Gufi ed avvoltoi risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza.
Così potremmo riferirci all’opposizione interna e alla stampa – interna ed estera – asservita ai poteri forti delle lobbies finanziarie e burocratiche che da un paio di mesi, archiviata con perdite la stagione dei teoremi giudiziari, hanno cercato di abbattere un governo liberamente e democraticamente votato dagli italiani con le sbirciate sotto le lenzuola, il catastrofismo economico, la demagogia populista e le maldicenze varie.
Un vertice cui hanno partecipato 40 capi di stato e di governo, in una zona colpita, poco più di tre mesi prima, da un disastroso terremoto, dopo una crisi finanziaria mondiale e con partecipanti che erano in gran parte neofiti, si è svolto con ordine, con ottimismo, aprendo grandi prospettive per il futuro.
Il merito principale è da attribuire a chi, questo vertice, ha organizzato ed ha condotto con amabilità e competenza: Silvio Berlusconi.
L’Italia, grazie a Berlusconi, esce rafforzata nel suo ruolo globale, spazzando via le infamie che, con spirito antitaliano, sono state propinate anche al nostro interno, senza alcun riguardo per l’interesse nazionale.
Il successo delle visite “guidate” nei luoghi del disastro in Abruzzo rende improprie le manifestazioni – ugualmente “guidate” – di alcuni aquilani contro il governo.
Perché se è comprensibile che ognuno consideri il suo personale problema il più importante, è innegabile che la capacità di Berlusconi di convincere i propri interlocutori si è espressa anche nel presentare le necessità della zona e non c’è dubbio che, per la prima volta, nel giro di pochi mesi tutti i cittadini colpiti dal sisma potranno tornare ad abitare in case e non più in tende.
Ma non solo Abruzzo, anche i temi più rilevanti dei rapporti internazionali politici ed economici sono stati affrontati, per alcuni si è definito già un programma, per altri si è aperta una strada per la soluzione dei problemi sul tavolo.
L’Italia ha mostrato al mondo il suo volto migliore, una guida consolidata negli anni, capace di interpretarne le passioni e il carattere, ma anche di porsi come abile mediatore tra i nuovi leaders che si sono affacciati alla ribalta.
Silvio Berlusconi, al suo terzo summit (un G7 e due G8) ha acquisito ulteriore prestigio internazionale e si potuto permettere, in piena conferenza stampa, davanti al penoso intervento di un giornalista di Repubblica che gli poneva una domanda sulle polemiche interne da loro stessi agitate invece di interloquire intelligentemente sui temi del G8, di dire che il tentativo di rovinargli il vertice è fallito.
Aggiungerei che il tentativo della stampa sinistrata di rovesciare il Premier non solo è fallito, ma si è rivelato un boomerang.
C’è solo, in ultimo, da annotare il patetico e stanco revival dei no global che non hanno saputo fare altro che inneggiare al loro lanciatore di estintori: ognuno ha gli eroi che si merita.
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Così potremmo riferirci all’opposizione interna e alla stampa – interna ed estera – asservita ai poteri forti delle lobbies finanziarie e burocratiche che da un paio di mesi, archiviata con perdite la stagione dei teoremi giudiziari, hanno cercato di abbattere un governo liberamente e democraticamente votato dagli italiani con le sbirciate sotto le lenzuola, il catastrofismo economico, la demagogia populista e le maldicenze varie.
Un vertice cui hanno partecipato 40 capi di stato e di governo, in una zona colpita, poco più di tre mesi prima, da un disastroso terremoto, dopo una crisi finanziaria mondiale e con partecipanti che erano in gran parte neofiti, si è svolto con ordine, con ottimismo, aprendo grandi prospettive per il futuro.
Il merito principale è da attribuire a chi, questo vertice, ha organizzato ed ha condotto con amabilità e competenza: Silvio Berlusconi.
L’Italia, grazie a Berlusconi, esce rafforzata nel suo ruolo globale, spazzando via le infamie che, con spirito antitaliano, sono state propinate anche al nostro interno, senza alcun riguardo per l’interesse nazionale.
Il successo delle visite “guidate” nei luoghi del disastro in Abruzzo rende improprie le manifestazioni – ugualmente “guidate” – di alcuni aquilani contro il governo.
Perché se è comprensibile che ognuno consideri il suo personale problema il più importante, è innegabile che la capacità di Berlusconi di convincere i propri interlocutori si è espressa anche nel presentare le necessità della zona e non c’è dubbio che, per la prima volta, nel giro di pochi mesi tutti i cittadini colpiti dal sisma potranno tornare ad abitare in case e non più in tende.
Ma non solo Abruzzo, anche i temi più rilevanti dei rapporti internazionali politici ed economici sono stati affrontati, per alcuni si è definito già un programma, per altri si è aperta una strada per la soluzione dei problemi sul tavolo.
L’Italia ha mostrato al mondo il suo volto migliore, una guida consolidata negli anni, capace di interpretarne le passioni e il carattere, ma anche di porsi come abile mediatore tra i nuovi leaders che si sono affacciati alla ribalta.
Silvio Berlusconi, al suo terzo summit (un G7 e due G8) ha acquisito ulteriore prestigio internazionale e si potuto permettere, in piena conferenza stampa, davanti al penoso intervento di un giornalista di Repubblica che gli poneva una domanda sulle polemiche interne da loro stessi agitate invece di interloquire intelligentemente sui temi del G8, di dire che il tentativo di rovinargli il vertice è fallito.
Aggiungerei che il tentativo della stampa sinistrata di rovesciare il Premier non solo è fallito, ma si è rivelato un boomerang.
C’è solo, in ultimo, da annotare il patetico e stanco revival dei no global che non hanno saputo fare altro che inneggiare al loro lanciatore di estintori: ognuno ha gli eroi che si merita.
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2 commenti:
"Gufi ed avvoltoi risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza". Aggiungici squali e pescecani stranieri con fauci lunghe come lame.
Beh...sarà banale dirlo, ma io l'avevo detto :-)
E mancava solo Carlà, la baccalà. Ma quanto é odiosa! Forse aveva in mente di aderire all'appello delle donnacce di repubblica.
Lontana
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