Alcuni giorni fa, quando sembrava che il calciatore brasiliano fosse ormai proprietà del Manchester City, ho seguito un servizio su Sky Tg24 in cui noi spettatori venivamo informati del “perché” Berlusconi aveva ceduto Kaka.
Ecco che, con quel giornalismo che sarebbe da “inchiesta” se non fosse che espone dati arcinoti e allora diventa solo giornalismo da dietrologia spicciola, venivamo informati che lo sceicco (o l’emiro) il cui figlio (o fratello, la cosa mi è del tutto indifferente ed è irrilevante) è proprietario del Manchester City, è anche azionista di Mediaset.
Direttamente per azioni proprie e indirettamente in quanto azionista della Barclays Bank.
Il tono del servizio era ammiccante ed insinuante: Berlusconi vende Kaka al City perché di proprietà di un suo azionista.
Ci mancava che, anche su questo, arrivasse qualcuno a ricordare istericamente l’ennesimo “conflitto di interessi”.
Questa volta, però, non c’è voluto molto per smascherare l’inconsistenza dei teoremi antiberlusconiani: Kaka resta al Milan.
Alcuni quotidiani si sono profusi in peana verso i due protagonisti della vicenda, elogiando (oggi ne Il Resto del Carlino) Berlusconi e Kaka che hanno rinunciato ad un guadagno per “amor di bandiera”.
Non ho ascoltato analoghe osservazioni da Sky Tg 24 che, evidentemente, ha cercato di portare un nuovo attacco all’immagine del Premier, a dimostrazione che quel che affermano a sinistra circa il dominio dell’etere di Berlusconi è totalmente privo di fondamento.
Come sono privi di fondamento gli attacchi personali che gli vengono portati.
Per quanto mi riguarda io Kaka l’avrei venduto: con quei soldi avrei costruito una squadra sicuramente più competitiva, tanto il Milan di campioni ne ha, per l’appunto, da vendere.
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Ecco che, con quel giornalismo che sarebbe da “inchiesta” se non fosse che espone dati arcinoti e allora diventa solo giornalismo da dietrologia spicciola, venivamo informati che lo sceicco (o l’emiro) il cui figlio (o fratello, la cosa mi è del tutto indifferente ed è irrilevante) è proprietario del Manchester City, è anche azionista di Mediaset.
Direttamente per azioni proprie e indirettamente in quanto azionista della Barclays Bank.
Il tono del servizio era ammiccante ed insinuante: Berlusconi vende Kaka al City perché di proprietà di un suo azionista.
Ci mancava che, anche su questo, arrivasse qualcuno a ricordare istericamente l’ennesimo “conflitto di interessi”.
Questa volta, però, non c’è voluto molto per smascherare l’inconsistenza dei teoremi antiberlusconiani: Kaka resta al Milan.
Alcuni quotidiani si sono profusi in peana verso i due protagonisti della vicenda, elogiando (oggi ne Il Resto del Carlino) Berlusconi e Kaka che hanno rinunciato ad un guadagno per “amor di bandiera”.
Non ho ascoltato analoghe osservazioni da Sky Tg 24 che, evidentemente, ha cercato di portare un nuovo attacco all’immagine del Premier, a dimostrazione che quel che affermano a sinistra circa il dominio dell’etere di Berlusconi è totalmente privo di fondamento.
Come sono privi di fondamento gli attacchi personali che gli vengono portati.
Per quanto mi riguarda io Kaka l’avrei venduto: con quei soldi avrei costruito una squadra sicuramente più competitiva, tanto il Milan di campioni ne ha, per l’appunto, da vendere.
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4 commenti:
no, sei poco attento. berlusconi ha pubblicizzato l'offerta faraonica degli emiri perché voleva farsi pubblicità nel momento in cui l'avesse rifiutata, come è poi regolarmente avvenuto.
l'offerta stessa, inoltre, non era così faraonica come berlusconi ha voluto far credere, proprio perché l'emiro avrebbe in parte finanziato se stesso con quei soldi.
come al solito hai invertito i fattori e hai fornito una ricostruzione inesatta.
Ti ringrazio per il commento che, meglio di ogni post, dimostra quanto siano distanti i fatti che ho descritto io (e tanti articoli di stampa e servizi televisivi) dalla dietrologia antiberlusconiana che hai mirabilmente rappresentato.
dovere, se dobbiamo fare dietrologia sulla dietrologia almeno facciamola bene.
a margine, non ho potuto trattenere una lacrima di commozione per l'inopinato allargamento delle maglie della solitamente feroce censura.
E nessuno sa fare dietrologia (categoria dell' inutile) meglio della sinistra ... :-)
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