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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

28 febbraio 2021

Palamara mostra la nudità della magistratura italiana


Non ho acquistato subito il libro nel quale Alessandro Sallusti, direttore de Il Giornale, ha riportato una lunghissima intervista con Luca Palamare che, per oltre dieci anni, fu il dominus della magistratura italiana.

Un po' perchè alle mie idee sulla giustizia in Italia, ben note a chi mi legge, non pensavo potesse aggiungere molto, un po' perchè non mi piacciono i libri intervista.

Poi, vedendo che in libreria era sempre al primo posto (venerdì lo era ancora)  e leggendo nel contempo pochissime recensioni, anzi sembrandomi attivata quella congiura del silenzio per impedire che fosse diffuso, l'ho comprato e l'ho letto non come un noioso saggio, bensì voracemente come un lungo racconto dell'orrore del quale, però, manca (ancora) il lieto fine.

Sì, Palamara non aggiunge nulla alla mia disistima del sistema giudiziario italiano, ma rivela, con date, nomi (tantissimi nomi !) fatti, episodi e documenti quanto sia caduta in basso la giustizia italiana e quanto sia inaffidabile in ogni sua manifestazione.

Il sistema è un libro da leggere, che tutti dovrebbero leggere, che fino a dieci giorni fa aveva venduto ben 250mila copie e che è ancora in testa in molte classifiche di vendita nelle librerie.

Eppure la copertura mediatica è scarsissima ma, soprattutto, non ho letto nè di smentite, nè di querele da parte delle decine di personaggi citati nel libro.

Silenzio assoluto.

Un silenzio che parla più di mille comunicati e che mi convince sempre più che la giustizia italiana non ha bisogno di riforme, ma di una rivoluzione, con il pensionamento di tutti i suoi operatori e la ricostruzione ex novo su differenti basi, come la nomina dei giudici tra avvocati, giuristi, docenti di diritto di chiara fama e l'elezione popolare del procuratore che, a sua volta, potrà scegliere i suoi sostituti e tutti a tempo, con elezioni periodiche.

Una rivoluzione, insomma, che scardini l'impianto descritto da Palamara e che nessuna riforma potrebbe realizzare.

Leggetelo, leggetelo tutti.

27 febbraio 2021

Realtà e realismo

Nell'ambito delle mie letture, ci sono i tweet di persone che "seguo" e che, a loro volta, seguono me.

Ovviamente sono tutti nell'ambito di un'area politica ben determinata e delineata sulla destra.

Non mi interessano i dibattiti e le parole insulse e quasi sempre offensive dei cattocomunisti, le cui posizioni mi sono ampiamente note per ascoltare tele e radio giornali faziosi, oltre all'obbligo di leggere il Resto del Carlino (per la cronaca di Bologna) diretto da un certo Michele Brambilla che, dopo trent'anni, ha indossato l'eskimo in redazione (anche se quando gli ho scritto in tal senso mi ha risposto piccato, direttamente dal suo telefono cellulare, che non avevo capito il senso del suo editoriale ... poi ne ha scritti altre decine).

La maggior parte dunque di quelli che seguo sono contrari all'azzardo di Salvini e i primi atti del governo Draghi sembrano dar torto alla Lega e ragione a chi la contesta.

Inaspettatamente, però, i primi sondaggi successivi alla fiducia a Draghi segnano un guadagno di intenzioni di voto della Lega e di Forza Italia e un piccolo arretramento di Fratelli d'Italia.

Eppure anch'io, nei due sondaggi che mi intervistano regolarmente essendo ormai finito nei loro elenchi anche perchè rispondo sempre puntualmente, ho cambiato e alla domanda: chi voteresti se domenica ci fossero le elezioni, ho indicato non più la Lega, ma Fratelli d'Italia anche se continuo ad avere un approccio diffidente e una sensazione di non fiducia verso Giorgia Meloni.

Si sprecano le invettive che intimano a Salvini di uscire dal governo pena la riduzione al 3%.

Quando venne costituito il governo tra Lega e Cinque Stelle la situazione era molto simile.

In tanti schifati dalla scelta di governare con Grillo, ma una costante ascesa della Lega fino al 34% delle europee.

Paradossalmente, dopo l'uscita dal governo Conte 1, cioè quando la Lega ha ripreso la purezza integrale delle sue posizioni, i consensi sono calati fino al 23-24% attuale, che ora ricomincia a crescere.

Provo a dare la mia spiegazione.

Chi si indigna maggiormente dalla scelta di Salvini, rientra tra coloro che, ugualmente, si indignano perchè non si scende in piazza, perchè non si attua una disobbedienza civile, perchè non ci si ribella al regime sanitario.

Concetti che, sulla carta, condivido, ma che dovrebbero porre anche il problema di trasformare le invettive in azioni.

Chi si agita non propone mai di agire tipo: troviamoci questo pomeriggio alle 15 in piazza Maggiore per contestare la zona arancione scuro decisa dal fusto del pretorio regionale, Bonaccini.

Resta quindi tutto sulla carta, nell'attesa che, qualcun altro, agisca anche per noi.

Fanno molto rumore ma penso che siano in pochi, come evidentemente in pochi sono quelli che, pur considerando un azzardo la scelta di Salvini ed essendo quindi orientati a cambiare voto, riconoscono una qualche valenza realistica alla posizione della Lega che potrebbe portare frutti, limitando la devianza dei cattocomunisti.

Evidentemente in maggior numero sono quelli che hanno fiducia nella capacità di Salvini e della Lega di portare le proprie idee e improntare l'azione di governo in senso più favorevole agli Italiani.

Un qualcosa che è tutto da dimostrare e che, ripeto, sembra smentito dai primi atti di Draghi.

Infine ci sono quelli che saltano sul carro del presunto vincitore.

La Lega non solo è il primo partito nelle intenzioni di voto, ma è tornata nella stanza dei bottoni e, quindi, avrà da distribuire.

Prima si sale sul carro, prima potremo soddisfare i nostri desideri.

Esattamente come dopo la costituzione del governo Conte 1.

Magari tra questi ci saranno anche quelli che saltano sul carro anche per una maggiore affinità ideale, ma ci sono sicuramente quelli che, al mutar del vento, scenderebbero subito come si è visto dopo la rottura con il movimento grillino.

Morale ?

Non c'è una morale, solo una posizione personale.

Non condivido la scelta di Salvini, ma non la condanno.

Ma, soprattutto, il nemico non è Salvini, non sono quelli che ne difendono le scelte, ma è l'unione sovietica europea con i suoi ascari italiani cattocomunisti e grillini.

Attaccare Salvini fa solo godere gli europofili.

26 febbraio 2021

La zavorra affonda il governo Draghi

Come nel gioco del Monopoli, dopo un anno di virus cinese, ricominciamo dal via.

A Bologna (e presumibilmente a breve anche altrove) si sono inventati la zona "arancione scuro" per evitare il rosso (e forse gli indennizzi) e per non dire "lockdown", ma l'esito è lo stesso: si può uscire solo per lavoro, salute e necessità, con autocertificazione.

In più resta il coprifuoco che è l'elemento più trascurato ma maggiormente invasivo sulla libertà di un cittadino.

Capisco che il governo Draghi sia in carica da poco, che non ci sia stato il tempo per un approfondimento della questione e che, quindi, il messia del terzo millennio abbia optato per affidarsi a chi da oltre un anno ha gestito la questione sul versante politico.

Ma proprio quello è l'errore gravissimo di Draghi, che non rende onore alla sua fama che, a questo punto, potrebbe sembrare ampiamente sopravvalutata.

Confermare Speranza ministro della salute, con il contorno del cts e dei vari funzionari che lo hanno affiancato nel tempo non rappresenta un cambio di passo, ma solo una zavorra che porta a fondo il governo e con esso tutti coloro che ne fanno parte.

Per questo Salvini, inascoltato (anzi, contrastato da Zingaretti che, peraltro, non ne ha mai azzeccata una) chiede con forza le riaperture.

E i cattocomunisti rispondono, pavidamente, con la zona arancione scuro che tutela solo chi è già tutelato ed assistito: i dipendenti pubblici e tutti coloro che hanno la certezza di uno stipendio.

Senza pensare che l'immensa quantità di carta moneta che viene immessa nel mercato, produrrà come effetto una inflazione gigantesca e, quindi, la svalutazione di pensioni, stipendi e risparmi.

Noi lo sappiamo, ma a Draghi qualcuno lo ha ricordato ? 

25 febbraio 2021

Gioie e delizie dei sottosegretari

Dopo una settimana ed un consiglio dei ministri che riferiscono essere stato molto acceso, il governo Draghi ha completato la sua struttura con la nomina dei sottosegretari, con il pieno utilizzo del manuale Cencelli (come peraltro è giusto che sia).

La prima notizia buona è che c'è (per ora, in attesa del sottosegretario con delega allo Sport) solo un "tecnico".

Quella cattiva è che si tratta di Gabrielli, a questo punto ex capo della Polizia, ma soprattutto ex prefetto di Roma che impose con la forza, ad un quartiere che non li voleva, di "ospitare" degli immigrati.

Un personaggio in perfetto stile Lamorgese e che purtroppo avrà la determinante delega sui Servizi Segreti e la cui nomina ha fatto felice Renzi, quindi una pessima nomina.

I sottosegretari, lungi dall'essere solo figurine per far contente le correnti dei partiti, hanno un ruolo essenziale nell'operatività del governo che rappresentano nelle varie commissioni parlamentari e sono in possesso di deleghe specifiche su settori che hanno una loro rilevanza anche se accorpati in un unico ministero.

Dei trentanove nominati, venti sono uomini e diciannove donne e anche questa è una buona notizia, perchè si è evitato il "riequilibrio", a prescindere dai meriti, preteso dalle Erinni del femminismo.

Se la compagine è così formata, evidentemente è rappresentativa del meglio che hanno da offrire i partiti della maggioranza e, in quel meglio, devono essere comprese le zavorre del governo come Speranza, Franceschini, Lamorgese, Di Maio, le cui conferme rappresentano tanti errori di Draghi che avrebbe avuto, almeno, la possibilità di spostarli in ruoli dove forse avrebbero fatto meno danni, ma che evidentemente sono il meglio che i rispettivi partito sono in grado di mettere in campo.

La rappresentanza del Centro Destra, tra ministri e sottosegretari, mi sembra adeguata e solida.

Particolari speranze nutro per i sottosegretari leghisti agli Interni (Molteni, padre dei decreti sicurezza aboliti dal Conte bis tramite un sottosegretario del pci/pds/ds/pd non riconfermato)), Mef (Durigon, padre di quota cento), Lavoro (Nisini, critica verso reddito di cittadinanza e navigator), Cultura (Borgonzoni, solida militante che ha fatto il cursus honorum politico dalla gavetta ed è, per sua formazione professionale, pienamente competente di arte e cultura, tanto da rappresentare un autentico contrappeso a Franceschini essendo anche l'unico sottosegretario in quel ministero).

Una ottima squadra quella leghista che se anche non dovesse riuscire a far cambiare rotta al governo, potrebbe però centrare l'obiettivo di limitare i danni, nell'attesa delle elezioni del 2023.

24 febbraio 2021

Verso le elezioni comunali

Le elezioni comunali di primavera o di autunno, saranno un test, importante ma non indicativo del risultato generale, per le politiche che, piaccia o meno a Mattarella ed ai suoi referenti nell'unione sovietica europea, si terranno nel 2023.

Non possono essere considerate indicative del risultato generale perchè si tratta di votazioni nelle quali prevale l'elemento locale, che è fatto di problemi spiccioli come un senso unico o le buche nelle strade e di sensibilità nei confronti del sindaco uscente che acquista sempre più uno spessore suo proprio, superiore a quello del partito o della lista di appartenenza.

Non sono indicative anche perchè ci sono situazioni locali, penso alla mia Bologna, dove il connubio tra potere politico, economico e associativo è tale da rendere la scalata a Palazzo d'Accursio una impresa improba per chiunque si collochi al di fuori del "salotto buono" che vede curia, partito erede di quello comunista, imprenditori, banche (fondazioni) e intellettuali organici alla sinistra, spartirsi tutto con una conventio ad excludendum verso ogni novità.

Al voto saranno chiamate città importanti, da Milano a Roma, da Bologna a Torino a Napoli.

E sarà quindi importante vedere come si comporranno gli schieramenti, se, cioè, si confermerà lo schema pregresso con una sinistra cattocomunista, un grillismo ammaccato ma ancora autonomo e un Centro Destra unito in tutte le sue componenti, oppure se ci saranno delle scomposizioni e ricomposizioni che alterino lo schema vigente dal 1994.

Personalmente mi auguro che il Centro Destra sappia restare unito, scegliendo ovunque un candidato che sia affidabile e militante e non rivolgendosi a figure di mezzo, incolori, inodori, insapori.

Leggo su Il Resto del Carlino (quindi un quotidiano che, con la direzione di Brambilla, tira la volata al compromesso storico in salsa draghiana) che si fanno i nomi di Andrea Cangini (in Forza Italia ma su posizioni fortemente antileghiste e antisovraniste, tanto da aver votato a favore della riforma del Mes in dissenso con il suo gruppo) e di Gianluca Galletti (casiniano di ferro, già ministro nei governi Renzi e Gentiloni).

Ecco, per me quelli sono i candidati peggiori che il Centro Destra potrebbe sostenere e, ovviamente, non potrebbero contare sul mio voto.

Non voglio perdere un'altra occasione, come fu persa quella del quinquennio di Guazzaloca, per cambiare Bologna e Cangini e Galletti rappresenterebbero comunque quella parte della città che ha sempre gestito la cosa pubblica, non rappresenterebbero, se non per qualche boccalone, alcuna discontinuità.

Il Centro Destra, Salvini, la Meloni, Berlusconi, riflettano molto bene, perchè non importa vincere in città dove il Centro Destra ha quasi sempre perso, ma è importante dare un segnale di coerenza ideale e politica, scegliendo un candidato che sia riconoscibile come espressione della coalizione, per dare coesione alla coalizione stessa.

Anche in chiave futura, con la testa rivolta al 2023.

23 febbraio 2021

Molto male i primi passi di Draghi

Con il decreto (legge) che estende, aumentandone le rigidità, i divieti già previsti da Conte a cominciare da quello di esercitare un diritto fondamentale di Libertà quale lo spostamento su tutto il territorio nazionale, che si aggiunge al confermatissimo coprifuoco (roba da guerra mondiale !), Draghi ribadisce una intonazione negativa già emersa con la proroga del divieto di apertura degli impianti di sci.

Se a ciò si aggiunge la manfrina per cui, dopo una settimana, ancora non ci sono i sottosegretari (fondamentali per la operatività amministrativa in commissione parlamentare) in quanto devono essere dosati non i meriti, ma la provenienza geografica ed il sesso, allora i primi giorni di Draghi sono uguali agli ultimi di Conte.

Se non arriva quel colpo di reni che possa qualificare in meglio l'azione di governo, Draghi trascinerà nel suo fallimento anche Salvini e Berlusconi che, incautamente, sono accorsi al richiamo velenoso di Mattarella.

Da Italiano sono profondamente deluso e preoccupato, ma forse l'amaro calice lo dobbiamo bere fino in fondo, schiantarci nel baratro, per poi, con persone, idee e progetti completamente nuovi, organizzare la risalita.

Non sono le vecchie cariatidi che possono "cambiare passo", ma persone governativamente vergini e che non abbiano girato le sette chiese per ottenere uno strapuntino di sottogoverno.

Draghi è quello che abbiamo visto e ascoltato (a fatica) nel suo intervento alla camera: un noioso, monocorde burocrate di banca, senza colpi d'ala, funzionale e coinvolto nel sistema e nell'unione sovietica europea, che segue una strada che altri hanno tracciato per lui.

Lieto se riuscirà a stupirmi con o senza effetti speciali. 

22 febbraio 2021

Con simili professori si capisce il degrado educativo

Un docente dell'università di Siena ha paragonato Giorgia Meloni ad una serie di animali e l'ha accostata a lavori umili (ma sicuramente effettuati da persone con maggior dignità del signore in questione).

Giorgia Meloni ha dato una lezione di stile al professorone, ottenendo solidarietà anche dalla parte opposta dello schieramento (a denti stretti, peraltro e non in modo unanime) e rinunciando a chiedere punizioni.

Un comportamento esemplare (anche se mi auguro che provvedimenti punitivi siano assunti) anche perchè, in un'epoca dove quando uno ti guarda storto scatta la querela intasando i tribunali per un nulla e concedendo ai magistrati (sul cui "sistema" consiglio di leggere il libro di Sallusti e Palamara) ulteriore potere, è veramente un segno di superiorità ribattere solo con le parole.

Inutile dire che "una volta" nessun politico si sarebbe permesso di insultare o dileggiare, cosa che oggi è all'ordine del giorno in mancanza di validi argomenti.

Mi ricordo, in una tribuna politica del passato, Giovanni Malagodi, segretario del Partito Liberale Italiano, dibatteva con un comunista e, nella foga, ad un certo punto gli scappò un "lei mente", salvo poi immediatamente correggersi, chiedendo scusa: mi scusi, "lei dice cose non vere".

Altri tempi, altra tempra.

Ma credo che siano spiegabili anche dal fatto che sia un docente universitario ad aver utilizzato linguaggio offensivo, come una professoressa di liceo scrisse auguri di morte ai Poliziotti e come maestre elementari e d'asilo insegnano "bella ciao" a dei bambini.

Sempre "una volta", non sarebbe mai accaduto perchè a quei tempi gli insegnanti, tranne rare eccezioni di "militanti", insegnavano greco e latino, matematica e geografia, non si sentivano investiti del compito di coartare la volontà dei giovani per formarli, come nella Germania Est o in Cina, al verbo ideologico.

L'educazione, anche politica, spetta, in primo luogo alla famiglia e quindi al confronto con i propri simili.

Gli insegnanti militanti come il professore di Siena che, non a caso, fu anche assessore per il pci/pds/ds/pd, sono i principali responsabili del nostro degrado scolastico ed educativo e non possono essere tenuti in cattedra.

E' l'ora di ripensare alla scuola pubblica e domandarsi se non sia il caso che lasci spazio ad istituti privati che si reggano sulle rette e le donazioni e che, quindi, se hanno una classe docente inadatta non abbiano studenti e siano costretti a chiudere.

21 febbraio 2021

Dov'è la differenza ? Ma la colpa è di Mattarella

Per quanto non si possa giudicare un governo che ha appena ricevuto la fiducia dal parlamento, i primi passi del messia del terzo millennio, Mario Draghi, non sono confortanti.

Le chiusure a seguito del morbo cinese continuano come prima (gli impianti di sci, regioni che diventano arancioni e chiudono ristoranti e bar) e la tecnica del rinvio dei problemi prosegue imperterrita (proroga del blocco degli sfratti con grave danno per i proprietari di immobili e proroga del blocco dei licenziamenti con grave danno per una economia che possa risollevarsi mentre si mantengono artificiosamente in vita aziende ormai destinate al fallimento).

E lo stesso messia è bloccato, come un qualunque presidente del consiglio della prima repubblica, dal completare la squadra di governo perchè i partiti hanno pretese e, al loro interno, è in atto una sanguinosa notte di San Bartolomeo per accaparrarsi uno dei pochi posti disponibili.

Pur sperando (ma credendoci poco) che il messia riesca a carburare (sarà un diesel ...) è evidente che la grave mancanza deriva da due fattori la cui presenza è colpa integrale di Mattarella: la mancanza di coesione ideologica tra le forze che compongono il governo e il tempo minimale disponibile per dispiegare una autentica politica riformista, visto che al termine della legislatura mancano solo due anni.

Se Mattarella, invece di difendere con le unghie e con i denti la sua parte politica, avesse agito da presidente di tutti gli Italiani, già prima di Natale, alle prime avvisaglie di crisi, o subito dopo le dimissioni il 13 gennaio delle ministre renziane, avrebbe convocato le urne.

La prossima domenica o quella immediatamente successiva saremmo andati al voto ed entro fine marzo avremmo avuto un governo coeso ideologicamente e con una prospettiva di cinque anni.

Invece Mattarella ha traccheggiato, aspettato il compiersi degli stanchi riti della liturgia parruccona delle "formalità istituzionali", perso tempo con l'esplorazione del Fico e infine chiamato un governo del "volemose ben" con tutti dentro, senza anima, senza progettualità e senza idee.

Per fortuna due anni fanno presto a passare.

20 febbraio 2021

I nemici da combattere non sono Salvini e Berlusconi

Con l'ingresso di Lega e Forza Italia nel governo Draghi, leggo sui social numerosi attacchi a Salvini e Berlusconi da parte di elettori e sostenitori del Centro Destra delusi da quello che considerano un "tradimento".

Anche dal mio punto di vista, dopo il discorso di Draghi al senato, la scelta di entrare al governo è sbagliata, un errore, ma non un tradimento.

Le elezioni del 2018, ricordiamocelo, hanno dato un parlamento in cui il Centro Destra era minoritario e anche se (o soprattutto se) i sondaggi dicono che adesso il Centro Destra supera il 50% delle intenzioni di voto, chi può decidere di mandarci al voto non solo non lo fa, ma non lo farà mai perchè Mattarella, lungi dall'essere quel personaggio autorevole e super partes come viene descritto dalla stampa serva, è immerso fin nel midollo nella lotta politica, dalla parte dei cattocomunisti.

Con la scelta di Draghi, l'alternativa era di realizzare una opposizione più debole di quella contro Conte, perchè le frattaglie di più europa e simili sarebbero comunque passate dal no al sì.

La scelta di Salvini e Berlusconi, oltre ad aver gettato scompiglio nel campo nemico, potrebbe condizionare le scelte, in ogni campo, del governo e l'utilizzo clientelare dei prestiti europei.

Ma il discorso di Draghi appare netto e inconciliabile con i Valori del vero Centro Destra su euro, clandestini, tasse, transizione ecologica e anche i primi atti nella gestione del morbo cinese non sono di discontinuità con il precedente governo cattocomunista e grillino.

Così come sono rimasti al loro posto ministri imbarazzanti come la Lamorgese, Franceschini e Speranza, oltre ad essere stati imposti "tecnici" che gli Italiani non hanno mai votato e probabilmente mai degnerebbero di un voto.

Ma esistono (ed hanno molti seggi in parlamento) anche i cinque stelle e il pci/pds/ds/pd, con l'appendice renziana, quindi non si può certo pretendere la loro resa, anzi dobbiamo immaginare che combatteranno fino all'ultimo sangue per imporre la loro visione ideologica che è devastante per la Civiltà.

Quello di Salvini, più che di Berlusconi, è un azzardo ad alto coefficiente di rischiosità.

Tra l'altro Giorgetti, Brunetta e Garavaglia, più che la Stefani, la Carfagna, la Gelmini hanno avuto ministeri importanti ma che sono autentiche polpette avvelenate.

Giorgetti perchè dovrà affrontare crisi come Ilva, Alitalia, Whirlpool e un altro centinaio.

Garavaglia perchè il ricostituendo ministero del Turismo, dovrà affrontare la ricostruzione dopo la devastante azione intrapresa dalle chiusure di Franceschini-Boccia-Speranza.

Brunetta perchè il suo ritorno alla pubblica amministrazione ha acceso troppe speranza che, finalmente, possa essere scritta la parola fine ad una burocrazia indolente che ha trovato la sua sublimazione nello smart working.

Se riescono ad ottenere qualche risultato, tanto di guadagnato, se invece non riusciranno ad invertire la rotta, sarà loro attribuito un marchio di incompetenza, dimenticandosi che gran parte del tragitto verso l'inferno è stato compiuto dai loro predecessori grillini e cattocomunisti.

Non sono d'accordo con la scelta di entrare al governo anche se, al momento, siamo solo alla fase delle parole e le parole, anche quelle di Draghi su euro, clandestini e tasse, restano solo, semplici parole.

Saranno i fatti che ci diranno se l'azzardo di Salvini è riuscito o fallito.

In ogni caso l'elettorato di Centro Destra è sicuramente più compatto della artificiosa divisione operata con le scelte distinte di Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia.

Ma se ci si attacca reciprocamente, tale coesione rischia di venir meno, perchè chiunque, quando è attaccato, reagisce attaccando a sua volta in una guerra fratricida che è opportuno evitare perchè due anni passano in fretta e il 2023, quando, Mattarella o non Mattarella, si tornerà a votare, è dietro l'angolo e richiede un Centro Destra unito per essere vincente nel suo complesso.

Rispettiamo quindi la scelta di Salvini e Berlusconi, perchè i nemici non sono loro, ma i cattocomunisti e tutti coloro che si nascondono dietro il paravento dell'unione sovietica europea e della sua burocrazia antinazionale. 

 

19 febbraio 2021

Contro l'invasione. Introduzione a Il Campo dei Santi


Un mesetto fa La Verità ha pubblicato (7,90 euro, disponibile nelle edicole) un libretto di 110 pagine composto da una presentazione di Maurizio Belpietro, una analisi di Francesco Borgonuovo (che rappresenta la parte più documentata, attuale e terrificante del libretto) ed una introduzione di Jean Raspail al suo prezioso Il Campo dei Santi.

Il Campo dei Santi è un romanzo del 1973 che conferma come la fantascienza sia letteratura di anticipazione.

In soldoni (ma sono 400 pagine tutte da leggere) viene narrata la vicenda di una invasione di immigrati che sbarcano a milioni sulle coste della Francia.

E che nessuno ferma.

La devastazione è inevitabile, come la distruzione della Civiltà che viene così spazzata via da un'orda di invasati.

Il finale è significativo, ma non lo riporto per non togliere almeno questa incertezza.

Oggi il morbo cinese e la crisi economica hanno soppiantato le notizie sui continui sbarchi di clandestini.

Che nessuno ferma.

Gli invasori sono tra noi e le parole di Draghi non confortano affatto, visto che danno per scontato che si accolgano tutti gli arrivi salvo poi verificare il diritto ad essere riconosciuti come profughi.

Ma una volta sbarcati, non se ne vanno più.

Ci sono associazioni e singoli che giocano contro l'Italia e gli Italiani, ricorrendo ad ogni mezzo e ad ogni cavillo legale per impedire che i clandestini siano rimpatriati come Draghi avrebbe indicato.

L'unico mezzo per evitare di essere sopraffatti è fermarli prima che sbarchino.

Se non lo faremo, il destino anticipato da Raspail nel suo Campo dei Santi, sarà il nostro destino.

18 febbraio 2021

Sperare nel meglio, ma prepararsi al peggio

Draghi non è il mio presidente.

Perchè se, ancora, siamo a livello di intenzioni, anche le parole hanno una loro importanza e quando uno afferma che l'euro è irreversibile, non c'è santo che tenga, è contro i miei Valori (oltre ad essere contro la Logica e la Storia, perchè ha ragione Salvini nel replicare che di irreversibile c'è solo la morte).

Credevo fosse anche contro i Valori della Lega, ma evidentemente un partito li ha molto elastici (i cinque stelle ne sono il prototipo).

Così come non ho alcun interesse ad accogliere clandestini e solo dopo la verifica procedere ad un improbabile rimpatrio che nessuno è mai riuscito ad eseguire.

E le tasse vanno ridotte e l'unico modo per ridurle è evitare ogni contorsionismo e complicazione, dopo la quale capita sempre che rimaniamo cornuti e mazziati, per farlo nel modo più chiaro e lineare possibile.

La flat tax è l'unica tassa che, abolita ogni tassazione sulle case (imu anche sulla seconda, terza, centesima casa) e sui risparmi (imposte di bollo, imposta sulla transazione, tassazione sulle cedole e sul capital gain) dice chiaramente al cittadino quanto paga ed è progressiva senza essere punitiva.

Infatti se io guadagno diecimila euro, il 10% è mille, mentre se uno guadagna ventimila euro, cioè il doppio di quanto guadagno io, il 10% diventa duemila euro, cioè una tassa doppia rispetto a quella che pago io.

Tutto il resto è un imbroglio da ragionieri e da burocrati dell'unione sovietica europea.

Poi, certo, ci sono dichiarazioni di intenti che possono essere condivisibili, come la scuola aperta fino a tutto giugno per recuperare le ore perdute o la tutela dei lavoratori con un sistema che riunisca i vari rivoli e sia più efficiente con la finalità di creare opportunità di lavoro e non di mantenere parassiti a spese di chi produce.

Ma sono parole, per ora sono tutte parole, sulla scuola come sui clandestini, sul fisco come sull'energia cosiddetta verde o sul lavoro.

L'impostazione è, dal mio punto di vista, ostile agli Italiani e all'Italia, soprattutto se ci si predispone a cedere altra Sovranità ad una entità internazionale dove tutti gli altri giocano per la propria nazione e solo i nostri rappresentanti fanno gli arbitri imparziali, danneggiando solo la nostra Patria.

Per questo, se anche possiamo sperare che nei fatti il mostro non sia poi così brutto come appare dalle parole, dobbiamo prepararci al peggio rafforzando chi si propone coerentemente come antagonista della deriva europeista di Draghi e del suo governo: Fratelli d'Italia, CasaPound, Forza Nuova.

17 febbraio 2021

Draghi parolaio e cattocomunista non sarà il mio presidente

Quasi un'ora di parole vuote, monocordi, senza una vera visione valoriale, una relazione da burocrate della finanza.

Ho appena ascoltato il discorso programmatico di Draghi e le negatività sono praticamente su ogni tema affrontato.

Draghi, invece di affrontare i temi essenziali per i quali è stato chiamato (sanità, lavoro, economia), ha toccato tutti i temi dello scibile umano, esponendo banalità elementari (chi non vorrebbe l'Italia felice delle favole che ha raccontato ?) ma anche inciampando su euro, clandestini, fisco.

Almeno dal mio punto di vista e da quello che dovrebbe essere il punto di vista di chiunque nel Centro Destra.

Volendo chiaramente infliggere uno schiaffo a Salvini, che solo ieri aveva dichiarato che "irreversibile è solo la morte", Draghi ha proclamato l'irreversibilità dell'euro.

Solo per questo la Lega dovrebbe uscire dal governo, fare opposizione dura e trasformare ogni passaggio parlamentare del governo in un Vietnam.

Sui clandestini Draghi si è genuflesso alla politica dell'accoglienza per i profughi, che sono una insignificante minoranza, mentre sugli altri, quelli che, il 99% degli arrivi, non hanno alcun diritto ad entrare in Italia, si è arroccato nel rimpatrio.

E sappiamo tutti che, una volta che abbiano messo piede in Italia, non si riescono a cacciare, men che meno "rimpatriare" con metodi gentili.

L'unico mezzo per impedire l'arrivo dei clandestini è il respingimento e Draghi lo ha quindi implicitamente escluso.

E questo è un secondo motivo, autonomo e sufficiente, perchè la Lega esca dal governo, faccia opposizione dura e trasformi ogni passaggio parlamentare del governo in un Vietnam.

Sul fisco, infine, Draghi ha ipotizzato una riforma complessiva e, fatta la solita banale marchetta alla lotta contro l'evasione che significa per molti nuove restrizioni all'uso del contante e, quindi, una stretta sulla libertà individuale, ha esplicitamente parlato di imposta progressiva.

L'aver individuato l'intervento nel complesso del sistema fiscale e nella progressività, fa sorgere il sospetto, avvalorato dai vari tentativi operati dall'unione sovietica europea, che si possa riproporre una tassazione che prenda di mira tutto il patrimonio dei cittadini: reddito, proprietà (case) e risparmi.

Un attacco vero e proprio al Benessere degli Italiani ed alla loro stabilità economica.

E questo è il terzo motivo, autonomo e sufficiente, perchè la Lega esca dal governo, faccia opposizione dura e trasformi ogni passaggio parlamentare del governo in un Vietnam.

Tutto il resto (dalla salute alla scuola, dalla giustizia alle infrastrutture, al digitale, al lavoro) sono affermazioni fini a se stesse che chiunque avrebbe potuto esporre, anche con un tono più gradevole.

Lascio in ultimo la grande marchetta al gretinismo: l'ambiente.

Un parametro che, secondo Draghi, dovrebbe informare tutta l'azione di governo, ma non ci ha detto quanto ci costerà una simile trasformazione ed ha taciuto sul fatto che, ancora, le cosiddette fonti alternative di energia, sono tutte più costose di quelle tradizionali.

La transizione ecologica è una fesseria che costerà ulteriori riduzioni del nostro tenore di vita per alimentare solo gli affari e i redditi di pochi pirati della finanza che riescono a vendere fumo, spacciandolo per aria pura.

Il 31 agosto 2020, dopo che Salvini fu mandato a processo da quegli stessi parlamentari con i quali oggi sembra voler fare il governo, mi iscrissi per solidarietà alla Lega.

Se la Lega dovesse votare a favore o anche solo astenersi sul governo Draghi, non perderò un istante per comunicare la mia volontà di non restare iscritto.


16 febbraio 2021

Salvini: fermati finchè sei in tempo !

Una delle prime notizie che è stata fornita dal giornale radio questa mattina, è sull'incontro tra Salvini e Zingaretti e la dichiarazione di Salvini che avrebbe incontrato tutti i segretari dei partiti di maggioranza.

La seconda notizia informava gli ascoltatori che il sant'uomo che viene da Francoforte avrebbe avallato la scelta di Speranza di prorogare la chiusura degli impianti di sci.

Salvini, in ogni messaggio, continua a proclamare che, stante l'emergenza, bisogna accantonare le convenienze di partito e remare tutti assieme, per questo non pone veti e parlerà con tutti.

Indubbiamente il Salvini ecumenico ha messo in grande difficoltà grillini e cattocomunisti che, però, incassano senza concedere nulla (vedi chiusura degli impianti di sci) e, anzi, pretendono sempre di più come il vicecapogruppo alla camera del pci/pds/ds/pd che adesso pretende che la Lega non contesti le decisioni (non condivise) del governo "perchè non sono più all'opposizione".

La scelta del governo di una quasi unità nazionale da parte di Salvini è stato un azzardo.

Draghi, che per me non è quel portento come lo descrivono, del resto dicevano altrettanto di Monti che fu subito gratificato del laticlavio a vita e poi ci ha immersi nella merda fino ai capelli quando lo eravamo "solo" fino al collo, non è amico del Centro Destra.

Ricordiamoci che fu sottosegretario nel governo Prodi, con una chiara scelta di campo politica.

Poi è un burocrate, che ha fatto una carriera fondata sul non pestare i piedi ai potenti, ma solo ai più deboli.

Facile, così, essere investito di onori e cariche.

Non ha mai avuto un voto dagli Italiani, nè ha un partito tramite il quale possa dire di rappresentare qualcosa in Italia.

Non abbiamo il piacere di conoscere la sua visione di società, nè quali siano i suoi Valori Nazionali e morali.

La scelta di coprire Speranza con la chiusura degli impianti da sci dice chiaramente da che parte pende.

Ma ci sta che la Lega resti dentro per rappresentare la coscienza critica ed essere l'elemento frenante di ogni fuga in avanti sul campo della deriva ambientalista e della concessione di privilegi ai capricci di omosessuali e immigrati.

Ma cosa c'entra il dialogo con Zingaretti, Di Maio, Renzi e magari pure Speranza ?

Quelli sono i nostri nemici con i quali non è possibile alcun approccio se non nell'ambito di un consiglio dei ministri dove mediare in attesa del voto, riparando ai danni del Conte 2 su salute ed economia.

Non vedo proprio come ci possa essere un qualche punto di convergenza con Zingaretti e compagni.

Vorrei ricordare a Salvini, se mai leggesse queste mie note, che da sempre i comunisti hanno succhiato il sangue di chi si alleava con loro, rivolgersi per informazioni ai socialisti italiani e poi ai democristiani, ormai tutti costretti ad accucciarsi all'ombra del lupo che ha solo cambiato il pelo, non il vizio.

Posso accettare l'azzardo di provare un governo di unità nazionale, ma non la follia di dialoghi bilaterali con i comunisti dove è solo la Lega a concedere, in cambio di una "legittimazione" che non spetta a Zingaretti e compagni, ma solo agli elettori.

Salvini: fermati, finchè sei in tempo. 

15 febbraio 2021

Una perversa malvagità

Il provvedimento con il quale Speranza, uno dei ministri di Conte inopinatamente confermato da Draghi, ma per me impresentabile, ha prorogato al 5 marzo la chiusura degli impianti di sci appena dodici ore prima della loro riapertura, è la rappresentazione di una interiore perversa malvagità, che conferma il principio greco del kalòs kai agathòs, bello fuori e bello dentro e, quindi, ex contrario, brutto fuori e brutto dentro.

 Speranza appartiene alla categoria di quelli che,personalmente cupi e negativi, appena ne hanno la possibilità cercano di rendere infelice anche il prossimo, non tollerando che qualcuno possa  vivere bene.

È la quintessenza del comunista e del comunismo che è solo miseria (materiale ed umana), terrore (divieti e sanzioni) e morte (fallimenti e suicidi).

La Lega "insorge", ma avrei voluto che il ministro Garavaglia, quale titolare del Turismo, emanase una ordinanza che disponesse la non applicabilità di quella di Speranza nelle localit turistiche e nei confronti di chi avesse già predisposto le strutture o di chi avesse già prenotato la permanenza.

Sarebbe stato un perfetto casus belli che avrebbe dato un senso alla presenza della Lega in questo governo e, ove Draghi avesse preso le parti di Speranza,offerto un ottimo motivo per tirarsene fuori, dicendo: ci abbiamo provato fino all'ultimo, ma l'incompatibilità è evidente.

E via con una durissima opposizione,per trasformare il percorso di Draghi in un Vietnam.

Perché è evidente che i cattocomunisti proveranno a bastonare gli Italiani, al riparo della foglia di fico della presenza di Lega e Forza Italia.

Due anni passano in fretta, anche all'opposizione e non giurerei sul percorso netto di Draghi se la Lega andasse all'opposizione.

Salvini di rifletta, intanto segno un'altra negatività che porta il governo Draghi a meno nove nella mia personale classifica. 

14 febbraio 2021

L'ora dell' "avevo detto"

Non sono per nulla soddisfatto della composizione di governo, ma lo sono ancora meno delle posizioni preconcette espresse dai commentatori sulla stampa e su Twitter.
Si, il governo non ha nomi di rilievo.
I tecnici sono ministri per grazia di Draghi  e Matarella, ma in realtà sono solo direttori generali del loro ministero, come dovrebbero essere.
Disquisire su chi ha vinto e chi ha perso o distribuire opinabili pagelle come fa Casini sul Quotidiano Nazionale (Carlino, Nazione, Giorno) è esercizio scolastico, senza sostanza.
Sparare sulla Croce Rossa, oggi incarnata dai cinque stelle, è vile.
Leggo anche apocalitici commenti su Twitter di persone che, ancora prima di aver visto la lista dei ministri e senza sapere del programma, avevano già deciso tutto.
Si sprecano le dietrologie e si illustrano le strategie, vere o più probabilmente frutto di un bicchiere di troppo del cronista, su quello che faranno Salvini e Renzi, Ber,usconi e Conte e tuti gli altri protagonisti.
Esce in tempo reale un sondaggio banalissimo che premierebe il Centro Destra nel suo complesso.
Io preferisco aspettare il concreto, anche se quello che leggo (con, ad esempio, Colao che si propone di fare la "guerra al contante") mi piace sempre meno.
Saranno da esaminare i nomi e le competenze atribuite ai sottosegretari, presumo tutti politici, mentre sarà positivo se la Meloni occupasse veramente tutte le presidenze delle commissioni di garanzia di diritto delle opposizioni.
Non mi piacerebbe sedere assieme ai catocomunisti, ma alla prepotenza di Mattarella non c'era rimedio.
Anche se oggi votano in zone rosso scuro: Catalogna e Kossovo e anche se si  è perso oltre un mese e potevamo ormai essere alla domenica del voto.

13 febbraio 2021

Non è sicuramente il "governo dei migliori"

E così dall'uovo del drago sono usciti 24 lucertoloni.
Se consideriamo che il sottosegretario alla presidenza del consiglio ha più potere e influenza di molti ministri, su venticinque persone (23 ministri, un sottosegretario alla presidenza e il presidente) abbiamo ben dieci tecnici.
E sono dieci punti negativi nella mia personalissima classifica, perchè i tecnici devono fare i direttori generali o i segretari del ministero, non i ministri.
Ministro deve essere qualcuno che sia diretta espressione di un partito votato dagli elettori.
Continuando ad elencare le negatività. evidenzio i due ministri impresentabili, la Lamorgese e Speranza, che ricopriranno lo stesso, importante ruolo che hanno svolto malissimo nel Conte 2.
Non considero negatività la presenza di ministri sulla cui competenza avrei molto da ridire, ma che considero perfettamente rappresentativi dei rispettivi partiti.
Mi riferisco, ad esempio, a Di Maio ed a Franceschini.
Siamo così, solo per la composizione del governo, a dodici negatività, ritenendo di annullare quella in precedenza espressa sul ministero della transizione ecologica, perchè, in realtà, si tratta di una rimodulazione di uno già esistente, quello dell'ambiente e se personalmente lo ritengo inutile (come i ministeri del sud, dell'innovazione tecnologica, della cultura, delle pari opportunità, delle politiche giovanili, degli affari regionali, dell'università, della disabilità) tutti più idonei ad un sottosegretario ad hoc che non ad una struttura complessa e costosa come un ministero ancorchè senza portafoglio, comprendo le esigenze di dare adeguata rappresentanza a tutti i partiti di governo, il che implica anche la moltiplicazione dei dicasteri con Draghi nella parte di Gesù Cristo.
Veniamo alle positività. 
Manuale Cencelli parametrato sulla rappresentanza parlamentare, con quattro grillini, tre ciascuno Lega, Forza Italia e pci/pds/ds/pd, uno ciascuno Leu e renziani.
Giusto così, una positività.
Positivo, anche se non fido delle sue posizioni politiche (non dimentichiamoci che cominciò come socialista!), Brunetta alla pubblica amministrazione.
Se sarà lo stesso Brunetta dell'ultimo governo Berlusconi, allora ci sarà da ridere nel vedere i dipendenti pubblici messi alla frusta, altro che smart working eterno !
Positiva la ricostituzione del ministero del Turismo e positiva l'assegnazione ad uno dei migliori della  Lega, Massimo Garavaglia.
E siamo a quattro con le quali si esauriscono le positività.
Il saldo, al momento, è negativo per otto negatività.
Il giudizio non potrà che essere rimandato al programma che sarà enunciato la prossima settimana.
Sicuramente non è il "governo dei migliori" auspicato da Berlusconi e comunque non lo sarebbe mai stato con grillini e cattocomunisti.
Non è neanche il "meno peggio", perchè considero migliore il governo Conte 1 con Salvini vicepremier e ministro degli Interni.
E' solo il governo voluto da Mattarella, per conto dei potentati dell'unione sovietica europea, per impedire agli Italiani di votare.
Nulla di più, nulla di meno.
Salvini mostra di essere contento perchè pensa di poter incidere o, quanto meno, ridurre i danni nei prossimi due anni in attesa del voto.
La Meloni è all'opposizione e continua a chiedere il voto che non può ottenere.
La Meloni ipotizza l'astensione, il che, per me, sembrerebbe un autogoal: perchè a questo punto non entrare al governo ?
Che senso ha l'astensione ?
O sei favorevole e allora è meglio stare dentro a controllare ed a fare nel tuo ambito, o sei contrario e allora fai opposizione, l'astensione è una scelta pilatesca che non rende mai onore a chi la compie.
Al momento, quindi, un governo come tanti altri.
Niente di speciale, anzi con più negatività che positività.
Sarà dura per Salvini dare un senso al sedere allo stesso tavolo con i cattocomunisti.


12 febbraio 2021

Sognando il colpo di scena

Il mondo politico italiano è in attesa di conoscere non il dettaglio del programma, ma la lista dei ministri di Draghi.

I miei personalissimi più e meno, che determineranno il mio gradimento al prossimo governo, saranno basati quindi sulle scelte che verranno fatte (si riaprirà l'Italia ? Si porrà fine al coprifuoco bellico ? Verranno revocati i provvedimenti liberticidi ? Verranno, se non ridotte, almeno non aumentate le tasse ?) ma anche sui nomi.

Impresentabili sarebbero Speranza, la Lamorgese, l'Azzolina, la De Micheli, Bonafede, Boccia, Conte, ma anche i vecchi ministri di Monti come la Fornero, la Severino e Giovannini.

Negativa sarebbe una presenza preponderante dei cosiddetti "tecnici" non eletti da nessuno.

Negativa sarebbe anche una rappresentanza politica non parametrata alla rappresentanza dell'attuale parlamento, sia come quantità che per il peso dei ministeri.

Vedremo, forse, stasera e poi tireremo le somme quando uscirà nel dettaglio il programma del governo.

Nel frattempo giudico negativamente la supponenza di Draghi e Mattarella che decidono i nomi e le caselle da riempire, senza trattare con chi, bene o male, ha ottenuto i voti degli Italiani (anche se tre anni fa è come dire nel giurassico).

Quindi, visto che ancora nessun dpcm lo vieta, lasciatemi sognare che Mattarella e Draghi facciano le pentole dei ministri e che il parlamento poi metta un bel coperchio non concedendo la fiducia perchè i partiti si sono risentiti delle scelte.

11 febbraio 2021

Con il ministero per la transizione ecologica, Draghi comincia male

Con un metodo obliquo, troppo curiale, Draghi ha fatto comunicare ad una associazione ambientalista che ha ricevuto ieri (ma perchè, poi ? quale contributo potrà mai aver fornito ? Per fortuna che Mattarella non ci ha mandato a votare perchè bisognava fare presto !)  che avrebbe istituito quel ministero per la transizione ecologica richiesto da Grillo.

In tal modo ha offerto a Grillo l'ennesima foglia di fico con la quale coprire l'ultima giravolta per restare in parlamento e al governo.

Ma di quel ministero non se ne sente alcun bisogno, del resto c'è già un inutile, anzi nocivo, ministero per l'ambiente, capace solo di ostacolare la produttività delle aziende.

Par par condicio Draghi, adesso, dovrebbe costituire un ministero per il respingimento degli immigrati.

Ma non lo farà, perchè appare evidente il disegno cattocomunista di provocare la Lega, la cui presenza è un dito, o anche due, nell'occhio di Zingaretti, Renzi, Grillo, Boldrini e compagni.

Per ottenere ciò mandano avanti la carne da macello, rappresentata da Landini che, dimostrando la sua intelligenza sopraffina, con tutti i problemi del mondo del lavoro ed i prossimi licenziamenti, non ha saputo trovare di meglio di dire che ci vuole lo ius soli.

A Landini sarebbe bastato riflettere che con lo ius soli ci sarebbe una massa maggiore di "braccia" che domandano lavoro e, a fronte di una offerta limitata, l'eccesso di domanda porterebbe inevitabilmente a condizioni economiche e normative peggiori per i lavoratori.

Gli stessi che Landini dovrebbe rappresentare.

Draghi, quindi, creerà un nuovo centro di spesa, di burocrazia, che sarà il ministero per la transizione ecologica.

E comincio a segnare con una negatività il mio personale gradimento a questo governo verso il quale mi sono avvicinato senza pregiudizi.

E se la neutralità era fissata a zero, adesso il mio gradimento verso il governo Draghi è a meno uno.

10 febbraio 2021

10 febbraio - Giornata del Ricordo



Come ogni anno, dalla sua istituzione nel 2004 con il Governo Berlusconi di Centro Destra, il 10 febbraio si celebra il Giorno del Ricordo.

Ricordiamo i nostri fratelli Istriani, Giuliani e Dalmati assassinati dai comunisti di Tito e cacciati dalle loro terre avite.

La giornata è un commosso momento di ricordo degli innocenti assassinati per mano dei comunisti titini, ma anche un doppio monito per noi tutti.

I comunisti possono perdere il pelo, ma non il vizio, come vediamo ovunque nel modo abbiano ancora la possibilità di manifestare la loro miserabile violenza.

Chi arriva in massa in terre non sue, non arriva per fare un favore e beneficenza a chi già ci abita, ma per occuparle e sostituirsi ai legittimi proprietari.

  

09 febbraio 2021

E se anche la Lega consultasse gli iscritti ?

Leggo nella stampa serva, a fianco della salivosa santificazione di Mario Draghi, articoli a mezzo tra il dileggio e la preoccupazione per la scelta del movimento cinque stelle di affidare la partecipazione al futuro governo, al voto sulla piattaforma Rousseau.

La preoccupazione  è che la tanto temuta "base" grillina possa respingere l'idea di governare con Salvini e Berlusconi.

Non credo vi sia motivo di credere che la misteriosa piattaforma possa dare un tale esito, non avendo mai mancato di avallare le scelte di Grillo e della sua manovalanza parlamentare.

Credo, invece, che la Lega (ma anche il pci/pds/ds/pd, Forza Italia e Fratelli d'Italia) dovrebbe ascoltare i propri iscritti convocandoli in tanti congressi locali per votare sì o no all'ingresso in una maggioranza con i cattocomunisti.

Una votazione vera, non misteriosa come quella dei grillini, magari fissando una data insospettabile per il diritto di voto (iscritti al 31 dicembre 2020, ad esempio) e su una domanda molto semplice: siete favorevoli alla partecipazione ad un governo Draghi con pci/pds/ds/pd, Forza Italia, Cinque stelle, Leu e frattaglie varie per l'attuazione dell'allegato programma con l'allegata lista dei ministri ?

Credo sarebbe un atto di democrazia e di assunzione di responsabilità da parte di tutti gli iscritti, tacitando anche chi iscritto non è, ma che magari è quello che solleva il maggior polverone contestando le scelte di chi mette la propria faccia e il proprio impegno diretto nella lotta politica.

08 febbraio 2021

Eroi e falliti

E' molto educativo vedere come si dipana la crisi di governo, attraverso gli umori dei vari mezzi di "informazione", dalla stampa ai tg e gr, fino ad internet.

La realtà è che nessuno, neppure Draghi, è in grado di dire dove andremo a finire, se quello che uscirà sarà buono o cattivo, chi ha rinunciato a cosa.

Lo impareremo solo ex post e dovremo sorbirci le analisi degli "esperti" sulla falsariga di quello che diceva "le possibilità che il virus si diffonda in Italia sono pari a zero", salvo poi farsi prendere dal ballo di san Vito del confinamento rigido.

Partendo quindi dal presupposto che, come tutti gli atri, "io non lo so", rimango in attesa per vedere chi ha azzeccato la mossa giusta.

Al massimo fra due anni si voterà.

Alcuni dicono anche fra un anno, se Draghi sarà eletto presidente della repubblica.

Dalla pandemia ne usciremo: è una certezza.

Quando e come resta incerto.

L'economia è stata affossata dall'insipienza di Conte e dei suoi ministri, alcuni dei quali potrebbero pure essere confermati.

Non sarà un governo dei migliori, come continua a ripetere Forza Italia, ma basterebbe che fosse un governo che organizzi l'uscita dalle restrizioni, sburocratizzi la pubblica amministrazione e aiuti la ripresa economica senza sussidi, ma con investimenti.

Per le grandi riforme e per ripulire l'Italia dai clandestini ci penserà il governo che uscirà dalle urne nel 2023 (o 2022) e sarà un governo nazionalista, piaccia o meno a Zingaretti che adesso cerca di convincere che l'uva era acerba affermando che Salvini si sarebbe convertito all'unione sovietica europea (quindi può tornare a fare il ministro degli Interni ?).

E Salvini qui parrà la sua nobilitate, come ha commentato ieri Nessie: Eroe o Traditore ?

E mi ha fatto tornare in mette una vecchia striscia dei Peanuts, nella quale Charlie Brown, dopo lungo meditare immaginandosi Eroe se ci fosse riuscito e temendo di essere un Fallito in caso contrario, alla fine getta il cuore oltre l'ostacolo e cerca di conquistare il punto "rubando" casa base con una poderosa scivolata.

Si dirada la nube, Charlie Brown è steso a terra e non sa se è riuscito o meno nell'impresa (Eroe o Fallito ?).

Passa la perfida Lucy che gli dice: ciao Fallito !

Ecco, Salvini ha gettato il cuore oltre l'ostacolo e l'auspicio è che non ci sia alcuna Lucy (magari con le sembianze di Giorgia Meloni) a dirgli che ha fallito.

Per il nostro Bene e per quello della nostra Patria.

07 febbraio 2021

Il difficile per Salvini arriva adesso


A mio parere, fino a questo momento, Salvini non ha sbagliato una sola mossa in questa crisi di governo.

Dobbiamo ignorare le manipolazioni e i travisamenti interessati della stampa serva (il livello della "informazione" italiana scende sempre più in basso) che ha tutto l'interesse a indebolire la Lega, presentando Salvini come uno che avrebbe fatto una "inversione a U", spingendo gli elettori verso Fratelli d'Italia, l'astensione, Forza Nuova o CasaPound.

Non è così e basta ascoltarlo.

Salvini, infatti, ha manifestato la disponibilità ad appoggiare un eventuale governo Draghi, illustrando le idee della Lega e riservandosi di valutare la sintesi che Draghi farà dopo tutte le consultazioni.

Salvini ha detto che se la Lega dovesse appoggiare Draghi, lo appoggerebbe con piena partecipazione, quindi con propri ministri.

Salvini ha ricordato che la Lega è il secondo partito per seggi parlamentari e il primo tra l'elettorato.

Salvini ha rifiutato ogni sorta di veto, ma ha anche precisato che se la sintesi di Draghi dovesse contenere più tasse ("perchè ce lo chiede l'europa" ha detto) o personaggi impresentabili (ha espressamente citato la Fornero) direbbe "no, grazie".

E' una posizione che condivido in pieno, ragionevole, da statista e non da odiatore, intelligente perchè non concede un mandato in bianco come hanno fatto Renzi, Zingaretti e una Forza Italia ormai in disfacimento.

Così come non ha pronunciato un "no" pregiudiziale, edulcorato da una apertura all'astensione che non ha alcun senso, perchè o si condivide il programma, o non lo si condivide.

O di qua o di là.

Avendo la consapevolezza che la proiezione massima del governo è a due anni fino al 2023 e che tutte le parti dovranno accettare un taglio alle proprie richieste nell'ambito di un ragionevole compromesso che non è una brutta parola, anche se Draghi vuole sfumarla parlando di "sintesi".

MA

il difficile per Salvini viene adesso e, cioè, calibrare, con l'elasticità che deve essere concessa a chi tratta, il punto di rottura, il punto, cioè in cui i sacrifici nel nome del compromesso non sono più accettabili.

E si tratta di sacrifici sul programma e di sacrifici sulle persone.

Personalmente ho una mia idea del punto di rottura, anche se so per esperienza che quando si tratta si può andare un po' oltre, per ricevere magari qualcosa da qualche altra parte.

Per cui sicuramente possono essere accettabili alcuni progetti di carattere sociale che a nessuno di noi verrebbe mai in mente di accettare, del resto la prova provata del gioco del compromesso reciproco lo abbiamo visto (a mio modo di vedere positivamente) con il governo giallo verde, in cui al reddito cittadinanza (che nessuno di noi avrebbe mai voluto) si è abbinata la quota cento che è stata un grande successo per la Lega (chiedere a chi ne ha beneficiato alla faccia della Fornero).

Analogamente possono essere accettati ministri dei governi Monti e Conte, ma non tutti.

Già sulla Fornero Salvini è stato chiaro, mi aspetto che ugualmente abbia in mente altri impresentabili, anche se, dal mio punto di vista, nessun cattocomunista potrebbe essere compreso in un "governo dei migliori".

Quindi il difficile viene adesso, nel riuscire ad ottenere il più possibile, concedendo il meno possibile, nella consapevolezza che anche gli altri avranno lo stesso obiettivo e che, quindi, un ragionevole compromesso significa passi indietro di tutti.

E anche nella certezza che, al massimo fra due anni, si andrà a votare e il governo Draghi sarà una esperienza destinata comunque ad estinguersi per morte naturale a tale scadenza o per morte violenta ancor prima.

06 febbraio 2021

Ma Mattarella non ci ha negato il voto per fare presto ?

Ho appena finito di ascoltare le dichiarazioni e le risposte alle domande dei giornalisti, che Salvini ha reso in uscita dal colloquio con Draghi.

Come già avevo ascoltato dalla Meloni, Draghi farà un nuovo giro di consultazioni, presumibilmente per formulare una sua prima bozza di programma, quale sintesi di tutte le posizioni ascoltate.

E qui mi viene la prima domanda: Mattarella ha impiegato sei minuti dei sette della sua dichiarazione per spiegarci che non ci mandava a votare, violando quindi il principio basilare di ogni democrazia, perchè bisognava fare presto.

Al voto ci si va dopo un minimo di 45 giorni.

Dieci giorni sono già stati bruciati dal minuetto di Mattarella con Fico e adesso Draghi: è questo il concetto di "fare presto" di Mattarella ?

Poi mi è venuto un dubbio che, se fosse fondato, mi porterebbe ad innalzare di un ulteriore livello la posizione di Salvini e della Meloni.

E se il loro fosse un gioco di squadra ?

Salvini entra, dando soddisfazione a una consistente parte dell'elettorato produttivo leghista che, comprendo benissimo, ha interesse che ci siano persone responsabili ed affidabili nella gestione di quel denaro che ci arriva (certo non gratis) dall'unione sovietica europea.

La Meloni, restando fuori, intercetta quegli elettori che, inevitabilmente, usciranno dall'orbita leghista insoddisfatti non solo della persona di Draghi (che, nonostante la veloce procedura di santificazione di cui è oggetto, resta sempre un burocrate legato alle consorterie affaristico e finanziarie dell'unione sovietica europea) ma anche dell'inevitabile inquinamento che deriverebbe ai leghisti nello stare allo stesso tavolo con i cattocomunisti (da Renzi a Zingaretti alla Boldrini).

 Se la Lega perdesse (come a mio avviso perderebbe se entrasse o anche solo appoggiasse un governo Draghi con i cattocomunisti) un 10% dei voti e questi si riversassero su Fratelli d'Italia, cambierebbe il panorama del Centro Destra (anche perchè presumo che Forza Italia finirà comunque svuotata) ma la somma degli addendi darebbe alle forze nazionaliste sempre un 40-45% dei consensi che significherebbe una ipoteca sulle elezioni (che si tengano nel 2021, 2022 o 2023).

Salvini ha comunque dimostrato di essere un Leader, uno Statista da "paese normale".

E' andato senza pregiudizi nè preclusioni.

Ha esposto la posizione della Lega ascoltando le prime impostazioni di Draghi e ora attende la sintesi che Draghi dovrà fare, con programma e squadra, prima di prendere una posizione che, anche in questo in modo molto serio, ha annunciato sarà chiara.

Se sarà un sì, sarà pieno con la partecipazione al governo e non "alla finestra".

Se sarà no, sarà ugualmente una posizione netta.

Aspettiamo dunque i prossimi incontri per capire quale indirizzo prenderà Draghi e se possa essere giustificata una partecipazione motivata e meditata della Lega.

E' giusto vedere le carte di Draghi, senza piaggeria, ma anche senza alcuna sudditanza nè preconcetto.


05 febbraio 2021

Ma il programma qual è ? E su quali gambe camminerà ?

Sono in attesa dell'incontro della Lega con Draghi di domani mattina.
Sono però stupito delle dichiarazioni rese dalla frattaglie ricevute ieri, tutte favorevoli al governo Draghi, dalla Bonino a Toti, da Lupi a Tabacci.
Nessuno però ci ha detto per fare cosa.
Governo "europeista" (ottima ragione per schierarsi all'opposizione), di unità nazionale (però ci sono le fatwe della Boldrini contro Salvini)  ... e poi ?
Cosa fare con i clandestini ?
Patrimoniale sì o no ?
Prendere anche i soldi in prestito o solo quelli a fondo perduto ?
E dove indirizzarli ?
Nessuno lo sa.
E se non si sa per cosa si dovrebbe sostenere Draghi, non si sa neppure su quali gambe Draghi vorrebbe far muovere il governo.
Ritengo fuori luogo l'adesione preventiva (sì a prescindere) come l'ostilità preconcetta.
Ma senza sapere per cosa e con chi, la risposta non può che essere umorale.
NO all'uomo dell'apparato burocratico-finanziario e affaristico europeo.
NO a sedersi allo stesso tavolo di governo con i cattocomunisti.
NO anche ad una semplice astensione che rappresenterebbe una soluzione pilatesca, perchè dai miei rappresentanti mi aspetto che valutino programmi e uomini e poi dicano sì o no, il ni è da dorotei.

04 febbraio 2021

Di pancia e di testa

La mia reazione istintiva al nome di Draghi come presidente del consiglio è un NO senza appello.

NO perchè non è mai stato eletto nè votato.

NO perchè è frutto di una scelta solipsistica di un signore che non ha mai dato prove di particolare ingegno.

NO perchè appartiene a quella consorteria burocratico-affaristico-finanziaria che vorrebbe guidare il mondo senza passare attraverso il voto dei cittadini che considera solo sudditi da sfruttare.

NO perchè da governatore della banca europea ha sempre pronunciato i discorsi in inglese, cosa che mi è sempre andata di traverso in quanto manifestava la sua sudditanza verso gli stranieri, da europeista convinto quale è, invece di dare spazio ed essere ambasciatore della nostra bella lingua.

NO perchè non mi fido di uno che ottiene una serie di apologetiche recensioni ptreventive dalla stessa stampa serva che aveva ugualmente accolto con peana ed osanna Mario Monti e sappiamo tutti come siamo andati a finire.

NO perchè non sono i mercati nè i "salotti buoni" della finanza a decidere se Lega e Fratelli d'Italia siano "sdoganati" e "ripuliti" dal loro Sovranismo, perchè essere Sovranisti (ma io preferisco sempre NAZIONALISTI) non solo non è una colpa, ma è anzi un MERITO.

Ed è un merito accompagnarsi nel parlamento europeo alla Le Pen piuttosto che a Macron, all'Afd piuttosto che alla Merkel e a Vox piuttosto che al socialista Sanchez.

E' inoltre falso che la classe politica abbia mancato al suo ruolo, è ciò che la stampa serva vuole proiettare nelle menti più deboli e disinformate, ma la verità è che UN SOLO POLITICO si è mostrato inadatto al ruolo e quello è Mattarella che per tre volte (dopo l'esito del voto del 4 marzo 2018, dopo la crisi di governo tra Lega e Cinque Stelle dell'agosto 2019 e adesso con scuse imbarazzanti) ha perso tempo, dato coperture e cercato anche i vicoli più bui, per evitare che noi Italiani esprimessimo le nostre scelte e con esse manifestassimo la Sovranità che ci appartiene e che ci è assegnata dalla costituzione del 1948.

Quindi, di pancia, sono totalmente con chi, come Giorgia Meloni, ma anche Alessandro Di Battista, ha preannunciato che mai voterebbe a favore di un governo Draghi.

Ma la realtà è che al voto non ci andremo e, quindi, ci toccherà anche il governo del sant'uomo mandatoci dalla Provvidenza (magari qualcuno farebbe meglio a ripassare la Storia Patria ...).

E allora, di testa, dico: andiamo a vedere le carte di Draghi.

Il programma e i nomi che dovrebbero realizzarlo.

Importanti l'uno e gli altri, in pari proporzioni.

Una certa flessibilità al compromesso è dovuta, ma senza rinunciare ai caposaldi di quei Valori che hanno consentito al Centro Destra, almeno nelle sue componenti Nazionaliste, di arrivare a rappresentare il 40% dell'elettorato come risulta sistematicamente da tutti i sondaggi.

Salvini e la Meloni lo sanno.

Sanno che qualche compromesso è inevitabile e che sarebbe accettato anche dalla gran parte del loro elettorato, purchè analoghi sacrifici siano manifesti anche per i cattocomunisti e i grillini e chiunque vorrà sostenere Draghi.

Porre preventivamente l'altezza dell'asticella del compromesso accettabile è improprio, esattamente come in qualsiasi trattativa, andarci con un limite invalicabile, riduce le possibilità di un buon accordo e la capacità di manovra dei leaders trattanti.

La valutazione potrà quindi essere fatta solo ex post ed è su quella che Salvini e la Meloni rischieranno il loro futuro politico, ma anche il futuro politico dei loro partiti e del consenso che, adesso, li sta premiando.

Salvini e la Meloni lo sanno e confido che non siano resi sciocchi dall'ubris della leadership, nè dalle sirene dei consiglieri fraudolenti della stampa serva.

03 febbraio 2021

Mattarella vuole tutti a sostegno di Draghi: ma per fare cosa ?

La decisione di Mattarella di incaricare Draghi per formare un governo senza connotazioni politiche e che non sia solo elettorale dopo che Renzi ha fatto secco Fico, richiede un paio di premesse ad una serie di paletti.

Intanto è da stigmatizzare il coacervo di parole con le quali Mattarella ha cercato di giustificare la sua scelta di non chiamare gli Italiani al voto, giungendo al ridicolo di affermare che il virus potrebbe nuovamente scatenarsi in nuove ondate e negando quindi l'evidenza delle elezioni che si svolgono ovunque nel mondo, a prescindere dal morbo cinese.

In tal modo Mattarella, in primo luogo, pone l'Italia allo stesso livello del Venezuela, della Cina, di Cuba, della Corea del Nord, dove votare è solo una fastidiosa ricerca di chi osa dissentire.

Ancora peggio se guardiamo all'investitura di un signore che, sarà anche quotato negli ambienti finanziari e tra i poteri forti, ma non si è mai presentato alle elezioni, non ha mai ottenuto un solo voto dal Popolo (cui sarebbe demandata la Sovranità) e che diventa quindi un "primo ministro del re" come accadeva nelle monarchie assolute nell'Ancien Regime.

Una presidenza imperiale che ha in sommo dispregio l'opinione e il voto popolare cui, forse, ritiene di dover al massino offrire una brioche.

Precisato il quadro che condanna la scelta di Mattarella, mi domando il senso politico dell'appello "a tutti i partiti" perchè sostengano un governo forte.

Già a Mattarella non può riconoscersi alcuna terzietà, più che arbitro e notaio lui, come tutti i presidenti da Pertini in poi, è entrato a gamba tesa in campo, giocando sempre solamente per una parte politica, la sinistra cui appartiene e anche adesso cerca di favorirne la politica conservativa contro il presumibile esito delle elezioni.

Ma il sostegno a Draghi, per cosa è ? Per quale programma ? Per fare cosa ?

Non condivido le posizioni aprioristiche di sostegno o contrarie al governo Draghi, senza prima aver visto le carte.

Posto che Draghi sarà premier perchè "vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole", mi aspetto dai miei rappresentanti che vadano ad ascoltare cosa propone Draghi, formulando anche proposte e indicazioni.

Così se Draghi propone un governo che scriva il recovery plan (rimosso Gualtieri), che organizzi (sottraendola ad Arcuri) la campagna di vaccinazione (che dovrà essere rigorosamente volontaria senza conseguenze per chi decide liberamente di non vaccinarsi) e, bloccando allo stato ogni altra iniziativa in un senso o in un altro, convocando le elezioni per giugno o luglio (entro aprile i due punti citati dovrebbero essere stati già abbondantemente risolti), allora si può passare al secondo punto: la composizione del governo.

Una composizione che deve tener conto sì della rappresentanza parlamentare, ma anche della volontà popolare che si è espressa nelle varie elezioni che si sono svolta ad oggi e che ha consegnato 14 regioni al Centro Destra contro 5 ai cattocomunisti.

Sicuramente escludendo Conte e i suoi ministri da ogni dicastero, ma anche persone mai votate e mai elette o candidate.

Se, invece, Draghi si gonfiasse come un tacchino per l'investitura e volesse stilare un programma per arrivare a fine legislatura, allora le cose si complicherebbero, perchè vorrei sapere quale risposta potrà dare al problema dei clandestini, visto che le posizioni sono inconciliabili.

Le tasse sono un altro tema fortemente divisivo, anche perchè Draghi rappresenta quella finanza dell'unione sovietica europea che spinge per una patrimoniale contro le case ed i risparmi degli Italiani.

La stessa partecipazione all'unione sovietica europea verrebbe messa in discussione: da sudditi o da Nazione con la spina dorsale dritta ?

E che dire della legge elettorale che ognuno vorrebbe tagliata su misura per le proprie esigenze ?

Nessun mandato in bianco potrà essere conferito a Draghi, che dovrà operare in base ad un preciso programma che dubito possa vedere la luce.

Infine le conseguenze sui partiti.

Me ne frego delle conseguenze sui cattocomunisti e sui grillini, a me interessa solo il Centro Destra.

E nel Centro Destra è evidente che esiste una parte, i centristi e la parte peggiore di Forza Italia, che è vogliosa di salire sul carro di Draghi a prescindere dal programma.

Meglio perderli che continuare ad averli come palle al piede.

Sono convinto che la maggior parte degli elettori di Forza Italia, in caso di scissione, opterebbe per l'alleanza con Lega e Fratelli d'Italia e non con il pci/pds/ds/pd e Renzi.

Lega e Fratelli d'Italia, che già adesso sono accreditati del 40% delle intenzioni di voto, con una Forza Italia ripulita potrebbero arrivare al 45%, non la maggioranza assoluta, ma, con la attuale legge elettorale, sufficiente per avere la maggioranza in parlamento ed eleggere il nuovo presidente della repubblica che per me potrebbe (e dovrebbe) anche essere Berlusconi.

E qui casca l'asino, perchè tutti i virtuosismi dialettici di Mattarella per giustificare la scelta di non sciogliere le camere, sono finalizzati ad impedire che avvenga quel che ho descritto nel paragrafo precedente.

Non c'entra nulla il recovery plan, il virus cinese, il possibile contagio, la crisi economica, il piano vaccinale.

Allora perchè facilitare loro il compito dicendo subito di no a Draghi ?

Salvini e la Meloni vadano a vedere le carte di Draghi e pongano le loro richieste.

Sarà poi Draghi a pronunciare quel "no" che renderebbe il suo governo una navicella sballottolata tra i venti della politica e delle pretese di ogni parte.

Ma Draghi, dall'alto della sua fama, potrebbe accettare di essere il nocchiero di una nave in balia degli umori dei tanti Eolo cattocomunisti e grillini, appeso ai diciotto senatori di Renzi ?