E siamo a otto.
Otto anni da quell’11 settembre 2001, quando il terrosimo islamico ha gettato la maschera e chi voleva capire (che si tratta della vecchia guerra tra occidente e oriente, tra libertà e tirannia, tra la vita e la morte, tra la luce e l’oscurità) ha capito.
Oggi, otto anni dopo, sembra che l’illuminazione di quel tragico evento sia svanita nelle teste, persino degli americani che hanno eletto a presidente uno “giovane, bello (?) e abbronzato” che si era pure scelto per consigliere un tizio che attribuiva la carneficina dell’11 settembre a responsabilità governative.
Purtroppo gli americani, eterni bamboccioni, che con il Presidente George W. Bush ci avevano dato la speranza di crescere e di volersi assumere le responsabilità che competono alla nazione guida del mondo, oggi sembrano nuovamente ripiegarsi su se stessi, presi dalla follia di smantellare l’impianto di sicurezza che ha garantito loro, prima ancora che a tutto l’Occidente, la sicurezza contro gli attentati terroristi.
Invece di perseguire i criminali assassini, perseguono chi (agenti e funzionari dei servizi segreti, militari, politici) quei terroristi hanno posto nelle condizioni di non nuocere.
Così i morti dell’11 settembre e della liberazione dell’Afghanistan e dell’Iraq diventano morti inutili.
Ma forse no.
Finchè ci sarà qualcuno che ricorderà nel giusto modo quell’11 settembre, quelle morti non saranno inutili, perché resteranno un monito a tutto l’Occidente, per non abbassare mai la guardia e ricordare che il nemico è sempre pronto davanti alla porta orientale.
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Otto anni da quell’11 settembre 2001, quando il terrosimo islamico ha gettato la maschera e chi voleva capire (che si tratta della vecchia guerra tra occidente e oriente, tra libertà e tirannia, tra la vita e la morte, tra la luce e l’oscurità) ha capito.
Oggi, otto anni dopo, sembra che l’illuminazione di quel tragico evento sia svanita nelle teste, persino degli americani che hanno eletto a presidente uno “giovane, bello (?) e abbronzato” che si era pure scelto per consigliere un tizio che attribuiva la carneficina dell’11 settembre a responsabilità governative.
Purtroppo gli americani, eterni bamboccioni, che con il Presidente George W. Bush ci avevano dato la speranza di crescere e di volersi assumere le responsabilità che competono alla nazione guida del mondo, oggi sembrano nuovamente ripiegarsi su se stessi, presi dalla follia di smantellare l’impianto di sicurezza che ha garantito loro, prima ancora che a tutto l’Occidente, la sicurezza contro gli attentati terroristi.
Invece di perseguire i criminali assassini, perseguono chi (agenti e funzionari dei servizi segreti, militari, politici) quei terroristi hanno posto nelle condizioni di non nuocere.
Così i morti dell’11 settembre e della liberazione dell’Afghanistan e dell’Iraq diventano morti inutili.
Ma forse no.
Finchè ci sarà qualcuno che ricorderà nel giusto modo quell’11 settembre, quelle morti non saranno inutili, perché resteranno un monito a tutto l’Occidente, per non abbassare mai la guardia e ricordare che il nemico è sempre pronto davanti alla porta orientale.
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3 commenti:
Io non solo lascierei Guantanamo ma introdurrei anche una bella pena di morte.
Onore alle vittime ed agli eroi dell'11 Settembre 2001.
Il primo mio pensiero va a tutte le vittime innocenti delle torri gemelle.
Voglio ricordare in particolar modo gli eroici Vigili del Fuoco che morirono tra le macerie e salvarono un'infinità di vite umane. Molti di loro, tra l'altro, erano oriundi italiani (a dimostrazione che noi in america non andiamo a stuprare o a rapinare come continuamente molti romeni od extracomunitari fanno qui, ma lavoriamo umilmente e coraggiosamente).
Voglio ricordare inoltre gli eroici passeggeri del volo United Arilines 93 che si rivoltarono a mani nude contro i terroristi quando capirono i loro piani e che si sacrificarono per salvare la Casa Bianca. Vorrei rammentare a tutti che le vittime del volo United 93 sono state tutte nominate per l'assegnazione della Medaglia d'Oro all'Onore del Congresso.
Onore a quegli eroi!!!
In ultimo vorrei ricordare tutte le vittime del post 11 settembre, coloro che combatterono le giustissime guerre di Afghanistan e d'Iraq.
In particolare i nostri soldati e quelli della strage di Nassirya, con un ricordo affettuoso e fraterno al grande Quattrocchi che affrontò la morte con un coraggio da leoni, sputando in faccia ai terroristi parole d'amore per la nostra partia (e quindi d'amore per noi tutti).
E chi infangasse il loro Nome meriterebbe il cappio esattamente come i dittatori sono usi ad adoperare contro i loro oppositori politici. 10, 100, 1000 cappi per coloro che odiano la loro patria!
Parole sante, anche se non credo che l'11 settembre qualcuno l'abbia davvero dimenticato, malgrado il cambio di rotta politica americano.
Tommaso Pellegrino-Torino
www.tommasopellegrino.blogspot.com
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