Nel giro di due giorni abbiamo assistito a due nuovi assalti, con la bava alla bocca, contro il Premier Silvio Berlusconi.
La qualità dell’aggressione è tale che la dice lunga sulla disperazione dei nemici del Presidente che hanno già dovuto lasciare per strada l’arma elettorale, quella del conflitto di interessi, quella della scissione con i centristi di Casini, la propaganda mediatica e sicuramente ne dimentico alcuni, e si aggrappano con disperazione alle richieste economiche della moglie Veronica e del padrone di Repubblica, De Benedetti (quello che per “salvare” l’Olivetti, scaricò sullo stato migliaia di dipendenti).
Ma venerdì e sabato i pasdaran dell’odio antiberlusconiano si sono ritrovati speranzosi in due circostanze.
Il 4, Santa Barbara …, speravano nella “bomba atomica” derivante dalle dichiarazioni di un assassino (6 stragi, 40 omicidi, un bambino sciolto nell’acido) Gaspare Spatuzza, che ha sì fatto il nome di Berlusconi, ma “per sentito dire”.
Il 5 il solito spettacolino dei biliosi in piazza, gli stessi che guardano le trasmissioni televisive a senso unico.
Nessuno dei due eventi ha minimamente scalfito il sostegno a Berlusconi, anzi, oltre a rendere evidente la disperazione dei suoi nemici, sono emerse le spaccature dell’opposizione e, in particolare, il tentativo del pci/pds/ds/pd di giocare su due tavoli, mostrando la (inespressiva) faccia istituzionale di Bersani (che non ha partecipato alla manifestazione) e il volto ingrifato di Franceschini e Bindi che, invece, in piazza ci sono andati.
Ma, come scrivevo, non viene scalfito il sostegno a Berlusconi e vi spiego anche il perché.
Solo Berlusconi può convincermi a votare contro Berlusconi.
Non sono certo le accuse (folli) dei pentiti (che ho sempre considerato una infamia, sin dai tempi in cui i “pentiti” delle brigate rosse venivano portati in palmo di mano) o i teoremi delle toghe rosse prive di qualsivoglia credibilità e imparzialità, che possono farmi cambiare idea.
Mi possono far cambiare idea le scelte di Berlusconi.
Già nel 2008 non lo votai, preferendo La Destra/Fiamma Tricolore, perché rifiuto una campagna elettorale ricattatoria basata sul “voto utile”, dopo che si inglobava nel pdl Fini e si escludeva la Destra Radicale (e credo che Berlusconi rimpianga amaramente quella scelta incauta).
Ma alle europee del 2009 diedi il mio voto al pdl, con preferenza a Berlusconi, proprio nel pieno di una campagna di stampa contro di lui, per manifestargli il mio sostegno, visto che era tornato il Berlusconi di sempre, in contrapposizione con la sinistra e bersaglio degli strali dei magistrati, della stampa e dei poteri forti.
Ma anche perché era il Berlusconi
che aveva tolto l’ici su quasi tutte le prime case,
che non ci aveva (e non ci ha, nonostante il terremoto in Abruzzo) messo le mani in tasca con nuove tasse dopo la crisi economica che ha sconquassato il mondo,
che ha tentato di salvare la vita ad Eluana Englaro,
che ha accantonato la folle idea di trasformare in legge i capricci degli omosessuali,
che ha sostenuto due ministri, ampiamente riformatori e bersaglio dei conservatori dell’assistenzialismo, come Gelmini e Brunetta,
che mantiene saldo il suo legame con Bossi,
che ha avallato la politica di sicurezza che passa attraverso il reato di clandestinità e il respingimento in mare degli illegali,
che combatte una solitaria, ma nell’interesse generale, battaglia per rivoluzionare il mondo della giustizia e della magistratura.
Questo Berlusconi mi piace, perché mi rappresenta, rappresenta il modello di società che vorrei, indipendentemente dalle Veroniche, dagli Spatuzza, dalle repubbliche, dai Franceschini, Fini e Di Pietro vari che si contendono gli spazi televisivi a forza di “dissenteria verbale” contro il Premier.
Se, però, Berlusconi cambiasse quella linea, andasse incontro alle richieste dei libertari e della sinistra, allora perderebbe il mio voto, perché cambierebbe linea politica e modello di società che ci propone, ma non perché gli piace la compagnia femminile, anche se è sposato, o perché, secondo un “pentito”, avrebbe fatto accordi con la mafia.
Ed è questa la nostra superiorità qualitativa (oltre a quella quantitativa conclamata alle elezioni) nei confronti di quello zoccolo duro antiberlusconiano che orbita attorno alle trasmissioni televisive, ai poteri forti e alla sinistra.
Noi guardiamo al concreto del programma, non alle chiacchiere vuote da salotto.
La nostra è una scelta politica, non una battaglia personale.
E infatti noi non abbiamo fatto il “no-B day” contro una persona, ma noi facemmo il “no tax day” contro una politica.
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La qualità dell’aggressione è tale che la dice lunga sulla disperazione dei nemici del Presidente che hanno già dovuto lasciare per strada l’arma elettorale, quella del conflitto di interessi, quella della scissione con i centristi di Casini, la propaganda mediatica e sicuramente ne dimentico alcuni, e si aggrappano con disperazione alle richieste economiche della moglie Veronica e del padrone di Repubblica, De Benedetti (quello che per “salvare” l’Olivetti, scaricò sullo stato migliaia di dipendenti).
Ma venerdì e sabato i pasdaran dell’odio antiberlusconiano si sono ritrovati speranzosi in due circostanze.
Il 4, Santa Barbara …, speravano nella “bomba atomica” derivante dalle dichiarazioni di un assassino (6 stragi, 40 omicidi, un bambino sciolto nell’acido) Gaspare Spatuzza, che ha sì fatto il nome di Berlusconi, ma “per sentito dire”.
Il 5 il solito spettacolino dei biliosi in piazza, gli stessi che guardano le trasmissioni televisive a senso unico.
Nessuno dei due eventi ha minimamente scalfito il sostegno a Berlusconi, anzi, oltre a rendere evidente la disperazione dei suoi nemici, sono emerse le spaccature dell’opposizione e, in particolare, il tentativo del pci/pds/ds/pd di giocare su due tavoli, mostrando la (inespressiva) faccia istituzionale di Bersani (che non ha partecipato alla manifestazione) e il volto ingrifato di Franceschini e Bindi che, invece, in piazza ci sono andati.
Ma, come scrivevo, non viene scalfito il sostegno a Berlusconi e vi spiego anche il perché.
Solo Berlusconi può convincermi a votare contro Berlusconi.
Non sono certo le accuse (folli) dei pentiti (che ho sempre considerato una infamia, sin dai tempi in cui i “pentiti” delle brigate rosse venivano portati in palmo di mano) o i teoremi delle toghe rosse prive di qualsivoglia credibilità e imparzialità, che possono farmi cambiare idea.
Mi possono far cambiare idea le scelte di Berlusconi.
Già nel 2008 non lo votai, preferendo La Destra/Fiamma Tricolore, perché rifiuto una campagna elettorale ricattatoria basata sul “voto utile”, dopo che si inglobava nel pdl Fini e si escludeva la Destra Radicale (e credo che Berlusconi rimpianga amaramente quella scelta incauta).
Ma alle europee del 2009 diedi il mio voto al pdl, con preferenza a Berlusconi, proprio nel pieno di una campagna di stampa contro di lui, per manifestargli il mio sostegno, visto che era tornato il Berlusconi di sempre, in contrapposizione con la sinistra e bersaglio degli strali dei magistrati, della stampa e dei poteri forti.
Ma anche perché era il Berlusconi
che aveva tolto l’ici su quasi tutte le prime case,
che non ci aveva (e non ci ha, nonostante il terremoto in Abruzzo) messo le mani in tasca con nuove tasse dopo la crisi economica che ha sconquassato il mondo,
che ha tentato di salvare la vita ad Eluana Englaro,
che ha accantonato la folle idea di trasformare in legge i capricci degli omosessuali,
che ha sostenuto due ministri, ampiamente riformatori e bersaglio dei conservatori dell’assistenzialismo, come Gelmini e Brunetta,
che mantiene saldo il suo legame con Bossi,
che ha avallato la politica di sicurezza che passa attraverso il reato di clandestinità e il respingimento in mare degli illegali,
che combatte una solitaria, ma nell’interesse generale, battaglia per rivoluzionare il mondo della giustizia e della magistratura.
Questo Berlusconi mi piace, perché mi rappresenta, rappresenta il modello di società che vorrei, indipendentemente dalle Veroniche, dagli Spatuzza, dalle repubbliche, dai Franceschini, Fini e Di Pietro vari che si contendono gli spazi televisivi a forza di “dissenteria verbale” contro il Premier.
Se, però, Berlusconi cambiasse quella linea, andasse incontro alle richieste dei libertari e della sinistra, allora perderebbe il mio voto, perché cambierebbe linea politica e modello di società che ci propone, ma non perché gli piace la compagnia femminile, anche se è sposato, o perché, secondo un “pentito”, avrebbe fatto accordi con la mafia.
Ed è questa la nostra superiorità qualitativa (oltre a quella quantitativa conclamata alle elezioni) nei confronti di quello zoccolo duro antiberlusconiano che orbita attorno alle trasmissioni televisive, ai poteri forti e alla sinistra.
Noi guardiamo al concreto del programma, non alle chiacchiere vuote da salotto.
La nostra è una scelta politica, non una battaglia personale.
E infatti noi non abbiamo fatto il “no-B day” contro una persona, ma noi facemmo il “no tax day” contro una politica.
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3 commenti:
Come hai già notato anche tu, il tema di oggi era quasi d'obbligo.
Infatti anch'io ho scritto un post del genere, e, in questi giorni che sono a casa dal lavoro per un incidente accadutomi, guardando i blog in giro della ns area, i blog dei vecchi amici col quale mi sono perso di vista in questo periodo, noto che i ns argomenti quotidiani paiono dettati da una stessa redazione.. E io ho sempre considerato questa aggregazione *spontanea* una vera risorsa naturale della destra che, al contrario della sinistra, pensa con un cervello per ogni testa e non porta il proprio cervello spersonalizzato all'ammasso. Potrebbe apparire la stessa cosa, ma non la è, in quanto l'unione di mille teste pensanti di mille *individui* è una potenza contro chi ha portato il cervello all'ammasso.
Detto questo, solo su una cosa sono più guardingo e meno focoso di te: prima di dare il mio voto a qualcun altro che di volta in volta crede opportunisticamente di potere rappresentare l'alternativa di destra, senza averne le carte, che si chiamino Alessandra Mussolini o Santanchè ci penso proprio bene.. Poi magari sbaglio lo stesso ;)
A volte direi "purtroppo" non portiamo il cervello all'ammasso, perchè un po' più di compattezza non guasterebbe. Anche le persone che citi. Non pensano male,la Santanchè, tra l'altro, sta conducendo delle battaglie coraggiose e condivisibili contro l'islam. Ma che bisogno c'è, se non a causa del vizio endemico dell'uomo (e della donna) di destra di essere eccessivamente individuale, di fondare un nuovo partito ? Perchè la Destra Radicale non si unisce in un partito unico che, probabilmente, supererebbe il 3% e dal quella base potrebbe facilmente crescere ? In questo senso il nostro individualismo è un freno ... pensa se mai riuscissimo a canalizzare la nostra forza individuale in una unica direzione ... ;-)
Mi scuso per il messaggio precedente venuto fuori con un nick che uso nel mio blog di motociclismo. Provo a postare questo messaggio usando il mio normale nick, sperando che la tua moderazione me lo riconosca.
Allora, secondo me il nostro individualismo che però ci porta ad avere la stessa idea in linea di massima, è una ricchezza, perchè è fenomeno attivo al contrario dell'ammasso della sinistra. Sono i poltici che invece non dovrebbero disperdere questa potenzialità ed essere, loro sì, meno individualisti. Ma su questo la sinistra non è da meno..
Le Barricate
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