Chi si sveglia presto al mattino può ascoltare su radio uno, prima del gr delle 6, una trasmissione di servizio dedicata agli immigrati.
Di servizio ?
Dedicata agli immigrati ?
Di servizio è solo una minima parte, un decimo del programma, dove si forniscono risposte a quesiti sui permessi di soggiorno.
Il resto è un battage pubblicitario centrato sulle varie iniziative assunte (inevitabilmente dai “buoni”) per gli immigrati.
Stamattina hanno raggiunto il top con interviste (possibile che non vi sia stata neppure una voce fuori dal coro?) a Piazza Castello, Torino.
Un gruppo di persone si affannavano a ripetere che l’ostilità verso gli immigrati deriva dalla “paura del diverso”.
Così questi improvvisati psicologi (ma anche quelli professionisti non scherzano, vista la quantità industriale di criminali che dichiarano “guariti” e lasciano uscire dalla patrie galere !) ignorando ogni altra ipotesi assolvono l’immigrato e imputano ai loro concittadini colpe (presunte e comunque esistenti solo nella loro contorta mentalità) in merito alle difficoltà di integrazione.
Analogamente nei TG di ieri sera, si parlava di una scuola a Roma frequentata al 70% da immigrati, con classi anche al 100% di immigrati, dove una martire dell’insegnamento, spiegava come, pur essendo una scuola media, stavano ad insegnare l’italiano ai giovani stranieri.
Solo per inciso e nel finale del servizio ammetteva che, sì, rallentava la didattica …
E poi interviste ai genitori degli alunni italiani.
Uno, onestamente, si diceva dispiaciuto, ma avrebbe fatto cambiare scuola al figlio, perché lì perdeva solo tempo.
L’altro, che anche fisiognomicamente è il prototipo del votante per miss Ulivo (pizzetto che una volta si sarebbe detto “alla Balbo” ma che oggi è tipico degli acquirenti di repubblica, parlantina sciolta da tribuno della plebe, concetti buonisti da perfetto sinistro snob) che invece affermava che l’integrazione era cultura (?) e che avrebbe lasciato il figlio in quella scuola.
Il figlio lo ringrazierà in futuro: ignorante, ma integrato.
Conclusione ?
Se vogliono venire in Italia devono imparare e adattarsi ai nostri costumi, alle nostre leggi alla nostra lingua.
I nostri ragazzi non possono essere rallentati nell’apprendimento da alunni che neppure conoscono i rudimenti della lingua italiana.
La soluzione di buon senso e meravigliosamente politicamente scorretta, è in classi differenziate.
Se arrivano ragazzi extracomunitari di 10-14 anni che non conoscono l’italiano, non possono essere messi in classi con alunni italiani che a quell’età devono proseguire l’apprendimento e non segnare il passo perché altri devono ricominciare dall’abbecedario.
Questa non è paura del diverso, è amore per la propria Patria, per la propria Tradizione, per la propria Storia.
Di servizio ?
Dedicata agli immigrati ?
Di servizio è solo una minima parte, un decimo del programma, dove si forniscono risposte a quesiti sui permessi di soggiorno.
Il resto è un battage pubblicitario centrato sulle varie iniziative assunte (inevitabilmente dai “buoni”) per gli immigrati.
Stamattina hanno raggiunto il top con interviste (possibile che non vi sia stata neppure una voce fuori dal coro?) a Piazza Castello, Torino.
Un gruppo di persone si affannavano a ripetere che l’ostilità verso gli immigrati deriva dalla “paura del diverso”.
Così questi improvvisati psicologi (ma anche quelli professionisti non scherzano, vista la quantità industriale di criminali che dichiarano “guariti” e lasciano uscire dalla patrie galere !) ignorando ogni altra ipotesi assolvono l’immigrato e imputano ai loro concittadini colpe (presunte e comunque esistenti solo nella loro contorta mentalità) in merito alle difficoltà di integrazione.
Analogamente nei TG di ieri sera, si parlava di una scuola a Roma frequentata al 70% da immigrati, con classi anche al 100% di immigrati, dove una martire dell’insegnamento, spiegava come, pur essendo una scuola media, stavano ad insegnare l’italiano ai giovani stranieri.
Solo per inciso e nel finale del servizio ammetteva che, sì, rallentava la didattica …
E poi interviste ai genitori degli alunni italiani.
Uno, onestamente, si diceva dispiaciuto, ma avrebbe fatto cambiare scuola al figlio, perché lì perdeva solo tempo.
L’altro, che anche fisiognomicamente è il prototipo del votante per miss Ulivo (pizzetto che una volta si sarebbe detto “alla Balbo” ma che oggi è tipico degli acquirenti di repubblica, parlantina sciolta da tribuno della plebe, concetti buonisti da perfetto sinistro snob) che invece affermava che l’integrazione era cultura (?) e che avrebbe lasciato il figlio in quella scuola.
Il figlio lo ringrazierà in futuro: ignorante, ma integrato.
Conclusione ?
Se vogliono venire in Italia devono imparare e adattarsi ai nostri costumi, alle nostre leggi alla nostra lingua.
I nostri ragazzi non possono essere rallentati nell’apprendimento da alunni che neppure conoscono i rudimenti della lingua italiana.
La soluzione di buon senso e meravigliosamente politicamente scorretta, è in classi differenziate.
Se arrivano ragazzi extracomunitari di 10-14 anni che non conoscono l’italiano, non possono essere messi in classi con alunni italiani che a quell’età devono proseguire l’apprendimento e non segnare il passo perché altri devono ricominciare dall’abbecedario.
Questa non è paura del diverso, è amore per la propria Patria, per la propria Tradizione, per la propria Storia.
Non esiste che, per rispettare la cultura altrui, si penalizzi la nostra.
@
5 commenti:
E' sempre la solita storia.
Non sono gli stranieri ad essere forti, sono alcuni di noi ad essere deboli.
Finiremo come i boeri in sud africa: per colpa di qualche bianco stupido, il sud africa, dopo essere stato creato e coltivato e arricchito dai boeri è stato consegnato agli zulù che lo stanno riducendo come un qualsiasi altro stato africano.
Anche la vicenda storica dei Boeri, del Sud Africa e dell'artheid sarà oggetto di post ... politicamente scorretto ;-)
è fuorviante un po' tutto, nella nostra radio-tv
un saluto, watergate
E' la prima volta che che entro nel tuo blog con le casse accese : )), il post non è political scorret lo sarebbe se lo scrivessi io e dicessi quello che veramente penso.
Ciao.
Il domani appartiene a noi ... gentile omaggio de Lo Pseudosauro :-)
Il post sul Sud Africa non lo hai ancora letto ... ;-)
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