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No alla deriva

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06 ottobre 2024

A proposito di anniversari

Mi collego idealmente all'intervento di ieri di Lantarner, per ricordare un anniversario che cade oggi, 6 ottobre.

E' un anniversario molto più gradevole, perchè ricorre il centenario della prima trasmissione radiofonica della radio pubblica italiana, allora URI (Unione Radiofonica Italiana), poi Eiar, quindi Rai.

Re era Vittorio Emanuele III, Primo Ministro Benito Mussolini.

Una invenzione tutta italiana, di Marconi, che rapidamente trovò applicazione in tutto il mondo.

Oggi la Rai celebra i cento anni della radio con una serie di iniziative e vi ha unito anche i 70 anni della televisione considerando come data di inaugurazione il 1954.

In realtà, le prime trasmissioni con immagini furono prodotte nel 1939 ma, evidentemente, sarebbe stato troppo, per i militanti bella ciao, riconoscere al Fascismo anche questo primato.

Personalmente sono sempre stato un ascoltatore, con maggior frequenza oggi, da pensionato.

La televisione, anche oggi, per me è lo strumento per passare il tempo dopo cena, con film e telefilm sempre registrati in modo da saltare la pubblicità e in diretta solo le partite di calcio e un telegiornale.

Per il resto ho spesso la radio accesa anche se i programmi che ascolto sono sempre peggio, con le "confessioni" intimiste di cantanti, attori e comici ai quali chiederei solo di cantare, recitare e farmi ridere, non di "lanciare messaggi" come se fossero filosofi impegnati ad educare una massa di ignoranti.

Analogamente vorrei che mi si risparmiassero le interviste a scrittori con le loro involute elucubrazioni sui drammi della vita: se volessi conoscerle, comprerei i loro libri.

Così, da qualche tempo, abbandono parzialmente la Rai (che comunque trasmette anche qualcosa di utile e pregevole come Sportello Italia, a cura della redazione economica, dal lunedì al venerdì alle 12,25 e fino al gr1 delle 13) per ascoltare Radio Italia solo musica italiana.

La leggerezza di chiacchiere al vento pronunciate giusto per riempire degli spazi e la trasmissione di canzonette senza pretese.

Esattamente quello che si chiede ad uno strumento come la radio (e la televisione) intrattenere senza pretese di educare e, soprattutto, di condizionare le opinioni, fornendo le notizie, non i commenti, perchè a quelli ci penso da solo, sui fatti nel mondo, in modo asettico e senza valutazioni di parte.

Un po' come accadeva negli anni settanta, quando le notizie erano solo notizie separate dalle opinioni che i conduttori tenevano per sè ed erano alternate a trasmissioni come Gran Varietà condotta, alternativamente, da grandi professionisti come furono Raimondo Vianello e Johnny Dorelli.

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