Che gli ebrei siano invisi a gran parte dei "gentili" è un dato di fatto e precede lungamente Gaza e anche il nazionalsocialismo tedesco.
Basti pensare all'episodio biblico di Mosè, con la fuga dall'Egitto che sembra più una cacciata da pogrom ante litteram, o alla reazione che gli ebrei hanno provocato nei Romani, generalmente tolleranti verso i popoli conquistati, tranne quelli che rappresentavano un pericolo per la Pax Romana (che contemplava anche l'accoglienza nel Pantheon delle divinità dei popoli sconfitti, grande esempio di volontà di inclusione), fino alla distruzione del Tempio.
I pogrom nelle epoche successive, la persecuzione degli ebrei da parte della chiesa, la costruzione dei ghetti, le limitazioni ai diritti e persino agli spostamenti anche a Venezia che, peraltro, essendosi imposta sulla chiesa affiancando un Inquisitore della Serenissima a quello del papa, si distinse come lo stato europeo più accogliente e tollerante per gli ebrei, pur nella severità delle leggi che ne limitavano la libertà.
Io non so perchè tutto questo accada, perchè sia nato questo approccio, questo sentimento, così diffuso, così ancestrale, così ... interpartitico.
Non mi basta come spiegazione imputare agli ebrei l'uccisione di Gesù Cristo, nè le leggende sugli usurai.
Indubbiamente anche gli ebrei mettono del loro, come per l'episodio del 1994 quando la data fissata per le elezioni politiche anticipate (20 marzo) fu rinviata di una settimana perchè vi cadeva una festività ebraica (e mi sembra che ce ne siano anche più di quelle nostrane).
Ma la Politica, la Diplomazia, non è questione di simpatia o di antipatia, di istinto ancestrale o di tradizione religiosa, la Politica e la Diplomazia sono caratteri distintivi dell'Uomo Civile che impongono di superare, con il ragionamento, le reazioni istintive e quali soluzioni pensiamo di poter offrire se gli stessi ambasciatori preposti ai solenni consessi internazionali, si comportano come tifosi in trasferta ?
Lo spettacolo da bettola offerto dai "diplomatici" che hanno fischiato, ululato e abbandonato l'aula senza ascoltare il Premier Netanyahu è un insulto alla Politica e alla Diplomazia e dimostra, al di là di ogni ragionevole dubbio, la dannosità, più che l'inutilità, dell'onu, capace solo di drenare risorse economiche per mantenere nel lusso la propria dorata burocrazia.
Come si fa a trovare una soluzione ad un problema che esiste, irrisolto, da 80 anni, se ci si rifiuta di ascoltare le ragioni di una delle parti in causa ?
Per fortuna è anche dimostrato che l'onu non conta nulla, prevalendo su di esso i rapporti bi e multilaterali, gestiti in prima persona dalle Nazioni e dai loro governi e, soprattutto, nella politica internazionale i voti delle nazioni e dei governi non si contano, ma si pesano.
Sarebbe ora che chi può, giri l'interruttore e chiuda la bettola di vetro di New York.
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