Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

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Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

31 gennaio 2012

Ma quanto ci costa ?

Se non avessi avuto abbastanza motivi per un giudizio negativo su Napolitano, da ieri ne ho uno in più, avendo dovuto fare lo slalom con le chiusure delle vie cittadine e avendo constatato di persona l’incredibile schieramento di Forze dell’Ordine, sin dalle sette del mattino !, con una organizzazione che deve esserci costata parte della sanguinosa manovra economica di Monti.
Per disgrazia dei bolognesi, infatti, ieri e oggi Napolitano è stato a Bologna per incassare una onorificenza tanto immotivata e immeritata, quanto servile.
Una piaggeria degna dell’Alto Medio Evo nei confronti di un personaggio che, già quando Ciampi lo nominò senatore a vita, mi domandai quali mai fossero gli “altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario di quello che poi divenne persino il suo successore, davanti al quale si inchina mezza repubblica (per fortuna l’altra metà ha ancora la schiena dritta).
Napolitano ha una storia politica (sicuramente nessun merito scientifico, artistico e letterario) che fa dubitare fortemente che potesse avere (allora e ora) meriti “sociali” (includendovi la politica).
Nasce comunista (praticamente nell’errore più totale in cui persevera per tutta la sua vita) e non mi sembra che si sia ravveduto.
Nel 1948 vota contro l’ingresso dell’Italia nella Nato che ci protesse dal fare la stessa fine dei paesi dell’est.
Nel 1953 si mobilitò contro la legge maggioritaria che, se passata, avrebbe dato stabilità alla nostra politica.
Nel 1956 lodò l’invasione sovietica in Ungheria.
Nel 1994 seguì il suo partito nell’opposizione all’installazione degli euromissili.
Quando fu chiamato a “fare”, dal “parlare” abituale, come ministro degli Interni con Prodi, i suoi stessi compagni decisero di rimpiazzarlo dopo un paio di anni con la Iervolino: è detto tutto sulle sue concrete attitudini, ma aggiungo che fu il coautore di una pessima legge immigrazionista, la cosiddetta “Turco-Napolitano”.
Fu mandato al Quirinale da un parlamento, quello eletto nel 2006, sul quale graveranno sempre le ombre mai dissipate, per via della precoce fine (fortunatamente) di quella legislatura, sull’effettivo esito dello scrutinio elettorale.
Oggi Napolitano si è prestato a fare la cinghia di trasmissione tra i poteri forti internazionali e la politica interna, favorendo e sostenendo un governo mai presentatosi al giudizio del Popolo e che adotta una politica di totale svendita della Dignità, dell’Indipendenza e della Sovranità Nazionale, con ciò mettendo a serio rischio la Libertà stessa degli Italiani.
Continuo quindi a non comprendere quali fossero e siano gli “altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario che gli portarono il laticlavio a vita e, oggi, l’ennesima laurea honoris causa.
Naturalmente tutto questo lo avevo scritto in un commento nel forum del giornale della mia città e non ha visto la luce.
Eppure non c’è nulla di offensivo, ma solo un giudizio politico e di merito su un personaggio pubblico, nel pieno del mio diritto ad avere una opinione libera ed a poterla esprimere senza censure.
Oppure è già in vigore una nuova versione della “legge Mancino” che vieta le critiche a Napolitano ?

P.S.: sempre parlando di presidenti della repubblica da criticare, plaudo all’atteggiamento dei consiglieri comunali di Bologna del Pdl che sono usciti dall’aula quando si è voluto commemorare quello che probabilmente fu il peggior presidente della repubblica di recente deceduto, il silenzio in merito di Berlusconi che non si è unito al coro degli ipocriti e alla scelta degli esponenti del Pdl di non partecipare alla cerimonia funebre di ieri.

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29 gennaio 2012

Berlusconi, torna in trincea !

Mentre Monti, accompagnato dalle servili lodi dei “grandi” giornali italiani che hanno mobilitato all'uopo le loro penne più pagate, continua renderci sempre più poveri e sudditi degli stranieri, gli esponenti di maggior senno del Pdl cercano di scrollare Berlusconi dalla sua apatia.
Come ha fatto Daniela Santanchè quando, parafrasando una frase divenuta celebre nella sceneggiata andata in onda tra il comandante Schettino e il capitano De Falco, questi ordinò al primo di tornare a bordo.
Ma Berlusconi non ha mai abbandonato la nave, semmai ha “firmato” un armistizio, in perdita visto che continuano contro di lui le aggressioni giudiziarie, tanto da fargli abbandonare la trincea, nella quale, invece, è opportuno che ritorni per riprendere la guida della “guerra” contro la sinistra.
Anche Bossi, che si dimostra in ciò un vero suo amico, cerca di scuoterlo, solletincandone l'amor proprio e l'orgoglio.
Un recente sondaggio dice che il 70% degli elettori di sinistra è contento di Monti (cento di simili governi, se gli effetti ricadessero solo su di loro !) mentre altrettanto dice solo il 20% degli elettori di Centro Destra.
In soldoni, il consenso, tra gli elettori di Centro Destra, per Monti e i suoi ministri non eletti, è inferiore al 10% dell'elettorato complessivo, a fronte di un Centro Destra che, nonostante la fuga nell'astensionismo e gli errori gravissimi del Pdl, viaggia ancora intorno al 35% dei consensi.
Il Pdl dovrebbe riflettere su questi dati e pensare che se vuole recuperare i consensi perduti, deve staccare la spina a Monti e recuperare l'alleanza con la Lega.
L'occasione per redimersi c'è.
Nell'ultimo provvedimento è stata reintrodotta la social card (idea del Governo Berlusconi in passato irrisa dalla sinistra che, ora, la incensa solo perchè proposta da Monti).
La differenza con il Governo Berlusconi è nell'estensione agli immigrati dei benefici.
Al senato Pdl e Lega hanno ancora una confortevole maggioranza: provvedano a cassare l'estensione agli immigrati della social card e vediamo cosa farà Monti.
Se Monti vorrà porre la fiducia per accontentare la sinistra, allora lo si dovrà mandare a casa.
Se, invece, Monti farà acquiescenza e, “per senso di responsabilità” anche la sinistra non strillerà più di tanto, allora Lega e Pdl potranno misurare il “senso di responsabilità” della sinistra alzando progressivamente l'asticella anche su altri provvedimenti.
Tanto le Forche Caudine di Monti saranno sempre e comunque in senato.
Se, invece, prevarranno gli elementi alla Alfano, alla Scajola, allora non resterà che organizzare un nuovo soggetto politico, magari chiamandolo “Partito Nazionale Federalista” che dovrà vedere protagonisti tutti coloro i quali, come Daniela Santanchè, ma anche Guido Crosetto, Martino, La Russa, Gasparri, Matteoli, più o meno apertamente, “non ci stanno” a fare i complici di Monti.
Un partito che già nel nome richiami due fondamenti che non possono che essere urticanti per la sinistra: il Nazionalismo (che significa il riappropriarsi della Sovranità e dell'Indipendenza Nazionale contro ogni euro e unione sovietica europea) e il Federalismo (che riportando in sede locale i redditi ivi prodotti, costringerà gli amministratori a gestirli per il bene comune e non a sperperarli “tanto basta piangere a Roma, poi arrivano altri soldi”).
Berlusconi e tutti voi del Pdl: tornate a combattere in trincea !


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27 gennaio 2012

Una voce a sorpresa contro la cittadinanza facile

Giovanni Sartori è un cosiddetto “politologo” in auge a cavallo tra la prima e la seconda repubblica per le sue tesi che propugnavano un sistema elettorale che, sostanzialmente maggioritario, garantisse la governabilità e la rappresentanza popolare.
Come tutti i cosiddetti “intellettuali”, a maggior ragione se “professoroni” alla Monti, si adombra e si impermalosisce se viene ignorato o non ossequiato come lui pensa di dover essere.
Non so cosa gli fece Berlusconi, ma fino ad oggi Sartori, divenuto, come lo fu Monti, editorialista del Corsera, non perdeva occasione per attaccare il Premier, sposando le cause più assurde pur di sparargli contro.
Berlusconi non è più Premier, purtroppo, in molti lo danno ormai per pensionato (spero che si sbaglino) e Sartori sembra essersi ripulito dalla intossicazione da coatto antiberlusconiano e pare tornato a più miti consigli.
Così ieri il Corsera ha pubblicato un suo editoriale che, incredibile dictu, contrasta con la riverita opinione di Napolitano sulla concessione della cittadinanza ai figli degli immigrati.
Sartori, però, non prende spunto dall’ennesima interferenza di chi dovrebbe solo essere notaio super partes, ma dall’intervento del comico Grillo che, sorprendentemente, ha dichiarato di contrastare la concessione della cittadinanza facile.
Sartori scrive come sia stata una sorpresa il fatto che in Inghilterra e Francia persino la terza generazione di immigrati non sia “integrata”.
Sarà una sorpresa per i gonzi che credono nella integrazione propagandata dal “politicamente corretto”, ma non certo per chi, tenendo i piedi saldamente per terra, ha finora impedito la deriva dell’Italia opponendosi alle pretese degli immigrazionisti.
Comunque ben vengano le conversioni e i ripensamenti (grazie, è bene ricordarlo, al tempo che tutti noi abbiamo guadagnato opponendoci alla cittadinanza facile !) e così anche quella di Grillo e Sartori che, tra lo ius soli degli immigrazionisti alla Fini, Napolitano, Vendola, Bersani, Bindi e lo ius sanguinis della nostra Tradizione, propone una “terza via”: la concessione di una residenza permanente revocabile.
Agli immigrati presenti regolarmente sul nostro territorio, con un lavoro, viene concesso un permesso permanente trasmissibile ai figli.
Poi si valuterà quanti saranno e quanto potranno incidere sulla nostra società.
A chi venisse colto in fallo, chi delinquesse, verrebbe tolto il permesso e rispedito al paesello natio senza tanta burocrazia.
Sartori si spinge a dire che l’unica “privazione” di questo permesso temporaneo sarebbe il diritto di voto.
La proposta mi sembra meriti di essere approfondita e valutata.
Presenza sul territorio per valutarne l’incidenza e la integrabilità reale, ma senza diritto di voto così da lasciare ai cittadini di nazionalità italiana il comando sulla propria terra finchè non saranno verificati i presupposti per accoglierne altri.
Naturalmente, vista la considerazione di partenza circa la mancata integrazione delle terze generazioni in Inghilterra e Francia, non si potrà andare oltre almeno per cinque generazioni.
Finalmente anche gli “intellettuali” cominciano a ragionare sul tema dell'immigrazione …

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26 gennaio 2012

Pdl kaputt !

La firma di una mozione e il voto assieme ai comunisti rendono chi ha compiuto una simile oscenità politica responsabile della pietra tombale che il Popolo della Libertà (inteso come elettorato) metterà sopra il Popolo della Libertà (inteso come partito).
Per quale ragione, infatti, un elettore del Centro Destra dovrebbe votare per un partito, il Pdl, che ha preso i voti su una determinata linea e poi:
- rinuncia al governo senza combattere;
- costituisce maggioranza “tecnica” con i comunisti;
- vota la fiducia ad un governo formato dai proconsoli dei carnefici del suo stesso governo;
- approva la reintroduzione dell’ici e una valanga di tasse e di repressione fiscale;
- finisce con il rendere organica la maggioranza con i comunisti firmando una mozione comune e votandola ?
Se poi leggiamo la mozione, è un inno a tutto ciò che ha distrutto e continuerà a devastare la nostra Vita, la nostra Libertà, la nostra Sovranità e Indipendenza.
Ragionare ancora in termini di difesa e sostegno all’euro, significa perseverare nel Male che ha prodotto l’attuale crisi e mettere la testa sul ceppo degli ukase dell’unione sovietica europea.
Non solo sul piano economico, ma anche, come vediamo dalla insistenza di Napolitano sulla concessione della cittadinanza (e poi del voto !!!) agli immigrati nati in Italia.
Perché un elettore di Centro Destra dovrebbe ancora votare per chi sostiene politiche che contrastano totalmente con il suo sentimento più profondo ?
Il Pdl ha avuto tempo per riorganizzare una linea politica che fosse in sintonia con l’elettorato che dice di rappresentare.
La firma e il voto sulla mozione “europeista” con i comunisti è la goccia che fa traboccare il vaso anche dei più pazienti.
Mi aspetto che se il vecchio Berlusconi non si sente più in forze per ricominciare la "guerra", ne spunti uno nuovo che possa assumere la leadership di quella vasta platea, tuttora maggioritaria, che oggi come oggi, tradita dal Pdl, si divide tra l’astensionismo, la Lega e la purtroppo sin troppo frazionata Destra Radicale.
Il Pdl può riscattarsi in un modo solo: staccando, hic et nunc, la spina a Monti.

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25 gennaio 2012

Da Allende 1973 a Monti 2012

Ho letto alcuni riferimenti che paragonano lo sciopero degli autotrasportatori di oggi in Italia a quello che preparò la destituzione di Allende in Cile nel 1973.
Questa mattina, la interessante trasmissione radiofonica “Prima di tutto” ha mandato in onda una registrazione della segreteria telefonica aperta agli ascoltatori, in cui si riproponeva il quesito se l’Italia del 2012 potesse replicare il Cile del 1973.
Mi sembrano timori (o speranze …) infondate anche se qualche analogia è possibile trovarla (maggiormente quando si cerca e si VUOLE trovare qualcosa per dimostrare una propria tesi).
Il filo conduttore è lo sciopero degli autotrasportatori ed è probabilmente l’aspetto che colpisce l’immaginazione, ma è troppo esile per poter pensare ad una ripetizione della storia.
E’ vero che Monti subisce l’influenza straniera come Allende era prigioniero dei “consiglieri” cubani ed è ugualmente vero che le scelte di ambedue sono pesantemente punitive verso il Popolo.
Ma mentre Allende operava in un contesto ideologico che avrebbe portato il Cile alla deriva marxista con disastrose conseguenze mondiali e per questo subiva l’ostilità del mondo finanziario internazionale e dei governi democratici, Monti è stato mandato proprio per compiacere quel mondo finanziario che, oggi, tiene al laccio tutti i governi.
Sono comunque finiti i tempi degli interventi dei militari negli stati occidentali, anche perché le lobbies di potere hanno, oggi, i mezzi per occupare i palazzi del potere con altri metodi, più subdoli e persino creando un alone buonista attorno alle loro iniziative.
La questione, però, non è mal posta, soprattutto se, astraendoci dalle competizioni ideologiche, guardiamo al concreto delle attività che si devono svolgere per “far crescere” una nazione.
Dopo Allende il Cile fu governato per quasi venti anni da una giunta militare che portò a termine una profonda trasformazione dello stato, con riforme significative, come quella sulle pensioni, che hanno consentito al Cile di diventare la nazione più stabile e benestante del Sud America, nonostante abbia ricchezze immensamente inferiori a quelle di Argentina e Brasile.
Anche la costituzione cilena è frutto dell’opera della giunta militare e ha permesso stabilità politica e democratica alternanza quando, con un referendum, il popolo cileno mise fine, in modo incruento, al governo del Presidente Pinochet.
La domanda è: ci sarebbe stata la possibilità di fare quelle riforme con un governo che dovesse sottostare alle regole di un parlamento democratico ?
Certamente, nel 1973 in Cile l’alternativa non era un governo democratico, ma un governo minoritario in parlamento e sin troppo appiattito ( o suddito ...)  sugli ambienti rivoluzionari comunisti cubani.
In Italia la situazione può considerarsi replicata con un Monti che più che Allende può interpretare il ruolo di Pinochet, quale presidente mai eletto e che, forzando il gioco dei rapporti elettorali per imporre riforme (di cui l’Italia ha comunque necessità) è estraneo ad uno specifico mandato popolare.
Il tema riguarda il concetto di democrazia nell’epoca contemporanea che, come abbiamo più volte scritto, non può essere sempre uguale nell’evolvere dei tempi.
Lo stallo che le lotte politiche provocano, impedisce di realizzare quei provvedimenti cui, una singola persona, può invece arrivare.
Ma le modalità con le quali tale persona arriva al ruolo decisionale sono molto importanti per impedire che una democrazia, già degenerata nell’oclocrazia, finisca in una tirannia.
La domanda è: meglio rinunciare (poco o tanto) al sistema democratico e vedere interventi coerenti e veloci, oppure meglio interventi più compromissori, più lenti, ma costruiti con il consenso democratico ?

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23 gennaio 2012

Al logorroico Monti non interessa l'opinione del Popolo

Mario Monti si compiace nell' ascoltare la propria voce e probabilmente le otto ore di riunione venerdì scorso derivano proprio da questo.
Lo si era comunque compreso dal primo momento quando, con quel tono monotono da litania religiosa ripetuta più per abitudine che per convinzione, ha illustrato come e cosa pensava di “realizzare”.
Le sue conferenza stampa sono un inno all’inutilità.
Parole tante, informazioni poche, al punto che della prima conferenza stampa, si ricordano solo le lacrime della Fornero.
Monti poi, evidentemente in chiaro stato di astinenza pluriennale, ha fatto il giro di tutte le trasmissioni televisive.
Anche lì, parla che ti riparla, non ha detto niente, ma più parlava, più si acoltava, più si ringalluzziva (e intanto i nostri risparmi si assottigliavano …).
Ma chi parla troppo rischia di farla fuori dal vaso, tanto che la saggezza popolare ci ricorda che “un bel tacer non fu mai scritto”.
Così Monti, nel servile silenzio di chi andava in fibrillazione per ogni sillaba del Presidente Berlusconi, irride alla Sovranità Popolare quando ripete, vantandosene pure !, che lui agisce non curandosi delle reazioni perché non deve presentarsi alle elezioni.
Eppure l’articolo 1, non il cinquantesimo o il centotrentanovesimo, di quella costituzione del 1948 brandita ad ogni piè sospinto dai coatti antiberlusconiani, dichiara solennemente che “la Sovranità appartiene al Popolo” e forse è una delle poche affermazioni ivi contenute pienamente condivisibili.
E il voto popolare è l’unico a legittimare una azione di governo.
Agire senza preoccuparsi del voto, cui “tanto” non si partecipa, significa svilire e offendere il principio base di ogni sistema democratico p, peggio, ignorarlo.
Monti agisce, sempre più, come il proconsole mandato in una provincia dell’impero a controllare sudditi ribelli o, meglio, come un Kadar, un Ulbricht, un Honecker, uno Jaruselsky, uno Husak, imposti da Mosca, a volte con i carri armati, che oggi si chiamano spread, sui loro stessi concittadini, per salvaguardare la forma, facendo in modo che le direttive del politburo comunista, che oggi risiede a Berlino e Bruxelles, fossero imposte agli stati schiavizzati tramite un nativo di quegli stessi stati.
E’ troppo facile governare senza passare dal voto popolare.
L’abilità, la competenza, il carisma, l’autorevolezza di un Leader si vede nel saper governare bene, con il consenso dei governati.
Diversamente basterebbe un computer centrale, che costerebbe anche meno di Monti e dei suoi e sarebbe più obiettivo.

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22 gennaio 2012

Solo i gonzi all'amo di Monti

Mario Monti deve essere un amante della pesca.
Con la complicità di una stampa prona (e non poteva essere altrimenti vista la dipendenza dai tentacoli italiani dei poteri forti internazionali ) ha costruito un pacchetto la cui confezione appare accattivante e gustosa: l'amo.
Chi, però, non si ferma alle apparenze ma guarda alla sostanza, ha già capito l'ennesimo imbroglio ordito contro gli Italiani per renderli ancora più schiavi di quanto già non lo siano con l'euro e nell'europa voluta da Ciampi e Prodi ed ora sostenuta a spada tratta da Napolitano e Monti.
Hanno inventato un nome che proietta l'idea di libertà per mettercelo più facilmente là dove non batte il sole.
Dopo il decreto “Ammazza Italia” che ha aumentato le tasse (e ancora dobbiamo iniziare a pagarle …) rubandoci almeno uno stipendio, Monti e i suoi ministri mai eletti si sono inventati lo “Scassa Italia per distruggere l'ossatura fondamentale della nostra economia: le categorie.
Sintomatico il fatto che tanto nell' "ammazza Italia" fondato sulla repressione fiscale legalizzata, quanto in questo provvedimento fondato sulla penalizzazione delle categorie professionali e artigiane produttive, nulla, ma proprio nulla, sis stato fatto nei confronti della pubblica amministrazione, verso quell'esercito monumentale, autentico macigno sui conti pubblici e ostacolo per la crescita dell'Italia, che è formato da oltre cinque milioni di dipendenti pubblici.
Monti ha anzi, ha lasciato spazio, senza reagire, a figure più simili allo Sceriffo di Nottingham che ad un funzionario di una nazione libera, come quando il capo gabelliere ha inneggiato ad un "sano timore" del fisco  da incutere ai cittadini, considerati evidentemente sudditi da controllare e non Uomini Liberi con cui ragionare.
La velenosa politica venduta come “liberalizzazione” non è altro che il tentativo (sostenuto da una asfissiante e ripugnante campagna di stampa che ha, come solo precedente, quella ostile al Premier Berlusconi) di mettere gli Italiani gli uni contro gli altri, additando, di volta in volta, questa o quella categoria al pubblico ludibrio.
Così, una per volta, Monti distrugge la base sociale della Nazione per sostituirla … con chi ?
A pensare male spesso ci si indovina ed io dico per sostituirla con quella enorme massa di lavoro a basso costo che preme ai nostri confini e in parte è già dentro e che le quinte colonne che innalzano la bandiera dell'immigrazionismo spinto si ostinano da definire “nuovi italiani”.
Buttando a mare i “vecchi” Italiani, cioè gli unici che abbiano il diritto a chiamarsi tali ed a comandare sulla terra che delimita i confini dello stato italiano.
Il decreto “scassa Italia”, che mi auguro sia profondamente cambiato come Berlusconi ha promesso di cercare di fare in parlamento, interpreta in modo abnorme il concetto di “liberalizzazione”.
Tra l'altro con dosi massicce di supponenza, arroganza e presunzione, come quando Monti, nominato e mai eletto, intima al parlamento, eletto dal Popolo, di non cambiare la sua "opera".
O come quando spara fanfaronate come l'aumento di 10 punti del pil e del 12% nel potere d'acquisto.
Ma chi si crede d'essere ?
E' tempo di riportarlo sulla terra dalla nuvoletta in cui si è auto innalzato !
Invece di liberare, attua una politica dirigista di stampo sovietico: impone.
Lo stato entra di prepotenza, con “autorità” e con imposizioni di legge, nella gestione di ciò che prima era più libero, lasciato alla autoregolamentazione di professionisti e artigiani, distruggendo settori produttivi e, non toccando la pubblica amministrazione, lasciando indenni quelli inefficienti.
Sfugge il senso di voler imporre, ad esempio, che una “autorità” terza decida sui taxi in tutta Italia.
Ma quanti commissari dovremo pagare per coprire l'intero territorio con persone che sappiano le esigenze del più sperduto comune e quindi siano in grado di decidere quante licenze rilasciare ?
E se sono pochi, quali geni sconosciuti saranno mai tali commissari capaci di comprendere le necessità tanto del piccolo comune friulano, quanto di quello lucano ?
L'unica vera, reale, liberalizzazione sarebbe far uscire lo stato dalla nostra vita e dalle nostre tasche.
Abolire l'obbligo di permessi, autorizzazioni, certificazioni, tasse, bolli che imbrigliano qualsiasi attività lavorativa ed iniziativa imprenditoriale.
Come i lavori da svolgere in casa propria.
Ma se è casa mia, potrò ben fare quello che mi pare, affidandomi ad un ingegnere e ad un geometra che ne garantiscano professionalmente la fattibilità, senza dover rendere conto a qualche ottuso burocrate del comune, magari assunto perchè parente o amico di un qualche assessore ?
Invece no.
Si pensa a spiarci anche in automobile, legando la riduzione della rca auto all'installazione dell'ennesimo strumento di spionaggio, la scatola nera, come se già non fossimo abbastanza spiati con l'obbligo di usare sistemi di pagamento diversi dai contanti o tutte le segnalazioni che ci tocca fare quasi ad ogni passo della nostra vita.
Con il decreto “ammazza Italia” Monti ci ha sottratto i risparmi e ci ha impoverito.
Con il decreto “scassa Italia” Monti si prefigge lo scopo di devastare la struttura sociale ed economica che ha retto l'Italia nei decenni.
Opporsi alle iniziative di Monti, boicottare le sue aspettative e i suoi provvedimenti, sostenere le categorie che ne contrastano gli ukase di stampo sovietico, non è più solo un diritto democratico, ma è diventato un dovere civico.

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20 gennaio 2012

Alla ricerca di una Destra unita

Ancora una volta un articolo di Marcello Veneziani  mi offre il destro per parlare di un tema che qui ho trattato più volte e che, da anni, rappresenta il punto dolente della politica per una persona di Destra: dov’è la “mia” Destra ?
Una volta c’era l’Msi.
Lo si poteva votare o “tradire” con un “voto utile” al fine di bloccare l’avanzata comunista (le elezioni del 1948, 1976 e 1979 furono emblematiche in tal senso) ma quella era la Casa Madre per tutte le persone di Destra.
Il dopo Msi è cronaca.
La Destra si è dispersa in mille rivoli e tutti con motivazioni ragionevoli, perché lo sono tanto i “pragmatici” che privilegiano l’aspetto concreto dei piccoli passi nel senso desiderato, pur concedendo molto a quelli con i quali ci si deve necessariamente alleare, quanto i “puristi” che preferiscono una battaglia di principio, pur perdente, alla contaminazione derivante dal compromesso obbligato nelle alleanze.
Giustamente Veneziani osserva come le istanze della Destra abbiano un bacino di adesioni intorno al 15-20% che, in determinate circostanze, può anche diventare maggioritario.
Dov’è finito quel 15-20%.
Credo in parte significativa al Pdl e altrettanto importante nell’astensione.
Una parte minoritaria frazionata nella Destra Radicale con La Destra di Storace e, distanziata, Forza Nuova come capofila.
Poi, non potendo in alcun modo considerare di destra il gruppo dei finioti, c’è la Lega che di destra non è (e lo sarà ancora meno se dovesse – malauguratamente – finire ingloriosamente nelle mani di Maroni e dei suoi) ma che ha mutuato, fatto propri e innalzato i vessilli propri della Destra.
Tutte battaglie, tutti principi che la Lega ha astutamente (anche se convintamente sotto molti aspetti) fatti propri, tanto da divenire capisaldi della sua battaglia politica, ma che appartengono alla Destra quella Destra che esisterà sempre.
La Destra dell'Identità Nazionale, anche se si chiama "Federalismo", contro le porte aperte di chi considera gli immigrati una risorsa e invece sono la devastazione del nucleo etnico, sociale, politico, economico dell'Italia.
La Destra che sostiene l'Europa dei Popoli e delle Nazioni, quindi della Lira contro l'euro e l'europa degli gnomi dei "tecnici" e dei finanzieri senza Valori e senza Ideali.
La Destra della Libertà di opinione contro il politicamente corretto che sforna leggi elevando a reato il libero pensiero, dell'Ordine contro il permissivismo della massificazione, della protesta continua e del "no" a tutto; dell'Etica contro i capricci degli omosessuali, della liberalizzazione delle droghe, della "conquista" del sopprimere un innocente nel grembo materno o un vecchio debole nel suo letto.
La Destra dell’Autorità, della Gerarchia.
E allora le esigenze sono sostanzialmente due.
Unificare le forze, smetterla di voler essere più puri dell’acqua di montagna, scendere dal pero e rendersi disponibili per sporcarsi, dando anche “colpi bassi”, nell’arena della politica.
Personalmente sono disponibile a rinunciare a porre pregiudiziali, se la Destra, quella vera, tornasse unita.
Ma per essere unita c’è bisogno di tanti, piccoli, passi indietro da parte degli attuali reggitori dei più disparati movimenti, del coraggio di rimettersi in gioco per chi ha trovato casa nel comodo contenitore Pdl e, soprattutto, di un Leader all’altezza della situazione.
Un Leader che sappia catalizzare tutte queste forze disperse ed unificarle nel proprio nome.
La figura che maggiormente avrebbe potuto avvicinarsi a quella di un tal Leader è, per me, quella di Silvio Berlusconi.
Purtroppo l’età e quello che appare sempre più come un ricatto verso le sue aziende (non credo neanche un po’ che Berlusconi sia realmente d’accordo con la politica malvagia del governo Monti) sembrano averlo bruciato.
E come Veneziani, anche io aspetto ed anelo al Mister X che possa unire e riscattare la “mia” Destra.
La Destra che c'è, nei nostri cuori e nel nostro sentimento.
Manca il Leader.
Dice bene Veneziani.

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18 gennaio 2012

Forza Ungheria !

L’europa ha aperto una procedura di infrazione contro l’Ungheria per presunte leggi liberticide.
L’Ungheria è la nazione che, più di ogni altra, ha cercato di liberarsi negli anni bui del dopo seconda guerra mondiale, dal giogo sovietico.
Nel 1956, tra il tripudio dei comunisti mondiali ivi incluso il signor Giorgio Napolitano, fu invasa dai carri armati sovietici e la sua rivolta, raccontata da Indro Montanelli, soffocata nel sangue.
Ciononostante anche con l’Urss in pieno dominio, cercò di conservare spazi di libertà personale sconosciuti altrove nella mezza Europa dominata dai comunisti.
Il popolo magiaro dimostrava così il suo amore per la Libertà, l’Indipendenza e la Sovranità Nazionale.
Così oggi il Governo di Centro Destra del Premier Orban ha approvato una serie di riforme che vengono definite liberticide da chi ?
Da un gruppo autoreferenziale di burocrati, supportati da personaggi, come il già citato Napolitano, che nel 1956 capeggiavano il coro dei consenso per l’invasione comunista o che di quelli sono i tristi epigoni del terzo millennio.
Ma quali sono le ”leggi liberticide” secondo l’europa ?
La riforma della banca centrale, ricondotta nell’alveo del controllo governativo.
E da chi dovrebbe essere controllata se non dal governo voluto dal Popolo, nel rispetto della Sovranità Nazionale ?
Certo per chi è abituato ad obbedire ai poteri forti internazionali quella del Premier Orban è una bestemmia …
Altra legge “liberticida” quella che porta la magistratura a non poter travalicare i suoi compiti, adeguandosi alle leggi volute dal parlamento locale.
Dov’è il vulnus alla libertà ?
Infine, terza “infrazione” secondo i burocrati di Bruxelles, le limitazioni alla riservatezza dei dati personali.
Già, proclamato da chi non fa una piega quando i giornali pubblicano atti di indagine, anticipano mandati di cattura o riportano conversazioni private, la “infrazione” suddetta fa molto ridere.
E poi da chi l’Ungheria viene accusata di “leggi liberticide” ?
Da quelli che vorrebbero annoverare tra i nuovi reati (e alcuni stati già li hanno) la revisione delle vicende della seconda guerra mondiale così come ci vengono raccontate, la cosiddetta “omofobia, il divieto di usare parole, simboli, o denominazioni di partiti, quelli sì, dove e se introdotti, liberticidi trattandosi di autentici reati di opinione.
Non so se l’Ungheria avrà, con questa crisi mondiale, la forza per resistere alle pressioni dei poteri forti internazionali o se, come è accaduto in Grecia e in Italia, anche con la complicità di una quinta colonna interna, sarà costretta a capitolare.
Mi auguro però che i movimenti che hanno compreso la vera natura (liberticida) dell’unione europea non combattano più da soli e sappiano trovare quei collegamenti che, unici, possono fermare il mostro e restituire a tutte le Nazioni e i Popoli europei la loro Libertà, Indipendenza e Sovranità, cominciando con il restituire, a chi stoltamente vi ha rinunciato, la moneta nazionale e il diritto a batterla liberamente che, da sempre, è un fondamento della Sovranità statuale.

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17 gennaio 2012

L'aberrazione politica della mozione unitaria

Non bastava il pranzo assieme a Bersani, adesso Alfano vorrebbe anche sottoscrivere un documento unitario con i comunisti a sostegno del governo Monti.
Sarebbe uno sfregio irreparabile per gli elettori che hanno votato per il Pdl essenzialmente come riedizione di quella diga anticomunista che fu la Dc e che, ora, rischia di finire come la vecchia Dc.
Se per tutto il corso della prima repubblica il 90% delle leggi era approvato con il concorso congiunto di comunisti e democristiani (e questo già spiega le ragioni della nostra crisi sociale, istituzionale, economica e politica) , fu negli anni tra il 1976 e il 1979 che l’aberrante compromesso storico divenne organico, con i governi della “non sfiducia” e il coinvolgimento del pci se non direttamente al governo, nell’influenza delle scelte politiche.
Fu l’inizio della fine della Dc che, in poco più di dieci anni, perse la presidenza del consiglio e si squagliò dopo le elezioni del 1992.
Ma la Dc veniva da una tradizione consolidata nei decenni, mentre il Pdl è di recente formazione, troppo recente per pensare di salvarsi dalla legittima reazione del proprio elettorato che non ci sta a votare per un partito anticomunista e poi vedere che quei voti sono utilizzati per allearsi con i comunisti.
E’ vero, manca (ancora) una valida alternativa, perché tale non è la Lega, soprattutto se prevarrà Maroni, e neppure Forza Nuova o la galassia della Destra Radicale, neppure se trovasse l’accordo per riunificarsi.
Ma possiamo sempre mettere il nostro voto in frigorifero e non possiamo escludere che la parte più avveduta e coerente del Pdl formalizzi la opposizione già manifestata con l’assenza al voto di fiducia o sul decreto “Ammazza Italia” rendendo manifesta la sua ostilità al governo dei poteri forti.
L’occasione ci sarà a breve e riguarderà le cosiddette “liberalizzazioni” (che non toccano però la sostanza: burocrazia statale, fisco, privilegi per le cooperative).
Tassisti, benzinai, edicolanti, potrebbero essere la Waterloo di Monti e del suo governo.
Ma devono trovare una sponda in parlamentari di Centro Destra assennati e coraggiosi che alzino la testa (e la mano) per bocciare Monti, qualunque cosa dica o prometta un Alfano ormai compromesso con i comunisti
Diversamente avrebbe ragione Casini, Monti sarebbe sorretto da una maggioranza politica e non ci sarebbe alcuna ragione per votare Alfano piuttosto che Casini o Bersani.


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16 gennaio 2012

Eurogendfor : aumenta l'oppressione ue

L’europa vuole cancellare un pezzo d’Italia, i Carabinieri, per rimpiazzarli con una forza di polizia comunitaria.
In calce il link ai post già esaurienti sul tema di Bisquì, Elly e Nessie.
Aggiungo solo che, facendo la somma con il mandato di cattura europeo, il sospetto che gli gnomi di Bruxelles si preparino a soffocare ogni spazio di Libertà Individuale, di Sovranità e di Indipendenza Nazionale, diventa sempre più concreto.
Una forza di gendarmeria europea (perché questo sarà) non può che essere al servizio di Bruxelles e delle sue imposizioni come nel medio evo si usavano i mercenari per imporre al Popolo l’ordine imposto dai feudatari o, in tempi più recenti, l’Impero Asburgico usava mandare soldati di una nazionalità a reprimere i moti in terra per loro straniera (“Vostra Eccellenza che mi sta in cagnesco per quei pochi scherzucci di dozzina e mi gabella per antitedesco perché metto le birbe alla berlina …” – cfr. il “Sant’Ambrogio” di Giusti) così, non essendo legati da vincoli di sangue né di lingua, potevano essere più crudelmente efficaci.
Imposizioni di carattere meramente repressivo non tanto dei comportamenti illeciti, quanto delle idee non allineate, sfruttando le varie leggi che, calpestando ogni più elementare diritto, stanno spuntando un po’ ovunque per perseguitare e sopprimere la libertà di opinione.
E così ci sarà anche una forza a disposizione per obbligarci ad accettare gli stranieri con cui dividere la nostra stessa terra, sgombrando con la forza chi facesse resistenza.
Magari affidando a quegli stessi stranieri il compito di far capire agli Italiani chi comanda …






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15 gennaio 2012

Da dove ripartirà il Centro Destra ?

Il titolo è “rubato” al Cucù  di Marcello Veneziani del 13 gennaio pubblicato ne Il Giornale .
Il ruolo di un Uomo di Cultura è quello di stimolare, essere coscienza critica, proporre e progettare in grande.
E mentre gli intellettualoidi di sinistra sono capaci solo di schernire Berlusconi, firmare manifesti e fare comparsate nelle trasmissioni televisive a ripetere sempre gli stessi mantra per conquistarsi un seggio sicuro in parlamento, Marcello Veneziani adempie perfettamente al suo ruolo.
Non sempre possiamo essere d'accordo (non lo sono, ad esempio, nel suo giudizio critico e tagliente verso la Lega), non ne siamo obbligati, ma le questioni che, a volte con più ironia, altre con molto sentimento, altre ancora con freddo ragionamento, pone Veneziani sono sempre stimolanti.
Dunque: da dove ripartirà il Centro Destra ?
Credo che molti militanti ed elettori se lo domandino e tutti abbiano una loro personale ricetta, come è nelle tradizioni della Destra Italiana.
Credo che si debba separare quello che si vorrebbe, da quello che si può fare.
Se vogliamo volare alto, fare accademia pura, possiamo facilmente rappresentare una età d'oro con la realizzazione dei nostri personali sogni.
Se vogliamo fare politica, che è l'arte del possibile, siamo costretti a tenere i piedi ben appoggiati sul terreno del concreto.
Quindi, per realizzare quel poco o tanto che possiamo, dobbiamo in primo luogo essere maggioranza.
La prima esigenza pertanto, posto che nessun partito singolarmente potrà essere maggioranza, è avere alleati in grado di aiutarci a portare a casa il 50% + 1 dei seggi parlamentari.
Ovvio che l'alleanza debba essere fatta tra contigui, tra simili per aver almeno qualcosa in comune sul quale concordare e realizzare.
Quindi niente comunisti (ex, neo, post, vetero che sia) e niente fughe libertarie ispirate dai radicali.
Niente Fini o finioti: chi tradisce una volta può tradire all'infinito.
Porta aperta per un Casini che, come il figliol prodigo, torni a casa contrito e penitente: a differenza di Fini Casini ha preso i suoi parlamentari mettendoci la faccia alle elezioni.
Dentro, invece, tutta la Destra Radicale a cominciare da La Destra di Francesco Storace.
E, sommamente, si ricominci dalla maggioranza del 2001 e del 2008: l'alleanza con la Lega che, ricordiamolo, ha assorbito tutti i cavalli di battaglia del vecchio Msi (Valori morali, Ordine, Identità) e anche il Nazionalismo, pur se parametrato al Nord e non all'intera Italia, ma lo spirito Identitario e il concetto di Patria rimane lo stesso.
E l'alleanza con la Lega presuppone la prosecuzione del patto di ferro tra Berlusconi e Bossi.
I due Leaders sono anziani, ma non si vede all'orizzonte ancora nessuno che possa essere in grado di sostituirsi loro, con lo stesso carisma e la stessa visione politica.
Quindi ripartire dal Berlusconi esistente, in attesa del nuovo Berlusconi.
Adesso che Monti ha eliminato per sempre il problema pensioni, Lega e Pdl non dovrebbero avere difficoltà a concordare un progetto politico realizzabile nel corso di una legislatura.
Quale ?
Quello di sempre che, eliminate le scorie stataliste, potrà finalmente essere attuato:
federalismo
abbattimento delle tasse e della spesa pubblica
rimpatrio degli stranieri in esubero rispetto alle reali necessità della Nazione
rivoluzione del sistema giudiziario
difesa dei Valori Tradizionali del Popolo Italiano.
Cosa c'è di meglio che allontanare dalla nostra vita l'asfissiante presenza dello stato, perchè ognuno possa godersi la propria libertà ?
In fondo la Destra esiste proprio in funzione dell'Individuo e della sua Libertà.

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Forza Standard & Poor's. Abbasso Standard & Poor's

L'Italia di Monti e Napolitano è stata retrocessa in serie "B".
Per molto meno Berlusconi fu crocefisso, fino a costringerlo alle dimissioni.
Ogni flatulenza delle agenzie di rating, con Berlusconi Premier, era l'occasione per sparare sul Governo legittimato dal voto popolare.
Oggi, invece, leggo le rassegne stampa e vedo come tutti irridano al declassamento, difendendo a spada tratta il governo degli oligarchi, nominato senza elezioni.
Delle due l'una.
O le agenzie di rating sono fuffa e allora devono tutti fare ammenda per quanto detto e scritto contro Berlusconi ed al suo governo.
Oppure il loro parere è fondato e allora tutti devono chiedere che Monti tolga il disturbo.
Subito !
Ricordo anche che, nonostante le bordate delle agenzie di rating, durante il Governo Berlusconi la borsa reagiva guadagnando ... vedremo domani se il governo Monti-Napolitano avrà la credibilità per ottenere altrettanto.

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Alfano: vergogna !

Ascolto il gr1 delle otto e apprendo che Alfano, segretario del Pdl, parteciperà ad un pranzo con Monti, Bersani e Casini.
In questo modo viene sancita l'organicità di una maggioranza indecente con i comunisti, violando tutte le solenni affermazioni e tradendo il voto del Popolo di Centro Destra.
Con i comunisti, mai ! Non esiste alcuna ragione al mondo per allearsi con loro.
Alfano se lo ricordi quando piangerà il conto dei voti mancanti al suo Pdl.

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14 gennaio 2012

Con Monti un passo avanti ...

... direttamente nel baratro.
Mario Monti, occupando la poltrona di Silvio Berlusconi, per giustificare la manovra "Ammazza Italia" disse che eravamo sull'orlo del precipizio.
Adesso, con lui presidente, abbiamo fatto un passo avanti e siamo precipitati nel baratro con la retrocessione in serie "B".
Dalla crisi si uscirà, come sempre, ma non per merito di Monti, così come in crisi ci siamo entrati non per colpa di Monti o di Berlusconi.
Il colpevole è l'euro e tutti coloro che l'hanno voluto e ostinatamente cercano di conservarlo come Ciampi nel 1992 bruciò miliardi di riserve per mantenere (senza riuscirci) l'Italia nel serpente monetario europeo.
Prima torneremo alla Lira, meglio sarà per tutti.

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13 gennaio 2012

Legge elettorale e Cosentino: inversione di tendenza ?

Nella giornata di ieri si sono registrati due fatti rilevanti nella nostra politica interna.
La corte costituzionale ha bocciato le richieste di referendum finalizzati a ribaltare la legge elettorale per ripristinare quella precedente.
Di Pietro ha ragione quando afferma che la sentenza è oggettivamente un favore a Monti e Napolitano, perché rimuove un ostacolo pesantissimo alla prosecuzione del governo.
Se il fatto che il governo Monti possa continuare nella sua opera devastatrice è un dato negativo, è però da valutare positivamente il freno all’orgia referendaria.
Non da oggi sostengo che la legge elettorale vigente, pur essendo io concettualmente un maggioritario puro all’angloamericana, rappresenta in modo coerente il carattere e la cultura politica degli Italiani.
Da un lato, con il premio di maggioranza, garantisce quella stabilità di cui abbiamo bisogno per sviluppare progetti di governo non contingenti ma proiettati nel tempo.
Dall’altro, con la possibilità di coalizioni, garantisce quel pluralismo che in Italia rappresenta una identità, anche di nicchia, cui nessuno vuole rinunciare.
Come tutto, nelle attività umane, anche la legge elettorale può essere migliorata.
Innanzitutto può essere ripristinato il testo originario della legge, corrotto dall’intervento di Ciampi che pretese il premio di maggioranza, al senato, disarticolato per regioni e non nel collegio unico nazionale.
Questo provocò nel 2006 un sostanziale pareggio che si risolse con la caduta di Prodi e l’anticipo delle elezioni.
Ripristinare il testo originale, quindi, significa rafforzare la stabilità di governo con il premio di maggioranza attribuito, anche al senato, alla coalizione più forte su base nazionale.
In secondo luogo è necessario risolvere, una volta per tutte, il disgustoso e immorale comportamento dei parlamentari che, basandosi sul principio “senza vincoli di mandato”, saltellano da una lista all’altra, da un gruppo parlamentare all’altro, cercando di capitalizzare il maggior utile personale.
Così la seconda e ultima riforma necessaria riguarda la decadenza immediata per il parlamentare che cambia casacca.
Se ci fosse stata questa norma, Berlusconi avrebbe mantenuto la sua forte maggioranza conquistata sul campo nel 2008, mentre Fini e i suoi avrebbero dovuto attendere il 2013 per tornare (forse) in parlamento.
Quindi la legge elettorale può essere migliorata, non stravolta.
L’importante è che lo si faccia senza alcun accordo con i comunisti, dai quali pretendo che i miei rappresentanti siano e stiano distinti e distanti.
Quasi in contemporanea la camera ieri ha respinto la richiesta di autorizzazione all’arresto del deputato Nicola Cosentino, coordinatore Pdl in Campania ed ex sottosegretario all’Economia del governo Berlusconi.
E’ un fatto di rilievo perché, al di là dei capi di accusa che non conosco, non so quanto possano essere fondati e francamente non mi interessa visto che le pagine dei quotidiani sono piene di tesi difensive e di tesi accusatorie, segna il prevalere della Sovranità Popolare sulla magistratura.
Una Sovranità Popolare che si manifesta con la rappresentanza in parlamento che non può essere alterata o condizionata dall’intervento di un magistrato.
Uno è colpevole solo dopo sentenza passata in giudicato, quindi, vigendo la presunzione di innocenza, fino a sentenza definitiva chiunque ha diritto alla sua libertà e a svolgere i compiti della sua professione, maggiormente se è stato eletto dal Popolo ad un incarico pubblico.
Ma oltre alla questione di principio, il voto di ieri è importante per il riavvicinamento tra Bossi e Berlusconi, che ci dice come il Centro Destra, ritrovando la “quadra”, possa ancora condizionare, se non governare anche in questo parlamento.
Berlusconi e Bossi devono ritrovare una strategia che ponga termine alla drammatica esperienza di Monti, per ritornare allo status quo ante, quando la prima casa non era tassata, quando i nostri risparmi erano protetti contro le rapaci mani del fisco e della sua “sana intimidazione”.

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12 gennaio 2012

L’Italia agli Italiani

Se avessimo bisogno di una prova per determinare il grado (alto, altissimo) di antitalianità del governo Monti, ieri avremmo avuto quanto necessario.
Monti si è recato in pellegrinaggio dalla governante tedesca per veder approvate le rapine ai danni degli Italiani promosse con la manovra “Ammazza Italia(diritti d'autore per la definizione a Nessie )  perdendo in dignità lui (e, ripeto, non me ne frega nulla) ma soprattutto svendendo la Sovranità, Indipendenza, Dignità dell’intera nazione italiana.
Sono curioso di vedere come il pci/pds/ds/pd e compagni ricorderanno il prossimo 25 aprile di “liberazione” dai tedeschi, oggi che quegli stessi tedeschi hanno imposto un governo loro amico e ubbidiente ai loro voleri.
Come se non bastasse il ministro politicamente corretto e immigrazionista Riccardi, in una situazione in cui centinaia di migliaia di Italiani rischiano di perdere il posto di lavoro e non ci sono soldi per opere di carità verso gli stranieri, propone di allungare (raddoppiandoli) i tempi per la permanenza in Italia senza lavoro da parte degli immigrati e insiste sulla concessione della cittadinanza (e del voto) per i figli degli immigrati (e sappiamo che si inizia con i figli, poi … todos caballeros !).
In pratica Monti e i suoi ministri da un lato hanno ceduto la Sovranità e l’Indipendenza del Popolo Italiano , piegandosi ai voleri della governante tedesca, dall’altro pongono le premesse perché popolazioni stranieri occupino la nostra stessa terra, sottraendone progressivamente il controllo materiale agli Italiani, stravolgendone usi, costumi, leggi, festività, arte, cucina.
Poiché il governo Monti è un mostro giuridico e istituzionale, che nulla ha a che vedere con la democrazia, con una terza mano, ha attivato un sistematico depauperamento degli Italiani, utilizzando il “sano timore” caro al signor Befera e ad Equitalia, sfilando dalle nostre tasche i risparmi che ci garantivano un tenore di vita benestante che si proietterebbe anche nella capacità e nella volontà di occuparsi e contrastare le prime due politiche di svendita della nostra Sovranità e della nostra Terra.
Mi domando se quando prenderemo tutti coscienza di quello che ci stanno sottraendo, saremo ancora in tempo a combattere per affermare il nostro diritto pieno ed assoluto a comandare sulla nostra Terra ed a decidere sulle nostre scelte in economia e nelle alleanze internazionali e non per la semplice sopravvivenza.


P.S.: Intanto oggi due fatti positivi.
La corte costituzionale, sia pur facendo oggettivamente un favore a Monti e Napolitano, ha bocciato i referendum contro la legge elettorale che, come noto, considero la migliore possibile per noi Italiani, auspicando, io, solo la trasformazione del collegio per il senato da regionale a nazionale.
La camera ha poi respinto la richiesta di arresto per Nicola Cosentino segnando uno stop ai magistrati militanti e, soprattutto, un riavvicinamento tra Berlusconi e Bossi.
Se son rose ...

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11 gennaio 2012

Gli errori di Berlusconi e quelli della Lega

L’Italia non è una nazione di sinistra.
L’Italia non è una nazione immigrazionista.
L’Italia non è una nazione “politicamente corretta”.
Qualunque cosa pensino o dicano i media, all’85% schierati a favore delle tesi minoritarie e che non rappresentano la “pancia” e il sentimento popolare.
Forse molti Italiani sono rimasti “incantati” dalle sirene europee, anche se adesso, svegliandosi, comprendono come l’europa sia una solenne fregatura.
Probabilmente molti Italiani “godono” quando si leggono le notizie sulle persecuzioni giudiziarie e fiscali, ma non come scelta politica, bensì per pulsione caratteriale per cui le proprie “disgrazie” divengono meno pesanti quando si vede maltrattato dalla repressione di turno, qualcun altro.
In questo quadro la sinistra non ha mai avuto la maggioranza dei consensi.
Purtroppo ha governato (e amministra molti, troppi enti locali).
Perché ?
Perché a sinistra sono massa.
Non capiscono, ma si adeguano.
I coccodrilli volano (o svolazzano) purchè ci sia scritto sull’Unità (o su Repubblica, la nuova Unità, o se riferito in qualche trasmissione televisiva estremista).
L’errore del Centro Destra in generale, del Pdl e della Lega oggi è tutto qui: eccesso di identitarismo e di individualismo.
Berlusconi ha sbagliato nel concedere il via libera a Monti e continua a sbagliare nel rifiutarsi di staccargli la spina, come sbagliò nel 2008 a preferire Fini a Storace.
La Lega sbaglia nel polemizzare con il Pdl, nel votare a favore dell’arresto di Cosentino, come sbagliò nel 1994 ad uscire dal primo Governo Berlusconi spianando la strada a Dini e Prodi.
Capisco il calcolo elettorale, ma non è guadagnando uno o due punti in percentuali che si realizzeranno i desiderata degli uni e degli altri se si andrà divisi al voto.
Stiamo vedendo come l’unica idea della sinistra sia quella di spremere dalle tasche degli Italiani quanto più denaro possibile per disperderli nella spesa pubblica clientelare.
Se Lega e Pdl non si accorderanno, si prospetta per noi tutti un salasso che le rapine di Monti appariranno solo iniziative da educande.
Già i comuni a guida sinistra preannunciano rincari e l’applicazione dell’aliquota massima per la reintrodotta Ici, mentre l’Italia si è ora spostata sul fronte di chi sostiene l’introduzione della tassazione europea sulle rendite finanziarie e sulle transazioni (che non pagherebbero le banche, ma che verrebbero ribaltate sui correntisti sotto forma di commissioni, tassi etc.).
Qualora i rossi dovessero andare al potere (con la complicità dei cosiddetti “centristi” ma anche di un Centro Destra che fosse diviso, quindi debole) verrebbero aperti altri capitoli di spesa per accontentare l’ideologia dei talebani “politcamente corretti”:
- case ai rom
- cittadinanza e voto agli immigrati
- leggi a favore degli omosessuali
- estensione della possibilità di abortire
- eutanasia di stato.
Tutti provvedimenti che graverebbero sulle casse pubbliche e richiederebbero un inasprimento delle tasse su tutti i cittadini per accontentare una parte e le lobbies più forti.
Lega e Pdl devono ritrovare la “quadra”, la alleanza che ha così a lungo garantito l’Italia e gli Italiani dagli eccessi del politicamente corretto e del fisco predatorio.
La Lega smetta di fare il Di Pietro e voti contro l’arresto di Cosentino.
Berlusconi smetta di fare il padre nobile e stacchi la spina a Monti.

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09 gennaio 2012

Lo stato ci considera sudditi da controllare con la paura

Leggo un titolo emblematico nell’edizione online de Il Resto del Carlino: “Befera: Cortina? Necessario incutere un sano timore”  .
Il signor Attilio Befera, capo dei riscossori di stato, ha, penso involontariamente, esposto la teoria sulla quale si basa la riscossione coattiva delle troppe imposte che gravano sugli Italiani.
La paura.
Loro sanno che le tasse come sono organizzate e quantificate in Italia sono sommamente ingiuste.
Sanno che i soldi recuperati con nuove tasse o con la cosiddetta “lotta all’evasione” serviranno solo ad alimentare nuove spese in un circolo vizioso che ci vedrà sempre più piegati da un debito pubblico in continua crescita.
Sanno, infine, che qualunque cittadino è disponibile a pagare le tasse quando queste siano:
- giuste
- moderate nella quantità
- finalizzate alla creazione di servizi fruibili a tutti e non solo per agevolare una parte della nazione o dei cittadini;
- riscosse con educazione e collaborazione;
- semplici, poche e non richiedano affanni burocratici per calcolare noi stessi l’onere (a pena di severissime sanzioni) e neppure pluralità di scadenze (che se ne salti una, sei perduto).
Purtroppo l’affermazione del signor Befera corrisponde all’atteggiamento che ha una buona parte dei dipendenti pubblici nei confronti del cittadino che si rivolge loro (non solo per le tasse) per una qualsivoglia necessità che richieda il timbro della pubblica amministrazione.
Un atteggiamento non collaborativo, sembra quasi un comportamento vendicativo nell’uso del potere che conferisce il ruolo verso quello che è visto, a prescindere, come un “nemico”, qualcuno cui non credere, pronto solo a cercare di evitare gli obblighi di legge.
La prima riforma da fare, dopo una forte cura dimagrante nel numero dei dipendenti pubblici, è la realizzazione di una “carta del cittadino” che metta al primo punto cortesia e disponibilità da parte di chi è incaricato (pagato con i soldi nostri … ricordiamoci che Monti ha anche dichiarato che senza la manovra lacrime e sangue lo stato avrebbe rischiato di non poter assolvere ai suoi obblighi a cominciare dagli stipendi dei dipendenti pubblici !) di rispondere alle domande e alle richieste dei cittadini.
Il secondo punto non può che essere la semplificazione di adempimenti e scadenze, così che quando si deve pagare, lo si faccia senza la necessità di astrusi calcoli, conteggi, misurazioni e senza dover articolare la propria vita sulle scadenze di calendario.
Lo stato (e chi lo rappresenta) deve essere funzionale e al servizio dei cittadini, non oppressivo verso il Popolo.
Monti dovrebbe richiamare e punire il signor Befera per la sua incauta dichiarazione (se vera, ovviamente) che dimostra solo una mentalità da stato di polizia e repressiva che non può trovare cittadinanza in una nazione civile.
Se lo stato (e chi lo rappresenta) continuerà a considerare i cittadini mucche da mungere con sistemi e concetti medievali, non potrà che avere in cambio cittadini che guarderanno allo stato (e chi lo rappresenta) come un oppressore da ingannare sempre e comunque.
Il signor Befera dovrebbe sapere che in democrazia si governa con il consenso e il convincimento, sono i tiranni che puntano sulla paura per controllare quelli che considerano sudditi e non cittadini.

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08 gennaio 2012

Una strada per Almirante

Mentre Monti, pensando di menarci per il naso raccontando la favoletta degli evasori che ci mettono le mani in tasca, umilia se stesso (e non mi interessa) e l’Italia (e questo sì che mi interessa) per raccogliere veline nel pellegrinaggio tra Bruxelles, Parigi e Berlino, invece di prendere l’unica decisione coraggiosa che dovrebbe essere assunta: lo smantellamento dell’euro ed il ritorno alle monete nazionali, apro una piccola parentesi per ricordare che Destra e sinistra esistono ancora, eccome !
In questi giorni leggiamo sul berciare a Roma dell’associazione partigiani e della sinistra in genere, contro la proposta di dedicare una strada a Giorgio Almirante, Fondatore e grande Leader del Movimento Sociale Italiano.
Giorgio Almirante merita una strada molto più dei comunisti Togliatti, Longo , Berlinguer, che ci avrebbero resi schiavi dell’Unione Sovietica.
Giorgio Almirante merita una strada molto più di “Stalingrado”, ancora ricordata almeno a Bologna, Lenin, in onore di sanguinari tiranni che hanno caratterizzato la storia recente del mondo, elevando il comunismo al rango del peggiore e più feroce sistema, con oltre cento milioni di morti, che mai l’Umanità abbia conosciuto.
Tutto questo lo sanno anche coloro che si oppongono a questo riconoscimento al Capo della Destra Italiana.
L’opposizione all’onore da rendere ad Almirante dimostra come il tanto invocato “dialogo” e superamento delle ideologie, viene inteso solo a senso unico: noi dobbiamo dimenticare, loro no.
Beh, non è così che funziona.
O il dialogo è reciproco, oppure non ha senso neppure parlarne.
Io non credo più al dialogo con la sinistra.
Ormai ho conosciuto troppi comunisti nei miei 55 anni di vita e con internet ho constatato come a sinistra il ragionamento sia un optional che non viene mai scelto.
Questo sia di insegnamento e di monito.
Insegnamento per chi si illude che a sinistra siano disponibili a mettere una pietra sopra il passato per guardare alle azioni concrete necessarie per far crescere l’Italia (e questo lo si era capito anche con lo starnazzamento provocato dalla decisione – purtroppo non confermata – del Governo Berlusconi di abolire le giornate festive il 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno).
Monito per chi, giustamente scontento (eufemismo) della scelta di Berlusconi di continuare a dare ossigeno a Monti, manifesta propositi astensionisti.
I comunisti non si asterranno.
Loro non capiscono, ma si adeguano.
Se ci asteniamocome in una vera democrazia sarebbe nostro diritto e dovere per protestare contro una scelta contraria agli interessi dei propri elettori faremmo solo un assist alla sinistra.
Cioè a chi peggiorerebbe solo la situazione con:
aumento delle tasse per continuare a spendere a favore delle clientele;
leggi di favore per le cooperative, a spese nostre;
concessione di cittadinanza e voto agli stranieri;
obblighi e sanzioni in ogni campo della vita sociale;
deriva morale sui temi etici;
asservimento completo dell’Italia ai poteri forti internazionali cui svendere la nostra terra, i nostri beni, le nostre proprietà.
Perché il peggiore dei nostri, resta comunque migliore del migliore dei loro.
E tornando al rapporto con i comunisti, il massimo che possiamo sperare è mantenere lo scontro sul piano verbale.
Finchè non matureranno.
Ma dubito che quel giorno potrà mai arrivare.

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