Mentre in Italia l’ibrido uscito dal connubio tra speculatori e comunisti ha partorito un “usurpatore” rispetto alla legittimità di un Premier tale per volontà popolare, la Spagna ha liquidato sette disastrosi anni socialisti affidandosi al partito di Mariano Rajoy, erede di Aznar, il Premier europeo che, con Berlusconi e Blair, sostenne più di altri la guerra contro il terrorismo musulmano promossa dal Presidente Bush.
Rajoy, già indicato nel 2004 quale successore di Aznar perse le elezioni a causa dell’attentato terroristico dei terroristi islamici, ma il Centro Destra spagnolo consegnò ai socialisti una nazione in pieno sviluppo, crescita, ottimista.
Oggi Rajoy si prende una nazione piegata, depressa, pessimista, con un’alta disoccupazione e moralmente afflitta da leggi socialiste come quella che ha persino dato dignità di norma statale al ”matrimonio” degli omosessuali.
Una nazione così devastata dalla legislazione socialista non poteva che finire male, ma la forza di un Popolo si vede anche dal tipo di reazione che mette in atto, democraticamente, richiamando il Centro Destra al potere nonostante si sappia che la ricetta sarà molto amara.
In Italia, invece, complice una sinistra disinteressata alla soluzione dei problemi ma solo a rientrare nelle stanze dei poteri (come attesta il “pizzino” di Enrico Letta a Mario Monti) sostiene un governo privo di legittimità elettorale ed al quale battono la grancassa gli organi di stampa di proprietà delle derivazioni italiane di quei poteri forti che hanno commissariato la nostra nazione, dopo aver demolito in ogni modo l’unica figura politica che si opponesse loro.
Per questo la Spagna, con un governo legittimo, è destinata a risalire la china prima di un’Italia che, nonostante le sperticate lodi per l’ “usurpatore”, continua a macinare giornate negative in borsa, come se nulla fosse cambiato.
Perché infatti nulla è cambiato, anzi è solo peggiorata la situazione anche nella comunicazione, visto che dall’ottimismo benefico di Berlusconi, siamo passati al pessimismo vagamente iettatorio di Monti che non perde occasione per minacciare sacrifici e di “far pagare” a Tizio o a Caio, quando invece sappiamo tutti che sarà sempre Pantalone a rimetterci.
Come può un governo non legittimato dal voto popolare e che, quindi, è molto più simile ad un sinedrio di oligarchi, chiedere sacrifici agli Italiani ?
Ma, soprattutto, perché con un patrimonio immobiliare pari al debito pubblico e con partecipazioni miliardarie, tale sinedrio di oligarchi non legittimati dal voto popolare, viene a chiederci altri soldi senza prima chiudere i rubinetti dalla spesa e vendere, non svendere !, le proprietà dello stato ?
I giornali danno il loro contributo proiettando una immagine di Italiani compatti dietro all’ “usurpatore”, ma non è quella realtà, bensì solo la favola raccontata per nascondere la verità.
Una verità che vede, ancora una volta, la sinistra, nelle sue varie componenti (sindacali, politiche, editoriali) che dietro alla richiesta di “far pagare chi più ha”, difende gli interessi corporativi di chi ha sempre beneficiato delle tasse di tutti: dai dipendenti pubblici assunti in modo abnorme, all’editoria che non perde tempo nel chiedere “contributi”, nani e ballerine, rai e meridione.
Senza la chiusura di quei rubinetti di spesa, i soldi che ci dovessero sfilare dalle tasche non servirebbero ad altro che a mantenere quei privilegiati ed a prolungare l’agonia dell’Italia, finchè l’elettorato non darà una schiacciante maggioranza assoluta al Rajoy italiano, che farà ingurgitare a forza quella necessaria medicina amara che sarebbe stata molto meno tale se, sin dalla riforma delle pensioni proposta e delle leggi sul lavoro proposte nel 1994, si fosse evitata la sterile, stupida, preconcetta opposizione a Silvio Berlusconi.
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