L’aggressione di Tartaglia al Premier ha un, immediato, frutto velenoso: un melenso buonismo che – se si escludono i soliti agitatori – permea le dichiarazioni delle parti politiche che si esibiscono in un minuetto di salamelecchi finalizzato esclusivamente mettersi al sicuro dal vento rivoluzionario che stava spirando sulle ali della rabbia berlusconiana.
Silvio Berlusconi, da quel generoso galantuomo che è, appare disposto a credere, per l’ennesima volta, alle parole pronunciate con lingua biforcuta da suoi atavici nemici e dai suoi infidi amici.
I quali si accreditano come il volto dialogante della sinistra (o di chi vi aspira a farne parte) lasciando il lavoro sporco ai manovali dell’insulto, del dileggio, della violenza verbale.
La politica, ho sempre sostenuto, è l’arte del possibile e mi piacerebbe conoscere cosa sia possibile realizzare con chi non è stato in grado di realizzare nulla neppure quando era in maggioranza per le profonde divisioni interne.
Prendiamo alcuni nodi che devono necessariamente essere risolti per condurre l’Italia verso un nuovo periodo di stabilità e benessere.
Alta Velocità. La vogliamo realizzare o no ? E se sì, vogliamo smetterla di usare i guanti bianchi nei confronti dei contestatori e metterli nelle condizioni di non fermarla mai più ? E la sinistra saprà essere solidale con questa linea o tornerà a tenere i piedi in due staffe ?
Giustizia e magistratura. Anche la recente sentenza (pilatesca, molto veltroniana, molto “ma anche”) sul delitto di Garlasco ci dice che bisogna mettere mano ad una rivoluzione nella giustizia che non sia solo una revisione di codici e pandette, ma incida profondamente anche su chi la giustizia amministra. La sinistra vorrà uscire dal cono d’ombra di certa magistratura o continuerà a cercare di incassare i dividendi che le procurano le toghe rosse ?
Tasse e spese statali. La sinistra saprà rinunciare a metterci le mani in tasca per realizzare servizi efficienti, senza trasformare la pubblica amministrazione in un assumificio clientelare e ipertrofico ?
Immigrazione. Come è possibile conciliare le posizioni di chi (la stragrande maggioranza – direi la quasi totalità – degli elettori del Centro Destra) vuole fermare gli ingressi e ripulire la nazione da chi è già entrato illegalmente, senza cedere diritti a chi non appartiene alla Nazione stessa, con chi, invece, vorrebbe trasformare l’Italia in un meticciato senza passato e senza futuro ?
Etica e morale. Come è possibile conciliare le posizioni di chi vorrebbe attuare norme sul fine vita, sul “matrimonio” degli omosessuali, sulla liberalizzazione della droghe presunte “leggere”, con chi ritiene tutto ciò una porcheria che spinge l’Italia verso un processo di deriva etica e morale ?
E si potrebbe continuare sulla politica estera, sulle centrali nucleari, sulla scuola e l’università, sul federalismo, sul presidenzialismo, sulle fisime ecoambientaliste …
Allora qualcuno mi deve spiegare perché, da Berlusconi in giù, tutti si sdilinquiscono appena sentono la parola “dialogo” quando sappiamo tutti, perfettamente, che sarebbe solo un compromesso che non risolverebbe nessuno dei problemi sul tappeto e rimanderebbe nel futuro quel redde rationem che, da tempo, è opportuno che avvenga per delineare quale società vogliamo nel futuro.
E questo redde rationem non può che avvenire andando alle urne al più presto, scontrandosi su quei temi che oggi formano lo spartiacque tra le parti politiche e, chi vince, deve procedere speditamente e senza palle al piede per realizzare il progetto di società che risulterà vincente per volontà popolare.
Pensavo che questa scelta fosse già stata fatta nel 2008.
Purtroppo Berlusconi, generosamente e sventatamente, preferì la finta destra di Fini alla vera Destra Radicale.
Sicuramente si è pentito, visto che ha nuovamente stretto un accordo con Storace e Santanchè e, mi auguro, prosegua in tal senso anche con Fiore e Romagnoli.
Spero che quello che gli è capitato e gli attestati di “doverosa” solidarietà non lo abbiano indebolito nella sua volontà di rinnovare radicalmente l’Italia.
Sarebbe solo tempo perso.
Entra ne
Silvio Berlusconi, da quel generoso galantuomo che è, appare disposto a credere, per l’ennesima volta, alle parole pronunciate con lingua biforcuta da suoi atavici nemici e dai suoi infidi amici.
I quali si accreditano come il volto dialogante della sinistra (o di chi vi aspira a farne parte) lasciando il lavoro sporco ai manovali dell’insulto, del dileggio, della violenza verbale.
La politica, ho sempre sostenuto, è l’arte del possibile e mi piacerebbe conoscere cosa sia possibile realizzare con chi non è stato in grado di realizzare nulla neppure quando era in maggioranza per le profonde divisioni interne.
Prendiamo alcuni nodi che devono necessariamente essere risolti per condurre l’Italia verso un nuovo periodo di stabilità e benessere.
Alta Velocità. La vogliamo realizzare o no ? E se sì, vogliamo smetterla di usare i guanti bianchi nei confronti dei contestatori e metterli nelle condizioni di non fermarla mai più ? E la sinistra saprà essere solidale con questa linea o tornerà a tenere i piedi in due staffe ?
Giustizia e magistratura. Anche la recente sentenza (pilatesca, molto veltroniana, molto “ma anche”) sul delitto di Garlasco ci dice che bisogna mettere mano ad una rivoluzione nella giustizia che non sia solo una revisione di codici e pandette, ma incida profondamente anche su chi la giustizia amministra. La sinistra vorrà uscire dal cono d’ombra di certa magistratura o continuerà a cercare di incassare i dividendi che le procurano le toghe rosse ?
Tasse e spese statali. La sinistra saprà rinunciare a metterci le mani in tasca per realizzare servizi efficienti, senza trasformare la pubblica amministrazione in un assumificio clientelare e ipertrofico ?
Immigrazione. Come è possibile conciliare le posizioni di chi (la stragrande maggioranza – direi la quasi totalità – degli elettori del Centro Destra) vuole fermare gli ingressi e ripulire la nazione da chi è già entrato illegalmente, senza cedere diritti a chi non appartiene alla Nazione stessa, con chi, invece, vorrebbe trasformare l’Italia in un meticciato senza passato e senza futuro ?
Etica e morale. Come è possibile conciliare le posizioni di chi vorrebbe attuare norme sul fine vita, sul “matrimonio” degli omosessuali, sulla liberalizzazione della droghe presunte “leggere”, con chi ritiene tutto ciò una porcheria che spinge l’Italia verso un processo di deriva etica e morale ?
E si potrebbe continuare sulla politica estera, sulle centrali nucleari, sulla scuola e l’università, sul federalismo, sul presidenzialismo, sulle fisime ecoambientaliste …
Allora qualcuno mi deve spiegare perché, da Berlusconi in giù, tutti si sdilinquiscono appena sentono la parola “dialogo” quando sappiamo tutti, perfettamente, che sarebbe solo un compromesso che non risolverebbe nessuno dei problemi sul tappeto e rimanderebbe nel futuro quel redde rationem che, da tempo, è opportuno che avvenga per delineare quale società vogliamo nel futuro.
E questo redde rationem non può che avvenire andando alle urne al più presto, scontrandosi su quei temi che oggi formano lo spartiacque tra le parti politiche e, chi vince, deve procedere speditamente e senza palle al piede per realizzare il progetto di società che risulterà vincente per volontà popolare.
Pensavo che questa scelta fosse già stata fatta nel 2008.
Purtroppo Berlusconi, generosamente e sventatamente, preferì la finta destra di Fini alla vera Destra Radicale.
Sicuramente si è pentito, visto che ha nuovamente stretto un accordo con Storace e Santanchè e, mi auguro, prosegua in tal senso anche con Fiore e Romagnoli.
Spero che quello che gli è capitato e gli attestati di “doverosa” solidarietà non lo abbiano indebolito nella sua volontà di rinnovare radicalmente l’Italia.
Sarebbe solo tempo perso.
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5 commenti:
Massimo
concordo su tutto, almeno sui punti principali da te cahiaramente espressi.
Per la sentenza di Garlasco,l'avevo ampiamente previsto che l'avrebbero assolto,non esistono prove, solo supposizioni,in più la koglionaggine del pubblico ministero che all'ultimo cambiando l'ora delle morte, di quella povera ragazza, ha dato la netta sensazione di incertezza.
Che la mistratura e soprattutto le procure, siano da riformare è evidente anche dai fatti extraberlusconiani.
La corte europea ci condanna un giorno si e l'altro pure,noi paghiamo di tasca nostra per quei magistrati fannulloni ed incapaci.E' l'ora di finirla,che a ad amministrare la giustizia ci sia questa gente.
La sx, se governasse, non sarebbe in grado di fare riforme, se non quelle sui gay e sulle droghe,ovviamente per poter dire la splendida cazzata "noi siamo per i diritti umani"
In compenso sarebbe abilissima nel frugarci in tasca,le tasse sono "bellissime" diceva una famosa schiAppa....
Convengo con te,che a meno di inciuci,difficilmente,si potranno fare riforme condivise.
ciao
Sarc.
Quello che hai scritto per certi versi potrebbe essere il manifesto della destra nuova e moderna, la vera destra e non quella sinistra camuffata da moderatismo di Fini. E' facile per me dirmi d'accordo su quasi tutto ciò che scrivi, ma il redde rationem che tu invochi non è attuabile se non con percentuali sopra il 60% di vittoria elettorale. Ti dirò di più: dovrebbe essere sopratutto una vittoria della parte più "dura di FI e della Lega con annesse le forze politiche della Santachè e di Storace. Se dentro il Pdl restassero a far numero gli uomini di G. Fini e similari non si caverebbe un ragno dal buco.
Riforme condivise? Per carità di Patria. Provate a pensare a quella prossima ventura sulla cittadinanza breve che vorrebbero impacchettarci per il 22 dicembre in concomitanza con la Vigilia di Natale. Vigiliamo e scriviamoci sopra. Fini e i finioti in queste ore delirano. Non dobbiamo farla passare sotto silenzio, perchè si prospetta la svendita totale del nostro Paese.
Non si condividerà un bel nulla. Le riforme del CDX sono incompatibili con quelle del CSX
Sono sempre più convinto che spetti a noi agire per portare il Centro Destra sulle posizioni desiderate. Scriverò a breve sulla candidatura della Polverini per la presidenza Lazio. Una candidatura che, se votassi in quella regione, non avrebbe il mio consenso. E' ora di smetterla di offrire i nostri voti a persone sulla cui affidabilità politica esistono molti e ragionevoli dubbi. Meglio perdere con un candidato di bandiera, che vincere eleggendo un presidente inaffidabile (e finiota).
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