Questa mattina una indiscrezione ne Il Giornale, circa un “pensiero tentatore” del Premier di ridurre le aliquote a due: 23 e 33 per cento.
Sempre troppo alte, ma sarebbe comunque un passo avanti rispetto alle attuali.
Poi leggo i lanci di agenzia circa l’intenzione di ridurre l’ “imposta rapina” (tecnicamente: IRAP) gradualmente negli anni per poi abolirla definitivamente.
Raccomanderei di non limitarsi all’Irap, perché ci sono altre due tasse odiose agli italiani:
- il canone rai
- il bollo auto.
Se poi il tutto si sposasse con una organica rivoluzione fiscale che riducesse sensibilmente le imposte sul reddito delle persone fisiche in modo da poter avere più soldi in tasca da spendere per ciò che aggrada a noi e non da vederli volare nelle tasche altrui per volontà di leggi sostenute dalle varie lobbies, allora Berlusconi si assicurerebbe il vitalizio a Palazzo Chigi.
Ma, direbbe qualcuno, ridurre le tasse significherebbe ridurre le entrate e, quindi, fare esplodere il debito pubblico.
Certo, se non si prendessero le misure necessarie e virtuose di drastici tagli alla spesa improduttiva.
Porre fine ai trasferimenti di denaro pubblico alla rai.
Soppressione del Fus (fondo unico per lo spettacolo: quello che con i nostri soldi finanzia film che non vedono neppure i parenti dei registi).
Soppressione di ogni contribuzioni ad associazioni private tutte chiacchiere e distintivo “politicamente corretto”.
Ma, soprattutto, privatizzazione della rai che consentirebbe di incassare cospicue somme di denaro che permetterebbero al meccanismo virtuoso della libertà di mercato, alimentata dalle tasse basse e dai soldi in più che ognuno di noi avrebbe in tasca da spendere, di mettersi in moto e dare forza alla ripresa dei consumi e, quindi, di coprire, con i maggiori redditi delle aziende e dei privati e quindi con un maggiore introito complessivo, quel che si incassa di meno con la riduzione delle imposte.
Forza, Silvio, getta i dadi sul tavolo, non essere prudente, ma sii coraggioso e abbatti il moloch dello stato gabelliere !
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Sempre troppo alte, ma sarebbe comunque un passo avanti rispetto alle attuali.
Poi leggo i lanci di agenzia circa l’intenzione di ridurre l’ “imposta rapina” (tecnicamente: IRAP) gradualmente negli anni per poi abolirla definitivamente.
Raccomanderei di non limitarsi all’Irap, perché ci sono altre due tasse odiose agli italiani:
- il canone rai
- il bollo auto.
Se poi il tutto si sposasse con una organica rivoluzione fiscale che riducesse sensibilmente le imposte sul reddito delle persone fisiche in modo da poter avere più soldi in tasca da spendere per ciò che aggrada a noi e non da vederli volare nelle tasche altrui per volontà di leggi sostenute dalle varie lobbies, allora Berlusconi si assicurerebbe il vitalizio a Palazzo Chigi.
Ma, direbbe qualcuno, ridurre le tasse significherebbe ridurre le entrate e, quindi, fare esplodere il debito pubblico.
Certo, se non si prendessero le misure necessarie e virtuose di drastici tagli alla spesa improduttiva.
Porre fine ai trasferimenti di denaro pubblico alla rai.
Soppressione del Fus (fondo unico per lo spettacolo: quello che con i nostri soldi finanzia film che non vedono neppure i parenti dei registi).
Soppressione di ogni contribuzioni ad associazioni private tutte chiacchiere e distintivo “politicamente corretto”.
Ma, soprattutto, privatizzazione della rai che consentirebbe di incassare cospicue somme di denaro che permetterebbero al meccanismo virtuoso della libertà di mercato, alimentata dalle tasse basse e dai soldi in più che ognuno di noi avrebbe in tasca da spendere, di mettersi in moto e dare forza alla ripresa dei consumi e, quindi, di coprire, con i maggiori redditi delle aziende e dei privati e quindi con un maggiore introito complessivo, quel che si incassa di meno con la riduzione delle imposte.
Forza, Silvio, getta i dadi sul tavolo, non essere prudente, ma sii coraggioso e abbatti il moloch dello stato gabelliere !
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