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16 settembre 2024

Cambiare il reclutamento dei magistrati per riformare la giustizia

Non è solo il caso, eclatante, della richiesta di carcere (non importa se sono sei giorni, sei o sessanta anni) contro Salvini per aver impedito (solo per pochi giorni !) lo sbarco a dei clandestini trasportati da una nave ong, sono tanti casi (ripetuti dissequestri delle navi ong, liberazione di clandestini fermati ...) che trasformano la difesa di ufficio dell'Anm e dei cattocomunisti in una conferma che non di sentenze si tratta, ma di scelta politica.

E una scelta politica può e deve essere contrastata, con ogni mezzo disponibile, da parte di chi la subisce.

E' la magistratura militante, invece, che agisce in modo improprio, usando la sua discrezionalità interpretativa, per dare soddisfazione alle proprie impostazioni ideologiche.

Ma se un magistrato non è in grado di operare senza l'influenza "di pancia" delle sue idee (in diversa sede più che legittime) è il potere legislativo, il parlamento, che deve intervenire per regolarne l'attività.

A cominciare dal sistema di reclutamento che, basato su un concorso pubblico, fa dei magistrati dei semplici impiegati statali, gratificati da un corposo stipendio.

Il sistema, invece, di netta separazione, anche nel reclutamento, tra giudicanti e inquisitori, garantirebbe una maggiore competenza, esperienza e concordanza con i sentimenti popolari.

Giudici nominati, in base alla corte di riferimento, dagli amministratori locali e nazionali, con conferma delle rispettive assemblee elettive e procuratori eletti ogni cinque anni dal Popolo che, a loro volta, nominano i loro sostituti scegliendoli tra avvocati  dei fori di competenza (dove torneranno a lavorare al termine del mandato), quella è la prima soluzione da perseguire.

Renderebbe i procuratori sensibili alle esigenze espresse dai cittadini che li votano, impedirebbe un passaggio tra le due funzioni, eviterebbe la permanenza a vita dei procuratori e dei sostituti nei loro ruoli, provocando un salutare ricambio periodico.

Se, poi, l'Anm e magistrati vari volessero dire la loro sulle scelte politiche, non devono fare altro che presentarsi alle elezioni.

Così ci toglieremo tutti la curiosità di conoscere quanto valgono i magistrati senza lo scudo della toga.

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