Il titolo più corretto sarebbe stato “vicende parallele”, perché questa non è certo una biografia parallela di due burocrati che hanno passato la vita nelle dorate e ovattate stanze della pubblica amministrazione, ma solo un parallelismo tra gli ultimi comportamenti dei due signori in epigrafe.
Non ho però resistito alla tentazione di fare un richiamo a ben più famose “Vite parallele” (anche per la qualità dei personaggi allora presi in esame), anche se quei due non meritano certo la penna di un Plutarco e neppure una biografia seppur scritta solo da un Monsoreau.
Antonio Fazio, governatore a vita della Banca d’Italia, aveva un chiodo fisso: impedire che banche straniere si impossessassero di istituti italiani.
Per riuscire nel suo intento ha solecitato, venendo meno al suo ruolo di arbitro imparziale, il tentativo di scalata rispettivamente della Banca Popolare Italiana all’Antonveneta (ai danni dell’olandese ABN AMRO) e dell’Unipol alla BNL (ai danni della spagnola BBV).
Ci limitiamo qui a citare che, in entrambi i casi, Fazio, pur, come sembra, rispettando la lettera della legge, ha agito come giocatore in campo.
Unipol (compagnia comunista di origini e fiore all'occhiello della Lega delle cooperative rosse) è passata ai danni del BBV (vicino all’ex premier spagnolo Aznar di Centro Destra) senza suscitare particolari isterie.
BPI (in odor di Padania) ha subito attacchi a 360 gradi e ha dovuto lasciare il campo all’ABN AMRO (la banca vicina ai socialisti olandesi).
Per il suo tentativo di giocare la carta BPI, Fazio è stato crocefisso e sarà costretto a lasciare il posto da governatore della Banca d’Italia, senza gloria alcuna, anzi nella vergogna.
Fazio non viene però imputato per aver ricercato e stimolato l’Unipol a prendersi la BNL, ma questa è un’altra storia.
Carlo Azeglio Ciampi, invece, viene accreditato dalla stampa monocorde, come un “padre della patria” per aver fatto, sul versante politico, la stessa mossa di Fazio: invece di essere arbitro imparziale è sceso in campo sostenendo senza pudore alcuno, le ragioni di una squadra in campo.
Una squadra nella quale, tra l’altro, lui stesso ha giocato come ministro del tesoro fino all’elezione al Quirinale.
Ciampi, infatti, non solo, durante tutta la legislatura berlusconiana, ha messo costantemente il bastone fra le ruote del Governo, rimandando cavillosamente due importanti riforme come quella sulle comunicazioni e quella sulla giustizia (obbligando il parlamento ad un doppio voto e facendo quindi perdere tempo ai legislatori), ma a pochi mesi dalle elezioni scende nuovamente in campo nel tentativo di impedire al parlamento di legiferare su materie di sua competenza, come la legge elettorale, ritenendola non importante per la nostra democrazia.
E non potrebbe essere altrimenti da parte di uno che non si è mai sottoposto al giudizio degli elettori, pensando evidentemente di essere stato presidente del consiglio, ministro del tesoro e presidente della repubblica, per grazia divina e intervento dello Spirito Santo.
Eppure, eppure, venendo meno al suo obbligo di imparzialità, in un campo ben più importante di quello in cui è intervenuto Fazio, Ciampi non solo non è stato crocefisso, ma viene citato ad esempio dai “ragazzi del coro” della stampa sinistra e portato in processione dalla nomenklatura dell’opposizione, in evidente attesa di poter gridare: “Ciampi, santo subito !”.
Come ha argutamente annotato Watergate2000 , se al posto di Ciampi ci fosse stato Cossiga, sarebbero piovute le richieste di messa in stato d’accusa .
Non ho però resistito alla tentazione di fare un richiamo a ben più famose “Vite parallele” (anche per la qualità dei personaggi allora presi in esame), anche se quei due non meritano certo la penna di un Plutarco e neppure una biografia seppur scritta solo da un Monsoreau.
Antonio Fazio, governatore a vita della Banca d’Italia, aveva un chiodo fisso: impedire che banche straniere si impossessassero di istituti italiani.
Per riuscire nel suo intento ha solecitato, venendo meno al suo ruolo di arbitro imparziale, il tentativo di scalata rispettivamente della Banca Popolare Italiana all’Antonveneta (ai danni dell’olandese ABN AMRO) e dell’Unipol alla BNL (ai danni della spagnola BBV).
Ci limitiamo qui a citare che, in entrambi i casi, Fazio, pur, come sembra, rispettando la lettera della legge, ha agito come giocatore in campo.
Unipol (compagnia comunista di origini e fiore all'occhiello della Lega delle cooperative rosse) è passata ai danni del BBV (vicino all’ex premier spagnolo Aznar di Centro Destra) senza suscitare particolari isterie.
BPI (in odor di Padania) ha subito attacchi a 360 gradi e ha dovuto lasciare il campo all’ABN AMRO (la banca vicina ai socialisti olandesi).
Per il suo tentativo di giocare la carta BPI, Fazio è stato crocefisso e sarà costretto a lasciare il posto da governatore della Banca d’Italia, senza gloria alcuna, anzi nella vergogna.
Fazio non viene però imputato per aver ricercato e stimolato l’Unipol a prendersi la BNL, ma questa è un’altra storia.
Carlo Azeglio Ciampi, invece, viene accreditato dalla stampa monocorde, come un “padre della patria” per aver fatto, sul versante politico, la stessa mossa di Fazio: invece di essere arbitro imparziale è sceso in campo sostenendo senza pudore alcuno, le ragioni di una squadra in campo.
Una squadra nella quale, tra l’altro, lui stesso ha giocato come ministro del tesoro fino all’elezione al Quirinale.
Ciampi, infatti, non solo, durante tutta la legislatura berlusconiana, ha messo costantemente il bastone fra le ruote del Governo, rimandando cavillosamente due importanti riforme come quella sulle comunicazioni e quella sulla giustizia (obbligando il parlamento ad un doppio voto e facendo quindi perdere tempo ai legislatori), ma a pochi mesi dalle elezioni scende nuovamente in campo nel tentativo di impedire al parlamento di legiferare su materie di sua competenza, come la legge elettorale, ritenendola non importante per la nostra democrazia.
E non potrebbe essere altrimenti da parte di uno che non si è mai sottoposto al giudizio degli elettori, pensando evidentemente di essere stato presidente del consiglio, ministro del tesoro e presidente della repubblica, per grazia divina e intervento dello Spirito Santo.
Eppure, eppure, venendo meno al suo obbligo di imparzialità, in un campo ben più importante di quello in cui è intervenuto Fazio, Ciampi non solo non è stato crocefisso, ma viene citato ad esempio dai “ragazzi del coro” della stampa sinistra e portato in processione dalla nomenklatura dell’opposizione, in evidente attesa di poter gridare: “Ciampi, santo subito !”.
Come ha argutamente annotato Watergate2000 , se al posto di Ciampi ci fosse stato Cossiga, sarebbero piovute le richieste di messa in stato d’accusa .
Ma mentre Fazio non si è messo sotto l’ala protettrice della sinistra, Ciampi, della sinistra, fu anche ministro del tesoro ….
2 commenti:
Ciao Black, ottimo post, gli aggregatori di Tocque-Ville hanno trovato qualche difficoltà a selezionarlo perchè non hai i feed attivi, potresti per cortesia attivarli, se hai problemi nel farlo puoi trovare un aiuto nell'ultimo post di Robinik.
Ciao
Ammetto di non capirne molto, ma e' del tutto corretto che la Banca d'Italia sia, o debba essere, un organismo "super partes"? Quanto a Ciampi, secondo me c'e' qualcuno che lo tiene per la collottola e lo manovra a suo piacimento. Non e' un Presidente; e' un Monarca assoluto. Tempo fa gli scrissi 2 volte e non ebbi nemmeno un cenno di risposta. Ben altra cosa accadde con Pertini, che non solo rispondeva, ma esaudi' le richieste di gente che conoscevo. Questo presidenzialismo non funziona; a causa del sistema, ma anche a causa degli uomini.
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