Mentre mi godo dalla finestra dello studio, in montagna, una
delle nevicate più intense ascoltando la radio, la trasmissione viene
interrotta per annunciare le dimissioni del Papa Benedetto XVI.
Per la settima volta nella storia, più di settecento anni dopo il celeberrimo, grazie a Dante, Celestino V (“colui che
per viltà fece il gran rifiuto”) nel XIII secolo e seicento anni dopo l'ultimo dimissionario, Gregorio XII, un pontefice romano si dimette.
Sicuramente un evento epocale.
Sicuramente non è viltà quella di Benedetto XVI ma è l’età e
questo attesta la sua lucidità e intelligenza che fanno la differenza con altri
suoi coetanei che si ostinano, nonostante una vita passata nell’errore
conclamato, a restare avvinghiati alla loro
poltrona.
Da agnostico devo dire che, salvo miracolose elezioni di un papa "come dico io", le dimissioni di
Benedetto XVI, di cui ho letto molti
libri e che apprezzo e stimo, contribuiranno ad allontanarmi ancora di più
dalla chiesa, dove vedo troppi soggetti che fanno prevalere idee e
fondamentalismi contrari a quella che ritengo debba essere la politica di una
chiesa cristiana, cioè una delle fonti della nostra Civiltà che si è dimostrata
la più grande perché quella che ha dato di più al maggior numero di persone.
Probabilmente il papa si è reso conto di essere troppo
anziano per combattere quegli estremismi che richiederebbero pugno di ferro
contro chi usa la chiesa per scopi politici.
Quindi, a seconda di chi sarà eletto o vedremo, come nelle
profezie, i “cosacchi” abbeverare i loro cavalli nel Tevere, oppure vedremo una
chiesa che saprà riscuotersi e reagire allontanando chi non c’entra nulla con la millenaria storia della cristianità.
Se mi si consente una critica alle scelta del papa è nel
tempismo.
Dimissioni annunciate a tredici giorni da una importante
scadenza elettorale ed effettive tre giorni dopo il voto.
Proprio nel momento in cui l’Italia ha necessità di
sicurezze e di certezze.
Potrei dire e sperare che, venuta meno una certezza con
Benedetto XVI, gli Italiani debbano mettersi nelle mani di un uomo forte, un’altra
certezza, che non può essere altri che Silvio Berlusconi.
Per evitare che ad abbeverare i loro cavalli nel Tevere dopo
il voto siano Bersani e Monti e, peggio, i loro scudieri Vendola e Casini.
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3 commenti:
Massimo, fammi capire...
la conclusione sarebbe:
Silvio Berlusconi papa?!
:-))
ma questo è panberlusconismo!
Il più grande primo ministro di Francia fu un Italiano, cardinale, sposo morganatico di Anna d'Austria, regina madre, vedova di Luigi XIII e madre del Re Sole, Luigi XIV che, nato nel 1638, alcuni dicono essere in realtà suo figlio: Giulio Raimondo Mazzarino. Non mi scandalizzerei quindi, se Berlusconi fosse eletto papa. :-) Ma io, da agnostico, pensavo a Berlusconi come garante dell'Italia, magari al Quirinale se non a Palazzo Chigi, essendo l'unico con il carisma necessario per il ruolo, lasciando allo Spirito Santo scegliere chi riterrà più adatto come successore di Pietro. Purchè non scelga Pietro come nome ... ;-)
Troppo odio contro Benedetto. Soprattutto all' interno della Curia Romana.
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