La morte di Mike Bongiorno ha, ieri, fatto passare in secondo piano la triste ricorrenza della badogliata di 66 anni fa.
Oggi, però, non è possibile tacere davanti alla celebrazione che dell’8 settembre è stata fatta da Napolitano e altri (persino da Alemanno !!!).
Forse i celebranti, nella loro foga di ricamare una storia resistenziale scritta per i posteri, si sono lasciati prendere la mano e non hanno ponderato con la necessaria freddezza che cosa rappresenti l’8 settembre.
Indipendentemente e indifferentemente da come la si pensa sul Fascismo, sul Duce, sulla seconda guerra mondiale e persino sull’apporto che i resistenzialisti avrebbero dato alla vittoria degli angloamericani, celebrare l’8 settembre significa dare lustro ad un episodio vergognoso che è sinonimo di tradimento verso un alleato.
L’8 settembre noi italiani ce lo siamo portati addosso come un fardello sino alle missioni in Afghanistan e in Iraq, dove, nonostante le perdite subite, abbiamo, finalmente, tenuto duro e non abbiamo operato lo “switch” di alleanze che ci ha fatto tristemente conoscere al mondo come inaffidabili, infidi e traditori.
L’8 settembre questo è e se Napolitano e altri pensano di collocarlo tra le radici della loro venerata resistenza, non credo rendano un buon servizio alla loro parte politica ed alla agiografia resistenzialista.
E a pochi giorni dall’inizio delle scuole è anche altamente diseducativo, anche da un punto di vista civico, celebrare un tradimento, quando, invece, ai giovani dovrebbero essere additati esempi di Onore, di Fedeltà e di Lealtà, esattamente l'opposto, cioè, di quel che rappresenta l'8 settembre.
Certo che, nei giorni in cui Fini si comporta in modo ostile a Berlusconi e contrasta con pubbliche dichiarazioni le idee di fondo che animano il sentimento del Popolo di Centro Destra, celebrare l’8 settembre, cioè celebrare un tradimento verso gli Alleati, è un po’ come impartire una assoluzione preventiva ad altri, poco edificanti, episodi della stessa natura che forse qualcuno ha in animo di porre in essere ed altri sperano che accadano.
E di questo, spero, Berlusconi ne terrà conto e darà soddisfazione ai suoi elettori, sposando le tesi di Vittorio Feltri.
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Oggi, però, non è possibile tacere davanti alla celebrazione che dell’8 settembre è stata fatta da Napolitano e altri (persino da Alemanno !!!).
Forse i celebranti, nella loro foga di ricamare una storia resistenziale scritta per i posteri, si sono lasciati prendere la mano e non hanno ponderato con la necessaria freddezza che cosa rappresenti l’8 settembre.
Indipendentemente e indifferentemente da come la si pensa sul Fascismo, sul Duce, sulla seconda guerra mondiale e persino sull’apporto che i resistenzialisti avrebbero dato alla vittoria degli angloamericani, celebrare l’8 settembre significa dare lustro ad un episodio vergognoso che è sinonimo di tradimento verso un alleato.
L’8 settembre noi italiani ce lo siamo portati addosso come un fardello sino alle missioni in Afghanistan e in Iraq, dove, nonostante le perdite subite, abbiamo, finalmente, tenuto duro e non abbiamo operato lo “switch” di alleanze che ci ha fatto tristemente conoscere al mondo come inaffidabili, infidi e traditori.
L’8 settembre questo è e se Napolitano e altri pensano di collocarlo tra le radici della loro venerata resistenza, non credo rendano un buon servizio alla loro parte politica ed alla agiografia resistenzialista.
E a pochi giorni dall’inizio delle scuole è anche altamente diseducativo, anche da un punto di vista civico, celebrare un tradimento, quando, invece, ai giovani dovrebbero essere additati esempi di Onore, di Fedeltà e di Lealtà, esattamente l'opposto, cioè, di quel che rappresenta l'8 settembre.
Certo che, nei giorni in cui Fini si comporta in modo ostile a Berlusconi e contrasta con pubbliche dichiarazioni le idee di fondo che animano il sentimento del Popolo di Centro Destra, celebrare l’8 settembre, cioè celebrare un tradimento verso gli Alleati, è un po’ come impartire una assoluzione preventiva ad altri, poco edificanti, episodi della stessa natura che forse qualcuno ha in animo di porre in essere ed altri sperano che accadano.
E di questo, spero, Berlusconi ne terrà conto e darà soddisfazione ai suoi elettori, sposando le tesi di Vittorio Feltri.
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1 commento:
Napolitano ?
Mai stato comunista !
Alemanno ?
Mai stato Fascista !
Fini ?
Mai stato di Destra !
Almeno Berlusconi c' è stato. Con le Belle Donne !
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