi, fa bene a proseguire per la sua strada, con la prudenza che ha già dimostrato, ma la fermezza nel tendere agli obiettivi contenuti nel programma di Centro Destra.

E fa bene ad ascoltare tutti, come faceva Reagan, perchè da chiunque può arrivare una idea, una proposta, uno spunto utile, ma a trarre solo lei la sintesi e prendere la relativa decisione.

Non possono essere i sondaggi quotidiani, più o meno indirizzati, a dare le linea al Governo, anche se e quando sembreranno negativi per la Coalizione di Centro Destra.

16 gennaio 2023

La mani dell'Unione sui nostri risparmi

Anche se "la repubblica tutela e incoraggia il risparmio in tutte le sue forme", sembra che questa parte della "costituzione più bella del mondo, nata dalla resistenza antifascista bla ... bla ... bla ..." sia totalmente sconosciuta ai cattocomunisti.

In undici anni (da Monti a Draghi, passando per Letta, Renzi, Gentiloni e Conte2) hanno fatto lievitare il debito pubblico di quasi mille miliardi, hanno infarcito di tasse ogni operazione finanziaria che portasse al risparmio (tasse sulle transazioni, tasse sui conti correnti, tasse sui guadagni di borsa, tasse anche solo per tenere depositati e fermi dei titoli obbligazionari ed azionari), hanno venerato Imu e Tari e, soprattutto, vorrebbero totale genuflessione verso l'Unione del Male che continua a chiedere più tasse sulle case, riforma del catasto per aumentare il gettito dalle case di proprietà degli Italiani, l'adesione al Mes che è un ennesimo cappio al collo in quanto debito, autorizza etichette diffamanti verso i prodotti Italiani come il Parmigiano ed il Vino per lanciare "prelibatezze" a base di scarafaggi e grilli.

Fino ad allungare le mani sulle nostre case, rendendo talmente oneroso possederne una, da spingere alla vendita presumibilmente a grandi società multinazionali, use a speculare su case e terreni.

L'ultima, dietro il paravento falso e bugiardo della politica "verde", è la volontà di imporre lavori su tutte le abitazioni per portarle alle categorie superiori per quella grandissima bufala che è l'efficientamento ecologico.

Sostengono che bisogna risparmiare sul gas e, quindi, bisogna spendere nelle ristrutturazioni.

Un ragionamento che solo dei babbei possono accettare.

Noi Italiani potremmo procedere con una resistenza passiva, semplicemente non eseguendo i lavori, ma ancor meglio sarebbe se i partiti di Governo, che già si sono espressi contro tali obblighi, dessero seguito alla totale opposizione ad un simile salasso.

E, per tagliare la testa al toro, così da impedire le reiterate azioni predatorie contro i nostri risparmi, suggerirei di prendere in seria considerazione l'uscita dall'Unione del Male, per ristabilire la primazia assoluta dell'Italia in ordine a tutto ciò che concerne la vita, le leggi, i risparmi degli Italiani.


15 gennaio 2023

L'Italia non sia più la discarica europea dei clandestini

Parlando tra amici, inevitabilmente si è toccato anche il tema dei clandestini.

Mi è quindi venuto spontaneo un paragone tra le ong e gli spazzini che, ogni giorno, raccolgono e portano in discarica tutto ciò che noi non vogliamo più.

Il loro lavoro finisce lì, la discarica si riempie e tocca a qualcun altro preoccuparsi per la gestione di quella massa enorme raccolta e abbandonata, finchè non si ha più spazio.

Con i clandestini, l'attività delle ong sarebbe uguale se non ci fosse il sospetto di una collusione con mercanti di uomini e scafisti.

Ma ragioniamo come se non ci fosse alcun contatto tra ong e scafisti, le navi ong svolgerebbero esattamente lo stesso lavoro degli spazzini: raccolgono i clandestini in mare e li scaricano in Italia, divenuta una cloaca europea per volontà dei governi di sinistra che hanno aperto i porti in cambio di un occhio chiuso delle poco vigili (a comando) sentinelle unioniste, sugli sperperi clientelari che hanno aumentato di quasi mille miliardi il debito pubblico in undici anni.

Ma torniamo ai nostri "spazzini del mare" che, una volta scaricati in porto i clandestini, riprendono la rotta e ripetono all'infinito lo stesso giro, incuranti della sorte di chi scaricano in porto, lasciando che a gestire il ben maggior problema del vitto, alloggio, cure, istruzione, danni, siano altri.

Quello che manca nel decreto Piantedosi sul regolamento delle ong, è un articolo che obblighi i "salvatori" a gestire anche il dopo sbarco, trovando alloggio, vitto, cure, istruzione e pagando i danni che alcuni clandestini provocano.

Perchè è troppo facile raccogliere gente in mare e scaricarla nel primo porto senza accollarsi alcun onere per il dopo sbarco.

Così come è ormai acclarato che il contributo riconosciuto dallo stato a chi gestisce i clandestini è divenuto un gigantesco business, sul quale c'è chi ci guadagna, mentre le coop e tutte le associazione che si occupano di clandestini, dovrebbero essere su basi volontarie, non soggette alle direttive governative e, quindi, operare come enti di beneficenza, senza alcun costo per la collettività se non per chi, liberamente e volontariamente, volesse offrire il proprio contributo anche economico.

Ecco, in questi termini, con le ong obbligate a prendersi cura dei clandestini anche dopo gli sbarchi e con le coop e associazioni benefiche basate sul volontariato anche economico e senza ristori dallo stato (cioè da noi), penso che il flusso di clandestini potrebbe essere numericamente ed economicamente accettabile e privo di quelle devastanti conseguenze sociali cui assistiamo ormai quotidianamente.

14 gennaio 2023

Uno sperpero di denaro

A Palermo, dove i magistrati dovrebbero dedicarsi alla criminalità organizzata, è in corso da mesi il primo grado del processo a Matteo Salvini, reo di aver difeso i confini della Patria contro l'invasione dei clandestini propiziata dalle ong.

E' uno sperpero di denaro e di tempo che andrebbe addebitato a coloro che hanno promosso e continuato una simile azione.

Ma non è solo il ridicolo di cui si copre chi processa chi ha difeso i confini della Patria, è anche l'indice di una distorsione della funzione giudiziaria che, travalicando il suo ambito e ruolo, giudica scelte esclusivamente politiche, pensando di poter ribaltare la volontà popolare in base alle proprie ideologie minoritarie.

Sì, perchè la maggioranza degli Italiani era ed è favorevole ad ogni tipo di azione per RESPINGERE i clandestini e le navi che li trasportano.

Non siamo noi responsabili del loro disagio, ma i loro governi e, in seconda battuta, quegli inutili organismi internazionali come l'onu che servono solo a succhiare risorse dagli stati e dalle nazioni per mantenere una pletora di burocrati.

Se c'è un problema di sopravvivenza in talune zone del mondo, se c'è un problema di rispetto dei diritti umani, se c'è un problema di carestia, se c'è un problema di conflitti, non è l'Italia che li può risolvere e non siamo noi Italiani che dobbiamo accollarci i costi per il mantenimento di chi scappa.

E' l'onu che deve intervenire in loco, facendosi carico di ripristinare il rispetto della persona umana sia sotto il profilo dei diritti politici, che di quelli umani, ma anche sotto il profilo alimentare e per la pacificazione dei territori dove vivono le popolazioni.

Se l'onu non riesce a fare ciò, che è il minimo sindacale che gli si richiede, non ha più alcuna ragione di esistere ed è un ulteriore sperpero di nostro denaro, alla pari dei processi contro Salvini.

Nel nostro piccolo possiamo cominciare con il proibire ai magistrati di interferire con le scelte politiche e, contemporaneamente, mettendo in atto un respingimento di tutti i clandestini.

13 gennaio 2023

Ha ancora senso dialogare con i cattocomunisti ?

In realtà la domanda è: ha mai avuto senso dialogare con i cattocomunisti ?

Sono profondamente disgustato dalle menzogne propinate con i tanti strumenti in mano ai cattocomunisti, utili solo a danneggiare l'Italia e gli Italiani, sabotando l'azione di governo.

Soprattutto sono disgustato dal fatto che ci sia una parte di Italiani, minoritaria ma consistente, che crede a quello che propinano giornali, radio e televisioni a supporto dell'opposizione cattocomunista.

Cosa mai possiamo avere in comune con chi crede di risolvere i problemi sacrificando l'Identità Nazionale per immergersi nella fogna dell'Unione del Male e genuflettersi davanti a tedeschi e francesi ?

Cosa mai possiamo avere in comune con chi difende gli imbrattatori di monumenti, proprietà, opere d'arte, invece di chiedere l'uso del manganello ?

Cosa mai possiamo avere in comune con chi vorrebbe regalare la cittadinanza italiana a chiunque arrivi, aprendo i porti come se fossimo la discarica dei clandestini per tutta l'Europa ?

Cosa mai possiamo avere in comune con chi ha aumentato, in undici anni, il debito pubblico di oltre ottocento miliardi, cercando sistematicamente di colpire con le tasse chi produce e chi risparmia per favorire parassiti, lavativi e consorterie di affari ?

Cosa mai possiamo avere in comune con chi, privo di argomenti e di Ideali, agisce come un fedele soldatino del globalismo, sabotando con urla belluine le azioni di un governo che cerca di mettere almeno delle pezze alle mille e mille nefandezze dei governi cattocomunisti ?

Non abbiamo in comune proprio nulla, se non una carta di identità nella quale troviamo scritto per ambedue "cittadinanza italiana" anche se per loro sarebbe più appropriato (e probabilmente a loro più gradito) una scritta "cittadinanza europea".

Non basta più.


12 gennaio 2023

Contro il frastuono menzognero della propaganda cattocomunista


In assenza di idee e di argomenti, giornali, radio e televisioni che supportano l'Unione del Male, il globalismo e tutto il globalismo woke, blm, politicamente corretto, sanno solo riempire l'aria di rumori (molesti e volgari), per impedire ai più deboli di mente di riuscire a ragionare.

Si rivolgono essenzialmente a quella metà (poco meno) di elettorato che li segue, non ragiona e crede ancora nell'editorialista, nel conduttore radiotelevisivo, nel politico dell'antifascismo e dell'antirazzismo.

Così ascolta, guarda e legge senza capire, assorbendo passivamente le parole d'ordine e la propaganda sabotatrice non tanto del Governo Meloni, quanto dell'Italia e di tutti noi Italiani.

Era prevedibile che, superato lo stordimento del voto e sotto la guida eterodiretta delle consorterie finanziarie a affaristiche che temono il risveglio dell'Italia e degli Italiani, mancando una opposizione con leader e programma, buttassero la palla in tribuna.

Fare casino su ogni provvedimento, manipolare l'informazione, fornire estenuanti requisitorie a senso unico e prive di qualsivoglia fondamento ideale e culturale, è quindi obbligato per giornali, radio e televisioni di sinistra.

Come è obbligato aggrapparsi a qualsiasi ribellismo che sia la nave ong che sfonda un blocco o un gruppo di gretini che invece i blocchi li formano sulle strade (ed è da elogiare la freddezza di tutti gli automobilisti che, ancora, non hanno reagito) o imbrattando monumenti e opere d'arte.

Passa così sotto tono la ragionata argomentazione, pienamente condivisbile, del Presidente del Consiglio che, tramite l'unico strumento ancora disponibile e libero, internet, ha ieri esposto con calma, per chi vuole ascoltare e, soprattutto, riesce a capire, le scelte politiche anche in tema di accise.

Il progetto resta sempre quello di stabilizzare il nostro debito pubblico, ridare forza alla produzione economica per poi poter procedere a ridurre l'invasività dello stato nelle nostre vite: leggi, ridurre le tasse.

La abolizione o riduzione PERMANENTE delle accise, resta un obiettivo, anche se, al momento, la Meloni ha rispettato la scadenza fissata da Draghi e della sua maggioranza degli "sconti" sulle accise al 31 dicembre 2022.

La Meloni ci espone (come mai ha fatto nessun suo predecessore) le ragioni per cui le disponibilità sono state utilizzate non per prorogare un provvedimento tampone e non strutturale, ma per intervenire in modo più continuativo su altri costi di interesse di famiglie ed aziende.

Un ascolto di sedici minuti che merita ogni attenzione, per elevarsi rispetto al fango in cui sguazzano giornali, radio, televisioni cattocomuniste ed i loro seguaci.


11 gennaio 2023

Il problema sono le troppe spese, non le accise

Intendiamoci: le accise, essendo tasse, sono il Male, come qualunque tipologia di imposta, tassa, contributo, obolo come lo si voglia chiamare.

Le tasse devono essere strettamente funzionali solo per la realizzazione di beni e servizi utili a noi stessi come Individui e come Nazione: difesa dei confini della Patria, mantenimento dell'Ordine Pubblico e garanzia della Sicurezza personale e delle Proprietà, amministrazione di una vera Giustizia che dirimi le controversie tra i privati e sanzioni chi viola le (poche) regole generali, mantenimento di una burocrazia snella che, assieme alla diplomazia, garantisca il rapporto dello stato con i cittadini e con gli altri stati sovrani.

Quindi le accise sono un Male che andrebbe estirpato.

Purtroppo decenni di mal governo hanno aumentato il debito pubblico (circa 800 miliardi solo dal 2011, quando fu estromesso Berlusconi per mettere al suo posto Monti, al 2022, quando se ne è andato Draghi) perchè sono aumentate le spese dello stato, spesso clientelari, attraverso bonus, detrazioni, redditi regalati a chi non lavora e pagati da chi lavora, rottamazioni, incentivazioni.

Le balle dei cattocomunisti vengono alimentate quotidianamente da una stampa serva e faziosa e, per tale ragione, non credibile nè affidabili, ma che comunque diffonde pessimismo e sabota ogni tentativo di attivare un circolo virtuoso stimolando orgoglio e ottimismo.

La sinistra ha avuto undici anni per eliminare le accise sulla benzina, invece si è limitata ad attivare solo una misera sospensione parziale per qualche mese del 2022, scaduta la quale le accise sono tornate ad incidere sul costo della benzina.

E non è vero che il costo superi i due euro, quello capita solo in alcune circostanza, soprattutto nelle autostrade e per il servito.

Ieri, a Bologna, la benzina (via Massarenti - via Mattei) era a 1,780 al litro, quindi meno di quando il genio di Francoforte decise di sospendere a scadenza parte delle accise.

Ma le accise portano nelle casse dello stato un miliardo al mese, 24 all'anno.

Eliminarle vuol dire sostituirle.

L'unica strada è cancellare le spese.

Gli euro del bonus Renzi per i 18enni, sperperato in dischi e biglietti per andare a vedere nani e ballerine; i contributi per la realizzazione di film e rappresentazioni teatrali che non sono viste neppure dai parenti dei registi; il reddito di cittadinanza, il mantenimento dei clandestini e il contributo versato a caritas e altre coop del settore; i contributi alla carta stampata e la copertura dei deficit della Rai.

Suppongo che se io, totalmente a digiuno delle voci sul bilancio statale, riesco a memoria a mettere insieme una trentina di miliardi, una analisi di bilancio, troverebbe molto di più da cancellare e da non riproporre mai più, in misura tale non solo da poter eliminare definitivamente le accise dalla benzina, ma anche per poter ridurre sensibilmente le tasse, eliminando anche quelle sui risparmi (sui depositi, sulle transazioni, sulla casa) riducendone altre (sui guadagni di borsa, sul reddito).

E' facile ?

No, perchè si subirebbe la sollevazione di tutti coloro che blaterano contro l'aumento della benzina e vorrebbero che la riduzione fosse pagata tagliando i privilegi altrui, non i propri.

Ma l'unica strada che abbia l'Italia è di condurre una politica che, da un lato, ci renda indipendenti sul piano alimentare ed energetico e, dall'altro, ci consenta di ridurre il debito pubblico, tagliando ogni spesa che non sia strettamente legata al funzionamento di uno stato snello ed efficiente.