Ma adesso riportiamo a casa i nostri ragazzi.
Ero favorevole alle missioni in Afghanistan e Iraq, nonostante i rischi.
Molto meno al Kossovo e per nulla sul Libano.
Ma l’Afghanistan e l’Iraq rappresentavano due tasselli di un progetto entusiasmante che vedeva il Mondo Occidentale riprendere l’iniziativa.
L’impegno, rischioso, in Afghanistan e Iraq voleva condurci fuori dal terrore rappresentato dai criminali islamici che avevano aggredito l’Occidente, estirpando il male, cioè bonificando quelle zone.
Tale impresa presupponeva una guida certa, determinata e coerente.
E fino alle ore 12 di Washington del 20 gennaio 2009 quella guida l’abbiamo avuta: il Presidente George W. Bush.
Oggi non è più così.
Il nuovo inquilino della Casa Bianca non è persona affidabile come stanno imparando sulla loro pelle la Repubblica Ceca e la Polonia, lasciate sole con l’abbandono del progetto dello scudo missilistico che loro avevano, con coraggio, accettato di ospitare ed ora sono lasciate sole davanti all'ira della Russia.
Perché noi Italiani dovremmo ancora accettare il rischio di perdere altri nostri Militari ?
Per consentire a quel signore di abbandonare più agevolmente la partita contro il terrorismo ?
No grazie.
Prima che sia lui a voltarci le spalle costringendoci ad un precipitoso abbandono, ritiriamo le nostre Truppe dall’Afghanistan.
Anche nel nome dei Paracadutisti oggi caduti, senza più sapere il perché e senza più un obiettivo da raggiungere o un progetto da perseguire.
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Ero favorevole alle missioni in Afghanistan e Iraq, nonostante i rischi.
Molto meno al Kossovo e per nulla sul Libano.
Ma l’Afghanistan e l’Iraq rappresentavano due tasselli di un progetto entusiasmante che vedeva il Mondo Occidentale riprendere l’iniziativa.
L’impegno, rischioso, in Afghanistan e Iraq voleva condurci fuori dal terrore rappresentato dai criminali islamici che avevano aggredito l’Occidente, estirpando il male, cioè bonificando quelle zone.
Tale impresa presupponeva una guida certa, determinata e coerente.
E fino alle ore 12 di Washington del 20 gennaio 2009 quella guida l’abbiamo avuta: il Presidente George W. Bush.
Oggi non è più così.
Il nuovo inquilino della Casa Bianca non è persona affidabile come stanno imparando sulla loro pelle la Repubblica Ceca e la Polonia, lasciate sole con l’abbandono del progetto dello scudo missilistico che loro avevano, con coraggio, accettato di ospitare ed ora sono lasciate sole davanti all'ira della Russia.
Perché noi Italiani dovremmo ancora accettare il rischio di perdere altri nostri Militari ?
Per consentire a quel signore di abbandonare più agevolmente la partita contro il terrorismo ?
No grazie.
Prima che sia lui a voltarci le spalle costringendoci ad un precipitoso abbandono, ritiriamo le nostre Truppe dall’Afghanistan.
Anche nel nome dei Paracadutisti oggi caduti, senza più sapere il perché e senza più un obiettivo da raggiungere o un progetto da perseguire.
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3 commenti:
Massimo, ci sono due modi di affrontare un problema come quello della perdita di vite umane in un conflitto. Il primo passa attraverso un'analisi impietosa e realistica dei pro e contro di un'operazione, dei suoi obiettivi, dei suoi rischi e delle sue prospettive. Il secondo si affida al senso dell'onore e della lealtà nei confronti di un'alleanza cui si aderisce. Se guardiamo ai fatti con il primo metro noi italiani dovremmo andarcene stasera dall'Afghanistan; se guardiamo col secondo andarsene sarebbe solo l'ultimo tassello di una lunga storia di inaffidabilità. Da lì alla viltà il passo è breve. Onore ai nostri caduti per la libertà e la democrazia. Ciao
Un dibattito chiarificatore ci vuole, ai punti in cui siamo e 22 morti, caduti in "missione di pace" con un paese che non può essere belligerante nemmeno per difendere se stesso (art. 11 Costituzione), è un tributo molto alto (Bush o Obama che sia il presidente).
Ma adesso è il momento del cordoglio. Onore ai nostri soldati e tanto affetto alle loro famiglie.
Nessie, Press, credo di aver esposto chiaramente la mia idea. La guerra (totale) per estirpare il terrorismo musulmano era una scelta giusta perchè aveva un progetto e una guida certa. E tale progetto scontava anche la dolorosa possibilità di ingenti perdite umane ed economiche. Chi è cambiato non siamo noi, ma l'alleato e il suo approccio. Prima che ci pugnali alle spalle come ha fatto con Polonia e Repubblica Ceca, ritiriamoci e utilizziamo le nostre ben addestrate truppe per bonificare il giardino di casa.
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