Da molte parti ho letto di elettori del Centro Destra scontenti della scelta di Renata Polverini come candidato alla presidenza.
Non piace perché sindacalista.
Non piace perché è sostenuta da Casini.
Non piace soprattutto perché è considerata sodale di Fini, di cui non ci si fida più e che in molti pensano starebbe meglio con il pci/pds/ds/pd che con il pdl considerate le “nuove” idee di cui si è fatto portavoce.
Non a caso la sinistra ha spianato la strada all’elezione della Polverini candidando una radicale di lungo corso come Emma Bonino, invotabile per qualsiasi elettore di Centro Destra.
Allora l’elettore di Centro Destra del Lazio deve ribellarsi a questo ricatto ed ha due strade: l’astensione o il voto alternativo.
La Polverini si sente così forte da proporre un simbolo che ha, come colore egemone il rosso ?
Ed io, che sono allergico al rosso in ogni sua manifestazione, mi rivolgo, tanto per usare una espressione cara ad un suo supporter, ad un altro forno.
No, se fossi cittadino del Lazio non mi asterrei, ma voterei Roberto Fiore, il segretario di Forza Nuova, candidatosi alla presidenza della regione della capitale.
Ricordo che Forza Nuova è un partito che, pur nella discutibilità di alcune posizioni soprattutto nei confronti degli Stati Uniti e di Israele, quindi in politica estera, ha assunto una posizione netta e condivisibilissima su questioni rilevanti per la nostra sicurezza e benessere come l’immigrazione e il trattato di Lisbona.
Roberto Fiore, allora eurodeputato, fu, se non sbaglio, l’unico italiano a votare contro il disegno che ha istituito la nuova unione sovietica europea.
Forza Nuova da anni si batte per non lasciare la piazza ai centri sociali e, assieme – purtroppo non in modo organico – alla Fiamma Tricolore ed a Casapound è arrivata là dove si erano fermate le organizzazioni giovanili del Centro Destra “istituzionale”.
Dite che è un “voto perso” ?
Se tutti ragionassimo così, avrebbero ragione i maggiorenti dei partiti a propinarci vecchi politici (la Bonino me la ricordo eletta deputata la prima volta nel 1976: 34 anni fa !!!) o sindacalisti in carriera.
E’ una opportunità per tutti noi mandare un segnale forte per evitare che anche in elezioni più importanti siano candidate persone non in sintonia con il sentimento degli elettori.
Bonino o Polverini per me pari sono.
Roberto Fiore può essere una scelta simbolica e un messaggio forte per ogni elettore di Centro Destra del Lazio, consapevole del rischio che il suo voto venga speso su altre sponde, se piegasse la testa davanti al solipsismo dei vertici partitocratrici.
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Non piace perché sindacalista.
Non piace perché è sostenuta da Casini.
Non piace soprattutto perché è considerata sodale di Fini, di cui non ci si fida più e che in molti pensano starebbe meglio con il pci/pds/ds/pd che con il pdl considerate le “nuove” idee di cui si è fatto portavoce.
Non a caso la sinistra ha spianato la strada all’elezione della Polverini candidando una radicale di lungo corso come Emma Bonino, invotabile per qualsiasi elettore di Centro Destra.
Allora l’elettore di Centro Destra del Lazio deve ribellarsi a questo ricatto ed ha due strade: l’astensione o il voto alternativo.
La Polverini si sente così forte da proporre un simbolo che ha, come colore egemone il rosso ?
Ed io, che sono allergico al rosso in ogni sua manifestazione, mi rivolgo, tanto per usare una espressione cara ad un suo supporter, ad un altro forno.
No, se fossi cittadino del Lazio non mi asterrei, ma voterei Roberto Fiore, il segretario di Forza Nuova, candidatosi alla presidenza della regione della capitale.
Ricordo che Forza Nuova è un partito che, pur nella discutibilità di alcune posizioni soprattutto nei confronti degli Stati Uniti e di Israele, quindi in politica estera, ha assunto una posizione netta e condivisibilissima su questioni rilevanti per la nostra sicurezza e benessere come l’immigrazione e il trattato di Lisbona.
Roberto Fiore, allora eurodeputato, fu, se non sbaglio, l’unico italiano a votare contro il disegno che ha istituito la nuova unione sovietica europea.
Forza Nuova da anni si batte per non lasciare la piazza ai centri sociali e, assieme – purtroppo non in modo organico – alla Fiamma Tricolore ed a Casapound è arrivata là dove si erano fermate le organizzazioni giovanili del Centro Destra “istituzionale”.
Dite che è un “voto perso” ?
Se tutti ragionassimo così, avrebbero ragione i maggiorenti dei partiti a propinarci vecchi politici (la Bonino me la ricordo eletta deputata la prima volta nel 1976: 34 anni fa !!!) o sindacalisti in carriera.
E’ una opportunità per tutti noi mandare un segnale forte per evitare che anche in elezioni più importanti siano candidate persone non in sintonia con il sentimento degli elettori.
Bonino o Polverini per me pari sono.
Roberto Fiore può essere una scelta simbolica e un messaggio forte per ogni elettore di Centro Destra del Lazio, consapevole del rischio che il suo voto venga speso su altre sponde, se piegasse la testa davanti al solipsismo dei vertici partitocratrici.
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5 commenti:
Ma è Roberto Fiore che non ti vuole :-). Tu credi che essere filoamericani significhi essere di destra. Ti sbagli: D'Alema, Veltroni e Bersani sono più filoamericani di te.
Per me è più importante la politica interna di quella estera od economica. Non mi iscrivo a Forza Nuova perchè la "questione Americana" mi separa da loro, ma sono convinto che quando si arriverà al redde rationem su europa e immigrazione saremo fianco a fianco :-)
D'alema & Co. non sono più nulla, dopo la fine dell'Urss. Sono come Casini: diventano del colore che più ritengono opportuno ostentare ... :-D
P.S.: Non so ancora cosa farà Forza Nuova in Emilia. Spero candidi Correggiari, perchè io la Bernini (troppo vicina a Fini e a farefuturo) non la voto e, ovviamente, non mi passa neppure per l'anticamera del cervello di votare Errani o Galletti ... ;-)
Chiarisco: non sono antiamericanista né filoamericanista. Sono per la "questione nazionale". Una questione che oggi riguarda più che mai tutti i popoli d'Europa e d'Occidente. Compreso il popolo americano, oggi saccheggiato, depauperato e depredato da élites internazionaliste finanziarie a dir poco predatorie. Dopo la fine della guerra fredda, non ha più senso definirsi in un modo o nell'altro. Come non avrebbero più senso le loro basi e installazioni a casa nostra. Aggiungo, se avessimo tanto di esercito, difese e milizie in proprio nonché battessimo moneta e avessimo dazi. Sul Trattato di Lisbona ovviamente concordo con Fiore.
Non credo vi siano dubbi nel fatto che io sono filoamericano. Ma la mia è l'America vera, quella di Nixon, Reagan e dei Bush, non certo l'attuale che somiglia troppo a quella parolaia e fiacca di Carter.
Il tuo "se" è determinante ... :-)
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