Il Premier ne ha combinata un’altra delle sue.
Oltre a dichiarare che a sinistra non si lavano (grave difetto, l'ironia ...) ha osato mettere in evidenza, come del resto da tempo scrivo su questo spazio in Rete, che la costituzione del 1948 è superata, che occorre dare più poteri a chi è eletto dal Popolo e meno a chi vince solo i concorsi o viene eletto da un sinedrio circoscritto e spesso autoreferenziale.
L’assemblearismo che caratterizza la costituzione del 1948, la divisione rigida di poteri che consente di bloccare quello che altri fanno, non fanno bene all’Italia che si trova, sistematicamente, ad inseguire chi, invece, grazie ad una normativa costituzionale più agile, ha rapidità di decisioni e di adattarsi al mutevole scenario mondiale.
Potrei limitarmi a ricordare che la costituzione italiana del 1948 ha 139 articoli contro i 7 articoli della costituzione americana.
La differenza sta tutta nella perversa volontà di indicare specifiche regole amministrative e istituzionali, oltre ai principi ed ai valori che, soli, dovrebbero formare il contenuto di una carta costituzionale.
Berlusconi, ottimista o prudente, non lo so, si propone di modificare la costituzione esistente.
Personalmente credo che troppi sarebbero i rattoppi da apportare e si farebbe meglio ad archiviare la costituzione del 1948 ed a scriverne una nuova di zecca.
Magari con una apposita, ristretta assemblea costituente, eletta dal Popolo con voto proporzionale, i cui componenti, una volta esaurito il compito da espletare in non più di sei mesi dall’insediamento, fossero ineleggibili e incompatibili per ogni incarico pubblico.
Posso immaginare le reazioni pavloviane dell’opposizione ad una simile proposta.
Ad ogni proposta del Premier, infatti, la reazione dei nani politici d’opposizione è sempre uguale.
Non importa quanto siano fondate le esternazioni del Cavaliere, il fatto stesso che promanino da lui le rendono inaccettabili alle loro orecchie.
Così ci teniamo una costituzione superata, un sistema istituzionale fatiscente, formalista, parruccone e tutti i ritardi che ne derivano si trasformano in costi per i cittadini che vogliono essere governati, non subissati di chiacchiere, assemblee, votazioni sul nulla.
Berlusconi ha ragione.
Intorno a Berlusconi, a quello che fa, a quello che dice, gira tutta la politica italiana.
Ma chi gli si oppone non ha neppure il buon senso di riconoscere quanta necessità abbia l’Italia di svecchiare i propri paramenti istituzionali e, così, condanna Berlusconi al massimo sforzo per il minimo risultato e tutti noi a trottare mentre chi è privo di lacci e lacciuoli, corre.
Entra ne
Oltre a dichiarare che a sinistra non si lavano (grave difetto, l'ironia ...) ha osato mettere in evidenza, come del resto da tempo scrivo su questo spazio in Rete, che la costituzione del 1948 è superata, che occorre dare più poteri a chi è eletto dal Popolo e meno a chi vince solo i concorsi o viene eletto da un sinedrio circoscritto e spesso autoreferenziale.
L’assemblearismo che caratterizza la costituzione del 1948, la divisione rigida di poteri che consente di bloccare quello che altri fanno, non fanno bene all’Italia che si trova, sistematicamente, ad inseguire chi, invece, grazie ad una normativa costituzionale più agile, ha rapidità di decisioni e di adattarsi al mutevole scenario mondiale.
Potrei limitarmi a ricordare che la costituzione italiana del 1948 ha 139 articoli contro i 7 articoli della costituzione americana.
La differenza sta tutta nella perversa volontà di indicare specifiche regole amministrative e istituzionali, oltre ai principi ed ai valori che, soli, dovrebbero formare il contenuto di una carta costituzionale.
Berlusconi, ottimista o prudente, non lo so, si propone di modificare la costituzione esistente.
Personalmente credo che troppi sarebbero i rattoppi da apportare e si farebbe meglio ad archiviare la costituzione del 1948 ed a scriverne una nuova di zecca.
Magari con una apposita, ristretta assemblea costituente, eletta dal Popolo con voto proporzionale, i cui componenti, una volta esaurito il compito da espletare in non più di sei mesi dall’insediamento, fossero ineleggibili e incompatibili per ogni incarico pubblico.
Posso immaginare le reazioni pavloviane dell’opposizione ad una simile proposta.
Ad ogni proposta del Premier, infatti, la reazione dei nani politici d’opposizione è sempre uguale.
Non importa quanto siano fondate le esternazioni del Cavaliere, il fatto stesso che promanino da lui le rendono inaccettabili alle loro orecchie.
Così ci teniamo una costituzione superata, un sistema istituzionale fatiscente, formalista, parruccone e tutti i ritardi che ne derivano si trasformano in costi per i cittadini che vogliono essere governati, non subissati di chiacchiere, assemblee, votazioni sul nulla.
Berlusconi ha ragione.
Intorno a Berlusconi, a quello che fa, a quello che dice, gira tutta la politica italiana.
Ma chi gli si oppone non ha neppure il buon senso di riconoscere quanta necessità abbia l’Italia di svecchiare i propri paramenti istituzionali e, così, condanna Berlusconi al massimo sforzo per il minimo risultato e tutti noi a trottare mentre chi è privo di lacci e lacciuoli, corre.
Entra ne
Nessun commento:
Posta un commento