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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

29 febbraio 2024

Il dilemma del Generale Vannacci

In una intervista pubblicata oggi da La Verità, il Generale Vannacci, tra le altre cose, informa che a breve scioglierà la riserva sulla sua candidatura alle prossime elezioni europee.

La presenza del Generale Vannacci nelle file del Centro Destra sarebbe un valore aggiunto che caratterizzerebbe l'intera Coalizione in senso positivo rispetto alle questioni da lui sollevate nel suo saggio "Il mondo al contrario" e che vedono la condivisione della maggior parte degli Elettori del Centro Destra, senza distinzione di partito.

Ed è proprio questo il dilemma che, penso, faccia riflettere il Generale: candidarsi alle europee significherebbe, per il sistema elettorale esistente, caratterizzarsi all'interno di un partito della Coalizione e non più come risorsa comune.

Diverso sarebbe stato se avesse creato un suo movimento, anche del quattro o cinque per cento, che si fosse proposto alle europee e poi fosse integrato nella Coalizione.

Ugualmente, anzi, meglio, se si liberasse (prima o poi accadrà) un Collegio uninominale, dove poterlo candidare come espressione unitaria della Coalizione.

Capisco l'esigenza di Salvini di ottenere quei voti che gli consentirebbero di superare la doppia cifra, ridimensionando Fratelli d'Italia e probabilmente, se trovassi la candidatura del Generale Vannacci nella mia circoscrizione, lo voterei, a prescindere dal partito in cui si presenta.

Ma non sarebbe male candidare un parlamentare eletto in un Collegio uninominale, per poi andare ad elezioni supplettive e candidare il Generale Vannacci che è un valore troppo importante per sottrarlo alla politica nazionale, regalandolo ad un inutile parlamento europeo.

28 febbraio 2024

59 milioni di Premier

Per la prima volta dal 2015, i cattocomunisti assieme ai grillini sono riusciti a conquistare una presidenza di regione, la Sardegna, che era detenuta dal Centro Destra.

Una vittoria personale della candidata grillina che ha superato per 3000 voti il candidato del Centro Destra, non delle liste cattocomuniste che hanno preso ventimila voti in meno di quelle della Coalizione di Centro Destra.

Una vittoria dovuta a quella anomalia che è il voto disgiunto, ma pur sempre una vittoria.

Sono seguiti i latrati dei "consiglieri" della Meloni, di Salvini e di Tajani.

Non i consiglieri interni ai rispettivi partiti, bensì quelli che dall'esterno sono saliti in cattedra e raccontano dove hanno sbagliato e cosa dovranno fare, preconizzando la fine del Centro Destra.

Una volta si diceva che in Italia c'erano 50 milioni di commissari tecnici che emergevano soprattutto dopo le sconfitte quando, fino al giorno prima, applaudivano sino a spellarsi le mani.

Analogamente (il calcio e la politica sono molto più affini di quanto si possa credere, se non altro perchè una vittoria non è mai definitiva e mai potrà accadere che i sostenitori di un partito o di una squadra, anche davanti a prove inconfutabili, cambino idea dando ragione alla squadra opposta) abbiamo 59 milioni (o, se vogliamo correttamente escludere gli stranieri immigrati, 54 milioni) di esperti, commentatori, analisti della politica pronti a diffondere gratuitamente il loro sapere.

In prima fila, neanche dirlo, i giornalisti, soprattutto quelli cattocomunisti che allignano nel Corriere, in Repubblica, nella Stampa, autentici consiglieri fraudolenti del Presidente del Consiglio che, sono certo, farà esattamente il contrario di quel che, sudolamente e infidamente, le consigliano.

Traggo infatti molta fiducia nel pacato commento della Meloni, di Salvini e di Tajani che hanno dichiarato che faranno tesoro dell'ammonimento e ripareranno ai loro errori.

E ne faranno degli altri, come è inevitabile.

Credo sia infatti superfluo pretendere di insegnare qualcosa a chi fa politica sin dalla più giovane età, avendo iniziato, almeno Salvini e la Meloni, dalla gavetta scolastica, per passare alla militanza nelle strade e piazze, quindi agli incarichi da consiglieri comunali e provinciali e poi in parlamento, ricoprendo cariche istituzionali, fino alle attuali.

Io posso solo esprimere delle mie preferenze (come quella di affievolire il sostegno all'Ucraina) ma che non posso certo individuare come causa di una sconfitta, soprattutto quando è maturata per ragioni tecniche e a fronte di una affermazione nel voto di lista.

E la Meloni, Salvini e Tajani non possono e non devono neppure deviare dalla linea che hanno intrapreso solo per cercare di accontantare le frange più rumorose dei propri sostenitori: i conti di un governo si fanno a fine legislatura.

27 febbraio 2024

Io sto con Vannacci

La candidatura del Generale Vannacci per le prossime europee è sempre più probabile e l'indice di maggiore attendibilità è fornito dalle inchieste in cui la magistratura lo indaga.

Dopo le risibili accuse per le spese effettuate quando era addetto militare alla ambasciata a Mosca, ecco quella che, nelle intenzioni di chi lo ha denunciato, dovrebbe essere la bomba atomica: il Generale Vannacci indagato per istigazione all'odio razziale per il contenuto del suo saggio "Il mondo al contrario".

Una paturnia tipica di chi vede fascisti, razzisti, omofobi e sessisti in ogni anfratto.

Io condivido quasi tutte le opinioni espresse dal Generale, ad eccezione dell'elogio a Napoleone che, per me, fu un criminale al pari di Stalin e Mao.

Come me milioni di Italiani che hanno acquistato o comunque letto il saggio e ne condividono le idee ivi espresse.

So benissimo che per i perversi schemi mentali dei cattocomunisti siamo tutti fascisti, omofobi, razzisti e sessisti, ma se ne facciano una ragione: ci siamo e resteremo.

Non so cosa il Generale abbia intenzione di fare, non lo viene certo a dire a me, ma mi auguro che non si candidi e non per timore dei magistrati, ma perchè lui è una risorsa dell'intero Centro Destra e sarebbe un peccato che si candidasse in una lista di un solo partito della Coalizione.

Per lui vedrei molto bene una candidatura comune in un collegio che dovesse liberarsi per una elezione supplettiva o, non deve avere fretta, alle elezioni del 2027, sempre in un collegio come risorsa comune del Centro Destra e, perchè no, come candidato in pectore per qualche ruolo di alto livello istituzionale.

In ogni caso, comunque liberamente decida, io sto con Vannacci.

26 febbraio 2024

Attenti ai risparmi !

E' stata poco considerata l'ultima sparata di Draghi: occorre denaro anche privato perchè l'europa per costruirsi deve avere 500 miliardi da spendere.

Ecco che Draghi, quello del "non ti vaccini, ti ammali e fai ammalare, muori e fai morire" replicato con il "preferite il condizionatore o la pace?", ha posto il primo mattoncino per una rapina gigantesca ai danni dei cittadini delle nazioni europee e italiani in particolare.

Lo strumento fiscale è, da sempre, quello utilizzato dal centralismo assolutista per piegare ai propri voleri i liberi cittadini.

A cavallo del 1300, Filippo IV di Francia utilizzò lo strumento fiscale, sotto forma di requisizione dei beni, per cancellare i Templari e rifornire le indebitate casse del regno.

Sempre in Francia, la tassazione imposta sulle proprietà terriere dei nobili dal Cardinale Richelieu stroncò ogni resistenza feudale, garantendo al re Luigi XIII ed a suo figlio Luigi XIV uno stato centralizzato e quel potere assoluto che poi si manifestò nella sua forma più criminale con le azioni predatorie di Napoleone.

La Rivoluzione Americana avvenne a seguito di una tassa, l'ennesima imposta voluta per finanziare le guerre di Giorgio III, causando la perdita di tutte le colonie che poi formarono gli Stati Uniti d'America.

In tempi a noi più vicini, nel 1992, il socialista Giuliano Amato, nottetempo, si introdusse nei nostri conti correnti per prelevarne il sei per mille e finanziare la sua politica di spesa.

Le parole di Draghi, quindi, sono l'annuncio di una nuova offensiva contro i nostri risparmi già taglieggiati da tasse e prelievi che vanno dall'Imu alle tasse sui conti correnti, sui depositi, alla tassa sui guadagni di borsa, a quella sulla compravendita di azioni, tutte che insistono su quello che siamo riusciti a risparmiare da un reddito già di suo taglieggiato da tasse ben superiori alle necessità di uno stato amico e non invasivo.

Il tutto per finanziare spese spesso clientelari, assistenza ai clandestini, rottamazioni per gli industriali amici e via spendendo e spandendo il nostro denaro.

Come se non bastasse si aggiungono le costose ed inutili, anzi dannose, paturnie ambientaliste e la sovrastruttura dell'unione europea che, come un malefico Moloch, divora miliardi che distribuisce a vanvera come i finanziamenti all'Ucraina che mai ci saranno restituiti.

E proprio dall'europa arriva il prossimo pericolo, quei 500 miliardi che Draghi ha indicato come necessari per procedere con la costruzione dell'unione.

E in prima fila, sotto tiro, ci siamo noi Italiani, perchè noi Italiani siamo, tra tutti, quelli maggiormente inclini al risparmio tanto da aver accumulato 6mila miliardi di depositi a fronte di un debito pubblico che, proprio grazie anche alle spese di Draghi, ha superato i 2800 miliardi.

In pratica il debito pubblico italiano è doppiato dai risparmi privati: volete che non ci abbiano messo gli occhi sopra quelli che stanno allungando le mani anche sulle nostre imprese e sulle nostre coste ?

Per ora è un allarme, ma se le prossime elezioni europee non andranno bene e fosse confermata la "maggioranza Ursula" avranno cinque anni per mettere le mani sui nostri risparmi.

25 febbraio 2024

La buccia di banana dell'Ucraina

Mi ha molto disturbato che la prima uscita di Giorgia Meloni quale presidente del G7 sia stata così smaccatamente a sostegno delle pretese di Kiev.

Solitamente le riunioni del G7 sono una mera passarella, perchè tutto viene preventivamente delineato dai "negri", che oggi si devono chiamare "sherpa", cioè dai funzionari esperti di diplomazia e degli argomenti all'ordine del giorno, con una bozza che, previa approvazione politica dei governi interessati, viene poi solennemente approvata in sede di riunione.

Quindi la riunione ha soprattutto un valore di conoscenza interpersonale tra i presidenti, dove gioca molto la capacità empatica e, per la nazione che a turno presiede, dare visibilità alle bellezze di alcune località nazionali.

La Meloni ha invece preferito un segnale politico, riunendo il G7 a Kiev, con la presenza fisica di personaggi che sarebbe meglio evitare (Zelenski, la Von der Leyen, Trudeau e il premier belga che sta spingendo, da presidente di turno della ue, per una accelerazione sulla follia verde) e con gli altri, tranne Macron che ha preferito farsi fischiare alla fiera agricola, in videoconferenza.

Ma oltre alla infelice scelta del luogo, c'è da stigmatizzare la rinnovata presa di posizione, senza se e senza ma, a favore dell'Ucraina, quando, quanto meno per ragioni di opportunità, sarebbe stato meglio sfumare il sostegno manifestato per cercare di riacquisire una parvenza di equidistanza sia per favorire gli interessi nazionali, che per proporsi quale mediatori tra i contendenti.

Sicuramente la Meloni è sincera nelle sue affermazioni sulla importanza dell'Ucraina a difesa di tutta l'Europa, ma anche chi, come me, non crede che la Russia voglia papparsi l'Europa (dopo la caduta del comunismo, anzi, è esattamente il contrario come dimostrano gli ingressi delle nazioni ex Patto di Varsavia nella Nato e nella ue), è sincero nel dire che per la Meloni e per Fratelli d'Italia l'Ucraina rischia di diventare quella buccia di banana che per la Lega fu l'ingresso nel governo Draghi con i cattocomunisti e il voto per Mattarella al Quirinale.

Alle europee c'è la possibilità di scelta tra Fratelli d'Italia e Lega e se i primi continueranno ad inciampare in politica estera e i secondi, al contrario, manifesteranno più prudenza magari aggiungendo candidati di valore come potrebbe essere il Generale Vannacci, allora si riapre il discorso di chi votare.

Salvini ha sicuramente compreso la lezione che noi elettori gli abbiamo impartito dopo le sue infelici operazioni Draghi e Mattarella, forse è giunto il momento che noi elettori si impartisca analoga lezione anche alla Meloni.

24 febbraio 2024

I manganelli della Polizia come il debito di Draghi: buoni e cattivi

Ieri, a Firenze e Pisa, la Polizia è stata costretta a caricare e disperdere gruppi di manifestanti che si avvicinavano, sicuramente non per distribuire le pastarelle, al consolato statunitense e ad una sinagoga, ululando slogan a sostegno dei palestinesi e contro Israele.

Gli stessi manifestanti non scesero però in piazza il 7 ottobre dopo l'eccidio perpetrato dai terroristi palestinesi contro pacifici israeliani, nè ricordo abbiano mai manifestato contro i vari attentati e azioni terroriste dei palestinesi, dai dirottamenti aerei a Monaco, da Fiumicino all'Achille Lauro.

Ma non è questo il punto, bensì la canea sollevata dai cattocomunisti e dai grillini contro la Polizia, blaterando di cariche inammissibili e di uso sproporzionato dei manganelli.

Eppure sono gli stessi manganelli che, assieme agli idranti, ai cani ed ai droni, furono utilizzati dai governi Conte2 e Draghi contro pacifici, quelli sì !, manifestanti ostili all'obbligo del green pass e, addirittura, contro singoli cittadini che correvano in solitaria sulla spiaggia o vi prendevano il sole.

Evidentemente, per i cattocomunisti e i loro caudatari grillini, esistono manganelli buoni e manganelli cattivi, come il debito che Draghi divide in buono (quello che fa lui) e cattivo (quello che fanno gli altri).

Come si può ragionare o dialogare con simili esseri ?

23 febbraio 2024

La fine di un mandato la decidano gli Elettori

Ieri, in commissione affari costituzionali, i parlamentari hanno votato, respingendolo, un emendamento della Lega che prevedeva la possibilità, per i presidenti di regione, di effettuare un terzo mandato.

Ho già ricordato, in un post del 12 gennaio , che la norma che limitava i mandati a due, prima dei sindaci, poi dei presidenti di regione, risale al passaggio all'elezione diretta dei sindaci.

Storicamente il limite di mandato risale al XXII emendamento della costituzione degli Stati Uniti, approvato nel 1951 sotto la presidenza Truman, che seguiva le quattro presidenze di Franklin Delano Roosevelt ed era finalizzato ad impedire che il potere alimentasse se stesso come in una dittatura.

Personalmente ho sempre considerata sbagliata tale norma che, in Italia, si declina con la bramosia di partecipare al banchetto del potere da parte chi ne è escluso e che, se chi lo precede fa bene, rischia di restarne escluso per sempre visto che da dietro arrivano sempre nuovi aspiranti.

Ma in una democrazia è il Popolo Sovrano ad eleggere i propri rappresentanti e quindi sono gli Elettori che dovrebbero decidere se un sindaco, un presidente di regione, di provincia, del consiglio, della repubblica, un parlmentare o un semplice consigliere di circoscrizione possono accomodarsi in panchina o meritano di continuare ad amministrarli.

L'elezione diretta è forse l'unico momento in cui vengono premiati merito e capacità e, al contrario, punite incompetenza e inettitudine.

Certo, c'è anche il rischio che si crei una consorteria che, come una cappa, escluda tutti coloro che non ne fanno parte e sono costretti a lunghe attese fuori dalla porta, come accade a Bologna, dove la oggettiva complicità che esiste tra comune, curia, sindacati, cooperative rosse, dirigenze delle associazioni imprenditoriali, portano sistematicamente a condizionare anche gli Elettori che trovano un ritorno personale nell'adeguarsi alle candidature proposte dal "Partito" (che è il pci/pds/ds/pd).

Ma è un rischio che possiamo e dobbiamo correre per dare più potere agli Elettori e meno a tali conventicole che puntano ad imporre candidati allineati e coperti.

A maggior ragione avrebbero forza nei confronti di un sindaco, presidente etc. di prima nomina che sa di dover loro la elezione e la possibile rielezione.

Al contrario un sindaco premiato dal voto, diventa sempre più autonomo dalle consorterie di potere e quindi più propenso ad amministrare negli interessi dei cittadini anche contrariando i notabili e potentati locali.

Stupisce quindi che Fratelli d'Italia e Forza Italia abbiano votato contro l'emendamento leghista proprio perchè il Centro Destra, nel suo complesso, è talmente attento al volere degli Elettori da scegliere il proprio Leader non le ridicole primarie (con voto concesso anche a chi non vota alle elezioni) ma in base all'esito del voto, perchè a capo della Coalizione va automaticamente il segretario del partito più votato.

Era Berlusconi, poi Salvini nel 2018-2022 e adesso la Meloni.

Massimo rispetto per gli Elettori, come si avrebbe se si mettesse nelle loro mani la scelta di far terminare i mandati di sindaci e presidenti.

Mi auguro che Fratelli d'Italia e Forza Italia ci ripensino e restituiscano agli Elettori il diritto a decidere se e quando un amministratore possa continuare o meno ad esercitare la sua funzione.


22 febbraio 2024

Ma cosa ci vuole per spazzare via i terroristi Houti ?

Ci vuole volontà politica.

Ed è proprio quello che manca sia alle forze angloamericane, che almeno qualche incursione in teritorio yemenita la attuano, sia alla coalizione europea a guida tattica italiana che è costretta, dalle regole di ingaggio, solo ad azioni di difesa.

Il calcio lo insegna, se una squadra gioca sempre in difesa, prima o poi un goal lo prende, se non in questa, nella prossima partita.

Ogni attacco dei terroristi Houti è una partita e così, davanti a chi aspetta di intercettare i loro missili e spesso ci riesce, qualche volta uno invece buca le difese e piomba vuoi su una nave, vuoi su una città israeliana.

E si consente a quei terroristi di tenerci in scacco per lungo tempo, aumentando i costi della navigazione e delle merci trasportate.

Una condizione inaccettabile.

Non conosco i problemi degli Houti, ma di qualunque genere e natura possano essere, noi Occidentali abbiamo il diritto di difendere i nostri interessi, anche con la forza.

Abbiamo (ancora, non per molto, temo, vista la tendenza ad un comportamento da eunuchi sempre più pronunciato da tutti i governi timorosi di essere additati come violenti e guerrafondai, quando il nemico non si pone simili paturnie e spara tutto quello che ha contro ogni bersaglio, civile o militare che sia) una netta supremazia in armi, tecnologie, mezzi: sfruttiamola !

Gli Houti non sono dispersi nel mondo, sono in una zona di terreno ben delimitata che può essere bonificata in tempi relativamente brevi, con un'azione dall'aria e da terra.

Fine degli intralci alla navigazione e al commercio mondiale.

Ci vuole solo la volontà politica.

21 febbraio 2024

E due !

Dopo la sentenza sulla sicurezza dei porti libici, ecco che la magistratura italiana ne inanella un'altra dissequestrando, in spregio al decreto sugli obblighi delle ong, una nave ong.

Una serie di arzigogoli, tirando in ballo persino la libera iniziativa imprenditoriale, per giustificare una decisione che è contro la volontà popolare espressa con il voto che ha mandato al governo un Centro Destra che ha, tra le sue priorità, quella di fermare l'invasione dei clandestini.

Come è possibile governare se nella magistratura ci sono giudici che, invece di applicare norme (tra l'altro estremamente poco invasive nei confronti delle ong) che sono quanto di più chiaro ci possa essere, le adatta ad una visione prettamente ideologica ?

Ecco che la questione giustizia diventa anch'essa prioritaria, alla pari del contrasto all'immigrazione, della riduzione delle tasse, del presidenzialismo, dell'autonomia differenziata, del recupero di Sovranità, Indipendenza e Identità Nazionale rispetto agli organismi sovranazionali che siano l'Europa, l'oms o l'onu.

Ma è una questione che non si risolve con una semplice riforma, ancorchè contrastata duramente dai magistrati e quindi, per definizione, ottima riforma, ma con una rivoluzione dell'intero apparato, a cominciare dal reclutamento del personale.

Come possiamo fermare l'invasione se, ad ogni iniziativa per bloccare o, almeno, rallentare gli arrivi, qualcuno, dall'interno, ci rema contro ?

20 febbraio 2024

Ilva e Stellantis: non a spese nostre

La vicenda dell'Ilva si avvia ad un nuovo ribaltone con la nomina di uno o più commissari per la gestione in amministrazione straordinaria, in netta contrapposizione con la maggioranza della proprietà che avrebbe voluto un concordato.

In parallelo la Stellantis ha messo il silenziatore alle aggressioni al Governo, lasciate alle punte delle penne dei giornalisti della Casa, per cercare di guadagnare il massimo dal condizionamento che il Governo subisce in relazione al mantenimento dell'occupazione.

Occupazione che anche per l'Ilva è la preoccupazione maggiore, a prescindere dai conti dell'azienda e che lo fu anche per l'Alitalia.

Mi domando però se ingessando ancora di più il mercato del lavoro con incentivi, agevolazioni, ammortizzatori sociali o, peggio ancora, con l'ingresso dello stato in aziende in perdita, si possa garantire, come pretenderebbe la Trimurti, una occupazione stabile e duratura o se,  invece,  non si tapperebbe un buco, lasciando, come è stato fatto in passato, a chi verrà dopo un anno, due o cinque, l'onere di tappare un buco ancora più grande.

La Thatcher, come cito spesso, diceva che per avere molti nuovi ricchi, occorrevano anche molti fallimenti.

Intendeva dire che il fallimento delle aziende decotte era un presupposto necessario per aprire varchi, opportunità e risorse a nuove iniziative che avrebbero quindi dato una spinta a nuovi imprenditori con il corollario di nuovi posti di lavoro.

E' uno dei principi cardine di una economia liberale, dove prospera chi produce, chi guadagna e chiude chi è in perdita, consentendo a nuove iniziative imprenditoriali di riassorbire quella mano d'opera che veniva lasciata libera dai fallimenti.

Ma questo presuppone che ci siano attori consapevoli della necessità di una idea imprenditoriale e di una mentalità industriale che non sia basata sull'assistenzialismo dello stato che, anzi, dovrebbe limitarsi a dettare e applicare regole nell'interesse nazionale, non a partecipare alla competizione economica utilizzando i soldi di tutti per spicchi di attività.

Maurizio Belpietro, in un editoriale di alcuni giorni fa, aveva ribadito la tesi che personalmente affermo da anni: la Fiat, ora Stellantis, con tutti gli interventi pubblici di cui ha beneficiato, dovrebbe appartenere agli Italiani.

Belpietro si limitava paraltro a dire che gli Agnelli dovrebbero rimborsarci con l'Alfa Romeo.

Io direi che visto che ha spostato la sede, legale e fiscale, della Stellantis all'estero mentre il cuore della Ferrari è a Maranello, Italia, dovrebbero esserci consegnati, chiavi in mano, anche marchio e stabilimenti italiani della Ferrari, realizzando quella idea che fu di Berlusconi di un marchio, conosciuto e famoso, come Ferrari, che non si limiti ad auto da corsa e di lusso, ma abbia una intera gamma di prodotti.

Tutti italiani.

Non da far gestire allo stato, ma da immettere sul Mercato, a prezzi di mercato, consentendo un ricavato che abbatterebbe, con un bel colpo, una parte del debito pubblico e creando una attività che potrebbe assorbire le maestranze di una Stellantis in fuga dall'Italia.

Capisco che sia più facile, soprattutto per la Trimurti sindacale, sbraitare chiedendo in continuazione esosi finanziamenti statali, aumentando il debito pubblico, per potersi godere la momentanea gratificazione del "salvataggio" dei posti di lavoro, salvo poi ritornare a chiedere altri soldi pubblici dopo qualche mese quando la dura realtà dei conti economici non lascia scampo ad una attività in perdita.

E capisco anche la difficoltà di governare quando si deve affrontare ogni giorno un problema, al quale viene sempre, da tutte le parti ed in ogni circostanza, fornita la soluzione fondata su un esborso di denaro pubblico.

Ma se non si cominceranno a dire dei no, dei no ragionati e mirati, soprattutto ad accollare allo stato, cioè a tutti noi, finanziamenti e debiti altrui, non cambieremo mai registro e saremo condannati ad inseguire perennemente la ricerca di un capitolo di spesa da chiudere o spostare per finanziare questo o quel buco che si apre e che deve essere tappato per "esigenze sociali".

19 febbraio 2024

112 è CENTODODICI, non uno-uno-due !

Mi è capitato di ascoltare la pubblicità che invitava a chiamare il 112 in caso di emergenze.

In un primo momento, sentendo che si doveva chiamare l'uno-uno-due ho pensato che avessero cambiato il numero delle emergenze che, da anni, è il CENTODODICI che aveva sostituito, per la solita baggianata di uniformarlo a quello europeo, il CENTOTREDICI che appare nei film polizieschi italiani degli anni settanta.

Poi, però, ho mentalmente composto il numero ed ho visto che è il CENTODODICI, declinato, però, all'americana, dove esiste il famoso (per i telefilm polizieschi locali) nove-nove-uno, cioè 991, novecentonovantuno.

A parte il fatto che parlare di uno-uno-due sembra l'affettata descrizione di qualche passo di danza, contesto lo snaturamento del nostro CENTODODICI, americanizzato forse perchè così sembra più moderno.

Analogamente contesto la pessima pronuncia all'americana dell'anno in corso, 2024, che è DUEMILAVENTIQUATTRO e non venti-ventiquattro !

La mentalità da sudditi la si acquisisce non solo rinunciando alla Sovranità in materia monetaria, legislativa, economica, o annacquando la nostra Identità nel meticciato culturale ed etnico, ma anche rinunciando alla nostra lingua, ai suoi modi di esprimersi ed alle sue costruzioni lessicali.

Purtroppo anche la famosa Accademia della Crusca sembra sempre più incline a recepire le forme parlate, inquinate dalla influenza americana, motivandole come evoluzione della lingua.

Per me, invece, è solo pavida rinuncia alla nostra Identità Nazionale.

18 febbraio 2024

Adesso basta !

Con una discutibile sentenza, la corte di cassazione ha condannato il capitano di una imbarcazione che, dopo aver salvato dal naufragio un gruppo di clandestini, li ha consegnati alla guardia costiera libica, competente in quel mare.

Secondo i giudici di cassazione la Libia non sarebbe un porto sicuro.

In base a quale potere svolgono una tale considerazione prettamente politica e pertinente alle relazioni internazionali ?

Naturalmente gli immigrazionisti, che odiano l'Italia e chi ne difende l'Identità e la Sovranità, hanno festeggiato e si propongono di invadere ancora di più l'Italia.

Non sarebbe ora che la Politica dicesse basta alle interferenze dei magistrati nelle scelte politiche ?

Non sarebbe ora che i magistrati si occupassero di difendere gli Italiani da scippi, rapine, furti, invece di preoccuparsi se uno stato è o meno sicuro per dei clandestini che sono partiti proprio da quello stato ?


17 febbraio 2024

Chi ha paura di camminare con le proprie gambe ?

Da Nazionalista credo che l'Unità d'Italia sia un bene prezioso e intendo l'Italia tutta, comprensiva di Istria, Fiume e Dalmazia.

Inutile rivangare la nostra Storia che, dopo la caduta di Roma, ci ha visto divisi per secoli, in buona parte per colpa della chiesa che non voleva uno stato unitario che le avrebbe sottratto il potere temporale, ma anche delle scelte dell'unico stato che ebbe un ruolo di primo piano a livello internazionale, la Repubblica di Venezia, che, però, preferì l'espansione di carattere commerciale via mare alla estensione in terra ferma.

Solo dopo secoli di dominazione straniera e con grandi sacrifici siamo riusciti a stabilizzare uno stato unitario, monco nella parte orientale che però ha pagato le precedenti divisioni e culture.

Adesso viene proposta una autonomia definita "differenziata" che, senza ridurre i trasferimenti ad oggi effettuati dalle regioni più produttive a quelle che ancora necessitano di assistenza, imporrebbe un miglior utilizzo e finalizzazione dei fondi a disposizione.

Il tutto senza sottrarsi al dovere della solidarietà nazionale (solidarietà, concetto e pratica ben differente dall'assistenzialismo !) a fronte di eventi catastrofici straordinari.

In sostanza si chiede a chi amministra le regioni rimaste ancora indietro, di migliorare la propria capacità di utilizzo delle risorse, tagliando le spese inutili, quelle improduttive e l'assistenzialismo eterno.

Il tutto senza intaccare l'unitarietà delle stato che viene anzi rinforzata dalla previsione di un primo ministro eletto direttamente dal Popolo (preferirei il presidente della repubblica ma, come primo passo, è accettabile anche il primo ministro).

Sorprende che a protestare animosamente e istrionicamente siano alcuni politici del sud, quando a beneficiarne sarebbe prevalentemente il meridione come dimostra la intelligente destinazione dei ricavi derivanti dai pozzi di petrolio e gas in Basilicata a favore di una riduzione corposa dei costi dell'energia per i cittadini della Basilicata.

Viene quindi il sospetto legittimo che con la autonomia differenziata si vada ad intaccare un sistema di potere e di affari che si è consolidato in 79 anni di assistenzialismo con la cassa per il mezzogiorno e tutte le altre iniziative che l'hanno sostituita.

Un cambiamento doveroso perchè se, dopo quasi 80 anni, il problema non è risolto nonostante le ingentissime risorse ivi immolate, è giusto e obbligato cambiare strategia.

Io mi sarei invece aspettato che i politici del meridione fossero i principali sostenitori di tale autonomia, sia per una questione di dignità (scriverebbe la parola fine all'assistenzialismo improduttivo) sia per la convinzione di saper gestire le ampie risorse del sud (a cominciare dal turismo, agevolato dai paesaggi naturali e dal clima) a beneficio di tutti i cittadini che hanno affidato loro le chiavi del loro destino.

Perchè invece hanno paura a camminare sulle loro gambe ?

16 febbraio 2024

Gli agricoltori contro l'ottuso dirigismo europeo

Continuano le manifestazioni degli agricoltori anche se con numeri più esigui dopo gli impegni assunti dal Governo.

Le richieste che appaiono dalle dichiarazioni dei manifestanti (di prima e di oggi) sono pienamente condivisibili, perchè quando gli agricoltori dicono che non vogliono sussidi ma poter vendere a prezzi che portino loro un guadagno, cioè che siano un po' superiori ai costi di produzione, non solo hanno ragione, ma manifestano un diritto assoluto: non è accettabile che una qualsivoglia azienda metta a disposizione un prodotto o un servizio sotto costo, se non per brevi periodi di carattere pubblicitario.

Perchè poi chi compenserebbe la differenza ?

E produrre in perdita significa fallimento assicurato.

Gli agricoltori hanno anche ragione nel puntare l'indice accusatorio nei confronti di direttive di emanazione europea che aumentano i costi (ad esempio tutti i vincoli unicamente ideologici, da invasati dell'ambiente, posti per la transizione verde o le tasse imposte per un presunto acquisto di possibilità di inquinare) e che, nel contempo favoriscono l'importazione di quegli stessi prodotti che gli agricoltori sono costretti a imbrigliare all'interno delle direttive europee, da stati terzi che non hanno alcuna cura nell'applicare le norme europee e quindi possono vendere ed esportare a prezzi inferiori a quelli che sarebbero costretti a praticare i nostri agricoltori, costringendoli a produrre e vendere sotto costo.

Sono quelle le storture al Mercato e sono paradossalmente (ma non tanto) una imposizione di quella inutile sovrastruttura che è l'unione europea che, invece di agevolare la libertà di circolazione delle merci al suo interno, tassando le importazioni di merci prodotte con criteri e mezzi che da noi sono vietati al fine, almeno, di pareggiarne il costo di produzione con quelle interne, agevola le importazioni, anche qui per motivi meramente politici e ideologici, per imporre solo all'interno normative dirigiste e vessatorie.

Danneggiando così tutti gli stati dell'unione che vedono alterare la prorpia produzione, le possibilità di guadagno dei propri agricoltori e, in più, andare a deficit o ridurre il margine di guadagno nella bilancia commerciale tra esportazione e importazione.

In questo quadro il Governo Nazionale non ha colpe, almeno quello attuale, perchè la responsabilità è tutta di chi ha accettato di cedere Sovranità all'unione europea e di chi, ancora oggi, sostiene che se ne dovrebbe cedere altra.

Il Governo Nazionale ha pochi strumenti per intervenire, se non quello, da respingere !, dei sussidi, delle agevolazioni che sono altrettanti modi per alterare la logica di Mercato, con l'aggravante dell'assurdità nel vedere che mentre l'unione europea sfila denaro dalle tasche dei cittadini e degli agricoltori, il Governo Nazionale è costretto a rimborsarli in parte aumentando il debito pubblico o sottraendo risorse ad altri capitoli di spesa invece di ridurre il nostro enorme debito pubblico revocando, ad esempio, tutti i contributi per l'assistenza ai clandestini, con buona pace della cei (che se vuole, il Vaticano ha tanti di quei beni che potrebbe accollarsi tutte le spese per i clandestini, dall'alloggio al vitto, dall'istruzione alle cure sanitarie e anche ai rimborsi dei danni che provocano).

Quindi le manifestazioni in Italia, con richieste al Governo Nazionale, non centrano il bersaglio, mentre sono puntuali quelle contro il dirigisimo di stampo sovietico della commissione europea, corrotta da una furia ideologica che non le consente di applicare le normali regole di un libero Mercato.

In sostanza è giusto che gli agricoltori manifestino, ma finchè resteremo nell'unione europea, cedendo Sovranità, non risolveremo mai il problema.

Nè quello degli agricoltori, nè quello dei balneari, nè quello delle nostre industrie.

La strada maestra è solo quella di uscire dall'Europa e ricominciare a navigare in modo autonomo e indipendente. 

15 febbraio 2024

Non mi piacciono le telefonate dialoganti con i cattocomunisti

La stampa cattocomunista ha dato ampio spazio e pubblicità alle due (pare) telefonate intercorse tra il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il segretario del pci/pds/ds/pd Elly Schlein quale capo del più rappresentativo partito di opposizione.

Tali colloqui sembrano avvenuti con la finalità di raggiungere un accordo sulle mozioni da approvare in parlamento in ordine alla guerra in medio oriente.

Non mi piacciono questi dialoghi che non portano a nulla, ma solo a far percepire una sorta di sovrapponibilità tra il Centro Destra e la sinistra, tra la Meloni e la Schlein, dando spazio ai Conte e alle liste monotematiche.

Mi stupisco inoltre dell'astensione del Centro Destra sulla mozione cattocomunista, molto, troppo sbilanciata verso i palestinesi.

Nonostante infatti io abbia 67 anni, non ricordo periodi, da quando cominciai a seguire i fatti del mondo, in cui non vi fossero notizia circa dirottamenti, attentati, azioni terroriste dei palestinesi.

E ricordo molto bene i massacri di Monaco e di Fiumicino, l'assassinio di un ebreo americano disabile sull'Achille Lauro, i telegiornali che aprivano quotiianamente con notizie di dirottamenti aerei, di Arafat che trattava con il mitra in mano con Re Hussein e poi andava a parlare alla, sin da allora, compiacente tribuna dell'onu.

Ricordo anche il favore che abbiamo fatto ai terroristi libanesi degli Hetzbollah prestando anche truppe Italiane come interposizione tra loro e gli Israeliani.

Negli anni i terroristi si sono rafforzati, riarmati e dominano nell'intero Libano.

Mi auguro che non si faccia altrettanto salvando i terroristi di Hamas.

Quindi non possiamo avere nulla a che spartire con i cattocomunisti.

E se (forse) anche loro sono sinceri nell'auspicare la pace tramite un primo cessate il fuoco, non possiamo certo avere le medesime finalità.

Comprendo il desiderio della Meloni di essere "riconociuta" dalla stampa cattocomunista che è tuttora egemonica, ma il suo rischio è di perdere il consenso popolare, esattamente come accadde a Salvini quando entrò nel governo Draghi con i cattocomunisti.


14 febbraio 2024

Il Popolo è Sovrano

Leggo che una ex presidente della corte costituzionale, nel passato candidata a tante presidenze (della repubblica, del consiglio) mai ottenute, si presta a sostenere, in pratica, l'obbligatorietà della predisposizione ed emanazione di una legge sul fine vita, perchè così ha chiesto la corte costituzionale.

Mi piace quindi ribadire che la Sovranità appartiene al Popolo che la esprime attraverso i suoi rappresentanti regolarmente e liberamente eletti.

Se la maggioranza dei rappresentanti eletti è contraria ad una legge che legittimi la soppressione di una persona da parte o con la attiva partecipazione e collaborazione di terzi, vuol dire che saranno gli Elettori a dover semmai cambiare tale maggioranza, ma non potranno mai essere soggetti nominati e non eletti, a pretendere che si eseguano le loro volontà.

Questo deve valere anche su tutto il resto del mondo delle leggi, sulle quali persone che non sono state elette dal Popolo, ma nominate o che hanno solo affrontato un concorso pubblico, tendono ad arrogarsi poteri che non dovrebbero loro appartenere, forzandone l'interpretazione in base alle proprie ideologie, cancellandole di fatto con la loro disapplicazione o anche solo pretendendone la modifica.

Se costoro pensano di poter legiferare meglio di quelli che oggi siedono in parlamento, non hanno altro da fare che organizzarsi in partito, presentarsi alle elezioni e vediamo quanti voti e seggi otterranno.

Fino ad allora, saranno i rappresentanti parlamentari, espressione diretta del Popolo Sovrano, a decidere quli leggi approvare e quali suggerimenti cestinare.

13 febbraio 2024

Trump, la Nato e i costi della difesa

Donald Trump nei giorni scorsi ha ripreso un tema che era stato parte della sua azione da presidente degli Stati Uniti: la effettiva partecipazione della vecchia e decadente Europa ai costi per la difesa comune.

Lo ha fatto con il suo metodo abituale, senza diplomazia ed ha provocato le risentite reazioni dei parrucconi europei, gli stessi che chiedono ad Israele di non annientare i terroristi di Hamas con la scusa delle conseguenze per i cosiddetti civili palestinesi. 

Ma Trump, al netto della mancanza di tatto diplomatico, ha ragione.

Aiutati che il ciel ti aiuta, dice un proverbio popolare e per troppo tempo ci siamo adagiati dietro lo scudo difensivo offerto dagli Stati Uniti, consapevoli che, anche per il loro interesse, i marines sarebbero intervenuti in caso di aggressione contro di noi.

Ma la cosiddetta globalizzazione ha anche esteso l'interesse geopolitico, soprattutto in funzione delle materie prime che possono essere acquisite e la vecchia Europa dei parrucconi che vietano questo e quello, chiedono scusa ad ogni flatulenza tribale delle vecchie colonie e degli antichi sudditi e si prestano a politiche autolesioniste nel nome della follia verde, quando i concorrenti continuano a produrre con i vecchi, sani e meno costosi sistemi energetici (dal carbone al petrolio al gas), ha reso l'Europa nel suo complesso meno rilevante, una nobile decaduta e che nulla fa per risorgere.

Che Trump abbia ragione è anche dimostrato dai tentativi che il nostro governo sta facendo, attraverso il Ministro della Difesa Guido Crosetto, di restituire linfa alle nostre Forze Armate, con la previsione di un piccolo contingente di riservisti, che oggi non esiste.

Sono quasi venti anni che è stato abolito il servizio di leva e sembra che ormai si sia compreso l'errore fatto nel non prevedere un sistema che prevedesse un addestramento periodico, magari su base volontaria, con ferma ridotta a fianco di una ferma prolungata per la realizzazione di un esercito di professionisti.

Un sistema che potrebbe essere su base territoriale, con una sorta di Guardia Nazionale pronta al richiamo in poche ore, per ogni evento.

Così come sono rimasto allibito nel leggere che ormai i nostri arsenali sono stati svuotati dall'invio di armi all'Ucraina e, comunque, armi di ben poca efficacia, come i carri armati che, in prevalenza, sono Leopard 1, forse un poco aggiornati e rivisti, spero ..., ma che di base erano quelli sui quali svolsi io il servizio militare nel 1979 e che, ormai, sono ampiamente superati.

Certamente rifarsi un arsenale moderno e addestrare truppe, anche su base volontaria e a ferma ridotta con richiami periodici di aggiornamento, comporta un costo, che è poi quello che Trump chiede agli stati della Nato.

Aiutati che il ciel ti aiuta.

Armati che poi, nel caso servisse, arrivo a darti una mano.

Del resto, la Nato è una assicurazione che ha funzionato bene per quasi 80 anni, ma anche le migliori assicurazioni se non paghiamo il premio annuale, non ci rimborsano i danni in caso di incidente.

12 febbraio 2024

La Russia deve essere reintegrata nel fronte occidentale

Leggo con grande disappunto le bellicose dichiarazioni di esponenti della Nato che, invece di impegnarsi per garantire la navigazione ed i commerci nel Mar Rosso a tutela degli interessi dei Popoli e delle Nazioni europee, alimentano lo scontro con la Russia, spingendola sempre di più tra le braccia della Cina e di altri stati poco raccomandabili come l'Iran e la Corea del Nord.

La Russia, come si capisce anche dalla "lezioncina" di storia impartita da Putin all'inizio dell'intervista rilasciata a Tucker Carlson, ha da sempre una proiezione verso l'Occidente, l'Europa, mentre ha sempre visto i suoi lontani confini orientali come messi in pericolo dalle mire espansioniste dei cinesi.

La scelta incauta di intervenire a favore dell'Ucraina invece di mantenere una neutralità che avrebbe favorito un accordo con la Nato e/o le nazioni europee come mediatori, ha avuto lo stesso effetto che ebbero le sanzioni di Inghilterra e Francia contro l'Italia dopo la nostra conquista dell'Etiopia e la proclamazione dell'Impero.

Allora l'Italia, che pure non amava la Germania, storico nemico, soprattutto quella di Hitler che si stava avvicinando ai nostri confini con le pretese di quell'Anchluss poi portato a compimento nel 1938,  fu spinta tra le braccia della Germania dalle ritorsioni anglofrancesi perchè avevamo realizzato quel che loro avevano fatto da decenni.

Le conseguenze furono devastanti, dalle leggi razziali, al via libera all'Anchluss, fino al devastante ingresso in guerra a fianco della Germania.

Oggi si ripete la storia.

Le sanzioni e l'ostilità dell'Occidente verso la Russia la spinge a cercare alleanze e rifornimenti in Cina, Corea del Nord, Iran, con tutte le conseguenze del caso che potranno vedere coinvolte non solo quelle terre contese tra Russia e Ucraina, ma potrebbero spaziare dal Medio Oriente (dove avremmo bisogno, come fu per la guerra contro l'Isis, dell'alleanza russa, non di una Russia che sostiene i terroristi di Hamas e dello Yemen per ricambiare l'aiuto iraniano e cinese !) ed a Formosa, sulla quale si proietta l'ombra del Dragone.

E mi ricordo quando, dopo aver riunito a Pratica di Mare Bush e Putin, Berlusconi ebbe la visione di una Russia nella Nato, per integrarla a pieno nel mondo occidentale, nei nostri meccanismi e nella nostra alleanza.

Una intuizione geniale, misconosciuta e persino derisa da chi, oggi, ci sta incartando in un sostegno privo di prospettive al regime ucraino.

Purtroppo dopo Pratica di Mare, fu compiuto solo il primo passo, la trasformazione del G7 in G8, salvo poi escludere la Russia nel 2014, dopo l'annessione della Crimea (territorio totalmente russo e regalato da Kruscev all'Ucraina unicamente per un suo capriccio da dittatore, tanto a quel tempo i confini interni all'Unione Sovietica erano solo formali, perchè decideva tutto il partito comunista da Mosca).

L'Interesse Nazionale, l'interesse dell'intero Occidente vuole che cessino le dichiarazioni incendiarie di chi prevede ostilità con la Russia anche per dieci anni, per recuperare un alleato importante in quella che deve essere la priorità: l'eliminazione dei terroristi che minacciano la sicurezza e il benessere di tutti con le loroo aggressioni alle persone, alla navigazione e al commercio mondiale.

11 febbraio 2024

Le minacce degli Houti

Con sin troppa cautela e ritardi, anche le vecchia Europa, che una volta inviava in un amen i propri eserciti in tutto il mondo, comincia ad organizzare una spedizione, per carità: difensiva !, nel Mar Rosso, per garantire la navigazione.

Immediata arriva la minaccia dei terroristi Houti yemeniti: colpiremo le vostre navi.

Gli stessi angloamericani che hanno agito tempestivamente, combattono con le mano legate dietro alla schiena dalle "regole di ingaggio", che prevedono unicamente raid mirati sulle postazioni dei terroristi.

Dimenticando le lezioni della Storia, ma anche quello che ci insegna l'azione ritorsiva di Israele su Gaza, dove solo facendo terra bruciata, conquistando il terreno palmo a palmo, sono riusciti a far tacere i missili dei terroristi palestinesi e circondare a Rafa gli ultimi reparti di Hamas (che dopo aver scatenato la guerra, provocando Israele con il massacro di 1400 ebrei, adesso chiedono la convocazione del consiglio di sicurezza dell'onu per salvarsi la pelle e poter poi ricominciare).

Io non vorrei che si entrasse nelle beghe medio orientali: vinca il migliore !

Ma non posso accettare che siano messi in pericolo il Benessere e la Sicurezza personale ed economica dei Popoli e delle Nazioni Occidentali.

Se la minaccia si concretizza con l'aggressione fisica nelle nostre città o con la chiusura delle linee di rifornimento energetico e delle vie del commercio, allora abbiamo il diritto di agire e di intervenire, puntando a spazzare via i terroristi, non solo ad intercettare e distruggere i loro missili.

Perchè qualcuno che li rifornirà di armi ci sarà sempre e noi saremo sempre sotto minaccia terrorista.

Mi auguro che le navi della "flotta" europea possano partire il più presto possibile e che l'azione non abbia come scopo solo una "difesa attiva", ma anche l'annientamento della minaccia terrorista, per l'oggi e per il domani.

10 febbraio 2024

Foibe, un crimine comunista


Il 10 febbraio è, finalmente, ricordato con cerimonie e quel rilievo che merita di avere e finora non ha mai avuto.

C'è però un, neanche tanto sottile, tentativo di mettere un cappello antifascista anche su questa data.

Quelli che affermano, a sproposito, che le Foibe sono una conseguenza dell'amministrazione italiana, fascista, in quei territori, si macchiano di una nuova colpa: la negazione delle responsabilità.

Che furono tutte e interamente comuniste.

Dei comunisti titini come esecutori di una pulizia etnica che era nel loro dna come fu confermato anni dopo, con l'implosione della Jugoslavia, dalle barbare guerre ed eccidi tra serbi, bosniaci, croati.

Ma anche i comunisti italiani non sono esenti da responsabilità nell'aver, per decenni, nascosto quel crimine, perchè accolsero i nostri connazionali profughi, con offese, fischi e lancio di ortaggi come certificano le cronache di quei giorni al passaggio del loro treno nella mia Bologna, rossa, purtroppo, sin da allora.

Ed ancora oggi si oppongono alla revoca delle onoreficenze conferite al comunista Tito.

In tal senso, oggi ne La Verità, Marcello Veneziani scrive un bellissimo editoriale, di cui consiglio la lettura.

Resta comunque la consolazione che, sarà perchè al governo adesso c'è il Centro Destra, sarà perchè il messaggio è stato recepito, quest'anno le celebrazioni sono più diffuse e centrate sul tema.


09 febbraio 2024

Sussidi e tasse eco ideologiche uccidono anche le economie più sane

La protesta dei trattori sta avendo il merito anche di portare all'attenzione di alcuni il controsenso delle tasse ecoideologiche dell'Europa, da compensare con i sussidi e le agevolazioni cui sono costretti i governi nazionali.

In sostanza la commissione europea, nella sua versione da invasati ambientalisti, tassa un presunto inquinamento di co2 da parte di chi produce, obbliga all'uso di carburanti di una certa natura (sempre più costosi), impone la non coltivazione di vaste aree, consente l'importazione di prodotti extra comunitari realizzati con carburanti inquinanti, con sistemi di lavoro medievali (in molte nazioni i lavoratori sono poco più e a volte anche meno degli antichi servi della gleba) per tenere artificiosamente bassi salari, senza adeguati controlli sanitari e, nello stesso momento, i governi nazionali sono costretti ad imporre tasse a tutti i cittadini o a ridurre le spese da altri capitoli del bilancio statale, unicamente per compensare (solo in parte) i mancati guadagni e i maggiori costi dei produttori dei bene perseguitati dalle direttive europee.

E' esattamente il quadro di una economia che andrà rapidamente in malora, trascinando con sè tutta una civiltà e questo accade perchè si è abbandonata la via virtuosa del Mercato che detta le sue regole e, a volerle "martellare" per imporre una visione ideologica, si perde, sempre.

Il Mercato cosa ci dice ?

Che chi produce lo fa in base ad una sua idea, ispirazione, ma anche in funzione delle esigenze e delle scelte che vengono fatta da chi quel prodotto compra.

Se un prodotto è buono, con un prezzo appropriato, i cittadini lo acquisteranno.

E, mentre quel prodotto avrà sempre più diffusione, altri prodotti similari, con costi maggiori verranno esclusi dalla liste degli acquisti.

Ma se una organizzazione sovranazionale come la ue o uno stato, per dirottare gli acquisti verso un prodotto che da solo non sfonda, impone una tassazione maggiore sugli altri prodotti e/o agevolazioni, a spese di tutti, per quei prodotti che vuole spingere, avremo aziende che non produrranno più il prodotto migliore e cittadini condizionati ad acquistare, con maggiori oneri, un prodotto che non è loro gradito.

Avremo così una contrazione degli acquisti perchè nessuno compra prodotti di cui non si fida, tranne quel pugno di invasati che vogliono imporre le loro paturnie al prossimo.

Questo è quello che sta accadendo con l'imposizione di tassazioni verdi sui cosiddetti prodotti presunti inquinanti e con le agevolazioni, a valere sulle tasse pagate da tutti, volte a favorire i prodotti che appartengono al business ecologista.

Salvo poi elargire ulteriori sussidi a compensazione di quanto i produttori "inquinanti" perdono o spendono per adeguarsi ai voleri di quel pugno di invasati.

Ripristinare il Mercato, le sue leggi, significherebbe restituire slancio ad una economia asfittica, con benefici per tutti.


08 febbraio 2024

Le ragioni di Netanyahu

Il Primo Ministro Israeliano Benjamin Netanyahu ha respinto l'ipotesi di cessate il fuoco come rielaborata dai terroristi di Hamas e non mi meraviglio.

Il 7 ottobre 2023 una (ben riuscita, dal loro punto di vista) azione dei terroristi palestinesi ha effettuato un blitz in territorio israeliano, uccidendo circa 1400 ebrei e rapendone oltre 200.

Alla reazione di Israele il mondo ha cercato di mediare, non con l'inutile e fazioso onu di Guterrez, ma con singoli stati ponte come l'Egitto e il Qatar.

Da tali azioni sono stati liberati meno di cento ostaggi a fronte di alcuni giorni di tregua e della liberazione di palestinesi trattenuti nelle prigioni israeliane, nella misura di tre palestinesi per ogni israeliano.

La spedizione punitiva di Israele è quindi ripresa e i mediatori si sono rimessi all'opera per ricercare una nuova ipotesi di tregua.

Dopo vari incontri, i terroristi di Hamas hanno proposto il rilascio dei restanti 130 circa ostaggi ancora nelle loro mani, a fronte di una tregua fino a giugno, del ritiro dell'esercito israeliano da Gaza e della liberazione di ben 1500 palestinesi.

Poichè Netanyahu non è uno sciocco, ha risposto picche, perchè quel tipo di tregua, significherebbe concedere ai terroristi palestinesi la possibilità di riorganizzarsi, riarmarsi, rimpinguare le loro fila e quindi riprendere gli attacchi proditori contro Israele.

Ormai alle porte dell'ultima città, Rafa, in mano ai terroristi, Israele non può certo fermarsi adesso e non so se noi si debba sperare che lo faccia, "a prescindere".

Il terrorismo è una piaga per tutti, basti vedere i costi che seguono alle azioni dei terroristi yemeniti (che, con le mani legate dietro alla schiena da troppe convenzioni, gli inefficaci bombardamenti selettivi anglo americani non riescono a spazzar via) contro le navi commerciali nel Mar Rosso e sarebbe beneficio per tutti se fosse possibile cancellarli dalla faccia della terra.

La motivazione che muove le mediazioni è di tutelare i civili di Gaza, ormai compressi nella zona di Rafa e che sono evidentemente utilizzati dai terroristi palestinesi come scudi umani.

Mi sembra però difficile poter chiedere ad Israele di desistere dall'estirpare Hamas, chiedendo di non colpire i civile: come si fa ?

Cosa sarebbe successo se altrettanto fosse stato chiesto agli angloamericani ai tempi dei bombardamenti sull'Italia e sulla Germania ?

 

07 febbraio 2024

Neanche un centesimo alla Fiat/Stellantis

Leggo che il presidente di Stellantis, Elkan che già nel nome, John, dimostra di essere cresciuto ed educato nel rifiuto della italianità, ha ieri fatto il giro delle parrocchie (Quirinale, Ministero dell'Economia, Banca d'Italia) per ottenere con diplomazia quel che il suo amministratore delegato aveva cercato di imporre con arroganza: soldi, presumibilmente a fondo perduto, per la sua azienda.

Ho già scritto che non vedo per quale ragione si debba perpetuare la furbizia della "real" (ma poco nobile) casa automobilistica di Torino per cui si socializzano le perdite e si privatizzano gli utili, soprattutto se poi costoro trasferiscono sede legale e fiscale all'estero.

Noi Italiani abbiamo già pagato per la Fiat oltre 200 miliardi, secondo quanto ha affermato il Ministro Salvini, nel corso di ben 18 interventi pubblici di salvataggio e sostegno.

Da notare che la capitalizzazione in borsa della società è di poco inferiore ai 70 miliardi, quindi abbiamo pagato per tre Stellantis.

La "contropartita" è sull'occupazione, come da segnale della messa in cassa integrazione degli operai di Mirafiori.

Non sono in grado di dire se Stellantis potrebbe facilmente fare a meno delle fabbriche italiane, penso però che le fabbriche di autovetture in Italia potrebbero benissimo essere rilevate da nuovi imprenditori, intenzionati a far lavorare e produrre in Italia, automobili italiane, pagando le tasse in Italia e creando lavoro italiano.

Non è pensabile che noi cittadini continuiamo a pagare per gli errori imprenditoriali altrui, mascherati da una politica compiacente in cambio del sostegno dei quotidiani di proprietà.

Fiat, Ilva, Alitalia, Monte dei Paschi, devono essere consegnati alla storia, negativa, della nostra vita economica.

Fiat/Stellantis ha fatto una scelta: abbandonare l'Italia.

E l'Italia deve abbandonare Fiat/Stellantis.


06 febbraio 2024

No sussidi,la parola al Mercato depurato dai fanatismi ambientalisti

La protesta degli agricoltori è fondata.

Sono obbligati dalle direttive europee a vendere sotto costo, consentendo guadagni stratosferici agli intermediari, spesso multinazionali.

L'esempio classico è quello del latte, martoriato da quote, tetto dei prezzi, quantità da buttare.

Ma a tutto ciò si sono aggiunte in tempi recenti le tassazioni "ecologiche", cioè quelle tasse (che, ricordiamoci bene, paghiamo anche noi in molte attività e fruizione di servizi) legate al presunto consumo della terra e immissione di co2.

La risposta, però, non può essere: dateci sussidi per compensare quello che perdiamo.

La risposta è ripristinare le regole del Mercato, per cui un produttore possa produrre in base alle sue capacità e vendere al prezzo che viene realizzato, parametrato alla domanda e all'offerta.

Senza che tale, perfetto, armonico equilibrio sia alterato dall'intervento di balzelli e limiti nella produzione e nella distribuzione.

Altrettanto dicasi per le automobili.

Gli Agnelli Elkan che già nei decenni hanno usufruito dei nostri soldi attraverso incentivi, rottamazioni, agevolazioni, casse integrazioni, facciano il loro lavoro, producendo automobili valide, senza pretendere aiuti di stato per socializzare le perdite, ma poi privatizzando gli utili scappando all'estero con la sede legale e fiscale.

E si liberino le case autoobilistiche dagli obblighi e dalle scadenze figli del fanatismo ecoambientalista.

E' possibile tutto ciò ?

Sì, è possibile separando il destino dell'Italia da quello dell'unione europea, riprendendo la nostra Sovranità, non solo alimentare e industriale, ma anche e soprattutto legislativa e monetaria.

Se non taglieremo i legami con Bruxelles, saremo sempre condizionati e obbligati dalle sue direttive, imbrigliando e soffocando ogni attività imprenditoriale ed il naturale genio italiano.

E forse è proprio questo che vogliono i robottini senza fantasia del nord Europa.