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05 agosto 2010

Sui principi non ci si astiene

Devo dire che comincio ad apprezzare il Ministro Alfano.
Non sarà un fulmine di guerra e sul provvedimento contro i pettegolezzi si è fatto abbindolare dalla Buongiorno facendo uscire un pessimo testo – persino peggiorativo delle norme vigenti - che, giustamente, Berlusconi non ha mandato al voto, ma ha le idee chiare su cosa bisogna fare e, anche,sui Valori da tutelare.
Ne abbiamo avuto una riprova ieri, al termine del dibattito sulla mozione di sfiducia al suo Sottosegretario Caliendo, quando ha inchiodato gli astensionisti alla loro meschinità: sui principi non ci si astiene.
E ieri era in gioco un principio: la presunzione di innocenza contro il giacobinismo modello “Terrore” alla Saint Just.
Astenersi ha significato dichiarare al mondo che non si è interessati ai Principi ed ai Valori, bensì solo al proprio “particulare” e, nella occasione, l’interesse di fazione voleva che si rendesse pubblica la mancanza di maggioranza di Berlusconi alla camera bassa, dopo la fuoriuscita dei finioti.
E proprio da questo fatto mi aspetto che Berlusconi sia conseguente nel rispetto di quei Principi e Valori che accomunano la quasi totalità degli elettori di Centro Destra, ben più uniti dei loro veri o presunti leaders e indipendentemente da quelle che potranno essere le conseguenze.
Alla camera bassa la scelta di Fini di costituire un gruppo autonomo sottraendo 34 parlamentari al mandato elettorale (i sofismi sul tipo “fedeli al mandato” – tipo “la guerra continua” di badogliana memoria – con tanti “se” e tanti “ma” li lascio a chi ama simili masturbazioni mentali) impedisce al Governo di avere una maggioranza come voluta dal Popolo.
Poichè, però, al Senato i finioti non sono riusciti a fare il bis e resiste una maggioranza, sia pur risicata, per il Centro Destra non è neppure possibile una vagheggiata “maggioranza alternativa”.
Se Berlusconi e/o Bossi si adeguassero ad un “governo di transizione”, speranza di tutti coloro che hanno paura delle urne, sanno che perderebbero tutto, venendo abbandonati dai loro elettori (in primis dal sottoscritto che non accetterebbe mai un inciucio e neppure una “non sfiducia” di andreottiana memoria con i comunisti).
Quindi, ricapitolando: non c’è maggioranza del Centro Destra alla camera bassa, non c’è maggioranza dell’ammucchiata al senato, il parlamento è bloccato.
L’unica soluzione rispettosa dei Principi e dei Valori delle democrazie liberali – che rifiutano le congiure di Palazzo e gli inciuci tra i poteri forti – è chiamare al voto il Popolo, perchè decida da chi vuole essere governato.
Si voti, dunque, al più presto, sciogliendo subito le camere (o solo la camera bassa) senza tanti minuetti istituzionali, tipici dell’epoca dei parrucconi (consultazioni, mandati esplorativi, incarichi, governi balneari etc.).
Quali prospettive ?
Se sul Centro Destra l’asse Berlusconi-Bossi farà da polo di attrazione di altri movimenti minori come quello di Storace e, auspicabilmente, per tutta la Destra Radicale cui, questa volta, sarà sicuramente riconosciuta la dignità del simbolo, dall’altra parte saranno in gravi ambasce sia i finioti che il pci/pds/ds/pd.
Sanno che per battere Berlusconi e Bossi dovrebbero mettersi tutti assieme: da Grillo a Casini, da Bersani a Fini, da Rutelli a Pannella, a Di Pietro, Vendola, Diliberto e tutte le frattaglie della sinistra no global che considera Carlo Giuliani (il lanciatore di estintori contro i Carabinieri, defunto nel luglio 2001 a Genova) un “eroe” (sic !).
Magari con la cooptazione di un nome di garanzia per i “poteri forti” economici che potrebbe essere quello di Montezemolo.
Già, perchè a molti che si esaltano per le performance di Fini e dei suoi sfugge (o forse no ... ) che contro Berlusconi quindi a favore della ammucchiata che lo vorrebbe pensionare, ci sono tutti i privilegiati e i beneficiati che vivono (bene) grazie ai nostri soldi.
Ci sono grandi industriali costantemente agevolati da sgravi, rottamazioni, casse integrazioni, pensionamenti anticipati a carico dell’Inps;
ci sono i grandi carrozzoni come Rai, Ferrovie, Posta che, pur formalmente privatizzati, sono in perdita e le loro perdite vengono ripianate dallo stato (cioè da noi) in cambio di una disponibilità ad assunzioni “per raccomandazioni”;
ci sono quattro milioni e mezzo di dipendenti pubblici la cui produttività ed efficienza è sotto gli occhi di tutti (basta aver bisogno di un servizio pubblico qualsiasi ...) ma che fruiscono di stipendi cresciuti più dei privati e di una assoluta tutela del posto, divenendo così il principale centro di costo per i nostri massacrati conti pubblici;
ci sono i magistrati che “interpretano” le leggi (ed ultimamente anche il voto popolare ...) in base alle proprie convinzioni, anche in palese contraddizione con il dato reale e, quando proprio non riescono a fare ciò, rinviano le leggi che non piacciono alla corte costituzionale che provvede a cancellarle, in tutto o in parte, anche se sono provvedimenti ampiamente e notoriamente graditi al Popolo Sovrano, come le leggi contro l’immigrazione;
ci sono i potentati stranieri che non gradiscono il protagonismo e l’attivismo dell’Italia di Berlusconi, pensando a noi solo come una colonia;
ci sono, purtroppo, tanti Italiani del Sud che preferiscono continuare a ricevere l’elemosina dal Nord invece di assumere nelle proprie mani il proprio destino;
ci sono la stragrande maggioranza di giornali e media, di proprietà dei “poteri forti” economici (industriali e finanziari) che, alla faccia dell’indipendenza della informazione, legano l’asino dove vogliono i padroni;
ci sono i sindacati che rappresentano quanto di più ottocentesco esista e sono ormai diventati (con i Caf, i Patronati e le varie associazioni collaterali) un nuovo business che trascende la semplice tutela dei lavoratori.
Per tutto ciò la prossima campagna elettorale sarà molto difficile e presumo che se alla camera bassa il Centro Destra riuscirà ad ottenere una adeguata maggioranza assoluta, al senato, per colpa di Ciampi che volle il collegio regionale e non quello nazionale, ci potrebbe essere una situazione di equilibrio o di vantaggio per la sinistra.
Allora i nodi verrebbero al pettine e, fermo restando che sarebbero da rifiutare, come sempre, accordi con la sinistra, le scelte sarebbero tra una serie ripetute di elezioni finchè non ci sarà una maggioranza omogenea in ambedue i rami del parlamento, oppure un blitz (non concordato, però, quindi moltoimprobabile) per cambiare la legge elettorale del senato introducendo il collegio nazionale.
L’alternativa sarebbe la secessione del Nord che chiuda, dopo 150 anni, l’esperienza unitaria lasciando che le “tribù” del Nord, del Centro e del Sud vadano ognuna per la sua strada, assumendosi ognuno per la propria parte gli onere e conservando nell’ambito del proprio territorio gli onori.
Ma, a questo punto, l’importante è non cedere, per nessun motivo, alla via più facile del compromesso con la sinistra, rinunciando a Principi e Valori propri del Centro Destra.
Costi quel che costi, perchè sui Principi non ci si astiene e chi non è pronto a morire per le sue Idee o non vale nulla lui, o non valgono nulla le sue idee.

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ferma restando che la tua analisi rispecchia la realtà, perchè però invocare il voto così drasticamente?
Come ti dicevo, nessuno, politica in prims (maggioranza e opposizione), poteri forti, il Sud, l'alta finanza...a chi farebbe gioco andare oggi al voto se non per far tracollare difinitivamente il paese?
No Massimo.
Non sono d'accordo su questa necessità.
E poi Napolitano non è così avventato da sciogliere le Camere al primo colpo.
Semmai Berlusconi decidesse di salire al Quirinale...semmai.

Infine. Votare per cambiare cosa?
L'assetto della Camera?
Non vedo un pericolo incombente, neppure ai "finiani" gioverebbe una tornata elettorale...quindi...

Cambiare tutto per non cambiare nulla, come diceva il Tancredi, non servirebbe a niente.

Bacio

Massimo ha detto...

Cara Monica, la storia del "tracollo del paese" è vecchia e ormai serve solo come specchietto per le allodole. Chiamare il Popolo a decidere da chi essere governato non ha mai ammazzato nessuna economia. In Belgio sopravvivono da mesi senza governo, in Olanda pure. E sono nazioni neppure nelle cronache della crisi. Invece le situazioni di incertezza, quelle sì, possono nel tempo danneggiare la nazione. Un governo senza maggioranza, costretto persino a piattire voti dai finioti è un governo che non svolge la sua funzione di rinnovamento e che non procede con le riforme necessarie a rivoltare l'Italia come un calzino. A cominciare da quella della giustizia che deve definitivamente e drasticamente ridurre il potere di interdizione dei magistrati, impedendo loro di stravolgere le leggi, come quella contro l'immigrazione, in base alla "interpretazione" inficiata dalle personali convinzioni ideologiche. Non credo che Berlusconi abbia la mentalità del "tiriamo a campà". Napolitano, Letta, Casini, Bersani e gli altri probabilmente sì. Le elezioni servono a forzare il gioco a far precipitare la situazione ed a costringere gli eserciti ad uscire dai rispettivi acquartieramenti. In sostanza non mi piace lo stallo, non mi piacciono i minuetti. Preferisco una sana scazzottata che una quotidiana ipocrisia.