Dobbiamo ridurre il debito pubblico e c’è chi pensa a spendere.
La voce dal sen fuggita (è meglio esprimersi così …) di Napolitano sui figli degli immigrati è infatti una colossale operazione politica e di spesa pubblica.
I cittadini italiani hanno una serie di diritti che rappresentano un costo per la comunità.
L’estensione della cittadinanza a chi non ha la nazionalità italiana, ma è solo nato in Italia (magari di passaggio o addirittura per l’ingresso illegale dei genitori …) diventerebbe un onere che, in questo momento, non può essere sopportato, a meno che non si dica che la rapina che vogliono effettuare sui nostri risparmi con l’ici e la patrimoniale servirà a pagare gli immigrati e tutte le altre pruderie dei comunisti.
Sì, perché a parte il costo, l’enfasi ideologica con la quale si richiede una legge entro Natale per la cittadinanza agli immigrati nati in Italia (e forse non solo …) è solo l’ennesimo tassello di una politica che la sinistra ha sempre adottato di disgregazione della Identità Nazionale, di devastazione dei fondamenti morali, civili, politici, sociali che, con tutte le difficoltà che può avere uno stato solo recentemente unitario ma diviso su tante questioni, sono gli unici a poter fungere da collante.
Napolitano, è bene ricordarlo, per tutta la sua vita non ne ha azzeccata una.
Ha aderito da giovane al partito comunista italiano, sezione locale dell’ideologia più perversa e sanguinosa che mai abbia calcato la terra.
Nel 1948 con il fronte popolare voleva trasformare l’Italia in un satellite dell’Unione Sovietica per farci fare la fine della varie Polonia, Bulgaria, Romania e per tale motivo si oppose all’ingresso nella Nato che salvò la nostra Libertà.
Nel 1953 si oppose alla riforma elettorale che avrebbe dato stabilità ai governi italiani.
Nel 1956 difese l’invasione sovietica che schiacciò il timido respiro di libertà dell’Ungheria.
Nel 1968 cavalcò la contestazione studentesca ed operaia.
Negli anni settanta fu per il compromesso storico che ci costò miliardi in debito pubblico mai più recuperati, per accontentare tutti gli appetiti delle varie clientele.
Nel 1984 fu, ancora una volta in piena sudditanza dell’Unione Sovietica, contro l’installazione degli euromissili voluti dal grande Presidente Reagan e che contribuirono alla caduta del comunismo.
Nel 1989 fu sorpreso, da comunista, dal crollo del muro e del comunismo sovietico e senza fare una piega cambiò semplicemente il nome (del partito) restando in politica.
Nel 1996 divenne ministro degli interni realizzando pessime figure, tra le quali la famigerata “Turco Napolitano” sull’immigrazione che oggi cerca di esaltare.
Nel 1998 fu silurato dai suoi stessi compagni (evidentemente la prova da ministro degli interni non fu particolarmente felice) che gli preferirono … Rosa Russo Iervolino !!!
Non mi ricordo l’anno (come sempre scrivo a memoria per risparmiare tempo) in cui Ciampi lo nominò senatore a vita (non si sa bene con quali meriti abbia onorato l’Italia visti simili precedenti) e nel 2006 fu eletto presidente della repubblica da un parlamento la cui composizione era soggetta alle richieste di revisione dei voti conteggiati (la differenza tra Centro Destra e sinistra fu di ventimila voti e il sospetto che non fossero tutti espressione della volontà reale dei cittadini è rimasto).
Dopo aver contribuito a consegnare il governo ad un sinedrio di oligarchi mai eletti, Napolitano (ed a seguire il codazzo della sinistra a cominciare da Bersani, Fini e Prodi) ha esternato a favore dell’imbastardimento dell’Italia.
Come in premessa: non è mai dalla parte giusta.
E’ sin troppo evidente che chiedere la cittadinanza per i figli nati in Italia degli immigrati significa accentuare una deriva sociale della Nazione.
Alessandro Manzoni, mi piace insistere, definì perfettamente l’essenza di una Nazione:
“una d’arme, di lingua, d’altare, di memorie, di sangue e di cor”.
Che c’azzeccano gli immigrati e i loro figli nati o meno in Italia ?
La loro immissione sarebbe motivo di disgregazione e di tensioni sociali, disperdendo e dissipando le qualità della Nazione Italiana.
Ciò che però è più grave è che la perdita di Radici e di Identità porterebbe inevitabilmente a trattare l’Italia come una non nazione, un non stato, conseguendo l’obiettivo, con ogni evidenza perseguito anche in questi giorni con il governo Monti andato subito a fare rapporto a Merkel ed europa, di cancellare Sovranità ed Indipendenza.
L’Italia tornerebbe ad essere “una espressione geografica”, obiettivo da sempre perseguito dai comunisti, internazionalisti per ideologia e dagli speculatori, e conseguito con gli euroburocrati dell’unione sovietica europea.
Non so se possa passare una tale aberrante normativa, al senato il Centro Destra ha ancora la maggioranza e non mi pare che una legge sulla cittadinanza possa essere ricondotta tra quelle per le quali la costituzione del 1948 vieti il referendum abrogativo.
Male che vada ci sarebbero le elezioni da condurre sul tema se vogliamo rinunciare alla sovranità sulla nostra terra per concederla agli ultimi arrivati.
Ma non possiamo basarci solo sulla iniziativa dei politici, è necessario stimolare un movimento di Popolo che si adoperi contro queste iniziative provocatorie ed antitaliane, perché se dovesse passare l’idea di una cittadinanza facile per gli immigrati, sarebbe solo colpa nostra e meriteremmo tutte le conseguenze.
“Con quel volto sfidato e dimesso,con quel guardo atterrato ed incerto con che stassi un mendico sofferto per mercede nel suolo stranier, star doveva in sua terra il Lombardo, l’altrui voglia era legge per lui, il suo fato un segreto d’altrui, la sua parte servire e tacer.”
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4 commenti:
Très bien! Vedo che hai accolto il mio invito. Uno post di sputtanamento al giorno può togliercelo di torno. Magari! Nel frattempo ti invito a firmare l'appello di Ida Magli su Italiani Liberi e a inviare un tuo pensiero sul perché occorre uscire dall'Euro. Io l'ho già fatto e ho fatto firmare molti amici. Qui il sito:
http://www.italianiliberi.it//Lettere/no-euro.html
Questo è tra i moltissimi inviati e che stanno ogni giorno arrivando da tutta Italia, quello scelto tra i preferiti:
"Vorrei tornare a essere italiano, in tutto e per tutto, con difetti e pregi, ricco o povero ma ITALIANO".
L'indirizzo per inviare l'email è
posta@italianiliberi.it
L'Identità Nazionale è una delle poche cose che ci sono rimaste visto che la sovranità politica ed economica ci sono state tolte dalla UE e dagli architetti dell'euro: Prodi, Monti, Ciampi e tanti altri italiani ed europei.
Sono spaventato da una frase detta dalla "trilaterale" (Merkel, Sarkozy, Monti): unione fiscale. Insomma vogliono standardizzare anche le politiche fiscali in Europa. Gli Stati perderanno anche la libertà fiscale, non ci saranno più idee e teorie a confronto, non più competizione e concorrenza tra Stati, ma solo lo SQUALLORE della omologazione verso il basso. E' contro tutti i principi liberali. E' pianificazione sovietica. E' negare le libertà. Oltretutto la pressione fiscale serve a finanziare la spesa pubblica, dunque vogliono obbligare tutti i paesi a fare le stesse politiche assistenziali in tutta Europa. Negli USA, che sono una Nazione e uno Stato, non è così !!! Si sta andando troppo oltre e a spingerci in questa direzione sono persone non elette e perlopiù sconosciute come Van Rompuy.
Tutto questo per giustificare la sopravvivenza dell'euro, perché non hanno il coraggio di ammettere che una moneta unica uguale per tutti i paesi è un fallimento. La moneta è come un vestito, ma l'euro non può essere indossato da tutti perché siamo economie e Stati diversi !
Visto che i nostri governanti non sono eletti da nessuno (Barroso, Van Rompuy, Rehn, Napolitano, Monti), serve ancora il Parlamento ? O ci toglieranno anche quello ?
http://www.youtube.com/watch?v=5L2Zpi_mqXc&feature=related
"Negli USA, che sono una Nazione e uno Stato, non è così..".
No Giulio, lo credevo anch'io, purtroppo dallo smantellamento delle entità statuali e dall'erosione delle sovranità nazionali non si salvano nemmeno gli Usa. Basta leggere i siti e i blog degli identitari americani come "American Renaissance" e "Prison Planet". Il mercatismo globalizzato sta distruggendo anche loro e i cittadini americani che mi scrivono sono incazzatissimi. Loro però, hanno pur sempre la possibilità di detenere armi, sancita dal secondo Emendamento. Ma le élites globaliste stanno studiando perfidamente piani per sottrargliele.
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