In queste settimane, la strumentalizzazione politica di parte ha ricamato sulla “questione morale”.
Sbagliando completamente target.
A parte il ridicolo di inventarsi la “P3”, richiamando una infelice pagina della nostra storia politica, quando riuscirono ad elevare a icona mediatica persino Tina Anselmi che, non fosse per la ipergonfiata vicenda P2, non meriterebbe neppure una nota in calce alle cronache del tempo, è stato un bombardamento di dichiarazioni da parte di soggetti che si sono riempiti la bocca di “legalità”, “moralità” e via discorrendo.
Il primo aspetto della “legalità”, però, è l’applicazione di un principio fondamentale nel e del diritto proprio delle democrazie liberali: la presunzione di innocenza sancito dall’art. 27 della stessa costituzione che i “legalisti” dicono (a parole) di conoscere e difendere.
Così abbiamo visto che un ministro è stato costretto a dimettersi senza neppure essere stato indagato, un altro ministro ha subito analoga sorta prima ancora di subire una condanna in primo grado, un sottosegretario ugualmente si èdimesso senza neppure la condanna in primo grado.
Adesso, strumentalmente, voteranno una mozione di sfiducia contro un altro sottosegretario facendo letteralmente strame dei principi costituzionali .
Tutto ciò non è “legalità”, ma solo giacobinismo giustizialista che, storicamente, porta sempre ad una dittatura fondata sul terrore delle pene, colpevoli o innocenti che siano quelli raggiunti dai novelli Saint Just (tra parentesi: posso rispettare chi voterà a favore della sfiducia come chi voterà contro. I primi dimostreranno di essere dei giustizialisti privi di qualsivoglia concezione democratica e liberale, i secondi dimostreranno il valore della legalità applicando la presunzione di innocenza. Ma che senso ha astenersi ? Proprio in votazioni come queste o è nero o è rosso. Chi si astiene dimostra solo di preoccuparsi più di calcolare vantaggi e svantaggi, piccole convenienze e furbizie, che non di sostenere e applicare quei Valori e Principi di una democrazia liberale che onorano un partito politico degno di ricevere il consenso popolare).
Ammesso e non concesso, comunque, piaccia o meno, la corruzione politico-affaristica c’è sempre stata e ci sarà sempre.
La furbizia di alcuni, che tentano anche così la scalata sociale, è connaturata all’Uomo e ci sarà sempre chi tenderà a sfruttare la propria posizione, le proprie conoscenze per utilità personale.
E se una buona amministrazione riesce a circoscrivere l’umano marciume degli scalatori sociali (e, da che mondo è mondo, le opposizioni lo cavalcano sempre per meri scopi propagandistici) , non è però mai stato questo che ha rovinato una nazione o minato una civiltà.
La “questione morale” che deve essere affrontata perché, quella sì, può distruggere una società e una civiltà, non viene purtroppo evidenziata, segno di tempi in cui la deriva è già fortemente pronunciata.
Tale “questione morale” sta nella integrità di costumi, oggi alquanto compromessi.
Il divorzio sta disgregando il nucleo portante di ogni civiltà: la Famiglia.
E c’è chi, dopo essere già passato da cinque a tre anni di separazione prima della sua pronuncia, vorrebbe ridurre ancora di più tale lasso di tempo, rendendo il matrimonio un contratto effimero e di scarso rilievo sociale.
L’aborto viene propagandato come “un diritto” e persino, addirittura, come “una conquista” e c’è chi briga per rendere ancora più formali quegli interventi dissuasivi, fondati sul colloquio con le donne che vorrebbero abortire, previsti nella 194.
L’eutanasia, cioè la soppressione di innocenti, trova subdoli sostenitori nell’ambito del dibattito sul cosiddetto “fine vita”, un trucco per non parlare chiaramente di quel che si vorrebbe introdurre.
L'omosessualità occupa persino progetti di legge (“pacs”, “dico” et similia) e solo perché c’è una maggioranza di Centro Destra – pur inquinata anch’essa dalle strampalate tesi su tali presunti “diritti civili” – non sono stati elevati a dignità di legge.
La droga fa male, ma continuano ad esserci movimenti per la liberalizzazione di tali sostanze, si dibatte se sia lecito o meno detenerne una “modica” quantità per uso personale e alcuni drogati vengono assolti in base a tale tesi.
Ecco dov’è la vera “questione morale” che dovrebbe impegnare gli spiriti liberi e forti della nostra Nazione per evitare che, scardinandone le fondamenta, si giunga al crollo di una intera civiltà che comincia a scricchiolare, esattamente come iniziarono a scricchiolare, con la dissolutezza dei costumi, tutte le antiche civiltà, ora scomparse per non aver saputo interpretare i segni della crisi ed avervi posto rimedio.
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Sbagliando completamente target.
A parte il ridicolo di inventarsi la “P3”, richiamando una infelice pagina della nostra storia politica, quando riuscirono ad elevare a icona mediatica persino Tina Anselmi che, non fosse per la ipergonfiata vicenda P2, non meriterebbe neppure una nota in calce alle cronache del tempo, è stato un bombardamento di dichiarazioni da parte di soggetti che si sono riempiti la bocca di “legalità”, “moralità” e via discorrendo.
Il primo aspetto della “legalità”, però, è l’applicazione di un principio fondamentale nel e del diritto proprio delle democrazie liberali: la presunzione di innocenza sancito dall’art. 27 della stessa costituzione che i “legalisti” dicono (a parole) di conoscere e difendere.
Così abbiamo visto che un ministro è stato costretto a dimettersi senza neppure essere stato indagato, un altro ministro ha subito analoga sorta prima ancora di subire una condanna in primo grado, un sottosegretario ugualmente si èdimesso senza neppure la condanna in primo grado.
Adesso, strumentalmente, voteranno una mozione di sfiducia contro un altro sottosegretario facendo letteralmente strame dei principi costituzionali .
Tutto ciò non è “legalità”, ma solo giacobinismo giustizialista che, storicamente, porta sempre ad una dittatura fondata sul terrore delle pene, colpevoli o innocenti che siano quelli raggiunti dai novelli Saint Just (tra parentesi: posso rispettare chi voterà a favore della sfiducia come chi voterà contro. I primi dimostreranno di essere dei giustizialisti privi di qualsivoglia concezione democratica e liberale, i secondi dimostreranno il valore della legalità applicando la presunzione di innocenza. Ma che senso ha astenersi ? Proprio in votazioni come queste o è nero o è rosso. Chi si astiene dimostra solo di preoccuparsi più di calcolare vantaggi e svantaggi, piccole convenienze e furbizie, che non di sostenere e applicare quei Valori e Principi di una democrazia liberale che onorano un partito politico degno di ricevere il consenso popolare).
Ammesso e non concesso, comunque, piaccia o meno, la corruzione politico-affaristica c’è sempre stata e ci sarà sempre.
La furbizia di alcuni, che tentano anche così la scalata sociale, è connaturata all’Uomo e ci sarà sempre chi tenderà a sfruttare la propria posizione, le proprie conoscenze per utilità personale.
E se una buona amministrazione riesce a circoscrivere l’umano marciume degli scalatori sociali (e, da che mondo è mondo, le opposizioni lo cavalcano sempre per meri scopi propagandistici) , non è però mai stato questo che ha rovinato una nazione o minato una civiltà.
La “questione morale” che deve essere affrontata perché, quella sì, può distruggere una società e una civiltà, non viene purtroppo evidenziata, segno di tempi in cui la deriva è già fortemente pronunciata.
Tale “questione morale” sta nella integrità di costumi, oggi alquanto compromessi.
Il divorzio sta disgregando il nucleo portante di ogni civiltà: la Famiglia.
E c’è chi, dopo essere già passato da cinque a tre anni di separazione prima della sua pronuncia, vorrebbe ridurre ancora di più tale lasso di tempo, rendendo il matrimonio un contratto effimero e di scarso rilievo sociale.
L’aborto viene propagandato come “un diritto” e persino, addirittura, come “una conquista” e c’è chi briga per rendere ancora più formali quegli interventi dissuasivi, fondati sul colloquio con le donne che vorrebbero abortire, previsti nella 194.
L’eutanasia, cioè la soppressione di innocenti, trova subdoli sostenitori nell’ambito del dibattito sul cosiddetto “fine vita”, un trucco per non parlare chiaramente di quel che si vorrebbe introdurre.
L'omosessualità occupa persino progetti di legge (“pacs”, “dico” et similia) e solo perché c’è una maggioranza di Centro Destra – pur inquinata anch’essa dalle strampalate tesi su tali presunti “diritti civili” – non sono stati elevati a dignità di legge.
La droga fa male, ma continuano ad esserci movimenti per la liberalizzazione di tali sostanze, si dibatte se sia lecito o meno detenerne una “modica” quantità per uso personale e alcuni drogati vengono assolti in base a tale tesi.
Ecco dov’è la vera “questione morale” che dovrebbe impegnare gli spiriti liberi e forti della nostra Nazione per evitare che, scardinandone le fondamenta, si giunga al crollo di una intera civiltà che comincia a scricchiolare, esattamente come iniziarono a scricchiolare, con la dissolutezza dei costumi, tutte le antiche civiltà, ora scomparse per non aver saputo interpretare i segni della crisi ed avervi posto rimedio.
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5 commenti:
Mi corre l'obbligo di eccepire su quanto affermi in 2 punti:eutanasia e divorzio.
Ahimè...lo faccio.
Sì Massimo.
Astensionè è un dico-non-dico che non ha alcun senso, in ogni circostanza. Ma in considerazione degli uomini pro-Caliendo, Fini opterà forse per questa strada, mantenendo il punto sulla "legalità" da sempre tra i punti di AN prima, del PDL poi.
Certo che nel CP vige la presunzione di innocenza, ma non si può tener conto dell'aspetto morale delle vicende.
Ciò non significa chiedere a gran voce le dimissioni di questo o quell'indagato ma un passo indietro l'interessato (a mio giudizio) è tenuto a farlo.
"...la vera “questione morale” che dovrebbe impegnare gli spiriti liberi e forti della nostra Nazione"....tranquillo, a questo ci penserà Beppe!
Ciao
Credo di intuire il perchè di una tua eccezione. Sull'eutanasia ebbi già modo di scrivere che, una ventina di anni fa, a mia madre venne diagnosticato un tumore che la portò alla morte in sedici mesi. Gli ultimi tre furono veramente deprimenti (eufemismo) e all'epoca ero favorevole all'eutanasia. Poi, più recentemente, tra il 2002 e il 2007 ho visto mio padre che, come diceva lui, aveva una macchina (il corpo) che denunciava sempre più l'età. Non ebbe una malattia "importante" ma, ad esempio, prova ad immaginare una persona che, vissuta sui libri, sulla lettura, lo studio, tutta la vita, perde la vista. Nonostante ciò, nonostante tutti i problemi, fino all'ultimo rimase legato a quel che la vita poteva dare. Mi sono così convinto che non possiamo decidere sulla soppressione di una vita innocente e che la mia precedente idea, fosse dettata da puro egoismo.
L'astensione è un "neneismo" che dovrebbe solo far vergognare chi la usa in simili casi.
Del resto la presunzione di innocenza è funzionale ad una reale legalità e giustizia, perchè non c'è nessuna giustizia nel compromettere la carriera, anche solo politica, con una accusa che, poi, cade dopo 17 o 20 anni. E non è possibile lasciare a questi magistrati il potere di decidere, con un semplice avviso di garanzia e, a volte, senza neppure quello come è stato per Scaiola, se uno può o meno ricoprire un incarico pubblico o privato (come può essere quello all'interno di un partito o di una azienda).
Ma chi è Beppe ?!?!? :-)
Il genovese che muove le 5 stelle... :-)
La questione morale è da molto tempo invocata da una sola parte dello schiaramento parlamentare e diventa sempre di più, erroneamente, sinonimo di lotta al mal costume della Destra!! Ma quale mal costume?
Come avete sottolineato nei vostri interventi, questo governo ha già perso alcuni membri solo per essere stati indagati, senza neache un inzio di un processo...
apparte quello mediatico e sommario di esponenti di testate giornalistiche o politici di sinistra.
Vorrei ricordare a tutti, dopo le dimissioni di Scaiola, il comportamento televisivo di Massimo D'Alema, a cui è stato ricordato la stagione di affitopoli....e dove lui ricorda che era stato unico a lasciare la casa....(perchè trovato in fallo).
Nel nostro paese si pensa sempre di piu che una persona è colpevole solo per essere stata indagata.....e allora non facciamo neanche i processi...basta che qualcuno denunci..e tu sei messo al giogo!!
Dobbiamo lottare contro questa deriva giustizialista e antiliberare..che ci porta sempre di più a vedere strane trame e misteri anche dove non ci sono....ricordiamo il pentito "Spatuzza".
Ieri Fini ha detto ai suoi che fanno "ancora" parte del governo di votare con il governo stesso per dimostrare la loro fedeltà a questo, mentre il resto del gruppo resterà ad osservare.....cosa molto tipica della prima repubblica e della ex DC.
Monica. A tanti "Giuseppe" avrei pensato tranne che ad un comico ;-)
Ombra. Non so quali saranno alla fine i voti pro, contro e astenuti. Certo è che o si applica la presunzione di innocenza o si sostiene una dittatura giustizialista. Astenersi equivale a non essere nè carne nè pesce. Se poi ci aggiunguiamo la "autorizzazione" per i membri del governo a votare contro la sfiducia, allora vediamo quanto Fini sia in stato confusionale e quanto abbia paura del voto popolare.
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