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01 ottobre 2025

Liberi di scegliere

Due elezioni regionali sono passate e ve ne saranno altre cinque in un mese circa.

Leggo molti commenti, ma non in ordine all'interessante (per noi elettori) rapporto di forza tra Fratelli d'Italia e Lega che, mi sembra ormai chiaro, si rivolgono al medesimo elettorato, con marginali differenziazioni nelle parti più identitarie.

Se guardiamo lo sviluppo, nazionale e locale, del consenso elettorale nel Centro Destra, vediamo che una percentuale tra il 35% e il 40% rappresenta ormai quell'elettorato che vota esplicitamente, continuativamente e convintamente a Destra, scegliendo Lega o Fratelli d'Italia.

Quella percentuale potrebbe incrementarsi di un paio di punti in percentuale se non si disperdessero forze (e anche validi militanti) in liste monotematiche, malpanciste o "non è abbastanza".

Quello che è interessante rilevare è che l'elettore di Destra non ha, in linea generale, una preferenza pregiudiziale verso uno dei due partiti di riferimento.

La Lega nel 2018 e 2019 ottenne un grande consenso per le politiche di Salvini e per come le realizzava da Ministro dell'Interno, consenso non scalfito dalla rottura con Conte, ma devastato dalle scelte di entrare nel governo Draghi con i cattocomunisti e quindi di votare la rielezione di Mattarella, due circostanze fortemente sgradite alla base elettorale che, infatti, ha premiato, senza far perdere un solo voto al Centro Destra, Fratelli d'Italia.

Un voto premiante che è stato quindi confermato a seguito della caratura mostrata da Giorgia Meloni nella guida del Governo e nel suo approccio alla politica estremamente professionale, nonostante alcune, specifiche scelte che per una parte, anche consistente, dell'elettorato non sono condivise.

Ma l'azione complessiva di governo rispetta quello che è l'impegno assunto e la tendenza è a procedere con una politica che segna un cambio di rotta, magari molto più lento di quanto tanti di noi gradirebbero, rispetto agli undici anni precedenti da Monti a Draghi.

Questo si rispecchia nella ulteriore crescita di Fratelli d'Italia e nella impossibilità della Lega di ritornare a percentuali a doppia cifra.

Ma questo non deve essere un motivo di problemi per il Centro Destra, anche se è comprensibile che nella Lega ci sia qualcuno che rimpiange i tempi d'oro del 2018 2019.

La Lega si è stabilizzata su una percentuale di voti superiore alla media di quella che otteneva al tempo del primo Centro Destra e quei consensi sembrano fidelizzati, nonostante la forte attrattiva di Fratelli d'Italia e in proprio della Meloni.

Al contrario questa possibilità per gli elettori di Destra di scegliere tra due opzioni ugualmente attrattive, è uno stimolo ai rispettivi leaders per evitare quelle fughe in avanti che i consiglieri fraudolenti "professionisti dell'informazione", cercano di istigare, come già fecero, purtroppo con successo, con Fini e, nelle due occasioni ricordate, con Salvini.

Se la Meloni non farà errori non tanto in certe scelte soprattutto di politica estera, quanto nel rinunciare ad essere alternativa ad ogni schieramento o proposta dei cattocomunisti, allora Fratelli d'Italia resterà il partito di riferimento della Coalizione.

Se invece la Meloni dovesse, inopinatamente, scegliere qualche inciucio con i cattocomunisti, allora noi elettori avremo l'opzione alternativa, la Lega, da utilizzare senza favorire i cattocomunisti, disperdendoci in inutili e marginali liste di protesta o nell'astensione.



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