L’euforia del rientro ha giocato un brutto scherzo a Berlusconi (e forse non è estranea l’ennesima trappola che è stata architettata ai suoi danni da Repubblica).
Indipendentemente dall’esegesi delle parole e della sintassi usata, la percezione generalizzata è stata che Berlusconi dopo aver “raddoppiato” con la proposta delle due aliquote, ha poi “lasciato” con la scusa dei conti pubblici.
Bisogna essere chiari: se si crede in una filosofia che si basi sul progressivo arretramento dello stato dalle nostre vite e dalle nostre tasche, allora non ci sono parametri europei che importino.
Le tasse vanno ridotte e, per recuperare il gettito fiscale che inizialmente si perderebbe, si devono tagliare le spese e far pagare i servizi per quello che costano.
In sostanza, io pago quando usufruisco e non pago se non usufruisco.
Le imposte dirette dovrebbero solo essere funzionali a quelle attività statuali (funzionamento degli organi amministrativi e di governo, Polizia, Forze Armate, organismi diplomatici) necessarie all’esistenza stessa dello stato.
O forse qualcuno pensa di sostenere che non esistano i finanziamenti a pioggia che, sommati uno all’altro, formano uno tsunami di denaro che potrebbe essere risparmiato da ciascuno di noi ?
Così, in prima battuta, mi viene in mente il fondo unico per lo spettacolo, il famigerato “fus”.
Perché devo pagare per spettacoli che non andrò mai a vedere ?
Il costo di quegli spettacoli li paghi chi li guarda e tanti più saranno, tanto meno pagheranno, come è nella legge di mercato.
Ma se quegli spettacoli sono visti da una minoranza di nicchia, allora che sia questa minoranza di nicchia a pagare, e per intero, ciò che le piace: perché devo contribuire anche io ?
E se qualcuno pensa che sì, si può fare, ma l’impatto immediato sarebbe oneroso per le casse dello stato, ecco pronta la soluzione: privatizzare la Rai.
Con la cospicua somma che si ricaverebbe si riuscirebbe a realizzare una entrata straordinaria che consentirebbe di mettere a regime la riforma fiscale (riduzione delle tasse).
Senza contare che privatizzare la Rai significherebbe anche eliminare uno dei balzelli più odiosi: il canone televisivo.
Ecco perché Berlusconi ha fatto un passo falso nel rendere dichiarazioni, sui conti dello stato, degne di un Prodi qualunque.
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Indipendentemente dall’esegesi delle parole e della sintassi usata, la percezione generalizzata è stata che Berlusconi dopo aver “raddoppiato” con la proposta delle due aliquote, ha poi “lasciato” con la scusa dei conti pubblici.
Bisogna essere chiari: se si crede in una filosofia che si basi sul progressivo arretramento dello stato dalle nostre vite e dalle nostre tasche, allora non ci sono parametri europei che importino.
Le tasse vanno ridotte e, per recuperare il gettito fiscale che inizialmente si perderebbe, si devono tagliare le spese e far pagare i servizi per quello che costano.
In sostanza, io pago quando usufruisco e non pago se non usufruisco.
Le imposte dirette dovrebbero solo essere funzionali a quelle attività statuali (funzionamento degli organi amministrativi e di governo, Polizia, Forze Armate, organismi diplomatici) necessarie all’esistenza stessa dello stato.
O forse qualcuno pensa di sostenere che non esistano i finanziamenti a pioggia che, sommati uno all’altro, formano uno tsunami di denaro che potrebbe essere risparmiato da ciascuno di noi ?
Così, in prima battuta, mi viene in mente il fondo unico per lo spettacolo, il famigerato “fus”.
Perché devo pagare per spettacoli che non andrò mai a vedere ?
Il costo di quegli spettacoli li paghi chi li guarda e tanti più saranno, tanto meno pagheranno, come è nella legge di mercato.
Ma se quegli spettacoli sono visti da una minoranza di nicchia, allora che sia questa minoranza di nicchia a pagare, e per intero, ciò che le piace: perché devo contribuire anche io ?
E se qualcuno pensa che sì, si può fare, ma l’impatto immediato sarebbe oneroso per le casse dello stato, ecco pronta la soluzione: privatizzare la Rai.
Con la cospicua somma che si ricaverebbe si riuscirebbe a realizzare una entrata straordinaria che consentirebbe di mettere a regime la riforma fiscale (riduzione delle tasse).
Senza contare che privatizzare la Rai significherebbe anche eliminare uno dei balzelli più odiosi: il canone televisivo.
Ecco perché Berlusconi ha fatto un passo falso nel rendere dichiarazioni, sui conti dello stato, degne di un Prodi qualunque.
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2 commenti:
http://pazzoperrepubblica.blogspot.com/2010/01/abboccano-i-lucci.html
Sono quindici anni che Berlusconi non fa che parlare di abbassare le tasse e poi non fa mai nulla. L'unica tassa che ha abolito è l'Ici, togliendo fondi ai comuni e lasciando il bilancio del governo centrale invariato (complimentoni!! Bella idea di federalismo fiscale).
Berlusconi vive in una continua campagna elettorale in cui annuncia e poi non fa niente. E' stato al governo per 5 anni di fila e ora ha la maggioranza più grande della storia repubblicana ma continua a promettere, proclamare e annunciare e a non fare niente. Si lamenta che non lo lasciano governare (ma chi? ma come? ma quando?). Ci sono rimasti ormai solo i boccaloni a crederci ancora.
By the way: la Rai non la privatizzerà mai. Vuoi veramente che si porta in casa un concorrente di Mediaset, quando può tenere mediocre e commecialmente ininfluente la Rai?
Sveglia
Ecco una tipica conferma della saggezza popolare: il bue che dice cornuto all'asino. Uno che è "pazzo per Repubblica" ricorda molto, ma molto da vicino la barzelletta (chje poi rispecchia la realtà) del vecchio comunista che prima si inalbera perchè il figlio dice che i coccodrilli volano, poi, saputo che lo ha scritto l'Unità, ammette che sì, "svolazzano" (la potete trovare in http://svulazen.blogspot.com/).
Così si dimenticano le rimodulazioni delle aliquote, che portarono alla riduzione delle tasse, del 2003 e 2005, di cui anche i sinistri presero drammaticamente coscienza nel dicembre 2006 e gennaio 2007 quando subirono (come tutti, purtroppo) il risultato delle nuove aliquote dei vampiri prodiani.
Senza considerare che non aumentare le tasse e non mettere tasse straordinarie per gli eventi ctastrofici, è già un grosso passo avanti rispetto alla sinistra e anche Reineke deve ammettere che l'Ici è stata abolita (io aggiungo: purtroppo solo per le prime case e non per tutte le classi di immobili).
Ma qui il problema posto è un altro: fregarsene dell'europa e costruire l'Italia in base ad una filosofia che prescinda dai vincoli imposti dalla nuova unione sovietica.
In questo Berlusconi sta mancando.
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