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08 dicembre 2008

Orazi e Curiazi

Gli albori di Roma sono immersi in leggende che hanno avuto lo scopo di abbellire la realtà di una giovane città e di un popolo in espansione, con le sue sconfitte e vittorie, attraverso miti eroici che portano sempre un insegnamento.
Quelli della mia generazione hanno imparato a conoscere e ad amare la Storia di Roma (e dei nostri Avi) anche attraverso queste leggende, una delle quali ci narra che ai tempi del terzo re, Tullo Ostilio, re guerriero, si scatenò la guerra contro Albalonga, città vicina e sorella, per il predominio territoriale.
I due popoli si accordarono per decidere le sorti della guerra con un duello che doveva vedere contrapposti tre campioni di Roma e tre di Albalonga.
Furono scelti tre fratelli da ambedue le parti: gli Orazi per Roma e i Curiazi per Albalonga.
Al primo assalto caddero due Orazi.
Il terzo, in condizione di inferiorità, adottò una strategia particolare: scappò, si fece inseguire e affrontò, uno alla volta, gli inseguitori, abbattendoli tutti.
Roma vinse, dominò il territorio e poi il mondo.
La leggenda è presa ad esempio di come sia possibile affrontare i nemici e vincerli, purchè si sia in grado di concentrare le forze su un nemico alla volta.
Ho spesso affrontato il tema della utilità dei blog e della loro incidenza nella politica reale e continuo a non vedere un concreto effetto di internet nelle scelte politiche.
Se gli aggregatori potevano avere un ruolo di moltiplicare la forza dei singoli blog, vediamo come, nel Centro Destra, quello più antico e più forte ( Tocqueville ) non risulti né carne, né pesce, ospitando tutto e il suo contrario.
Ognuno esprime le sue idee, magari pensa di aver contribuito alla sua battaglia politica, ma temo che l’incidenza che si può avere sia praticamente nulla vista la estrema dispersione delle voci esistenti.
Questo stesso blog non ha una platea di lettori uniforme, visto che dalle statistiche rilevo che un 25-30% dei lettori provengono da blog, siti, forum sicuramente ostili e contrari alle idee che qui propongo.
Quello che manca è il mirare, in tanti, verso un unico obiettivo, predeterminato, per dare maggiore forza a quella specifica istanza.
Tutto legittimo perché logicamente ognuno propone e antepone ciò che in base alle sue personali sensibilità diventa, di volta in volta, più importante.
Però poco efficace.
Sono molteplici gli argomenti che vengono posti alla nostra attenzione.
Le tasse, la crisi finanziaria, la politica estera, il lavoro, l’istruzione, la giustizia, l’immigrazione, la religione.
E potrei continuare.
Ognuno di questi argomenti occupa i pensieri e il tempo di tanti bloggers.
Senza che ci si indirizzi verso una specifica, compatta azione.
Ogni tanto, uno specifico fatto, viene commentato da una pluralità di bloggers, ognuno in base alla sua personale sensibilità ma, anche quando si tratta di tesi complementari o uguali, senza concretizzare un’azione, senza individuare un traguardo.
Se vogliamo che il nostro impegno in rete possa avere un riflesso concreto e non rimanere mera testimonianza ideale, dobbiamo puntare sulla forza del gruppo e, nel contempo, come l’Orazio vincente, affrontare un nemico alla volta.
Se disperdiamo le nostre (poche) energie su una pluralità di tematiche, probabilmente sarà soddisfatto il nostro ego per aver lasciato “traccia”, ma nel concreto nessuno di quei temi sarà risolto grazie anche alla nostra influenza.
Quello che propongo non è l’annullamento delle individualità o la costituzione di un nuovo aggregatore o di una nuova associazione (ve ne sono sin troppi !), ma trovare un tema sul quale, insistere, con iniziative, petizioni, post, raccolte di firme, banners e quant’altro possa fare notizia per arrivare a suscitare l’interesse generale.
Gutta cavat lapidem, la goccia scava la pietra e solo la testarda insistenza di tante voci su un unico tema può farci ascoltare là dove una singola voce non arriva neppure.
Io un argomento che meriti una simile mobilitazione lo potrei suggerire e riguarda la libertà di espressione di tutti noi: l’opposizione alla “decisione quadro sul razzismo e la xenofobia” che nei prossimi due anni potrebbe trasformarsi nel più sistematico, discrezionale e feroce strumento repressivo delle idee e della libertà personale.



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2 commenti:

Nessie ha detto...

Esatto Massimo, quella della "messa a regime" del Provvedimento europeo liberticida di Barrot sul razzismo, che fra un paio d'anni diventerà una legge col Testo Unico da applicare ai singoli stati membri, può e deve essere un obiettivo unificante per tutti contro il quale combattere. E non c'è più tempo per dormirci sopra.

Massimo ha detto...

Non sarà facile, ma riusciremo a scuotere l'apatia di quanti nascondono la testa sotto la sabbia :-)