La sinistra è in mezzo al guano (no, non è un lapsus calami …) e anche se, personalmente, ho sempre pensato che il suo elemento naturale fosse quello, oggi lo è ancor di più.
Il problema da far quadrare è quello delle pensioni.
Il monumentale programma, l’opera omnia del pensiero (?) debole prodiano, accoglieva l’ukase della sinistra estrema e prevedeva l’abolizione, tout court, dello “scalone” previsto dalla Riforma Maroni.
Quando sono andati, nel modo dubbio che tutti sappiamo , al potere dello “scalone” si parlava sempre, ma non si interveniva mai.
Ma le promesse erano sempre lì che incombevano e i sindacati, per non farsi travolgere dal malcontento generale, hanno rispolverato quel problema.
Però, ahiloro, la Riforma Maroni, articolata in quel modo, aveva conseguito una serie di risparmi e lo “scalone” ne è parte integrante
Varie le alchimie provate, ma alla fine, persino il pallottoliere di Padoa Schioppa non era in grado di fornire un responso positivo.
Persino il baffino di D’alema sentenzia: non ci sono i soldi e se anche ci fossero sarebbe sciocco utilizzarli tutti per abolire lo “scalone”.
Ma i sindacati e la sinistra estrema insistono e se non si abolisse lo “scalone” perderebbero anche quella faccia di riserva che hanno indossato dopo averne perso un’altra quando hanno votato per la missione in Afghanistan e in Libano.
Se fossero uomini seri manterrebbero ognuno le proprie posizioni e il governo cadrebbe come merita.
Se fossero uomini con gli attributi...
Invece ..
Un compromesso lo troveranno e sarà quello minimale dello “scalino” (58 anni) accompagnato, neanche dirlo, da una riduzione dei coefficienti in modo tale che andremo a pagare due volte perché un piccolo spicchio di popolazione possa andarsene in pensione a 58 anni.
Pagheremo perché anche con un simile escamotage i risparmi non saranno sufficienti a coprire le perdite e, quindi, ci tartasseranno con ulteriori gabelle.
Pagheremo perché le nostre pensioni saranno più misere a causa della riduzione dei coefficienti.
Ma queste non sono valutazioni che a persone imbevute di ideologia possano interessare.
Soprattutto se in ballo c’è il loro strapuntino che perderebbero se si tornasse alle urne, travolti come sarebbero da una (tardiva) presa di coscienza anche di chi il 9 e 10 aprile scorso li votò nonostante fosse stato avvisato di quel che sarebbe accaduto.
Intanto Pantalone è costretto a pagare, per errori e incapacità non sue.
Attenzione, perché quando Pantalone sbotterà, saranno dolori per tanti, visto che non c’è rabbia più incontrollata e violenta di quella dei pacifici cittadini, tartassati e presi per i fondelli.
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Il problema da far quadrare è quello delle pensioni.
Il monumentale programma, l’opera omnia del pensiero (?) debole prodiano, accoglieva l’ukase della sinistra estrema e prevedeva l’abolizione, tout court, dello “scalone” previsto dalla Riforma Maroni.
Quando sono andati, nel modo dubbio che tutti sappiamo , al potere dello “scalone” si parlava sempre, ma non si interveniva mai.
Ma le promesse erano sempre lì che incombevano e i sindacati, per non farsi travolgere dal malcontento generale, hanno rispolverato quel problema.
Però, ahiloro, la Riforma Maroni, articolata in quel modo, aveva conseguito una serie di risparmi e lo “scalone” ne è parte integrante
Varie le alchimie provate, ma alla fine, persino il pallottoliere di Padoa Schioppa non era in grado di fornire un responso positivo.
Persino il baffino di D’alema sentenzia: non ci sono i soldi e se anche ci fossero sarebbe sciocco utilizzarli tutti per abolire lo “scalone”.
Ma i sindacati e la sinistra estrema insistono e se non si abolisse lo “scalone” perderebbero anche quella faccia di riserva che hanno indossato dopo averne perso un’altra quando hanno votato per la missione in Afghanistan e in Libano.
Se fossero uomini seri manterrebbero ognuno le proprie posizioni e il governo cadrebbe come merita.
Se fossero uomini con gli attributi...
Invece ..
Un compromesso lo troveranno e sarà quello minimale dello “scalino” (58 anni) accompagnato, neanche dirlo, da una riduzione dei coefficienti in modo tale che andremo a pagare due volte perché un piccolo spicchio di popolazione possa andarsene in pensione a 58 anni.
Pagheremo perché anche con un simile escamotage i risparmi non saranno sufficienti a coprire le perdite e, quindi, ci tartasseranno con ulteriori gabelle.
Pagheremo perché le nostre pensioni saranno più misere a causa della riduzione dei coefficienti.
Ma queste non sono valutazioni che a persone imbevute di ideologia possano interessare.
Soprattutto se in ballo c’è il loro strapuntino che perderebbero se si tornasse alle urne, travolti come sarebbero da una (tardiva) presa di coscienza anche di chi il 9 e 10 aprile scorso li votò nonostante fosse stato avvisato di quel che sarebbe accaduto.
Intanto Pantalone è costretto a pagare, per errori e incapacità non sue.
Attenzione, perché quando Pantalone sbotterà, saranno dolori per tanti, visto che non c’è rabbia più incontrollata e violenta di quella dei pacifici cittadini, tartassati e presi per i fondelli.
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3 commenti:
Hehe ... qua ci stanno proprio sovietizzando!!
Ma non è che poi mia sorella tra un pò di anni dovrà andare a fare la badante ad Ovest perché qua i rossi hanno mandato in cancrena il Paese?!?!?
Quoto
RiQuoto
Straquoto
Anche io è un pò che avviso che quando Pantalone sbotterà, saranno cavoli amari...
Vediamo se vanno via da soli o con le fucilate...
solita sinistra nichilista e antinazionalista unita a una destra inesistente e impomatata.
è ora di emigrare
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