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No alla deriva

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25 maggio 2011

Carta straccia

Ho letto l’ultimo … non saprei come definirlo, pamphlet ?, saggio ?, narrazione ?, resoconto ? di Giampaolo Pansa, “Carta Straccia” editore Rizzoli.
Non c’è dubbio che Pansa abbia coraggio a scrivere contro la sinistra di cui conosce benissimo il fiele vendicativo, per cui faccio ammenda, credevo che il suo “Il sangue dei vinti” fosse una operazione meramente commerciale, ma evidentemente fu l’inizio di un ravvedimento operoso che mi piacerebbe diventasse moda a sinistra.
Carta straccia sono i quotidiani e, allargando, tutti i media che, ormai, non forniscono più le notizie, ma sono intrisi solo di fanghiglia da scagliare contro chi si oppone alla propria parte politica.
Così come è accaduto in magistratura, lo spirito di fazione ha screditato la stampa e la noia che viene a leggersi i quotidiani è secondo solo alla nausea delle cronache giudiziarie che vedono imputato Berlusconi.
Come ebbi modo di scrivere a commento del saggio di Mario Giordano “Sanguisughe”, non trovo nulla di nuovo nei saggi e, nonostante il riconoscimento al coraggio di Pansa, nel suo scritto non trovo nulla che non fosse a mia conoscenza o che non fosse già parte del mio patrimonio di considerazioni.
Ad eccezione, evidentemente, delle esperienze autobiografiche dell’Autore che, però, mi sembrano troppe e poco brillanti.
Io leggo quotidianamente tre giornali, due li compro e uno lo trovo in ufficio, noiosissima lettura alla ricerca di qualche nota o sentenza o commento a sentenza utile per la mia professione.
Leggo anche i titoli e, a volte, gli articoli della rassegna stampa aziendale che comprende i maggiori quotidiani nazionali e una scelta dei quotidiani locali.
La parte più interessante è la riproduzione della prima pagina.
Così vediamo i quotidiani di sinistra (Repubblica, Corsera, Stampa e Messaggero) con titoli simili quando non uguali, e quelli di Destra (Giornale, Libero) che mettono in evidenza, all’unisono, altri fatti.
Divertente vedere come vengono diversamente interpretate le medesime vicende, a seconda che le si guardi da Destra o da sinistra, come se un cittadino che compra il giornale non avesse già una idea formata.
Leggo che i quotidiani sono tutti in passivo.
Tutti i governi hanno sempre confermato le contribuzioni per la stampa, rendendola quindi più asservita.
Il pessimismo che emerge dalle righe di Pansa suona molto come un epitaffio per la stampa italiana, che vive sul pettegolezzo e sui, sempre più rari, scoop di sempre più rari veri giornalisti.
E’ un peccato, perché la nostra Civiltà, che si fonda sulla Libertà di opinione, non può sopravvivere senza una stampa libera.
E non vedo i nuovi strumenti di comunicazione come validi sostituti.
Bravo comunque Pansa per aver denunciato la situazione della stampa italiana e puntato l'indice contro la sinistra.


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1 commento:

Nessie ha detto...

Pansa è da molto tempo che è su questa lunghezza d'onda. Ricordo anche il libro "I gendarmi della memoria" contro l'ANPI e la retorica del 25 aprile. E pure "La grande bugia". Il fatto che i suoi libri deve presentarli e promuoverli con la polizia schierata intorno a lui e con la Digos che qualche volta gli ha sconsigliato di tenere gli incontri in luoghi pubblici, vuole dire che tocca tasti dolenti e scomodi, che possono costargli reazioni contro la sua persona.