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No alla deriva

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06 luglio 2007

Uniti a Destra

La notizia risale all’inizio settimana, ma ho preferito attendere a commentarla, per poter leggere le reazioni sulla stampa e, anche, per lasciare questo post come ultimo nel fine settimana e presumibilmente per qualche altro giorno visto che il sottoscritto con lunedì inizierà un breve periodo di vacanza che lo porterà solo saltuariamente davanti a questo computer.
La notizia è: Storace lascia AN per cercare di fare a Destra quel che solo a Berlusconi è riuscito per l’intera area del Centro Destra.
Sì, perchè la fuoriuscita di Storace ha un senso solo se ha come prospettiva l’unificazione di tutte le formazioni politiche della Destra Radicale, eredi dell’M.S.I. di Giorgio Almirante e accreditate, se unite, di un 5/6 % che non rappresenta altro che lo “zoccolo duro” di quell’M.S.I.
Ricordo che in occasione delle ultime politiche la Destra Radicale era divisa in due partiti che ottennero rispettivamente lo 0,67% (Alternativa Sociale con Mussolini per Azione Sociale, Fiore per Forza Nuova e Tilgher per il Fronte Sociale Nazionale) e lo 0,61% (Romagnoli con la Fiamma Tricolore), per un totale dell’1,28% che rappresenterebbe il quinto partito della Coalizione di Centro Destra con una forza elettorale pari all’Udeur che esprime il ministro della giustizia.
Se aggiungessimo l’elettorato di Storace e, magari, di qualche altro esponente di A.N. che non sente più quel partito come il “suo” partito (e sono convinto che ve ne siano tanti !) l’obiettivo indicato dai sondaggisti non sarebbe poi così utopico.
Ma il presupposto è che vi sia un passo indietro di tutti per far fare un passo avanti all’Idea.
E su questo posso esprimere qualche dubbio.
Il difetto principale di noi di Destrache per altri aspetti è anche la nostra forza – è che abbiamo uno spiccato senso individualista, convinti come siamo di poter, con la sola forza delle nostre idee, fare a meno di chi ci costringerebbe a rinunciare agli aspetti più identitari di essa.
Ma come c’è stata una “prima volta” per il Centro Destra che Berlusconi è riuscito a coalizzare, così ci sarà, prima o poi, una “prima volta” anche per la Destra.
E sarà un evento fausto per tutto il Centro Destra che potrà così contare su una gamba sociale, rappresentativa di istanze nazionali e fortemente identitarie, con una sua autonoma forza elettorale tale da renderla imprescindibile in ogni circostanza e con qualsiasi sistema elettorale.
E’ evidente, con buona pace dei referendari che vagheggiano una soluzione maggioritaria all’inglese (più che alla francese che ci porterebbe l’esiziale doppio turno) che la legge elettorale in Italia dovrà contemperare una duplice funzione.
Da un lato assicurare stabilità governativa, con un premio che non potrà che essere di coalizione.
Dall’altro consentire la rappresentanza anche ai partiti maggiormente identitari.
Magari con un filtro dato da un quorum un po’ più consistente di quello attuale e che costringerebbe i simili ad unirsi.
In ogni caso, per vincere, la Coalizione di Centro Destra non potrà fare a meno di quel 5/6 % della Destra Sociale e Nazionale.
Lo scenario, quindi, che più volte ho dipinto è dietro l’angolo.
Due coalizionil’una contro l’altra armata” all’interno delle quali attorno ad un nucleo d’attrazione (che potrà essere il partito sedicente democratico a sinistra e il Partito della Libertà nel Centro Destra) orbitino partiti minori, con caratteristiche fortemente identitarie (una “cosa rossa” a sinistra, un partito leghista, uno cattolico e una Destra Sociale e Nazionale nel Centro Destra).
Un quadro che potrebbe essere travolto solo da una grande coalizione tra i due grossi partiti, con il rischio di un immobilismo prolungato (perchè non si vede cosa possano avere in comune) e con un progressivo rafforzamento delle ali identitarie che raccoglierebbero i frutti di una opposizione ad una nuova melassa democristiana.
Vi è un’altra alternativa che, personalmente, mi attrae, anche se non la vedo concretamente realizzabile.
E’ quella dipinta da Marcello Veneziani su Libero del 4 luglio: “fare un gran partito-metropoli con i suoi quartieri, dai parioli alla sgarbatella. Ovvero un iperpartito dove c'è dentro tutto e ognuno si conquista la sua fetta. Come a sinistra il Partito democratico. Ma con un leader riconosciuto da tutti, un popolo di elettori omogeneo e un filo conduttore chiaro su temi alti e concreti: più sicurezza e meno fisco, difesa della famiglia e della tradizione civile e religiosa, identità e patriottismo di civiltà. Il primo c'è ma non è eterno; il secondo tutto sommato c'è ed è più avanti dei singoli partiti; il terzo scarseggia, perché scarseggia un progetto politico. ... Se fossi Fini e se fossi Storace non cercherei di far la guerra per tenermi An o per fondare un nuovo partito; ma affretterei la nascita di un Grande Contenitore. Dove tutti restano se stessi e nessuno pretende di accoppare l'altro” .
Un bel sogno ed è un sogno “americano”, perchè rappresenta quel che sono il partito Democratico e quello Repubblicano: grandi contenitori di area, dove ognuno è se stesso e accetta il prossimo, vicino.
Nel frattempo non facciamo mancare a Francesco Storace l’appoggio perchè riesca in quell’azione di aggregazione che unisca i tanti, valorosi rivoli della Destra, saldamente alleata a tutto il Centro Destra guidato da Silvio Berlusconi.

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11 commenti:

Anonimo ha detto...

Commento lucido, come sempre, anche se sento un po' di timore non troppo nascosto! Forse siamo alla resa dei conti: chi adesso vuole davvero la Destra nel centrocentrocentrocentro-"destra" attuale non potra' che schierarsi. Sogno una leader donna che guidi questo processo di ritorno all'ideale. E' forse troppo?

Massimo ha detto...

Che tempestività, stavo per spegnere quando ho visto il messaggio ! :-)
Timore ? Sì, che la diffidenza tra i leaders rallenti un processo che ritengo necessario.
Un leader donna ? Non è strettamente necessario, basta che sia una persona di carattere, coerente e che sappia rappresentare le istanze del Popolo di Destra. Poi che sia donna o uomo è per me ininfluente.

Abr ha detto...

Auguri a Storace se farà come dici invece di creare l'ennesimo -ino (i rischi ci sono, li enunci molto lucidamente), per un percorso che comprendo ma che come sai non condivido.

Sono invece totalmente favorevole al tuo ultimo auspicio, quello del partito delle Libertà come "contenitore", apparato elettorale all'amerikana, dove le varie anime identitarie si confrontano anche aspramente, alla fine si pesano e fanno emergere una candidatura di sintesi.
Sintesi come "tradeoff" costruttivo e non un compromesso votato all'immobilismo per non disturbare equilibri, tipo quello prodiano o anche certe fasi (seconda metà legislatura) di quello del Cav.
ciao, Abr

Lo PseudoSauro ha detto...

L'auspicio di Veneziani non e' realizzabile semplicemente perche' l'individualismo italiano non ha nulla a che vedere con l'autocoscienza individuale anglosassone, che pure in USA sta cominciando a scemare in favore di una contrapposizione tra blocchi omogenei. Mi piacerebbe, ma non si puo'. Del resto la ricerca delle radici identitarie su piu' livelli interessa tutto il mondo globalizzato ed e' la naturale risposta all'omogeneizzazione dei mercati. In un tale contesto, per pesare, ci vogliono solide relazioni tra i partiti identitari nazionali ed autonomisti, altrimenti le internazionali laiche e quelle religiose non avranno alcun contraltare conservatore. Naturalmente per una Destra di tal fatta la Sovranita' dovrebbe stare avanti a tutto il resto, quindi si attende un chiarimento sulla questione UE che e', e sara', sempre socialista a dispetto di chi s'illude di pensare che cambiando la leadership dei governi membri possa cambiare anche l'indirizzo politico del superstato. Se il nuovo partito porra' chiaramente la riduzione della UE ad un semplice mercato economico senza potere politico, allora lo votero', altrimenti no. Una cosa e' l'indispensabile coordinamento tra i partiti identitari ed un'altra l'adesione all'internazionalismo liberale o socialista: si tratta di una questione dirimente per la costituzione di una Destra seria. In mancanza di una posizione chiara su questo punto ci troveremmo di fronte all'ennesima "cosa" indefinibile.

Nessie ha detto...

Ho provato a postare un commento, ma mi si è sconnesso. Riprovo.
Storace ha ragione quando dice che non abbiamo bisogno dell'ennesimo partitino di centro.
Fini aveva già dato segni di rammollimento ai tempi del referendum sulla fecondazione assistita del 13 giugno 2005.
Credo che per fare una vera destra ci vogliano dei "criteri" e dei "capisaldi" relativi al partito conservatore, a che cos'è e come dev'essere realmente.

Anonimo ha detto...

la politica italiana è composta solo di parole,di commenti ma fatti 0.
Storace è uno dei tanti parolai, al pari di FIni Capezzone ecc...
Si farà il partitello non certo per interesse dell'italia ma solo per coltivare la sua cricca di cortigiani pronti a votarlo.
I politici italiani sono condannati irrimedibilmente.
Sono solo parole e nessuna prospettiva.
anche la destra rimane solo un sogno, vecchio 60 anni...

Massimo ha detto...

Abr. Non è un mistero che io concepisca una geografia politica nella quale esista una "Grande Destra" onnicomprensiva come la descrive Veneziani. Ma la politica è anche l'arte del possibile e, inquesto momento, non vedo possibile tale soluzione, quindi mi accontenterei di una Destra nazionalista e identitaria che sia parte fondamentale del Centro Destra di Berlusconi.

Sauro. Storace ci prova. Ci può riuscire se accogliamo il suo tentativo senza pregiudizi e con la necessaria flessibilità. Sull'europa la pensiamo allo stesso modo :-)

Nessie. Ognuno di noi ha la sua formula e la tua mi è molto congeniale. Però una operazione aggregante può partire solo con l'innesco di qualcuno conosciuto, come Storace ...

Metafisico. Qualcuno che faccia politica conservando Ideali e Onore ci sarà pure ... :-)

Anonimo ha detto...

Mah! Certo sarebbe un bene riuscire ad arrivare ad una Destra forte. Tra l'altro per me non dovrebbe esistere il "centro"-destra come il "centro"-sinistra. Non dovrebbe esistere il centro, o si sta di qua o di là e poche chiacchiere, pochi sofismi e tradimenti.

Buone vacanze Massimo! :-)

Anonimo ha detto...

Sono scettica Massimo.

La tua attenta analisi è accattivante ma, pur ben conoscendo la determinazione di Storace, le perplessità restano.

Il progetto è troppo ambizioso in un'era politica dove l'obbiettivo, non solo italiano, è il bipolarismo.
In un simile scenario dove si collocherà la formazione di Epurator? Sempre a Destra, ovvio.

Insomma temo un buco nell'acqua, anche se la speranza che egli realizzi le sue aspettative, come quelle di molti, non è spenta.

kalmha ha detto...

Please, basta alimentare il mercato delle vacche della partitocrazia!
Non si puo', se si ha davvero a cuore la democrazia e un minimo di ideale liberale, imporre al povero cittadino, giaa' oltremodo vessato da un sistema che ogni hanno gli sottrae milioni e milioni di euro di piu' per finanziare partiti che, con velleita' aggregatrici, causano continue scissioni dell'atomo, a carico del contribuente e aggravano una condizione cronica di democrazia bloccata per la quale bisognerebbe cercare una soluzione unendosi e non polarizzandosi a ogni pie' sospinto, parlare di nuove unioni.
Da destra a sinistra chiunque oggi esca da una compagine dicendo di volerne creare una a sua immagine e somiglianza merita solo le pernacchie degli onesti ed esasperati italiani!!!

Scusa lo sfogo e buone vacanze, Massimo! -DD

Perla

Massimo ha detto...

Monica, Perla, probabilmente non sono stato chiaro.
Io sono per una Grande Destra che, come scrive anche Veneziani, abbia al suo interno tutto lo spettro del Centro Destra attualmente Coalizione Casa delle Libertà.
Se questo risultasse problematico, credo che la Destra, quella vera, non quella di Fini !, debba dotarsi di un suo partito di riferimento, ecco che l'operazione di Storace, per quanto problematica, deve essere positivamente interpretato.

Infine, come carattere generale, se anche io preferirei un sistema a due partiti, la qualità della democrazia non si misura dal numero dei partiti, per cui con due è comunque buona e con 50 è comunque pessima. Dipende dalla qualità degli uomini. E se ci fossero due partiti con leaders Veltroni e Fini, allora preferirei una democrazia a 50 partiti ... ;-)

A presto (più o meno ... :-).