La notizia era nell’aria.
Il colpo da maestro della costituzione del Partito del Popolo della Libertà che ha riproposto (ma aveva mai perso quel ruolo ?) il Presidente Berlusconi al centro della politica italiana e con un Bertinotti che lo definisce “l’alfa e l’omega” della nostra politica, ha dato il via alla nuova aggressione, come ormai accade da 14 anni, contro l’Uomo che non si è piegato al politicamente corretto ed al teatrino dei pupi.
Se aggiungiamo il fallimento totale nell’azione del governo Prodi, capace solo di tassare e di impoverire gli italiani, si può capire come ad una situazione disperata si risponda con una mossa da disperati.
Il Presidente Berlusconi rappresenta la guida e il simbolo per chi combatte per la libertà di pensiero e di stampa in Italia, contro le consorterie dei gruppi di interessi che, poi, hanno un unico interesse: sottrarre denaro dalle nostre tasca per ridistribuirselo tra loro.
Anche recentemente, alla presentazione dell’ultimo libro di Vespa, ha espresso una tesi assolutamente contro corrente citando nuovamente un tabù italiano: il Duce, Benito Mussolini.
E quando durante una campagna elettorale nella primavera scorsa, a sostegno di un candidato sindaco poi eletto, ha parlato degli omosessuali dicendo “quelli stanno tutti dall’altra parte” ?
E il rapporto personale costruito con i principali leaders del mondo ?
Rapporto che uno come Prodi neanche può immaginare.
L’Uomo che non si è piegato ai teoremi delle toghe rosse è lo stesso Uomo che ha demolito, a colpi di ascolti, un moloch che sembrava inattaccabile: la televisione di stato.
Nel 1994, quando i partiti dell’allora pentapartito venivano dispersi dall’offensiva giudiziaria, anche a causa della debolezza morale e caratteriale dei loro funzionari, quando sembrava che l’Italia dovesse cadere preda dei comunisti della “gioiosa macchina da guerra” di Ochetto, il Presidente Berlusconi si inventò Forza Italia, recuperò alla dialettica politica i voti fino ad allora congelati dell’MSI e combinò una prima alleanza con l’emergente Lega Nord di Bossi.
Durò poco, ma la sinistra non resse ai problemi, esattamente come non sta reggendo ora.
Il Presidente Berlusconi seppe riorganizzarsi e vinse alla grande le elezioni del 2001.
Cinque anni trainando la carretta, cer5cando di trovare una sintesi tra le varie spinte corporative.
Questo fu un errore, per troppa condiscendenza nei confronti dei suoi beneficiati (Fini e Casini).
Fu un quinquennio durissimo, caratterizzato dall’aggressione musulmana con la dichiarazione di guerra dell’11 settembre.
Il Presidente Berlusconi seppe però scegliere l’Occidente, l’America e Bush e rimanere fermo su quella scelta, spesso difficile, alcune volte dolorosa.
Fu però un quinquennio di riforme: lavoro, pensioni, fisco, riduzione delle tasse, federalismo, giustizia, scuola, università, televisione, immigrazione.
Riforme che avevano posto le basi per una Italia forte proiettata nel futuro.
Alle elezioni era annunciata la vittoria a valanga della sinistra, invece, grazie solo ed esclusivamente alla sua caparbietà (certo non alla brillante assenza dei Fini e dei Casini protesi a sognare la sua eredità politica) sfiorò la vittoria, una vittoria che sembra sempre più stata scippata da uno scrutinio pieno di dubbi.
E il fare acquiescenza a quel risultato senza chiamarci in piazza fu un suo errore, ancora una volta per eccesso (colposo) di liberalismo.
Da subito emerse l’assoluta inettitudine della sinistra ad affrontare le sfide del mondo moderno, avendo Prodi solo una risposta: le tasse.
Ed avendo la sinistra solo un obiettivo: conservare la poltrona.
La sinistra è quindi frantumata ed ha davanti a se la sconfitta, qualunque sia il sistema elettorale.
Ha un solo modo per evitarla: eliminare il Presidente Berlusconi, sogno ricercato ma proibito per 14 anni.
Solo liquidando il Presidente Berlusconi la sinistra (o parte di essa) può sperare di mantenere le tanto agognate poltrone con le conseguenti elargizioni alle varie clientele verso le quali dirottare i denari sottratti ai singoli cittadini con le tasse.
Tanto più che appare del tutto evidente come un Centro Destra senza il Presidente Berlusconi sarebbe una coalizione divisa e priva di una figura che sappia aggregare un consistente numero di consensi (personalmente, ribadisco, non voterei alcuna coalizione guidata da Fini o Casini, piuttosto mi asterrei, non avendo alcuna fiducia in costoro).
Allora non vale la pena schierarsi, senza “se” e senza “ma” dalla parte del Presidente Berlusconi e, all’occorrenza, scendere anche in piazza per difendere il suo diritto a fare liberamente politica, che è poi il nostro diritto ad essere rappresentati da uno Statista e non da un funzionario di partito ?
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Il colpo da maestro della costituzione del Partito del Popolo della Libertà che ha riproposto (ma aveva mai perso quel ruolo ?) il Presidente Berlusconi al centro della politica italiana e con un Bertinotti che lo definisce “l’alfa e l’omega” della nostra politica, ha dato il via alla nuova aggressione, come ormai accade da 14 anni, contro l’Uomo che non si è piegato al politicamente corretto ed al teatrino dei pupi.
Se aggiungiamo il fallimento totale nell’azione del governo Prodi, capace solo di tassare e di impoverire gli italiani, si può capire come ad una situazione disperata si risponda con una mossa da disperati.
Il Presidente Berlusconi rappresenta la guida e il simbolo per chi combatte per la libertà di pensiero e di stampa in Italia, contro le consorterie dei gruppi di interessi che, poi, hanno un unico interesse: sottrarre denaro dalle nostre tasca per ridistribuirselo tra loro.
Anche recentemente, alla presentazione dell’ultimo libro di Vespa, ha espresso una tesi assolutamente contro corrente citando nuovamente un tabù italiano: il Duce, Benito Mussolini.
E quando durante una campagna elettorale nella primavera scorsa, a sostegno di un candidato sindaco poi eletto, ha parlato degli omosessuali dicendo “quelli stanno tutti dall’altra parte” ?
E il rapporto personale costruito con i principali leaders del mondo ?
Rapporto che uno come Prodi neanche può immaginare.
L’Uomo che non si è piegato ai teoremi delle toghe rosse è lo stesso Uomo che ha demolito, a colpi di ascolti, un moloch che sembrava inattaccabile: la televisione di stato.
Nel 1994, quando i partiti dell’allora pentapartito venivano dispersi dall’offensiva giudiziaria, anche a causa della debolezza morale e caratteriale dei loro funzionari, quando sembrava che l’Italia dovesse cadere preda dei comunisti della “gioiosa macchina da guerra” di Ochetto, il Presidente Berlusconi si inventò Forza Italia, recuperò alla dialettica politica i voti fino ad allora congelati dell’MSI e combinò una prima alleanza con l’emergente Lega Nord di Bossi.
Durò poco, ma la sinistra non resse ai problemi, esattamente come non sta reggendo ora.
Il Presidente Berlusconi seppe riorganizzarsi e vinse alla grande le elezioni del 2001.
Cinque anni trainando la carretta, cer5cando di trovare una sintesi tra le varie spinte corporative.
Questo fu un errore, per troppa condiscendenza nei confronti dei suoi beneficiati (Fini e Casini).
Fu un quinquennio durissimo, caratterizzato dall’aggressione musulmana con la dichiarazione di guerra dell’11 settembre.
Il Presidente Berlusconi seppe però scegliere l’Occidente, l’America e Bush e rimanere fermo su quella scelta, spesso difficile, alcune volte dolorosa.
Fu però un quinquennio di riforme: lavoro, pensioni, fisco, riduzione delle tasse, federalismo, giustizia, scuola, università, televisione, immigrazione.
Riforme che avevano posto le basi per una Italia forte proiettata nel futuro.
Alle elezioni era annunciata la vittoria a valanga della sinistra, invece, grazie solo ed esclusivamente alla sua caparbietà (certo non alla brillante assenza dei Fini e dei Casini protesi a sognare la sua eredità politica) sfiorò la vittoria, una vittoria che sembra sempre più stata scippata da uno scrutinio pieno di dubbi.
E il fare acquiescenza a quel risultato senza chiamarci in piazza fu un suo errore, ancora una volta per eccesso (colposo) di liberalismo.
Da subito emerse l’assoluta inettitudine della sinistra ad affrontare le sfide del mondo moderno, avendo Prodi solo una risposta: le tasse.
Ed avendo la sinistra solo un obiettivo: conservare la poltrona.
La sinistra è quindi frantumata ed ha davanti a se la sconfitta, qualunque sia il sistema elettorale.
Ha un solo modo per evitarla: eliminare il Presidente Berlusconi, sogno ricercato ma proibito per 14 anni.
Solo liquidando il Presidente Berlusconi la sinistra (o parte di essa) può sperare di mantenere le tanto agognate poltrone con le conseguenti elargizioni alle varie clientele verso le quali dirottare i denari sottratti ai singoli cittadini con le tasse.
Tanto più che appare del tutto evidente come un Centro Destra senza il Presidente Berlusconi sarebbe una coalizione divisa e priva di una figura che sappia aggregare un consistente numero di consensi (personalmente, ribadisco, non voterei alcuna coalizione guidata da Fini o Casini, piuttosto mi asterrei, non avendo alcuna fiducia in costoro).
Allora non vale la pena schierarsi, senza “se” e senza “ma” dalla parte del Presidente Berlusconi e, all’occorrenza, scendere anche in piazza per difendere il suo diritto a fare liberamente politica, che è poi il nostro diritto ad essere rappresentati da uno Statista e non da un funzionario di partito ?
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7 commenti:
Max, hai scritto: "Solo liquidando il Presidente Berlusconi la sinistra (o parte di essa) può sperare di mantenere le tanto agognate poltrone con le conseguenti elargizioni alle varie clientele verso le quali dirottare i denari sottratti ai singoli cittadini con le tasse."
Infatti è di oggi la notizia di La Repubblica che Berlusconi sarebbe nuovamente indagato per corruzione. Dì la verità, ti forniscono le notizie direttamente dalla magistratura o da Repubblica ;)
Il più grande merito di Berlusconi è stato quello di rivalutare il concetto di "Proprietà Privata" come valore positivo.
Certo per chi è di Destra (in particolar modo i liberali), non c'era niente da rivalutare, ma solo di affermare un concetto che sapevamo da tempo: la proprietà privata, il possesso, è un diritto inalienabile di ogni individuo.
Un diritto che non deve essere mortificato, colpevolizzato, come la politica di sinistra ha sempre fatto oberandoci di tasse.
Come se il nostro guadagno fosse una colpa!
Il misero guadagno di un piccolo commerciante, che colpa ha lui se cerca di portare il pane a casa?
Perchè un piccolo commerciante viene classificato come "ricco"???!!!
I "cari" esponenti della sinistra lo sanno quanto guadagna una cartoleria? I cartolai sono forse dei "ricchi"?
Anche i gelatai sono ricchi?
E i tabaccai sono ricchi?
I barristi sono ricchi?
Io non so se questi sono ricchi, ma vi posso assicurare che "piangono" quando non sanno come arrivare alla fine del mese!!!
E' forse una colpa cercare di guadagnare qualcosa? Di migliorare la propria condizione di vita?
E Berlusconi è stato il primo a dire: NO, BASTA!
E di questo è stato un suo indubbio merito.
Ricostruzione, la tua, lucida e realistica, degli ultimi anni di vita politica di questo stato, priva di quelle componenti sinistroide antiberlusconiane che intossicano la quasi totalità degli organi di (dis)informazione italiani.
ORA E SEMPRE CON BERLUSCONI!
Massimo, ho letto il tuo post tutto d'un fiato: sei grande e ti seguo al 100%!
Silvio nel '94 ha salvato la democrazia in Italia e da allora la Sinistra lo ha infangato in ogni modo, usando la Magistratura a mo' di martello.
Ma il popolo l'ha sempre seguito, oltre ogni Casino.
Un saluto dai Caraibi. Vedo che in Italia non e ' cambiato nulla:laBeneamata vince,il Presidente e' nuovamente sotto tiro e Fini badoglia...
Massimo, ho appena votato Gesu' Bambino: ma molti hanno avuto Santa Lucia: Loodi, Bergamo,Pavia, Cremona, Piacenza e molti al Sud: dovresti aggiungerla al sondaggio, se puoi. E' proprio oggi...
Vandea/Stars
Amico mio, queste sono giornate piene anche per chi è rimasto in Italia. Ieri ero nella tua Milano ... :-)
I sondaggi di blogspot hanno solo cinque opzioni (almeno io non ho più provato e inserirne di più dopo le prime volte ...
Un ringraziamento a tutti coloro che condividono l'appoggio al Presidente Berlusconi. Bisogna insistere, per arrivare alle elezioni e ripristinare lo status quo ante 10 aprile 2006 ;-)
Massimo, in piazza ci sono già scesa nel dicembre scorso a Roma (piazza S. Giovanni). Ma ora temo che occorre espugnare il Palazzo d'inverno romano dove sono arroccati i nuovi zar rossi.
Leggi l'ultimo pezzo di Diaconale (Orso di Pietra) "La spia del grande disagio". Il parallelismo tra Prodi ed Allende non è pertinente perché i "generali golpisti" , in realtà ce li abbiamo al governo. Hai visto che rottame sovietico quel Bianchi ministro dei trasporti?
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