La guerra è combattuta a migliaia di chilometri dall'Italia e dall'Europa e si può dire che, una volta piegati i terroristi palestinesi che negli anni precedenti hanno portato il loro terrorismo, con dirottamenti, attentati, omicidi e stragi, anche a casa nostra, è circoscritta ad un piccolo ambito territoriale, quello di Gaza e, parzialmente e sporadicamente, della Cisgiordania.
Non ritorno sul merito perchè mi sono già espresso e la mia affermazione del titolo è rivolta al metodo, non al merito.
Nel merito reputo legittima qualsiasi opinione, quella di chi ritiene che l'IDF stia compiendo un genocidio, come quella di chi ritiene che Netanyahu, anche a nome e nell'interesse di tutto l'Occidente, abbia presentato e stia facendo pagare ai palestinesi il conto di settanta anni di dirottamenti, attentati, omicidi e stragi, anche a casa nostra.
Nel mezzo, varie altre opzioni, graduate e interpretate liberamente e tutte legittimamente, in base alle esperienze, conoscenze, idee, convinzioni di ciascuno di noi.
Nel metodo, però, osservo che mentre chi urla al genocidio non accetta alcun contraddittorio, chi argomenta, pacificamente, la tesi opposta, chi ritiene giustificata un'azione conclusiva nei confronti del terrorismo palestinese, viene insultato e spesso aggredito anche fisicamente.
Nel metodo osservo che mentre le manifestazioni della Destra, anche su temi scottanti, anche della Destra Radicale, si svolgono pacificamente senza causare danni alle cose, alle persone, alle attività produttive, alla circolazione pubblica e privata, i sostenitori dei palestinesi danneggiano, spaccano, impediscono di recarsi al lavoro, quindi di produrre, bloccando la circolazione pubblica e privata.
E' un danno all'economia nazionale perchè è noto che ogni giornata di lavoro persa, causa una riduzione del pil che, a sua volta, alimenta lo spread cioè gli interessi maggiori rispetto ai nostri concorrenti, che dobbiamo pagare agli investitori dei nostri titoli, quindi diventa un aggravio di bilancio che gli Italiani o, meglio, quel 50% di Italiani del ceto medio che paga le tasse, devono coprire.
Il tutto, oggi, anche con uno "sciopero" che la commissione di garanzia ha dichiarato illegittimo e ci tocca pure ascoltare Landini che, nella sua crassa ignoranza, farebbe rientrare questo sciopero nelle cause di legittimità anche senza preavviso.
Bene, le cause di legittimità sono contemplate nell'art. 2, comma 7 della legge 146/1990 che, testualmente, recita: " Le disposizioni del presente articolo in tema di preavviso minimo e di indicazione della durata non si applicano nei casi di astensione dal lavoro in difesa dell'ordine costituzionale, o di protesta per gravi eventi lesivi dell'incolumità e della sicurezza dei lavoratori.".
Appare evidente che un conflitto armato, lontano dall'Italia, che non ha alcuna influenza nè rilevanza sul lavoro degli Italiani, che non tocca minimamente la vita pubblica e privata degli Italiani, che non impedisce alcunchè alla vita politica, economica, sociale e culturale degli Italiani, non può essere causa legittima di uno sciopero senza preavviso.
Leggo anche di manifestazioni svoltesi in tarda serata e nella notte e mi domando, chi mai, dovendo recarsi al lavoro il giorno dopo, penserebbe di manifestare riducendo il tempo del suo legittimo riposo ?
Non è che in piazza vadano quelli che non producono ma vivono di sussidi, di concessioni dello stato e degli enti locali (ad esempio sedi non locate, ma conferite in comodato gratuito a questa o quella associazione) ?
Ma tutto questo sarebbe solo marginale se chi decide di andare a manifestare perchè crede che Israele stia commettendo un genocidio, non ostacolasse le attività, la circolazione, il lavoro di chi, invece, ritiene prioritario produrre per se stesso, per la sua famiglia, per la sua azienda, per la sua Nazione e, sì, anche per quelli che scendono nelle piazze a protestare e gli impediscono di raggiungere la località o il posto di lavoro.
Ecco perchè nelle piazze per Gaza c'è l'Italia peggiore, non per le idee (legittime, anche se non le condivido) che sostiene, ma per il metodo scelto che diventa sopruso, sopraffazione e violenza su chi lavora e produce anche per chi protesta.
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