Non sono d’accordo con la decisione del Centro Destra di proporre in senato una mozione di sfiducia a Tommaso Padoa Schioppa.
E’ vero.
L’acronimo all’economia ha sbagliato praticamente tutto.
Ci ha imposto una tassazione facendo acquiescenza alla voracità fiscale di Visco.
Ha tentato il “golpe” in Rai, subendo sconfitta con perdite sul caso Petroni.
Ha rimosso il Generale Speciale da Comandante della Guardia di Finanza, vedendolo reintegrato dal Tar.
Ha definito “bamboccioni” una consistente parte dell’Italia, senza offrire una valida alternativa lavorativa e, anzi, depauperando le nostre risorse, mette a rischio il lavoro di chi ce l’ha.
Ha proposto una finanziaria e, per ottenerne l’approvazione, l’ha fatta lievitare del 60% (per ora).
Tutto vero e anche di più.
Ognuno di questi sarebbe motivo per dimissioni (da parte di chi avesse l’onestà intellettuale e la dignità personale di ammettere il proprio fallimento come ministro) o per sfiduciarlo da parte di chi ne ha il potere.
Ma il problema non è Tps, il problema è il governo Prodi, dal suo presidente all’ultimo dei sottosegretari.
Il problema è una “maggioranza” composita e tale solo quando è in pericolo la poltrona.
Il problema è un parlamento delegittimato da uno scrutinio sul quale permangono dubbi e che riacquisterebbe autorevolezza solo al termine di un nuovo spoglio di tutte le schede effettuato da una parte terza (possibilmente straniera) o con il proprio scioglimento per chiamare nuovamente gli italiani alle urne.
Il problema è che, come sempre, “il pesce puzza dalla testa” e il povero Tps non è altro che un “ragazzo del coro” che opera ed agisce in linea con il resto della sua compagnia.
L’eventuale accoglimento della sfiducia a Tps, oltre a non risolvere il problema di fondo, con il sacrificio di un solo ministro, allungherebbe la durata del governo nel suo complesso, perché chiunque arrivasse dopo Tps, peggio non potrebbe fare e quindi darebbe una patina di rinnovamento al governo.
Magari accontenterebbe degli appetiti – ne potrebbero approfittare per un rimpasto – che paradossalmente rafforzerebbe il governo.
La sfiducia, decretata dagli italiani, è all’intero governo Prodi, alle istituzioni che da esso promanano ed alle scelte che esso ha fatto.
Il sacrificio di Tps potrebbe essere un favore a Prodi e l’ennesima delusione per i milioni di italiani che anelano al ritorno del Presidente Berlusconi a Palazzo Chigi.
Prodi, Tps, D’alema, Rutelli e il resto della compagnia restino assieme e cadano assieme.
Entra ne
E’ vero.
L’acronimo all’economia ha sbagliato praticamente tutto.
Ci ha imposto una tassazione facendo acquiescenza alla voracità fiscale di Visco.
Ha tentato il “golpe” in Rai, subendo sconfitta con perdite sul caso Petroni.
Ha rimosso il Generale Speciale da Comandante della Guardia di Finanza, vedendolo reintegrato dal Tar.
Ha definito “bamboccioni” una consistente parte dell’Italia, senza offrire una valida alternativa lavorativa e, anzi, depauperando le nostre risorse, mette a rischio il lavoro di chi ce l’ha.
Ha proposto una finanziaria e, per ottenerne l’approvazione, l’ha fatta lievitare del 60% (per ora).
Tutto vero e anche di più.
Ognuno di questi sarebbe motivo per dimissioni (da parte di chi avesse l’onestà intellettuale e la dignità personale di ammettere il proprio fallimento come ministro) o per sfiduciarlo da parte di chi ne ha il potere.
Ma il problema non è Tps, il problema è il governo Prodi, dal suo presidente all’ultimo dei sottosegretari.
Il problema è una “maggioranza” composita e tale solo quando è in pericolo la poltrona.
Il problema è un parlamento delegittimato da uno scrutinio sul quale permangono dubbi e che riacquisterebbe autorevolezza solo al termine di un nuovo spoglio di tutte le schede effettuato da una parte terza (possibilmente straniera) o con il proprio scioglimento per chiamare nuovamente gli italiani alle urne.
Il problema è che, come sempre, “il pesce puzza dalla testa” e il povero Tps non è altro che un “ragazzo del coro” che opera ed agisce in linea con il resto della sua compagnia.
L’eventuale accoglimento della sfiducia a Tps, oltre a non risolvere il problema di fondo, con il sacrificio di un solo ministro, allungherebbe la durata del governo nel suo complesso, perché chiunque arrivasse dopo Tps, peggio non potrebbe fare e quindi darebbe una patina di rinnovamento al governo.
Magari accontenterebbe degli appetiti – ne potrebbero approfittare per un rimpasto – che paradossalmente rafforzerebbe il governo.
La sfiducia, decretata dagli italiani, è all’intero governo Prodi, alle istituzioni che da esso promanano ed alle scelte che esso ha fatto.
Il sacrificio di Tps potrebbe essere un favore a Prodi e l’ennesima delusione per i milioni di italiani che anelano al ritorno del Presidente Berlusconi a Palazzo Chigi.
Prodi, Tps, D’alema, Rutelli e il resto della compagnia restino assieme e cadano assieme.
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10 commenti:
Sarà difficile che Prodi se ne vada spontaneamente, dopo quello che ha detto in quella specie di programma che tempo che fa. E l'ha anche detto con una espressione da quasi ebete. Mi si scusi il termine, ma chi ha potuto vedere il flash del Tg5 sera, quasi in contemporanea con quel programma, avrà visto l'espressione con cui Prodi ha risposto a Fazio: "Io non me ne vado"! E' stata proprio un'espressione da ebete.
Quindi mi sa che ce lo dovremo tenere fino alle calende greche. A meno che non succeda una specie di sommossa popolare. E il popolo della Lega mi sembra quasi pronto anche a questo: gli manca solo un Bossi dei suoi anni migliori.
Quoto tutto l'articolo.
Direi che Padoa-Schioppa è la classica "percora sacrificale"....
...se il governo va male si addossa tutta la colpa al "caro" Padoa-Schioppa, e il governo è salvo....
Ci saranno appelli teatrali della sinistra alla "responsabilità", condite dagli elogi dei giornalisti di questo governo, che ci aiuta ogni giorno di più a capire cosa loro intendono con la parola "responsabilità"....
Nota a margine:
sarebbe interessante stilare un vocabolario per il "sinistrese", sinistro-italiano, italiano-sinistro....
La sfiducia non passerà mai, ma ove dovesse per pura ipotesi passare Prodi cadrebbe rovinosamente.
Magari, anonimo, magari. Prodi, invece, è così attaccato alla poltrona che potrebbero sfiduciare singolarmente ogni ministro ma lui non si dimetterebbe, anche perchè convinto che la fiducia al governo nel complesso la voterebbero anche grazie alle stampelle dei senatori non eletti.
In realtà quello di sfuduciare TPS-muso-da-cavallo è un falso problema. Perchè rappresenta il trait-d'union tra Prodi e il Fondo monetario internazionale. Prodi ha la faccia da ebete e agita sempre la manina con le 5 dita (cinque come 5 anni) per far capire che ha intenzione di rimanere in sella fino a fine legislatura, perchè in realtà sa. Sa che sono le banche (BCE, in testa) che ce lo tengono lì incollato come un dittatore che nessuno vuole, ma che ci viene imposto con la forza. La forza dei soldi e della finanza internazionale. TPS non cadrà e non può essere l'agnello sacrificale, perché se cade lui cade anche l'altro. Quando mai le bestiacce feroci possono essere immolate?
L'idea è che sfiduciare il ministro dell'economia apra la strada alla crisi del governo. Ma effettivamente c'è da dubitare che ciò accada.
Però, già togliere di mezzo TPS e Visco sarebbe un lenire qualche male degli italiani....
Il voto sulla sfiducia a Padoa Schioppa è previsto per il 22 gennaio, proprio in coincidenza con la verifica di Governo e la pronuncia della Consulta sul referendum elettorale. Tale voto potrebbe mettere in seria difficoltà il Governo, anche se la sfiducia dovesse essere respinta: già ora si notano accenti diversi tra il Partito Democratico e la sinistra massimalista sull'accoglibilità della mozione.
Ho appena aperto un blog:
http://emanuel85.blogspot.com
Mi farebbe piacere ricevere la tua visita.
Ciao
Emanuel
http://leopinionidigeronimo.blogspot.com/
Guardo con orrore alla serie interminabile di scivoloni del Governo sulle materie più svariate e mi domando dove diavolo sia finita la scuola di Frattocchie e la tanto sbandierata capacità amministrativa della sinistra.
Una volta si diceva: “saranno anche comunisti ma sono addestrati a governare la cosa pubblica con competenza … bisogna ammetterlo sono più bravi di quelli di destra perché non si improvvisano politici ed hanno una grande cultura di governo” .
Fatto sta che alla prova del nove hanno collezionato una serie di ingenuità a dir poco demenziali.
Sulla vicenda Petroni, il consigliere Rai reintegrato dopo essere stato immotivatamente cacciato da Padoa Schioppa, come sul caso Speciale, il Governo si è coperto di ridicolo.
La vergogna per la magra figura è riuscita ad offuscare anche un comportamento che, nei fatti è gravissimo.
Sul caso Petroni, nessuno ricorda che Padoa Schioppa ha rimosso un consigliere che creava una sorta di equilibrio in consiglio di amministrazione tale da non permettere al Governo di fare i propri porci comodi; nella memoria collettiva tale caso passerà alla storia come quello di un ministro che non riesce nemmeno ad istruire un atto amministrativo inoppugnabile.
Sempre su tale vicenda, poi un giorno qualcuno dovrà spiegarmi con che coraggio osa dire in giro che Berlusconi occupa le televisioni… almeno, se è vero, lui ci riesce.
Anche la vicenda Speciale offre un amaro spunto di riflessione: tutti ricordano e ricorderanno in futuro la panzana presa da un Consiglio dei Ministri incapace di rimuovere il Comandante Generale della GDF perché l’atto con il quale si rimuoveva il vertice della GDF era viziato nella forma e nella sostanza.
Nessuno ricordarà mai il Ministro Padoa Schioppa quando in Parlamento osò , neanche troppo velatamente, dare del delinquente e corrotto al comandante ancora in carica innescando un conflitto tra poteri dello Stato senza precedenti.
Nessuno ricorderà mai che Visco ha ordinato la rimozione di Speciale perché il Comandante si era rifiutato di trasferire da Milano gli ufficiali che indagavano su Unipol.
Sarebbe opportuno che si rinfrescasse all’opinione Pubblica il concetto che questo Governo, al di la delle topiche clamorose e ridicole, compie degli atti al limite del colpo di Stato.
Altra cosa che non capisco:
si punta il dito contro la Forleo e DeMagistris perché osano indagare D’Alema, Mastella, Fassino ecc.
Poi si alza il primo giudice di Napoli e decide che Berlusconi è intercettabile e che gli atti politici di Berlusconi sono sindacabili ed anzi hanno rilievi penali.
Cosa è questo se non un colpo di Stato?
Oggi approda in Senato una manovra finanziaria che alla camera è stata emendata in modo tale da aumentare di qualche miliardo di euro gli oneri a carico della finanza pubblica ( tradotto : il “ tassa e spendi per farti i caxxi tuoi”) .
Tutti sanno che i malumori al Senato sono parecchi e che potrebbe non esserci la maggioranza: ecco di buon mattino piombare Scalfaro e Levi Montalcini ad alterare numericamente ciò che politicamente non esiste più: la maggioranza.
Non è violenza politico istituzionale questa? Sarà anche legittimo il voto dei Senatori a vita ma non può alterare gli equilibri perché altrimenti il ruolo alto e nobile del Senatore a Vita diventa ruolo di parte e politico.
Anche la pantomima del decreto sicurezza offre degli allarmati spunti di riflessione.
Penso che questo Governo debba smetterla con i decreti omnibus ( un decretone nel quale si nascondono provvedimenti sulle materie più disparate).
Tale provvedimento era nato sulla scia emotiva per il grave atto compiuto ai danni della Signora Reggiani e che aveva scosso l’Italia .
La gente chiedeva sicurezza ed il Governo, speculando in maniera macabra sulla morte di una cittadina, inseriva il provvedimento sulle discriminazioni sessuali che non c’azzecava un cavolo con la sicurezza.
Scoperto l’arcano ed innescatasi la polemica, il Governo ha traccheggiato il più a lungo possibile lasciando poi decadere un provvedimento perché, senza una norma anti omofobia, Rifondazione avrebbe fatto le barricate.
Questa è l’ennesima violenza che il Popolo Italiano subisce dalla sinistra massimalista: non si risponde al bisogno di sicurezza della gente perché altrimenti Luxuria e Grillini si incaxxano.
Liberty ha perfettamente interpretato il mio pensiero :-)
Emanuelito, adesso passerò a vedere.
Sulla sfiducia ho ... sfiducia. Ma sarei lietissimo di sbagliare :-)
Massimo
cocludi il tuo ottimo post,come sempre,con la frase"
Prodi, Tps, D’alema, Rutelli e il resto della compagnia restino assieme e cadano assieme."
Io un'idea dove dovrebbero cadere ce l'ho.....anzi dove dovrebbero ritornare.Non troppo lontano da Palazzo Chigi c'è la Cloaca Maxima (gli antichi romani erano previdenti....)
ciao
sarc.
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