Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

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Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

31 maggio 2023

Vento di guerra

I russi non riescono a vincere contro l'Ucraina a causa del fatto che, a differenza degli afghani, gli ucraini ci mettono tanto sangue e le nazioni occidentali uno tsunami di finanziamenti e di armi, per cui, sommate alla incompetenza militare e alla imbarazzante inefficienza dell'intelligence russe, la Russia si trova oggi a dover difendere il proprio territorio.

E mentre gli occidentali difendono l'integrità territoriale dell'Ucraina, gli stessi occidentali difendono il diritto del Kossovo di etnia albanese ad essere indipendente, esattamente come non vogliono riconoscere analogo diritto al Donbass e alla Crimea di etnia russa.

Così tornano i fuochi di artificio ancora più vicino a casa nostra e con il coinvolgimento dei nostri militari.

La situazione è pericolosa, perchè c'è il rischio effettivo che gli occidentali pensino di poter liquidare, una volta per tutte, l'ingombrante presenza della Russia, come si potrebbe intuire dalla natura delle armi che, in ultimo, sono state date agli ucraini cui, in pratica, mancano solo le testate nucleari (forse).

Tra i due litiganti il terzo gode e l'incauta politica di Biden e alleati, è un favore enorme alla Cina che, adesso, riesce af essere il fulcro di una inedita alleanza, per ora economica, con Brasile, Sud Africa, India e Russia.

Potrebbe mancare poco, un errore, un malinteso, un momento di follia, per scatenare una guerra che ci vedrebbe forzatamente coinvolti.

C'è una sola possibilità di evitare un conflitto con la Russia (e la Cina): riuscire a tirare avanti fino a fine 2024 e che Trump sia rieletto al posto di Biden.

La guerra terminerebbe in 24 ore e noi potremmo tornare ad occuparci dei nostri interessi.

30 maggio 2023

Imagine


Immaginiamo un giorno in cui, nella Rai liberata, esisteranno programmi di informazione e non di propaganda.

Immaginiamo un giorno in cui, dalla Grecia alla Svezia, dalla Finlandia alla Spagna, le gioiose macchine da guerra socialcomuniste fuggiranno in disordine e senza speranza dai parlamenti che avevano okkupato con orgogliosa sicurezza.

Immaginiamo un giorno in cui, dalle Alpi a Lampedusa, le municipalità daranno il benservito ai cattocomunisti.

Non è necessario avere troppa fantasia, perchè quel giorno è oggi.

29 maggio 2023

Contro gli eccessi fiscali


Non mi sembra che nel Centro Destra si sia dato sufficiente rilievo alla affermazione del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha ribadito come intenda utilizzare la riforma fiscale preannunciata per rendere meno nemico il fisco per i cittadini.

Mi è piaciuto, che voglio considerare riferito anche alle continue vessazioni e agli adempimenti a catena cui siamo obbligati, il termine di "pizzo di stato".

Se uno sbaglia qualcosa nella sua dichiarazione dei redditi o se modifica il 730 (magari perchè è il fisco stesso che nel precompilarlo omette - pur dichiarando di averli rilevati - alcune nuove detrazioni individuali) allora, come minimo, si viene chiamati davanti ad un impiegato che, con atteggiamento inquisitorio, ci tratta come se fossimo pericolosi evasori.

Spesso vengono inviate ingiunzioni per poche decine di euro che, pur di non dover perdere tempo a cercare documenti e chiedere appuntamenti, uno paga e archivia.

L'unica cosa condivisibile del settennato presidenziale (peraltro da dimenticare) di Scalfaro, fu la definizione di fisco lunare per le nostre dichiarazioni dei redditi.

Non è accettabile che ci si debba recare da un commercialista o da un caf per poter presentare la dichiarazione dei redditi per evitare eventuali successive richieste di chiarimenti, magari dopo tre, quattro, cinque anni quando le ragioni di una scelta sono ormai dimenticate.

La precompilata è stato un grandissimo passo in avanti, ma permane tuttora incompleta e ancora troppo "lunare" per la chiarezza della compilazione in caso di modifiche (soprattutto equivoche sono certe avvertenze che sembra non tengano conto della dichiarazione complessiva pur compilata dallo stesso programma ministeriale).

E che dire del profluvio di scadenza, imposte, tasse, dietro alle quali noi cittadini versiamo continui rivoli di denaro che diventano un oceano che non si capisce bene che fine faccia, visto che lo stato è costantemente a debito e alla ricerca di altri soldi (nostri) ?

Tari, Imu, le bollette bimestrali di gas, luce, acqua, il canone rai, il bollo auto e poi ancora la tassazione dei risparmi, la tassazione sulle transazioni finanziarie, la tassa sui depositi, la tassa sui guadagni di borsa.

Troppo denaro e in troppe circostanze lo stato viene a ravanare nelle nostre tasche e quindi ben venga, e si dia il giusto risalto, la dichiarazione di principio di Giorgia Meloni contro il pizzo di stato.

E, come per il respingimento dei clandestini, fra cinque anni saranno le tasse, l'altra gamba che potrà decidere se confermare la Meloni e il Centro Destra per altri cinque anni o se dovremo riconoscere che con il voto non si esce dallo stato padrone.


28 maggio 2023

Sui clandestini la Meloni si gioca il raddoppio

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è molto parca nel concedere interviste ed ha ridotto di molto i suoi interventi sui social, sicuramente una scelta istituzionale per affrontare solo i tempi rilevanti e non perdersi nelle minuzie della campagna elettorale permanente nella quale sono ormai invischiati i cattocomunisti alla disperata ricerca di una zattera sulla quale salire per non affondare.

In uno dei suoi rari interventi, la Meloni ha affermato che sui clandestini vincerà lei.

Il riferimento è alla sua battaglia di un intervento coordinato e ordinato dell'Unione del Male, non per la famigerata redistribuzione, che in sostanza, pur alleggerendo l'Italia, continuerebbe con la politica di sostituzione etnica degli europei, ma a selezionare gli arrivi, per ammettere solo quelli legali, in Africa.

Ovviamente spero che ciò accada e se dovesse verificarsi che l'Unione del Male, con mezzi suoi, sbarcasse in Africa, aprisse centri di identificazione per esaminare le richieste di ingresso e smistare i richiedenti che abbiano titolo per entrare in Europa nelle varie nazioni, allora il successo sarebbe garantito.

Ma io dubito che l'Unione del Male, così com'è, si presterebbe ad avallare la politica della Meloni che, da parte sua, credo che ne sia perfettamente consapevole, per cui le sue dichiarazioni possono significare solo che intende pazientare fino al giugno 2024, quando le elezioni del parlamento europeo potrebbero portare ad un nuovo politburo dell'Unione del Male, frutto di una diversa maggioranza.

In ogni caso si tratta di un traguardo ancora lontano che deve essere tutto definito.

Il tempo per risolvere la questione dei clandestini che continuano ad arrivare c'è, fino al voto del 2027, quando proprio sui clandestini la Meloni si giocherà la possibilità di raddoppiare il mandato per altri cinque anni.

Spero pertanto che la Meloni abbia pronto anche un "piano B" nel caso in cui l'Unione del Male continuasse a fare del male all'Italia.

Un piano B che non potrebbe prescindere da un uso ragionato della forza per chiudere i rubinetti a favore di tutte le organizzazioni che lucrano sull'assistenza ai clandestini e per cominciare una puntuale politica di respingimento dei barconi, privati o delle ong, che vorrebbero approdare in Italia.

Tanto i sostenitori della sostituzione etnica, qualunque sia la strada che verrà intrapresa, stanno tutti dall'altra parte e anche se la Meloni cominciasse a camminare sulle acque ed a volare come Supergirl nel cielo, non la voterebbero mai.

Mentre noi di Centro Destra siamo pazienti, le diamo fiducia e credito, ma se sui clandestini toppa, probabilmente sceglieremo chi potrebbe dare una svolta decisiva a tale problema.

27 maggio 2023

La Liberazione della Rai

Fiorello non mi è mai piaciuto, sin da quando, mi sembra su Italia 1, anticipava le notizie del telegiornale con il suo karaoke, con codino annesso: troppo sopra le righe, carico, forzatamente sorridente nel suo tentativo di presentarsi come l'amicone di tutti.

Ciò non toglie che, a volte, anche Fiorello ne azzecchi una, come quando leggo che avrebbe dichiarato che se l'Annunziata se na va dalla Rai dopo la Littizzetto e Fazio, non frega niente alla gente.

Ne sono convinto anch'io.

Apparentemente, se sommassimo gli spettatori di tutte le trasmissioni di propaganda cattocomuniste nelle varie televisioni (Annunziata, Fazio, Formigli, Merlino, Palombelli, Gruber, Gentili e tutti gli altri di cui non ricordo il nome) il pci/pds/ds/pd dovrebbe avere il 120% dei voti.

Invece ha solo il 20%.

Questo accade perchè gli spettatori che pendono dalla labbra di Fazio, sono gli stessi che pendono dalle labbra dell'Annunziata, della Gruber, di Formigli e di tutti gli altri.

Un po' come i carri armati che si dice venissero presentati durante le parate del Fascismo: erano sempre quelli (dicono ...).

Nel mio piccolo ho potuto verificarlo con amici e conoscenti di sinistra che, quando ci si ritrova, citano sempre le stesse trasmissioni e le stesse fonti (tg3, tg1, Sky tg24, la7 ...), ripetendo a pappagallo le tesi sentite a assorbite senza filtro, dimostrando di saltare da un canale all'altro con l'unico risultato di sottoporsi volontariamente ad un lavaggio del cervello con un bombardamento continuo di versioni a senso unico.

Tutti noi altri, invece, ascoltato uno o due telegiornali, magari di quelli brevi che forniscono solo il titolo delle notizie, poi cambiamo canale evitando di pensare con la testa degli altri, ma ragionando sulle notizie pure e semplici ed elaborandole in base alla nostraa esperienza e conoscenza.

Così i risultati reali delle elezioni vedono il Centro Destra vincere con il 46% e ottenere una comoda maggioranza assoluta in parlamento.

Per questo la Rai, che è un servizio pubblico, deve essere ripulita dalle scorie cattocomuniste che l'hanno okkupata per decenni, in spregio alla volontà della maggioranza degli Elettori.

Quello che è accaduto sino ad ora non basta, anche se non interessa, perchè abbiamo dimostrato di poter vivere senza guardare la propaganda cattocomunista che ha fatto metastasi anche nelle cosiddette fiction, come è accaduto nei telefilm americani dove c'è sempre un negro, un omosessuale, possibilmente con una vita di coppia, che rappresentano le vittime o il bene, contrapposto a bianchi eterosessuali violenti e ignoranti e altri bianchi eterosessuali proni alla nuova ideologia e, anzi, ancor più fanatici di negri e omosessuali.

Secondo Travaglio, che non è un sostenitore del Centro Destra, le lamentele dei cattocomunisti sono ingiustificate perchè hanno conservato, da minoranza elettorale, ben nove caselle direttive, contro le sette della Lega, cinque di Fratelli d'Italia e tre dei grillini.

Un vero spoil system avrebbe attribuito tutto alla maggioranza, sostituendo, come sarebbe stato gradito da noi Elettori, TUTTI i direttori compromessi con i cattocomunisti.

Così non è stato e il problema si ripresenterà se non fra cinque anni, almeno fra dieci, quando i cattocomunisti torneranno al governo, come è nel destino di una democrazia che si fonda sull'alternanza e la rigenerazione all'opposizione di chi è stato al governo.

L'unico modo, la strada maestra, per evitare che, ad ogni nomina si ripeta il circo delle lamentele, è che la Rai sia completamente privatizzata, con lo stato che abolisce il canone, tassa odiosa quanto il bollo auto, l'Imu, la tassazione sui risparmi, sui fondi pensione e sui contratti e guadagni di borsa, e incassa una somma ingente dalla vendita, anche a spezzatino, di tutti gli asset, senza conservare nulla.

In questo modo non ci sarebbero più nomine pubbliche, spartizioni e, soprattutto, nessuno pagherebbe più perchè siano prodotti telegiornali e trasmissioni ostili alle sue idee con i suoi soldi.

Perchè tutti i telegiornali e la trasmissioni peserebbero sul conto economico di un privato che guadagnerebbe se avesse gli introiti necessari a produrre quelle trasmissioni, con quell'indirizzo politico, solo se seguite da un pubblico pagante adeguato a raccogliere anche pubblicità che compensi i costi e faccia guadagnare.

Intanto, però, in mancanza di meglio, accontentiamoci del bene: avanti con la Liberazione della Rai, con più coraggio per dare il benservito a tutti quelli compromessi con il passato regime.

26 maggio 2023

Quando la Destra sbaglia tattica

La Destra, in senso lato, nel mondo è in crescita.

Lo certificano i voti elettorali e lo confermano le isteriche reazioni delle consorterie affaristico finanziarie e degli organi di stampa di loro proprietà.

Purtroppo, a fronte di una situazione come quella in Italia, dove le varie anime del Centro Destra hanno un percorso comune da trent'anni e, vincendo le elezioni, non ci sono problemi insormontabili, tranne una eccessiva prudenza nel prendere possesso delle leve del potere (l'Annunziata, ad esempio, la si doveva cacciare e non consentirle di dare le dimissioni di sua volontà), altrove il percorso che ha portato Silvio Berlusconi prima e Giorgia Meloni oggi a Palazzo Chigi, non è ancora conosciuto.

In Grecia il partito (popolare) del Primo Ministro Mitzotakis, che in cinque anni ha cominciato a riparare ai danni dell'estremista di sinistra Tsipras che, dopo tanti proclami e chiacchiere, si è genuflesso davanti all'Unione del Male, ha vinto con il 40% dei voti le elezioni politiche, conquistando 146 seggi su 300, ma con una folle tentazione di tornare al voto per puntare alla maggioranza assoluta.

Quando sarebbe sufficiente accordarsi con il partito di Destra, in una riedizione della stessa maggioranza di governo italiana e futuribile nel parlamento europeo, che ha conquistato 16 seggi.

Con il rischio di mettersi nelle condizioni di doversi accordare con i socialisti del Pasok se fallisse l'obiettivo a giugno.

Negli Stati Uniti ancora peggio.

Ron De Santis, ottimo governatore della Florida che per tutta la durata della pantomima del virus cinese ha tutelato la libertà dei suoi cittadini contro i tentativi di imporre la dittatura sanitaria e che è in prima linea a difesa della vita contro la distorta mentalità che considera l'aborto un diritto e addirittura una conquista, si è candidato (con una rovinosa - dal punto di vista tecnico - esibizione su Twitter) nelle primarie repubblicane contro Trump.

Un gravissimo errore perchè divide un partito e due candidati che potenzialmente potrebbero presentarsi assieme come presidente e vice, considerando che De Santis è di gran lunga più giovane di Trump e non avrebbe alcuna difficoltà a subentrargli.

Possiamo sperare che Trump e De Santis, facciano come Reagan e Bush (padre) nel 1980.

Reagan vinse le primarie e scelse Bush, suo principale antagonista, come Vice, assicurando dodici anni consecutivi di Casa Bianca al GOP.


25 maggio 2023

Chi fa da sè fa per tre

Mentre siamo alle prese con un'alluvione, l'aiuto che ci arriva dall'Unione del Male è rappresentato da intimazioni ad allinearsi al volere di quattro individui non eletti, inviati in quelle posizioni in quanto politici di basso profilo e senza seguito nelle loro nazioni.

La commissione, un autentico Politburo che richiama la vecchia Unione Sovietica, ha infatti inviato all'Italia il monito su quattro questioni che dovrebbero essere di esclusiva competenza nazionale:

1 - pretende che si ponga termine agli sconti finalizzati a contenere il costo dell'energia (provocato da una campagna bellica insensatamente sposata dalla stessa Unione del Male);

2 - pretende che si proceda con la revisione del catasto (che aumenterebbe in modo intollerabile la tassazione sulle case degli Italiani, finalizzando il tutto all'esproprio a favore delle multinazionali degli immobili);

3 - pretende che si mettano all'asta le concessioni balneari (ancora una volta per favorire le multinazionali delle vacanze a scapito delle sane conduzioni familiari delle nostre spiagge);

4 - diffida dal procedere ad una riforma fiscale (non sia mai che gli Italiani paghino meno tasse !).

Tutti quei punti, se seguiti, sarebbero contrari agli interessi di noi Italiani, di tutti noi Italiani, che si abbia votato per il Centro Destra o per i cattocomunisti.

Per non parlare di come sbavano gli unionisti per imporre l'adesione al Mes (con il quale all'Italia sarebbe richiesto di pagare decine di miliardi per salvare le banche tedesche, senza peraltro poter ipotizzare una reciprocità cui accedere liberamente e senza condizioni) e la pretesa di veder realizzato un pnrr scritto prima dell'operazione militare speciale russa in Ucraina e ingessato quando invece, con le evoluzioni dei tempi (crisi energetica, alluvioni etc.) richiederebbe massima flessibilità.

Purtroppo ideologia e dirigismo di stampo sovietico (tipico di mezze figure che temono il confronto perchè non saprebbero argomentare) porta i cattocomunisti a sposare le tesi dell'Unione del Male, contro gli interessi nazionali e dei loro stessi elettori.

Appare sempre più evidente che per una grande Nazione come l'Italia, che ha le risorse umane e materiali per essere Sovrana e Indipendente, continuare a far parte dell'Unione del Male è una gabbia che pregiudica il nostro Progresso, la nostra Libertà, la nostra Sicurezza e il nostro Benessere.

Posso comprendere il timore a tagliare i legami con Bruxelles a causa delle ritorsioni (ricatti) che le consorterie finanziarie a affaristiche globali possono porre in atto (come l'attacco ai nostri titoli di stato), potendo anche contare sulla complicità delle quinte colonne organizzate di italiani che preferiscono l'europa all'Italia, ma la strada maestra è quella di navigare, da soli, in mare aperto, liberi dalla prigionia di direttive e patti fatti apposta per favorire chi non sa, chi non fa, a scapito di chi sa e di chi fa, ad immagine dei commissari del politburo sovietico.

Sono i proverbi popolari, fonte di saggezza, che dovrebbero essere applicati e se chi fa da sè fa per tre, dobbiamo ricordarci anche che è meglio soli che male acompagnati.

E la compagnia delle Von der Leyen, Timmerman, Gentiloni, Borrel, Dombrowsky, Lagarde, Macron è una pessima compagnia.

24 maggio 2023

Bei tempi quando il Piave mormorava

Il 24 maggio di 108 anni fa, l'Esercito Italiano attraversava il Piave, che segnava il confine con l'Impero Asburgico, per iniziare tre anni e mezzo di guerra che avrebbero portato alla riunificazione al territorio nazionale prima di Trento, Trieste, Istria e infine di Fiume con l'impresa firmata da Gabriele D'Annunzio.

Anche allora la sinistra, rappresentata dal partito socialista (i comunisti non erano ancora nati) si mostrò quella anti italiana di sempre, tanto che perse uno dei suoi capi, Benito Mussolini che, invece della neutralità, voleva l'intervento, tanto da partire volontario per il fronte.

E' doveroso ricordare una data così rilevante per la Storia Patria, soprattutto quando, anche ai vertici delle istituzioni, siedono individui che vorrebbero negare il Valore del Nazionalismo e architettano improbabili arrampicate sugli specchi per interpretare a forza i Grandi della Letteratura, come Alessandro Manzoni, come profeti dell'inclusione senza alcun riguardo all'etnia.

E anche oggi, con un bell'articolo ne La Verità che riproduco scansionato, Daniele Capezzone riprende quei versi che da anni ricordo per sottolineare come un Padre della Nazione come Manzoni fosse ben consapevole che la nostra Gente era ed è "una d'arme, di lingua, d'altare, di memorie, di sangue e di cor".

Al punto che nessun tratto di penna, nessuna cittadinanza allegramente concessa, nessuno ius soli, nessuno ius scholae, nessuno ius culturae, potrà mai, se non dopo decenni e generazioni, includere chi Italiano non è.

Soprattutto chi viene in Italia non singolarmente, ma assieme a tutta la SUA gente, pensando di ricreare sulla nostra terra quei legami, quegli usi, quei costumi e quelle leggi che li accompagnano, ma che sono inconciliabili con l'ingresso e l'appartenenza alla Nazione Italiana.

Oggi, parte delle terre storicamente nostre (penso all'Istria, a Fiume, alla Dalmazia) sono ancora sotto amministrazione straniera, ma proprio per quello non possiamo consentire che altri pezzi della nostra terra, che con il 24 maggio tornò integra, siano concessi a stranieri, tollerando che siano praticati riti e formule estranee alla nostra Storia e al nostro Diritto.

Recuperare il Valore del Nazionalismo, significa, oggi più che mai, onorare i nostri Avi ed i nostri Caduti per realizzare un'Italia Unita, Sovrana, Indipendente, dove possa prosperare la nostra Gente "una d'arme, di lingua, d'altare, di memorie, di sangue e di cor".

23 maggio 2023

Una vera Cultura adesso è possibile

Le biliose starnazzate dei presunti intellettuali di sinistra e la triste uscita di scena del signor Lagioia (che non so cosa abbia scritto o fatto per essere entrato nel Sinedrio cattocomunista) al salone del libro, aprono le porte ad una stagione nuova, migliore, per la Cultura, quella vera, Italiana.

Tralasciando le forzate interpretazioni di Mattarella sul pensiero di Alessandro Manzoni (ed ho il grande piacere di aver trovato su Twitter, rilanciata dal Ministro Lollobrigida, l'immagine a corredo di questo mio commento dove vengono citati i versi, che non hanno bisogno di interpretazione alcuna, di Marzo 1821 da me più volti ricordati) mi piace rilevare come l'estremismo cattocomunista, provochi risultati esattamente opposti a quelli desiderati e, quindi, assai divertenti.

Qualche anno fa, credo sempre al salone del libro di Torino, fu impedita l'apertura di uno spazio gestito dall'Editore Altaforte, considerato vicino a CasaPound e a me, come a tanti altri, fu quindi portato a conoscenza che esisteva quell'editore, con un suo sito internet, nel quale ho trovato numerosi volumi che ho acquistato e di grande interesse.

Più recentemente, tramite Twitter, sono venuto a sapere che esisteva una Fondazione storica che raccoglieva dati e documenti sulla vicenda politica ed umana della Repubblica Sociale di Salò.

Il tweet era un anatema per il fatto che quella Fondazione potesse anche beneficiare del 5 per mille che, in questo periodo, viene attribuito da ogni singolo contribuente con la dichiarazione dei redditi.

Non lo sapevo, come credo non lo sapesse gran parte degli Italiani e, quindi, non posso che ringraziare l'autore del tweet per la preziosa informazione.

Oggi la cagnara inscenata contro il Ministro Roccella e il successivo vittimismo del signor Lagioia perchè una determinata parlamentare di Fratelli d'Italia, Augusta Montaruli, gli ha imputato di non essere intervenuto per garantire la libertà di espressione e, ancora di più, ridicole affermazioni a difesa della violenza subita dal ministro provenienti da vari politici e "intellettuali" organici alla sinistra, come "esiste la libertà di impedire agli altri di parlare", mostrano, anche ai più distratti, quanto sia inesistente la "cultura" cattocomunista.

Ma, soprattutto, ci dicono che è cominciata la reazione a simili atteggiamenti e anche la composta, ma ferma e univoca reazione degli Uomini  di Cultura, quella vera, che hanno condannato la cagnara di Torino, mi fa sperare che il Governo Meloni possa tenere a battesimo una svolta culturale che elevi il mondo culturale italiano, anche quello ufficiale, oltre le pratiche di questi ultimi anni, finalizzate unicamente a spargere odio e scomuniche contro chi non appartiene al Sinedrio autoreferenziale dei soliti noti.

22 maggio 2023

Un bel tacer non fu mai scritto

Credevo fosse morto, tanto non ne avevo più sentito parlare.

Invece ha dato notizia della sua permanenza in vita, sparando una cazzata colossale, riprodotta nell'immagine tratta da Twitter.

Ochetto è quel signore che, ultimo segretario del pci quando cadde il comunismo, provò un maquillage esteriore, rinominando il partito pds (che divenne poi ds e oggi è pd) credendo di fare una genialata e vincere, con la sua "gioiosa macchina da guerra",e elezioni del 1994.

Per fortuna che Silvio c'era.

Dopo la bruciante sconfitta, di Ochetto non ricordo traccia.

Oggi se ne esce (ma mi domando anche quelli che lo hanno chiamato in trasmissione: cosa credevano di ottenere ? Sicuramente hanno l'effetto opposto a quello che si erano prefissati) con una dichiarazione a metà tra il mistico e il cabarettistico.

Dimenticandosi, peraltro, che l' "ira divina" si è manifestata sull'Emilia Romagna, la regione più rossa d'Italia, dove continuano, irragionevolmente, a votare in maggioranza il suo partito.


21 maggio 2023

Niente vittimismo, nessuna rinuncia

Ieri, a Torino, l'ennesimo episodio della violenza di sinistra che si è manifestata con un gruppo di esagitati che ha impedito al Ministro Roccella di presentare il suo libro, ma anche con le parole del presidente uscente della rassegna del libro che da un lato ha definito "legittima polemica" le sguaiate manifestazioni di intolleranza e dall'altro si è offeso perchè una coraggiosa ed energica parlamentare di Fratelli d'Italia, Augusta Montaruli, lo ha rimbeccato a muso duro, come dovremmo fare tutti per difendere i nostri spazi di Libertà.

Sì, perchè quel che apprezzo nella Montaruli è che non ha fatto alcun vittimismo, ma ha reagito con forza e se tutti agissimo nel medesimo modo, tuteleremmo il nostro diritto con più efficacia di quanto non lo si faccia andandosene davanti alla violenza cattocomunista e poi lamentandosene.

Quello di Torino non è che l'ennesimo episodio, di tanti (ricordo che in una università di Roma hanno impedito a Capezzone di prendere la parola) che indicano come la sinistra, a corto di argomenti, non abbia altra strada che provare il "vincere facile" di una vecchia pubblicità: tentare di imbavagliare chi, invece, ha gli argomenti, le proposte, le idee e anche gli Ideali e, quindi, i Valori, totalmente assenti a sinistra.

Tentare, appunto, riuscendoci solo se lo consentiamo rinunciando a parlare e andandocene, lasciando campo libero ai violenti.

Il Governo sta agendo, forse con troppa prudenza e cautela, per liberare la Rai dall'okkupazione cattocomunista e restituirci un minimo di informazione obiettiva, ma anche noi dobbiamo fare la nostra parte.

Contestare chi esprime idee che non ci piacciono è legittimo, ma bastano dei manifesti, degli striscioni e, soprattutto, l'utilizzo degli spazi che vengono ampiamenti concessi alla sinistra, molto più che alla Destra, per le sue esternazioni.

Impedire, con urla e schiamazzi, che uno possa esprimere le sue idee, se non trova la immediata sanzione da parte delle Forze dell'Ordine per consentire il regolare svolgimento dell'intervento, legittima l'uso della forza da parte dei sostenitori di quello che dovrebbe parlare.

Esattamente come l'interruzione di una viabilità o l'imbrattamento di una proprietà privata o pubblica, se non trova l'immediato intervento ripristinatorio e sanzionatorio delle Forze dell'Ordine, legittima l'uso della forza da parte di chi viene danneggiato.

E' ora di smetterla di evitare lo scontro e di arretrare, dobbiamo organizzarci per rispondere ai soprusi, difendendo la nostra Libertà di Parola, di Circolazione, di Proprietà.

E questo è compito dei partiti del Centro Destra, non di singoli, apprezzabili ma isolati, volonterosi militanti.


20 maggio 2023

E se la soluzione fosse MENO stato e MENO europa ?

Chi mi conosce sa che le mie idee in campo economico e sociale sono opposte a quelle cattosocialcomuniste.

E anche a quelle più ortodossamente "fasciste".

Personalmente credo che lo stato, per svolgere la sua funzione di terzo che regola e dirime rapporti e controversie tra privati, non debba intervenire nell'economia e nel sociale.

Uno stato liberale si occupa di garantire ordine e sicurezza con la Polizia, i confini nazionali e gli interessi nazionali nel mondo con le Forze Armate, risolvere le controversie tra privati e punire chi ruba e uccide con la Giustizia, intrattenere rapporti con gli altri stati attraverso la Diplomazia.

Tutto il resto può essere regolato attraverso contratti, accordi, consorzi tra privati.

La gestione di una strada, di un territorio, come l'istruzione e la sanità.

Con un duplice beneficio.

Lo stato si trasforma in padre bonario, abbandonando il ruolo di esattore malvagio che saccheggia i nostri risparmi, redditi e proprietà e ognuno di noi, che si trova con molti più soldi in tasca (tutti quelli che non gli verrebbero più sottratti da tasse e balzelli) è in grado di pagarsi le spese occorrenti alle proprie necessità ed a vivere bene.

L'alluvione che ha colpito la mia regione non fa che confermarmi nella mia opinione.

Non ascolto altro che richieste di fondi, di "risorse", di interventi che comportano sempre un costo e neanche un mea culpa da parte degli amministratori regionali e comunali.

Sono stati spesi dagli enti locali milioni per gli spettacoli estivi chiamando nani e ballerine, cantanti e attori, più o meno famosi, e adesso chiedono soldi per quelle opere che non hanno realizzato e che, a questo punto, non so se realizzerebbero anche se venissero loro concessi tutti i finanziamenti richiesti.

Un privato non si sarebbe comportato così.

Un privato si sarebbe accordato e consociato con altri privati e avrebbe provveduto a realizzare tutte quelle opere necessarie per garantire la protezione delle sue proprietà.

Anche se avesse dovuto rinunciare per una o due o più volte ad andare al cinema o a teatro o alla partita o al ristorante.

E che dire di tutti i soldi dirottati verso istanze che non portano nulla alla gestione di un territorio unicamente finalizzate a scelte meramente ideologiche ?

E che dire di tutti i beni pubblici concessi a cifre irrisorie, ampiamente fuori mercato, per dare spazio ad associazioni e iniziative che nulla incidono sul territorio se non per aspetti, ancora una volta, ideologici ?

E la folle scelta dell'europa di abbandonare il certo (e meno costoso) fossile come fonte di energia per l'alea delle cosiddette "rinnovabili", con oneri e spese a carico, immancabilmente, dei privati ?

Poi piove, i fiumi esondano, le montagne franano, come è sempre accaduto e come da sempre, con il senno del poi, si riconosce che un intervento in più avrebbe potuto non eliminare il rischio, perchè quello non si azzera mai, ma ridurre gli effetti che, adesso, comportano costi elevatissimi.

Che dovremo ancora una volta pagare noi privati.

Sì, MENO stato e MENO europa, potrebbe essere l'inizio della soluzione dei nostri mali.


19 maggio 2023

Veneziani "vota" Meloni

Ne La Verità di oggi, oltre all'editoriale perfetto di Maurizio Belpietro che mette sulla graticola Bonaccini e la Schlein quali esempi di politici tutto chiacchiere e pochi fatti, chiamandoli a rispondere delle conseguenze sull'Emilia Romagna delle piogge di questi giorni, si trova un "classico" della letteratura del giornalismo politico: Marcello Veneziani.

Questa volta Veneziani invita le opposizione caciarecce, sempre pronte a brandire la richiesta di dimissioni e la liturgia antifascista (a proposito: perchè Bonaccini e la Schlein non provano a fermare le acque posizionandosi sugli argini dei fiumi cantando bella ciao ?) nella speranza di far inciampare la Meloni.

Veneziani cerca di riportarli con i piedi per terra.

La Meloni è salda in sella, con una maggioranza coesa e con idee chiare.

Durerà una legislatura, forse un "multiplo" di una legislatura.

E' salda anche se non è perfetta, ma è meglio degli altri.

E chiede alle opposizioni di abbandonare i toni ultimativi, per argomentare sulle questioni importanti e serie.

E, da par suo, Veneziani, pur "votando" la Meloni, ricorda tre questioni che non gli garbano affatto.

L'appoggio incondizionato al "guitto con la maglia paramilitare addosso", pur riconoscendo che se da un lato una diversa posizione le avrebbe impedito di diventare Presidente del Consiglio, dall'altro la Meloni ha sempre sostenuto, ancor prima del voto, la Alleanza Atlantica.

Una seconda critica la muove alle "politiche migratorie", vedendo abbandonato l'approccio di contrasto ai clandestini che lui (ed io con lui) gradirebbe.

La terza critica (l'unica che io non condivido) è verso il progetto di autonomia differenziata, pur se riequilibrata dalla riforma presidenzialista.

Veneziani ritiene che tale riforma (quella sulla autonomia differenziata) darebbe il colpo di grazia allo stato italiano già ferito gravemente dalla istituzione delle regioni e, quindi, ne contesta la opportunità.

Personalmente ritengo invece che l'autonomia differenziata dovrebbe essere ancor più accentuata, rendendo realmente autonomi i territori per avvicinare amministrati e amministratori, con le scelte di questi ultimi che ricadano direttamente sulla vita e sulle tasche dei primi, senza la rete di protezione dei trasferimenti delle tasse pagate in un luogo, per coprire i buchi in un'altra zona, dovuti, spesso, alle incapacità degli amministratori locali.

A parte comunque il merito, Veneziani chiede che le opposizioni prendano atto che la Meloni è a capo di una maggioranza che c'è, uscita dal voto popolare, è solida nei numeri e nella coesione, il che non significa chinare la testa e fare acquiescenza, come non la fa lui che, pur sperando sempre in qualche spostamento nei temi che non gradisce, non rinuncia a denunciarli.

Ma, e qui si rivolge probabilmente ai mal di pancia della nostra stessa Area comprendendovi, credo, anche la Destra Radicale frazionata in milllemila movimenti e associazioni che criticano continuamente il Governo Meloni, preferisce sempre la Meloni ai suoi "avversari che farebbero le stesse cose, più altre per me inaccettabili, e con la protervia di chi sta al comando (già sono arroganti all'opposizione, figuriamoci se li lasciamo tornare al governo).".

Concludendo quindi che "nonostante tutto ... meglio la Meloni al governo che quegli altri.".

E non posso che associarmi a Veneziani, concordando al 100% sulla sua conclusione.

18 maggio 2023

L'importanza di una Coalizione omogenea

Grande spazio sulla stampa viene concesso al cosiddetto "terzo polo" (che vale tutto assieme sì e no come sesto partito) che, dopo neanche un anno, si sta nuovamente dividendo tra le due prime donne, Renzi e Calenda, diventando sempre più insignificante e tenuto in vita unicamente dai grandi interessi dei quotidiani a valorizzare chi valore non ha.

Ma anche il pd, i grillini, l'area già frastagliata alla destra di Fratelli d'Italia, i movimenti monotematici nati grazie alla dittatura sanitaria, la variegata estrema sinistra, sono tutti in movimento.

Sono contrasti che, fondato il partito sul nulla, sono di carattere personale (vedi alla voce Renzi e Calenda) o che invece manifestano una forte contrapposizione sulle scelte da intraprendere e sull'indirizzo da imprimere alla linea politica.

E' comunque un guazzabuglio che ha penalizzato l'Italia nei tristi undici anni passati, in cui per ben dieci anni, abbiamo avuto governi cattocomunisti (Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte2, Draghi).

Come si può, infatti, gestire una Nazione se non si condividono Valori comuni, un progetto di società, una visione del futuro ?

Non si può e negli ultimi undici anni ne abbiamo avuto la riprova con l'abdicazione della politica nazionale che si è limitata ad eseguire i compitini preparati dai burocrati di Bruxelles, favorendo Germania e Francia, sfogando la propria volontà di comando esclusivamente con l'aumento della spesa e del debito pubblico (dal superbonus di Conte al pnrr di Draghi) e con l'approvazione di leggi che hanno impresso un forte impulso verso una deriva etica e morale, elevando a diritti e persino a modelli, le più svariate pulsioni.

Davanti allo sfacelo ideale e politico dei cattocomunisti, risalta l'omogeneità che il Centro Destra fornisce e non da oggi, ma da tre decenni, costruita con un coerente, a volte contrastato e faticoso cammino, che ha portato tra partiti rappresentanti di tre correnti di pensiero molto identitarie, a trovare e perseguire temi e obiettivi comuni, finalizzati al miglior governo della Nazione.

Possiamo avere e tutti abbiamo le nostre priorità, le nostre critiche, le nostre preferenze, ma è innegabile che il primo beneficio che il Governo Meloni (ma poteva essere anche un nuovo Governo Berlusconi o un Governo Salvini) apporta, è proprio la coesione della Coalizione di Governo, con una visione del quadro entro il quale muoversi per un progetto di società condiviso.

E' un beneficio che nessuna altra coalizione può dare all'Italia, divisi come sono e considerando che, stando ai voti espressi, solo mettendo assieme tutti quelli che si oppongono al Governo Meloni, possono avere la speranza (non la certezza, solo la speranza) di superare elettoralmente il Centro Destra.

Sacrificando però ogni possibilità di governare per realizzare un progetto di società condiviso e dovendosi quindi limitare ad un mero ruolo di vassallaggio verso Germania e Francia, come hanno fatto negli ultimi undici anni da Monti a Draghi, passando per Letta, Renzi, Gentiloni e Conte2.


17 maggio 2023

Cattocomunisti alla Asterix

Ho più volte ricordato come i francesi, perdenti storici, oltre a salire sulle spalle di Inglesi e Americani per potersi sedere sul tavolo dei vincitori dopo le due guerre mondiali, abbiano inventato un gallo, Asterix con tutta la sua combirccola, per cambiare la narrazione reale che vide i Romani di Caio Giulio Cesare asfaltare i barbari transalpini e portare il loro re, Vercingetorige, a Roma in catene.

La sinistra italiana, da sempre prona a Parigi, non può che imitare maldestramente i propri mentori e protettori e, dopo il primo turno delle elezioni amministrative del 2023, narrare di una frenata della Destra e tenuta dei cattocomunisti.

La Verità di oggi, con un bellissimo editoriale di Maurizio Belpietro (peccato per l'impaginazione che costringe a sfogliare più pagine per proseguirne la lettura) smentisce tale narrazione, dati alla mano.

L'aspetto più avvilente non è tanto rielaborare ciò che è accaduto per far apparire un risultato diverso da quello che c'è stato in realtà.

I politici della prima repubblica erano abilissimi nel trovare motivi per dichiarare di "aver vinto" anche quando perdevano.

L'aspetto avvilente è dato da chi dovrebbe fornire notizie corrette e invece si presta a fare il megafono di una parte.

E sono gli stessi che si stracciano le vesti perchè la Rai, pubblica, pagata da tutti noi, comincia finalmente a liberarsi di alcune delle scorie cattocomuniste che l'hanno occupata da anni.

La credibilità della stampa (scritta, in audio e in video) è talmente bassa che rivaluta i 180 caratteri con i quali vengono diffuse notizie, che nessuno verifica, su Twitter.

E sarebbe anche ora di togliere ogni finanziamento e ogni agevolazione alla stampa, visto l'uso che ne viene fatto.

15 maggio 2023

Si torna a parlare di leva militare

A margine della, come sempre, bella Festa degli Alpini, sia il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che il Presidente del Senato, Ignazio La Russa, hanno sfiorato il tema della leva militare.

Per età, sono uno dei tanti cittadini italiani che hanno svolto, per un anno, il servizio militare obbligatorio, con tre mesi di Car a Caserta e i restante nove in reparto, in provincia di Udine.

Allora ero contrario al servizio militare obbligatorio, auspicando Forze Armate formate da professionisti addestrati al combattimento e da NON utilizzare per le emergenze civili.

A quel tempo stava prendendo piede la cosiddetta obiezione di coscienza che consentiva a chi dichiarava di non voler impugnare armi, di evitare il servizio di leva per accomodarsi, per ugual periodo, in un servizio civile, spesso nello stesso comune di residenza.

I comunisti e i democristiani di sinistra erano contrari all'esercito di professionisti perchè paventavano il "mostro" del colpo di stato, manco a dire, "fascista".

Erano altresì i principali sostenitori del servizio civile che svuotava le caserme di Forze Armate già indebolite dalla penuria di mezzi e dalla riduzione della leva dai precedenti diciotto mesi.

Era noto che pochi reparti erano "operativi", cioè erano addestrati all'uso delle armi e spesso la "naja" si risolveva in lunghe ore in branda, in attesa della libera uscita o di una licenza.

La Meloni ha aperto alla possibilità di una leva su base volontaria.

La Russa ha parlato non di tre settimane, ma di tre mesi necessari, a suo avviso, per dare una istruzione militare.

L'una e l'altra prospettiva non sono inconciliabili, ma i tre mesi mi sembrano pochi, meglio di tre settimane, ma comunque pochi.

Perchè il servizio di leva non deve solo fornire una istruzione di base all'uso delle armi (e imparare a sparare ma, soprattutto, all'uso di mezzi anche solo un po' più sofisticati, come un carro armato, non può esaurirsi in soli tre mesi, come non si esaurì in tre mesi l'addestramento della mia classe di leva), ma anche (e direi soprattutto) nel fornire ai ragazzi dei Valori e una Disciplina che si dovranno portare dietro per tutta la vita, aiutandoli nei rapporti con il prossimo e nell'affrontare con Dignità anche situazioni avverse.

Un anno di leva, a mio parere, resta il minimo per poter dare tutto ciò a dei ragazzi che di Disciplina, di Amor Patrio, di Valori sentono ben poco parlare.

Un anno di leva e un coerente programma di richiamo, che non resti sulla carta come è capitato a quasi tutti quelli della mia generazione, ma che sia periodico ed effettivo.

La Meloni ne ha accennato anche come volontario e alternativo al servizio civile.

Ma il servizio civile non può che essere basato sul volontariato, cioè su un sentimento da parte di chi lo pratica che, dovendo essere sincero e non ipocrita, non deve avere alcuna obbligatorietà e, quindi, non dovrebbe essere organizzato dallo stato.

Stato che, invece, può organizzare una leva volontaria, più che altro sotto forma di una ferma annuale, magari rinnovabile, riattivando alcune delle caserme oggi dismesse.

Sono convinto che la risposta della gioventù italiana sarebbe più positiva di quanto non si possa immaginare e darebbe i suoi frutti anche quando quei ragazzi saranno tornati alla vita civile, arricchiti da un anno di Valori e Disciplina.


 

14 maggio 2023

Spero che l'Ucraina non sia l'inciampo della Meloni

La giornata di ieri è stata monopolizzata da tediosi, ruffiani, melensi servizi sugli incontri di Zelensky con Mattarella, Meloni e Bergoglio.

Una copertura mediatica che non ricordo neppure per le visite dei presidenti degli Stati Uniti.

Una campana suonata, monotonamente, a senzo unico, senza dare alcuno spazio ad opinioni difformi e che, probabilmente, ha sortito l'effetto opposto a quello sperato, soprattutto in chi sarebbe equidistante tra i due belligeranti.

Quello che mi preoccupa, piuttosto, sono le possibili conseguenze per la tenuta del Governo.

Temo che per la Meloni, il sostegno troppo strombazzato verso Zelensky possa trasformarsi nella stessa Caporetto di consensi che colpì Salvini dopo essere entrato al governo con Draghi e i cattocomunisti e dopo aver votato per la riconferma di Mattarella al Quirinale.

Credo che molti, forse la maggior parte, degli elettori del Centro Destra siano, diciamo, tiepidi verso l'Ucraina e non gradiscano affatto lo schierarsi deciso della Meloni, preferendo una posizione più andreottiana.

Capisco benissimo le esigenze di essere allineati con gli alleati e, soprattutto con Stati Uniti, Regno Unito e Polonia (pur per motivi differenti) ma credo che lo si potrebbe fare senza sguainare una metaforica sciabola a "difesa" di un soggetto che presenta molte criticità.

Probabilmente la Meloni è sinceramente dalla parte dell'Ucraina e, forse, è a conoscenza di cose che noi non possiamo sapere, ma l'elettorato non perdona se percepisce un qualche disallineamento sulla narrazione della propria parte politica.

Per nostra fortuna, abbiamo, adifferenza dei cattocomunisti, la possibilità di giostrare il voto tra Fratelli d'Italia e Lega, come abbiamo dimostrato quando la Lega raggiunse il 34% per scendere al 9%, mentre Fratelli d'Italia, partiti da meno del 2% sono ora al 26% (con i sondaggi successivi alle elezioni che danno cifre ancora superiori a quelle del 22 settembre).

Spero proprio che l'Ucraina non sia quell'inciampo per la Meloni in cui sperano cattocomunisti e consorterie finanziarie e affaristiche.

13 maggio 2023

Ritornare alla cultura del risparmio

Ad ogni problema che la società globalizzata amplia attraverso i social, la risposta è sempre quella: chiedere soldi, pretendere contributi, aumentare la spesa pubblica, indebitarsi.

Dal piccolo delle questioni personali (ecco che le banche mettono a disposizione prestiti di scopo per comprarsi l'automobile, fare una vacanza, cambiare un mobile, acquistare il cellulare alla moda ...) fino a quelle più complesse come la gestione del territorio.

Come se non bastasse, un gruppo di burocrati, che nelle rispettive nazioni sono solo politici di quart'ordine e che hanno trovato nell'Unione del Male lo spazio per danneggiare il prossimo come non sarebbero riusciti a fare in patria, si sono messi in testa di far cambiare le abitudine dei Popoli europei, imponendo, con la scusa, la foglia di fico, del cambiamento climatico e della difesa dell'ambiente, una politica vessatoria e costosissima fatta di divieti e di obblighi sanzionati.

Le ultime le abbiamo dal fronte delle tendopoli universitarie, dove studenti ai quali già paghiamo la possibilità di avere a disposizione professori, aule, strumenti, adesso vogliono anche che lo stato, il pubblico, intervenga per mettere loro a disposizione appartamenti e alloggi.

Non so dove pensino di andare a trovare tutti i soldi necessari per far fronte alle varie pretese.

I meno preparati (eufemismo) parlano di lotta all'evasione stimata in cento miliardi (ma da quanto tempo ne sentiamo parlare ?) soldi che però finirebbero prestissimo visto che il bilancio annuale dell'Italia ammonta a mille miliardi.

Sempre i meno preparati (sempre eufemismo) mettono gli occhi sulla casa, sulle successioni, sui redditi "alti" (espressione quanto mai generica: il cuneo fiscale è stato abbassato per i redditi fino a 35mila euro, vuol forse dire che sopra i 35mila euro un reddito è considerato "alto" ?), in una parolaia rincorsa ad indicare fonti di approvvigionamento che si traducono sempre in un esproprio dei risparmi e dei beni privati.

Quando ero alle elementari, ci regalarono un librettino di risparmio, ci regalavano salvadanai per conservare i nostri risparmi e così ci educavano ad una legge oggi dimenticata, ma che dovrebbe invece essere rispolverata: mai spendere più di quello che si ha.

Vale per le famiglie, per gli individui e per gli stati.

La pretesa che sia lo stato a pagarci tutti oltre a non risolvere i problemi (nessun problema) ci lega sempre di più un cappio al collo dell'indebitamento pubblico, che non è qualcosa di astratto, ma un obbligo che tramandiamo alle generazioni future fino a quando a qualcuno sarà richiesto di onorarlo.

12 maggio 2023

Reddito studentesco ? Meglio il prestito studentesco

All'improvviso è scoppiato l'affaire tende.

Spuntano tende ovunque in Italia davanti alle università, con la protesta (pilotata? Non credo alla casualità) dei cosiddetti "fuori sede" che si lamentano dei costi degli affitti.

Da secoli (non è una battuta!) ci sono studenti fuori sede con problemi relativi all'alloggio, tanto che la mia città, Bologna, è famosa per i suoi portici, costruiti proprio anche per dare la possibilità agli studenti "fuori sede" dei secoli passati di trovare un riparo.

In tempi più recenti, affittare un appartamento o una stanza del proprio appartamento, era un modo per integrare il proprio reddito, soprattutto per anziani soli che, disponendo di un locale ampio e progressivamente vessato dalle tasse, univano alla possibilità di un supporto economico anche il beneficio di avere in casa una persona che, all'occorrenza, in caso di malore o incidente, potesse intervenire subito chiamando i soccorsi.

La volontà di punire chi possiede immobili, le tasse, sempre maggiori e sempre più feroci contro la proprietà privata, la mentalità, anche di recente espressa dalla Schlein e da Landini, di spillare soldi a chi possiede una casa, hanno fatto sì che quel sistema che, in città universitarie come Bologna, consentiva a migliaia di "fuori sede" di trovare un alloggio decoroso dove studiare e a costi contenuti, venisse archiviato.

Obbligi di legge, registrazioni, comunicazioni formali, tutta una pastoia burocratica finalizzata a peseguitare chi avesse un immobile e cercase di trarne un piccolo utile, hanno portato a cambi di prospettiva.

A mettere a disposizione quegli appartamenti come foresterie pagate da aziende, a vendere la nuda proprietà tenendosi l'uso fino alla propria morte, con la possibilità quindi di pagarsi una badante, a trasformarli in B&B, riducendo le possibilità di affitti per la stagione universitaria o imponendo costi che potessero dare un piccolo utile al proprietario, anche dopo il taglieggiamento operato dalle tasse.

Per non parlare poi del fatto che certe università, come quella di Bologna, sono obiettivo di studenti che vengono da lontano e che potrebbero invece trovare adeguata accoglienza in università più vicine a casa, riducendo il problema degli affitti.

Adesso, tralasciamo se spontanea o meno, viene innescata la protesta delle tende.

Chiedono che sia garantito il diritto alla studio, senza sapere che lo stato, cioè noi Italiani, paghiamo oltre novemila euro a testa per l'istruzione universitaria, perchè chi protesta ignora (dolosamente o colpevolmente) che le tasse universitarie non coprono che una parte marginale dei costi di una università che sono composti dagli stipendi dei professori di ogni ordine e grado, del personale amministrativo, della manutenzione degli immobili, il resto lo paghiamo noi Italiani.

E adesso alcuni studenti chiedono che venga loro pagata anche una casa, che venga riconosciuto loro un "reddito studentesco".

Bene, allora la mia proposta è: resettiamo tutto.

Ognuno si paga, per intero, inclusi gli stipendi dei professori, la manutenzione degli immobili etc., il costo degli studi universitari.

Se non ha il denaro necessario, questo gli viene anticipato dallo stato con un prestito d'onore che, come nelle università americane, lo studente si impegna a restituire appena comincerà a guadagnare.

Con qualche paletto, tipo un numero minimo di esami da sostenere per ogni anno di corso e la possibilità di andare fuori corso solo per un tempo massimo proporzionato alla durata legale del corsi di laurea.

Nel prestito è ovviamente compresa anche una quota per i "fuori sede" che dovessero o volessero affittare un locale in qualche studentato che potrebbe essere recuperato sgombrando le case comunali, regionali e statali dalle occupazioni illegali di estremisti di sinistra, zingari e immigrati e riattivando le caserme dismesse.

La loro manutenzione, ovviamente, avrebbe un costo e per tale ragione il prestito studentesco deve comprendere anche quegli importi.

Sempre da restituire appena lo studente, laureato, trovasse un lavoro.

11 maggio 2023

E se ritirassimo gli ambasciatori da Madrid e Parigi ?

I governi eurosocialisti più in bilico in Europa, cercano di frenare l'avanzata delle formazioni politiche di destra, attaccando scompostamente l'Italia.

In prima linea la Francia di Macron, dove i sondaggi indicano che, se si votasse oggi, Marine Le Pen vincerebbe sia su Macron che sul comunista Melanchon.

I francesi sono spaventati dalla Meloni a Palazzo Chigi, dal suo attivismo con i vari governi europei, finora senza un grande stato dalla loro parte, come Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, con i quali sta creando una alternativa alla diarchia francotedesca, ma soprattutto i francesi sono spaventati dalla rinascita di un'Italia Sovrana, Identitaria e Indipendente, perchè sanno benissimo che quando noi Italiani ci impegnamo in qualcosa li superiamo, sempre.

A ruota arrivano gli spagnoli a guida socialista che sentono sul collo il fiato del possibile ribaltone che porterebbe al governo i popolari eredi di Aznar e Rajoi e il partito Vox alleato della Meloni in europa, in una riedizione alla sangria del Centro Destra italiano.

A questo punto la domanda è d'obbligo: che ci stiamo a fare alleati con costoro ?

Richiamiamo gli ambasciatori finchè non formuleranno scuse pubbliche e senza riserve o finchè non dovessero cambiare gli equilibri politici in quegli stati (per la Spagna si tratterebbe di attendere solo settembre).

In fondo cosa abbiamo da perdere ?

In un mondo globalizzato tutto quello che ci possono dare francesi e spagnoli, possiamo ottenerlo da decine di altri stati, in ogni campo.

Noi Italiani, per la nostra posizione geografica, rappresentiamo sicuramente un interesse maggiore sia per gli Stati Uniti che per Russia e Cina rispetto a Spagna e Francia e quindi avremmo tutto da guadagnarci ad agire in solitaria (ma in sintonia con gli stati europei finora schiacciati dal tallone francotedesco) che non a restare sudditi dentro l'Unione del Male.

Richiamare gli ambasciatori da Madrid e Parigi, sarebbe un gesto eclatante che manderebbe un segnale molto chiaro a tutti: l'Italia è tornata !

E nel frattempo, nel nostro piccolo, continuare a non comprare i prodotti francesi e adesso anche quelli spagnoli, almeno finchè non cambieranno i loro governi.

10 maggio 2023

Vecchi riti, nuove prospettive

Ieri, a Palazzo Chigi, si è consumato uno dei riti più vecchi, stantii e inutili della politica: le consultazioni del Governo con le opposizioni.

Mi viene in mente quando, anni fa, dialogando con un avvocato di controparte gli proposi di arrivare a discutere di "quantum" e non di continuare a cavillare, facendo accademia sui torti e i diritti, perchè, come per il tifo calcistico, non ne saremmo mai venuti fuori.

Lui concordò aggiungendo "e come per la politica".

Nell'epoca, poi, dei "social", tutti sanno benissimo come uno la pensa e ognuno si è talmente spinto all'estremo, dovendo sempre più alzare l'asticella per avere ascolto e citazioni, che anche un minimo spostamento verso un approccio più dialogante verrebbe interpretato come un "tradimento" e subirebbe il fuoco amico.

Come sta accadendo per alcuni aspetti alla Meloni contro la quale gli attacchi più feroci e più ingenerosi arrivano proprio dalla sua destra.

Era quindi ovvio che che dalle "consultazioni" non ne sarebbe uscito proprio nulla, perchè cattocomunisti e grillini direbbero di no a tutto, come se andasse tutto bene, con tentativi dilatori come la proposta di commissione di Conte o buttando la palla in tribuna come per la stravecchia e ammuffita proposta della Schlein di adottare il sistema tedesco con unito strillo "no a donna o uomo forte al comando".

L'unica cosa positiva è che la Meloni è riuscita a dividere le opposizioni persino su una generica ipotesi di elezione diretta del presidente della repubblica o del primo ministro (e chissà che, come nella vignetta di Osho, non abbia fatto un pensierino pure per la Monarchia ...) dimostrando che l'unica coalizione in grado di governare in modo coerente è quella di Centro Destra.

Esaurito quindi lo stantio rito delle consultazioni, adesso la Meloni potrà dare il via alla prospettiva di un cambiamento utile, anzi essenziale per il futuro dell'Italia.

Assistiamo infatti, anche con un governo di Centro Destra che vorrebbe dar corso alle promesse elettorali, a sofismi e burcraticismi che rallentano ogni riforma.

Il respingimento dei clandestini come la sostituzione dei dirigenti delle aziende pubbliche compromessi con il passato regime, la riduzione delle tasse come l'impulso a produrre energia nucleare e riprendere le estrazioni di gas metano dal nostro sottosualo e dal nostro mare.

Un presidente (della repubblica o del governo) eletto direttamente dal Popolo, avrebbe una forza decisiva per tagliare i tempi e dar corso, da subito dopo l'elezione, alla realizzazione di quel programma da lui proposto e da noi votato. 

09 maggio 2023

L'idolo d'oro della teologia verde


Un bellissimo editoriale, oggi, ne La Verità, di Maurizio Belpietro sull'imbroglio verde.

In modo sintetico Belpietro elenca le vessazioni che vengono compiute nel nome del "verde", tutto a spese di noi cittadini.

Perchè la malefica europa della Von der Leyen, di Gentiloni e di Timmerman, non solo pretenderebbe, dal 2035 di impedire la produzione di automobili a combustione fossile, non solo, dal 2030, le abitazioni private dovrebbero essere "adeguate" ai canoni della più fanatica teologia "verde", ma anche le caldaie per il riscaldamento e i condizionatori sono entrati nel mirino degli iconoclasti dell'ambiente.

Nel frattempo cominciano ad inventarsi tasse sull'elettrico dopo averlo sponsorizzato come se fosse il toccasana di ogni male (come esposto nel video che riprende un articolo di due giorni fa, sempre su La Verità).

Ma quanto ci costa ?

Si parla di migliaia di euro per cambiare l'automobile, per "adeguare" l'abitazione e poi cambiare caldaia e condizionatori, il tutto per ridurre di un miserabile ed ininfluente zero virgola poco (0,32) per cento il cosiddeto inquinamento da CO2.

Soprattutto in considerazione che gli stati maggiormente inquinatori (Cina, Stati Uniti, India, Russia) procedono con molta più cautela verso il baratro in cui si è tuffata l'Unione del Male.

Sono spese irrecuperabili, che impoveriranno i popoli europei per generazioni, lasciando nelle mani di pochi oligarchi il potere di vita e di morte.

E credo sia proprio questa la finalità di tutti coloro che propugnano la sovlta cosiddetta verde.

Confidando nella ignoranza di una massa acefala che può solo imbrattare i monumenti della nostra Storia o sedersi per strada per impedire la libera circolazione dei mezzi.


08 maggio 2023

Riforme istituzionali

Torna di moda parlare di riforme istituzionali e, in particolare, di presidenzialismo nella duplice forma di elezione diretta del presidente della repubblica o del primo ministro.

Posto che personalmente sarei, senza se e senza ma, favorevole ad una Monarchia sul modello inglese (i perchè li ho scritti più volte ma, in sostanza, se il capo dello stato deve incarnare l'unità della Nazione, questa non potrà mai essere rappresentata da un signore che abbia fatto politica di parte per decenni e, come hanno dimostrato Pertini, Scalfaro, Ciampi, Napolitano e Mattarella, continua a fare politica a favore di una parte, cercando in ogni modo di mettere i bastoni fra le ruote dell'altra che andasse al governo. Un re, un qualsiasi re, di qualsiasi casa regnante, avrebbe certo le sue idee, ma sarebbe per lui più facile presentarsi come simbolo di unità non avendo trascorsi partitici decennali), credo che una elezione diretta dell'una o dell'altra figura rafforzerebbe le capacità decisionali e la efficienza governativa.

Preferirei che ad essere eletto dal Popolo fosse il presidente della repubblica, come negli Stati Uniti, che, quindi, non avrebbe alcun problema di coabitazione con un'altra figura di rilievo come sarebbe nel caso in cui ad essere eletto dal Popolo fosse il primo ministro.

Un primo ministro che, proprio in forza della elezione diretta, avrebbe molta più forza contrattuale verso un presidente della repubblica eletto da un ristretto sinedrio di parrucconi e che pertanto non potrebbe più permettersi le libertà che si sta prendendo Mattarella di rifiutarsi di firmare la nomina di un ministro (nel 2018) o di effettuare comizi di parte proponendo una politica estera alternativa a quella del governo (come sta facendo oggi, a maggior ragione se dovesse accettare di recarsi a Parigi dopo le offese del ministro degli interni francese che il solitamente loquace Mattarella non ha ancora stigmatizzato).

Ma la vera battaglia sarà sul doppio turno o sul turno unico.

Nel primo caso i cattocomunisti avranno una opportunità di vincere mettendo assieme un'armata che non potrà mai governare (e infatti si accuccerà sotto l'ombrello europeo) tranne per provvedimenti fortemente ideologici come il matrimonio, l'adozione omosessuale, l'eutanasia, le patrimoniali etc.

La sinistra infatti, come vediamo nelle città dove vige il doppio turno, ma anche in Francia, è divisa sul da farsi e soprattutto non ha altro per la testa che le peggiori impostazioni ideologiche che non portano Benessere e Sicurezza ai cittadini, ma in tal modo, inseguendo ogni capriccio di ogni minoranza, può raccogliere un consistente bacino di voti.

Un turno unico, invece, darebbe la possibilità al Centro Destra, più coeso e compatibile su programmi concreti e operatività collegiale, di esprimere il presidente o il primo ministro direttamente eletto.

Su questo punto mi auguro che la Meloni, Salvini e Berlusconi non mollino di un centimetro: turno unico.

Poi meglio l'elezione diretta del presidente della repubblica, ma si può arrivare al compromesso con l'elezione diretta del primo ministro.