Il nostro amico Tekelon ha scovato (non so dove) una sconosciuta poesia dello sconosciuto Pompeo Bettini.
Talmente sconosciuto che nelle varie storie della letteratura italiana in mio possesso è citato, fuggevolmente, nell’elenco alfabetico dei “minori”.
Pompeo Bettini visse nella seconda metà dell’ottocento e i chiosatori ne mettono in risalto l’affinità – non certo letteraria – con Leopardi ma, soprattutto, viene ricordato come socialista e primo traduttore del manifesto del partito comunista (direi, quindi, che l’oblio sia una giusta punizione :-).
Il sonetto che segue sembra in controtendenza con il Bettini socialista e traduttore del manifesto dei comunisti e, lasciando trasparire grande tristezza, denuncia i mali di un’italietta che ritroviamo tutta in quella di questi giorni: l’italietta di Prodi e Napolitano.
Talmente sconosciuto che nelle varie storie della letteratura italiana in mio possesso è citato, fuggevolmente, nell’elenco alfabetico dei “minori”.
Pompeo Bettini visse nella seconda metà dell’ottocento e i chiosatori ne mettono in risalto l’affinità – non certo letteraria – con Leopardi ma, soprattutto, viene ricordato come socialista e primo traduttore del manifesto del partito comunista (direi, quindi, che l’oblio sia una giusta punizione :-).
Il sonetto che segue sembra in controtendenza con il Bettini socialista e traduttore del manifesto dei comunisti e, lasciando trasparire grande tristezza, denuncia i mali di un’italietta che ritroviamo tutta in quella di questi giorni: l’italietta di Prodi e Napolitano.
Italia, tu produci ottime cose:
marmi pel genio, fiori per i morti,
nevi per l'Alpe, e cavoli per gli orti,
e venticelli per sfogliar rose.
marmi pel genio, fiori per i morti,
nevi per l'Alpe, e cavoli per gli orti,
e venticelli per sfogliar rose.
Ma tu produci pur genti cenciose
dalle man ladre e dai cervelli corti,
che s'accapiglian dentro angiporti
ed urlano bestemmie ingenerose.
dalle man ladre e dai cervelli corti,
che s'accapiglian dentro angiporti
ed urlano bestemmie ingenerose.
Altrove, a suon di dollari e sterline,
romba il lavoro; qui, fin che si muoia,
vedrem le capre sulle tue ruine;
romba il lavoro; qui, fin che si muoia,
vedrem le capre sulle tue ruine;
perchè forse di noi stanca è l'istoria,
e il nostro vino non dà più gioia
e il nostro sangue non dà più gloria.
e il nostro vino non dà più gioia
e il nostro sangue non dà più gloria.
1 commento:
Anche a me, perfettamente sconosciuto.
Me ne ricorderò in prossimi post.
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