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27 ottobre 2010

La fronda degli "importanti"

La Francia ha avuto un processo di unificazione e di costituzione dello stato unitario completato e consolidato molto prima di quello italiano.
L’unità amministrativa fu garantita da una figura, quella del re, cui, poco alla volta, si inchinarono tutti i pari del regno, anche quelli che, discendendo direttamente dai feudatari di Carlo Magno, potevano vantare “sangue” ancor più nobile del monarca.
Non fu un processo pacifico, ma fu aiutato dalla presenza sulla scena politica francese di due grandi politici, entrambi cardinali, che caratterizzarono il XVII secolo, consentendo a Luigi XIV di passare alla storia del mondo come “il Re Sole”.
Quei due signori furono Armand Jean du Plessis de Richelieu, piccola nobiltà di provincia francese, divenuto per tradizione di famiglia vescovo di Lucon, che affiancò prima il Maresciallo Concini sotto la reggenza di Maria de Medici, quindi riuscì ad evitare di essere travolto dalla caduta dei Concini e fu il primo ministro di Luigi XIII dal 1624 alla morte avvenuta nel dicembre 1642.
Più statista che cardinale, nonostante l’immagine negativa che ne diede Dumas nei suoi romanzi, Richelieu merita di essere ricordato dai francesi per aver assoggettato i nobili di Francia al re e aver eliminato tutte le città-stato, le fortezze, come La Rochelle, che minavano l’autorità del monarca.
Ma fu un grande statista anche per essere stato capace di preparare e poi suggerire al sovrano il suo sostituto, il Cardinale italiano Giulio Raimondo Mazzarino che lo sostituì, divenne in sostanza il mentore del futuro re Luigi XIV e, alla morte di Luigi XIII avvenuta neppure un anno dopo quella di Richelieu, si dice prese il suo posto anche nel letto della vedova Anna d’Austria che a lui si affidò completamente per difendere il trono del piccolo figlio, futuro Re Sole.
Mazzarino oltre ai nemici esterni dovette affrontare anche le ribellioni interne che passarono sotto il nome di “Fronda”.
Una, di carattere nobiliare cioè con la testa rivoltaalpassato, fu definita, dai suoi stessi promotori, degli “importanti” ma furono solo mezze figure dietro alle quali si celavano ben altri e più imponenti interessi.
Erano i vecchi nobili, potenti, tra loro imparentati, che cercarono l’ultimo assalto per riprendersi ciò che Richelieu aveva loro tolto per conferirlo al sovrano.
Pagarono la sconfitta, perchè Mazzarino alla fine vinse e impose la sua legge, solo le mezze figure.
Se passiamo a quasi quattro secoli dopo, in Italia,vediamo che gli “importanti” sono una unione di due o tre caste che vorrebbero tornare a fare il bello e brutto tempo in Italia, espropriandoci dei nostri soldi per i loro disegni e impedendoci di pensare con la nostra testa e promuovere le nostre idee perchè vogliono che si pensi tutti allo stesso modo.
Questi “importanti” in realtà fanno, più o meno coscienti, il gioco di una “sovrastruttura”, la cui esistenza è stata svelata in una intercettazione dall’ex portavoce della Marcegaglia, che ha tutto l’interesse a non consentire che il Popolo comandi e possa scegliere da chi farsi governare.
Questi “importanti” trovano però un ostacolo troppo alto per le loro sole forze anche riunite e il Mazzarino odierno ha il nome di Silvio Berlusconi.
Ecco che, una volte leccate le ferite delle precedenti batoste elettorali, si ripresentano, più sfrontati che mai, per reclamare il diritto a conculcare il diritto del Popolo a scegliersi il Capo.
D’alema, nella pomiciata di sabato con Fini, l’ha detto senza vergogna che il Lodo Alfano sancirebbe una “aberrazione”: l’investitura popolare del Premier.
Non sia mai !
Come potrebbero giustificare i loro ribaltonismi ?
Ricordiamoci tutti che se questi qua raggiungessero il loro scopo, per tutti noi significherebbe la trasformazione da cittadini in sudditi.
Avremmo le loro avide mani nelle nostre tasche un giorno sì e l'altro pure con la scusa oggi dei conti da risanare, domani di un evento naturale cui far fronte e, per trovare questo genere di scuse, la loro fantasia non fa difetto e dovremmo anche tacere per evitare la punizione che spetta ai servi ribelli e sgamati … magari con una opportuna intercettazione di comunicazioni private che si potrebbe sposare a breve con una legge liberticida che punisca le opinioni.
Per questo se Berlusconi non sarà “il” migliore, sicuramente è migliore di qualsiasi funzionario della politica che aspira a prenderne il posto.

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3 commenti:

johnny doe ha detto...

Gli ex comunisti,non sono mai ex,appena possono gettano la maschera,come ha sempre insegnato il loro sempre attuale lieder,Togliatti.

Non fan altro che tener lezioni di morale,quando dovrebbero sprofondare sotto terra.
Ora è in auge il pagliaccetto Vendola,un comunista con la bibbia,dice lui.

Pur di nascondersi in una nuvola di ipocrisia,arruolerebbero il dr.Goebbels....per la verità già lo fanno,il manuale goebbelsiano è la specialità di Santoro.

http://www.stavrogin2.com/2010/09/chiagnefottismo.html

Nessie ha detto...

Su Berlusconi e sul perché è così odiato, Ida Magli ha fatto un'ottima analisi antropologica Ida Magli:

http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=search&currentArticle=OUAJZ

In realtà, in mezzo a una politica che non rappresenta più niente e nessuno, fatta di mezze figure, di pallidi camerieri della finanza, Berlusconi è ancora una'immagine leaderistica forte e rappresentativa. Per questo ha molti nemici: interni ed esteri.
Per questo lo vogliono morto. E non solo metaforicamente. Forse cadrà, perché ormai cresce sempre di più il numero dei congiurati di palazzo. Ma molto di lui rimarrà. I suoi congiurati invece FINIranno nella spazzatura della storia.

johnny doe ha detto...

Ormai è accerchiato da tutte le parti e se non si dà una mossa in qualche modo ci lascerà le penne e allora sì che saremo sotto un vero regime.I segni ci sono tutti,violenze di ogni tipo contro chi non la pensa come quegli ipocriti.
Ma se dovesse cadere per una congiura di palazzo,non sapremmo più di che farcene di questa democrazia fasulla,truccata.