Erano gli anni della contestazione, tutt’altro che “formidabili” come qualche trombone in eskimo insiste nell’affermare.
Erano gli anni delle violenze rosse nelle scuole, dell’antiamericanismo spinto (beh, non è cambiato molto da allora nei comportamenti incivili di una certa parte politica !), gli anni in cui il Presidente degli Stati Uniti (Nixon) non poteva venire in Italia se non dietro imponenti misure di sicurezza e spostandosi con l’elicottero.
Erano gli anni del Vietnam , dei capelli lunghi, ma erano anche gli anni di UFO (Shado) in televisione e gli anni in cui uno dei tanti sport “minori” sembrava poter conquistare un suo spazio importante.
Per ironia del destino, quello sport era il simbolo dello sport made in USA: il baseball.
Grazie alla presidenza di Bruno Beneck, il baseball si stava posizionando come “lo sport dell’estate”.
Da maggio a settembre (quando il massimo campionato di calcio era a riposo, fatta eccezione qualche partita di fine o inizio campionato e non c’era l’indigestione estiva di tornei e manifestazioni) Beneck il baseball ero “lo” sport (soprattutto tra luglio e agosto) con due partite settimanali alle 15 del sabato e della domenica.
Il pubblico cominciava ad appassionarsi.
Bologna aveva due squadre: la Fortitudo sponsorizzata Amaro Montenegro e la Bologna Nuova (poi scioltasi nella Fortitudo) sponsorizzata Unipol.
Il baseball era sport da centro sud: Nettuno e Anzio sopra tutti e la solita, opulenta Milano con il suo circondario come Bollate.
In quel panorama la Fortitudo Baseball, sponsorizzata Amaro Montenegro (della famiglia Seragnoli e Giorgio Seragnoli è il presidente della Fortitudo Basket Campione d’Italia … ) portò a Bologna il suo primo scudetto, battendo l’Europhon Milano allenata da Gigi Cameroni e guidata sul campo da Carlo Passerotto.
Ma “Toro” Rinaldi e Gianni Lercker e il “prof” Umberto Calzolari, Alfredo Meli e Angelo Baldi e Stefano Malaguti riuscirono nell’impresa di consegnare il primo scudetto a Bologna: ancora una volta posso dire “io c’era”.
Da quel 1969 sono passati 36 anni e tanti campioni sotto le Due Torri e con i protagonisti del primo scudetto mi piace ricordare per tutti altri due simboli del baseball bolognese: Vic Luciani (interbase, seconda base e allenatore) e Ricki Matteucci, 1000 e più partite in bianco blu, ritiratosi nel 2003 a 47 anni dopo il sesto scudetto.
La speranza del baseball si è intanto infranta in gestioni poco lungimiranti della Federazione e le promesse di allora non sono state mantenute.
Ma il baseball rimane uno degli sport più belli, da praticare e da guardare.
La Fortitudo ha conquistato altri scudetti: 1972, 1974, 1978, 1984 e coppe dei campioni 1973 e 1985.
Poi un lungo periodo di appannamento fino al 2003 (anno del sesto scudetto) e a questo 2005 d’oro per la società sportiva Fortitudo, vincente nella pallacanestro a giugno e nel baseball a ottobre, dopo una serie combattutissima di finale contro il San Marino.
4-3 (come lo storico Italia-Germania del 1970) contro un avversario che non ha mollato mai.
E in bacheca il settimo scudetto, per una accoppiata Fortitudo, resa amara solo dalla retrocessione del Bologna calcio .
Approfittando dello strumento internet e blog, lascio quindi questo mio ricordo di uno sport che ho avuto la fortuna di praticare e che continua ad appassionarmi, per me secondo solo al calcio.
Erano gli anni delle violenze rosse nelle scuole, dell’antiamericanismo spinto (beh, non è cambiato molto da allora nei comportamenti incivili di una certa parte politica !), gli anni in cui il Presidente degli Stati Uniti (Nixon) non poteva venire in Italia se non dietro imponenti misure di sicurezza e spostandosi con l’elicottero.
Erano gli anni del Vietnam , dei capelli lunghi, ma erano anche gli anni di UFO (Shado) in televisione e gli anni in cui uno dei tanti sport “minori” sembrava poter conquistare un suo spazio importante.
Per ironia del destino, quello sport era il simbolo dello sport made in USA: il baseball.
Grazie alla presidenza di Bruno Beneck, il baseball si stava posizionando come “lo sport dell’estate”.
Da maggio a settembre (quando il massimo campionato di calcio era a riposo, fatta eccezione qualche partita di fine o inizio campionato e non c’era l’indigestione estiva di tornei e manifestazioni) Beneck il baseball ero “lo” sport (soprattutto tra luglio e agosto) con due partite settimanali alle 15 del sabato e della domenica.
Il pubblico cominciava ad appassionarsi.
Bologna aveva due squadre: la Fortitudo sponsorizzata Amaro Montenegro e la Bologna Nuova (poi scioltasi nella Fortitudo) sponsorizzata Unipol.
Il baseball era sport da centro sud: Nettuno e Anzio sopra tutti e la solita, opulenta Milano con il suo circondario come Bollate.
In quel panorama la Fortitudo Baseball, sponsorizzata Amaro Montenegro (della famiglia Seragnoli e Giorgio Seragnoli è il presidente della Fortitudo Basket Campione d’Italia … ) portò a Bologna il suo primo scudetto, battendo l’Europhon Milano allenata da Gigi Cameroni e guidata sul campo da Carlo Passerotto.
Ma “Toro” Rinaldi e Gianni Lercker e il “prof” Umberto Calzolari, Alfredo Meli e Angelo Baldi e Stefano Malaguti riuscirono nell’impresa di consegnare il primo scudetto a Bologna: ancora una volta posso dire “io c’era”.
Da quel 1969 sono passati 36 anni e tanti campioni sotto le Due Torri e con i protagonisti del primo scudetto mi piace ricordare per tutti altri due simboli del baseball bolognese: Vic Luciani (interbase, seconda base e allenatore) e Ricki Matteucci, 1000 e più partite in bianco blu, ritiratosi nel 2003 a 47 anni dopo il sesto scudetto.
La speranza del baseball si è intanto infranta in gestioni poco lungimiranti della Federazione e le promesse di allora non sono state mantenute.
Ma il baseball rimane uno degli sport più belli, da praticare e da guardare.
La Fortitudo ha conquistato altri scudetti: 1972, 1974, 1978, 1984 e coppe dei campioni 1973 e 1985.
Poi un lungo periodo di appannamento fino al 2003 (anno del sesto scudetto) e a questo 2005 d’oro per la società sportiva Fortitudo, vincente nella pallacanestro a giugno e nel baseball a ottobre, dopo una serie combattutissima di finale contro il San Marino.
4-3 (come lo storico Italia-Germania del 1970) contro un avversario che non ha mollato mai.
E in bacheca il settimo scudetto, per una accoppiata Fortitudo, resa amara solo dalla retrocessione del Bologna calcio .
Approfittando dello strumento internet e blog, lascio quindi questo mio ricordo di uno sport che ho avuto la fortuna di praticare e che continua ad appassionarmi, per me secondo solo al calcio.
Si archivia così un anno storico per la società sportiva Fortitudo Bologna: un 2005 da incorniciare e da non lasciare isolato …
4 commenti:
Mi è capitato di vedere una sola partita di baseball dal vivo, è stato sul finire degli anni 70 o forse nei primi anni 80, proprio nella Bollate da te citata.
Buon fine settimana
Temo che non ti abbia lasciato una buona impressione.
Il baseball è sport con moltissime regole e sono convinto che per appassionarsi al gioco, che ai profani può sembrare avere lunghe pause, sia necessario averlo anche praticato.
Mi è capitato spesso di convincere amici a venire al Falchi e, per quanto cercassi di spiegare le varie fasi di gioco, vederli delusi, nonostante certi momenti altamente spettacolari.
Buon fine settima anche a te Otimaster !
Hai dimenticato un'altra delle patrie provinciali del baseball in Italia, Grosseto; lì ebbi modo di apprezzarlo.
Oggi non mi perdo le World Series e le partite più importanti Usa, soprattutto se commentate da Elio e Faso.
Possiedo una mazza "custom made" (col mio nome,)e una palla delle World Series 1994; non ho mai giocato, ma da appassionato di begli sport "minori", conosco le regole e me lo godo lo stesso.
Regole complicate? Hai mai provato a seguire una partita di quella specie di variante del baseball chiamata cricket?
ciao, Abr
Complimenti ! Sei tra i pochi che pur non avendolo praticato apprezzano il baseball.
No, non mi sono mai interessato al cricket.
Sì, hai ragione, mi sono dimenticato di Grosseto, squadra portata in serie "A" negli anni settanta (era il CUS Grosseto) da uno strepitoso Vic Luciani (poi venne a Bologna).
E' la "maledizione" degli sport minori e la "benedizione" delle città escluse dal grande circuito calcistico, avere squadre competitive in questi sport.
"Maledizione" perchè finchè il nucleo degli appassionati si riduce ad una ristretta cerchia, lo sport non emergerà mai.
"Benedizione" perchè in questo modo anche città che non possono essere competitive nello sport nazionale, hanno comunque la possibilità di fregiarsi di un titolo nazionale.
Nel baseball ci provarono a stimolare la presenza delle grandi società, ma sia a Torino che a Roma non ebbero successo.
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