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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

28 giugno 2005

Non praevalebunt !

Non abbiamo fatto in tempo a postare ieri sul pericolo che corre la libertà fondamentale e costituzionalmente garantita di esprimere liberamente il nostro pensiero, che ci giunge la petizione che di seguito integralmente riportiamo, sollecitando tutti gli Italiani "liberi e forti" e che ritengono che in Italia debbano comandare gli Italiani, ad aderirvi.

Inoltrate la petizione ad amici e conoscenti; una volta sottoscritta inviatela, per la raccolta firme, a: libertadiopinione@hotmail.it

In favore della libertà di espressione
E’ stata costituita la I.AD.L [Islamic Anti-defamation league]: un’associazione volta a punire legalmente coloro che “diffondono odio razziale o religioso”. Dietro ai buoni propositi - tutela delle minoranze in genere - si cela, in realtà, un gruppo che ha l’obiettivo di defraudare gli italiani della libertà di espressione. Soci, amici e avvocati di tale circolo, scandagliano quotidianamente blog e siti alla ricerca di materiale “razzista” e “anti-islamico” da poter impugnare come prova per una eventuale denuncia. Secondo la visione islamica di libertà d’espressione, la I.AD.L dovrebbe decidere cosa può essere scritto o detto sul loro credo. Alcuni musulmani hanno lanciato delle petizioni contro siti e blog “anti-islamici” o “propagatori di odio” da inviare all’associazione. Altri hanno stilato una blacklist dove vengono elencati tutti i siti o blog incriminati. La I.AD.L sostiene di aver ricevuto diverse segnalazioni e i commenti stessi dei lettori, vengono archiviati come prove a carico.
La I.AD.L dichiara che gli autori verranno notificati da avvocati per far rettificare o modificare concetti considerati anti-islamici o razzisti. Se ciò non dovesse accadere, provvederanno a contattare il provider affinché si dissoci dal sito o blog in questione tramite un disclaimer che definisce tale portale come “sito che diffonde odio razziale o religioso”; se anche questa manovra non dovesse funzionare, i perpetratori verranno denunciati. In queste ultime settimane alcuni blog sono stati scandagliati e gli autori stessi offesi, intimiditi e diffamati da persone associate alla I.AD.L che, tra l’altro, si costituirà parte civile al processo contro Oriana Fallaci.
Secondo la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo nell’Islam, commentata da musulmani italiani, l’articolo 12 sulla libertà d’espressione dichiara: “1) Ogni persona ha il diritto di pensare e di credere, e di esprimere quello che pensa e crede, senza intromissione alcuna da parte di chicchessia, fino a che rimane nel quadro dei limiti generali che la Legge islamica prevede a questo proposito. Nessuno infatti ha il diritto di propagandare la menzogna o di diffondere ciò che potrebbe incoraggiare la turpitudine o offendere la Comunità islamica: «Se gli ipocriti, coloro che hanno un morbo nel cuore e coloro che spargono la sedizione non smettono, ti faremo scendere in guerra contro di loro e rimarranno ben poco nelle tue vicinanze. Maledetti! Ovunque li si troverà saranno presi e messi a morte» (Cor. 33, 60-61).
Tenendo conto che nessuno stato islamico ha ratificato la Dichiarazione Universale Dei Diritti Umani a causa dell’articolo sulla libertà religiosa, di fatto tutti i musulmani riconoscono la carta islamica: una dichiarazione che, non solo pone limiti islamici al pensiero dell’individuo ma avalla la pena di morte nei confronti di coloro che offendono la comunità islamica. Molte persone, tra cui Magdi Allam, vivono sotto scorta; il regista olandese, Theo van Gogh, è stato assassinato per aver espresso un’opinione. Ciò dimostra come sia labile, nell’islam, il concetto di libertà individuale.
La I.AD.L viola un basilare diritto degli italiani: la libertà di espressione. Noi non crediamo nella religione islamica, nel Corano e tantomeno nella Sharia. Rispettiamo unicamente le leggi dello Stato ed esercitiamo un diritto riconosciuto dalla Costituzione, la quale ci permette di esprimere liberamente le nostre opinioni su qualsiasi tema e senza intimidazioni. Trattare tematiche inerenti all’islam non è reato, come non lo è esprimere un pensiero, anche negativo, in proposito. E’ inaccettabile che in un paese democratico e laico, vengano posti dei “limiti islamici” al pensiero degli autoctoni. Come italiani e come individui che credono nelle libertà individuali, rifiutiamo qualsiasi associazione che, in base a precetti obsoleti ed oscurantisti, vincoli il nostro pensiero celandosi dietro accuse mendaci e faziose quali: discriminazione razziale, annichilimento delle minoranze, intolleranza religiosa.
Ci impegniamo, anche solo moralmente, a sostenere tutti coloro che verranno lesi dalla I.AD.L e dai musulmani ad essa legati. Inibire il libero pensiero con minacce, insulti e denunce significa oltraggiare le leggi del nostro paese e spesso mettere in pericolo la vita delle persone coinvolte.

Firma

1 commento:

Anonimo ha detto...

Fatto. Non devono prevalere e non vinceranno.