Un primo incontro con le Camere Penali ed un secondo incontro con l'Associazione Nazionale Magistrati.
Tutte le notizie in cronaca, avrebbe urlato lo strillone di cinquanta anni fa, per cui non ripropongo il riassunto dei comunicati già ampiamente riassunti e interpretati da tutti i quotidiani.
Pongo invece l'accento sul fatto che si siano ritrovati con il Governo due parti e non tre come dovrebbe essere se fosse applicato correttamente l'art. 111 della costituzione che, al secondo comma, recita "Ogni processo si svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti a giudice terzo e imparziale." e che implica che in un processo per definizione costituzionale "giusto", le parti debbano essere tre: difesa, accusa e giudice.
Basta questo fatto per dimostrare che la "separazione delle carriere" è una necessità, come giustamente ha affermato la Meloni, "ineludibile".
Proprio con la riunione di ieri abbiamo invece visto che da una parte c'è la Difesa, dall'altra, assieme sulla stessa parte della barricata, l'Accusa e i Giudici e, infatti, pubblici ministeri e giudici, si sono presentati assieme, "vicini vicini" direbbero a Striscia la Notizia, per sostenere una posizione unica che fa a pugni con la pretesa di parità tra difesa e accusa e, soprattutto, con la pretesa imparzialità del giudice che, così, è plasticamente dimostrato che non è "terzo".
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