Ci risiamo.
Nel momento in cui la sinistra soffre e non riesce ad esprimersi se non con gli insulti e le truculenti minacce di morte contro il Premier che non sono solo espressione di pochi mentecatti del web, ma rappresentano il sentimento diffuso e nascosto tra gli elettori di sinistra;
quando la sinistra non riesce a individuare leader migliore di uno che ha le sopracciglia di Breznev e la calvizie aureolata di Lenin e, così, rappresenta anche visivamente il vecchio che riemerge e gli si contrappone, senza speranza, un tizio dai calzini turchini,
ecco che il Centro Destra tenta di disperdere il capitale di fiducia e sostegno che ha accumulato, dividendosi pro o contro quel ministro, quella iniziativa, quella politica.
E’ il turno di Tremonti ad essere sotto tiro.
Il ministro ha indubbiamente un carattere spigoloso, ma ha i suoi meriti nell’aver tenuto ben saldo il timone della nostra economica nell’anno peggiore della globalizzazione.
Ricordiamoci che al suo posto Visco (o chi per lui) avrebbe avuto una sola risposta: tasse.
Ma anche Tremonti deve rinunciare al suo atteggiamento da professorino saccente e adattarsi ad essere uno dei “pares”, perché l’unico che tra loro è “primus” è Silvio Berlusconi.
Un uomo solo al comando.
Certo, la definizione coniata per Fausto Coppi si riferiva ad altro, ma può ben essere mutuata in politica per dire che, come una volta in Casa Savoia, “si regna uno alla volta”.
Il Premier votato dagli Italiani è Berlusconi e Berlusconi ha ottenuto voti anche da chi non voterebbe mai il pdl.
Quindi pochi individualismi (male congenito, peraltro, dell’Uomo di Destra a differenza della massificazione cui aspira il suo omologo di sinistra), obbedire alla linea che indica il Premier e … pedalare.
Questo vale anche in economia.
L’abolizione dell’Irap e del bollo auto è nel programma di governo, così come la riduzione delle tasse e, aggiungerei, anche l’abolizione del canone televisivo.
Tutte imposizioni odiose (irap, canone rai, bollo auto) o eccessive (tasse e imposte).
Berlusconi lo sa e ha comunicato i suoi voleri (che sono poi quelli degli elettori).
Tremonti deve eseguire.
Tagliando dove ci sono elargizioni a pioggia (vedi fus), limitando i trasferimenti alle regioni che sperperano in viaggi e iniziative ludiche, tagliando in genere le spese superflue, di immagine e non produttive.
E i ministri devono accettare i tagli ai loro dicasteri senza starnazzare come galline spennate.
Questo è ciò che il Premier, che ben conosce il sentimento popolare, vuole.
E questo è ciò che vogliamo anche noi elettori: meno tasse e più soldi da spendere nella nostra autonomia decisionale.
E smettetela di discutere di dimissioni o di fare gli offesi se non volete riconsegnare ai gabellieri la cassa dello stato e, quindi, aprire le nostre tasche all’invasione delle loro avide manone.
Non ve lo perdoneremmo.
Entra ne
Nel momento in cui la sinistra soffre e non riesce ad esprimersi se non con gli insulti e le truculenti minacce di morte contro il Premier che non sono solo espressione di pochi mentecatti del web, ma rappresentano il sentimento diffuso e nascosto tra gli elettori di sinistra;
quando la sinistra non riesce a individuare leader migliore di uno che ha le sopracciglia di Breznev e la calvizie aureolata di Lenin e, così, rappresenta anche visivamente il vecchio che riemerge e gli si contrappone, senza speranza, un tizio dai calzini turchini,
ecco che il Centro Destra tenta di disperdere il capitale di fiducia e sostegno che ha accumulato, dividendosi pro o contro quel ministro, quella iniziativa, quella politica.
E’ il turno di Tremonti ad essere sotto tiro.
Il ministro ha indubbiamente un carattere spigoloso, ma ha i suoi meriti nell’aver tenuto ben saldo il timone della nostra economica nell’anno peggiore della globalizzazione.
Ricordiamoci che al suo posto Visco (o chi per lui) avrebbe avuto una sola risposta: tasse.
Ma anche Tremonti deve rinunciare al suo atteggiamento da professorino saccente e adattarsi ad essere uno dei “pares”, perché l’unico che tra loro è “primus” è Silvio Berlusconi.
Un uomo solo al comando.
Certo, la definizione coniata per Fausto Coppi si riferiva ad altro, ma può ben essere mutuata in politica per dire che, come una volta in Casa Savoia, “si regna uno alla volta”.
Il Premier votato dagli Italiani è Berlusconi e Berlusconi ha ottenuto voti anche da chi non voterebbe mai il pdl.
Quindi pochi individualismi (male congenito, peraltro, dell’Uomo di Destra a differenza della massificazione cui aspira il suo omologo di sinistra), obbedire alla linea che indica il Premier e … pedalare.
Questo vale anche in economia.
L’abolizione dell’Irap e del bollo auto è nel programma di governo, così come la riduzione delle tasse e, aggiungerei, anche l’abolizione del canone televisivo.
Tutte imposizioni odiose (irap, canone rai, bollo auto) o eccessive (tasse e imposte).
Berlusconi lo sa e ha comunicato i suoi voleri (che sono poi quelli degli elettori).
Tremonti deve eseguire.
Tagliando dove ci sono elargizioni a pioggia (vedi fus), limitando i trasferimenti alle regioni che sperperano in viaggi e iniziative ludiche, tagliando in genere le spese superflue, di immagine e non produttive.
E i ministri devono accettare i tagli ai loro dicasteri senza starnazzare come galline spennate.
Questo è ciò che il Premier, che ben conosce il sentimento popolare, vuole.
E questo è ciò che vogliamo anche noi elettori: meno tasse e più soldi da spendere nella nostra autonomia decisionale.
E smettetela di discutere di dimissioni o di fare gli offesi se non volete riconsegnare ai gabellieri la cassa dello stato e, quindi, aprire le nostre tasche all’invasione delle loro avide manone.
Non ve lo perdoneremmo.
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