Non è una Coalizione improvvisata o basata sul mercato delle poltrone e degli strapuntini, ma fondata su basi ideali e progettuali comuni, come la riduzione delle tasse, la costruzione di opere pubbliche come il Ponte Silvio sullo Stretto, la riduzione e regolamentazione dei flussi di immigrati, con l'obiettivo di fermare ogni accesso clandestino.
Stabilità, coerenza, diplomazia, sono gli ingredienti che hanno consentito al Governo Meloni di ridurre ai minimi il famigerato spread sul quale ha costruito le sue fortune Monti, di tenere sotto controllo i conti pubblici nonostante l'enorme debito pubblico ereditato soprattutto dai governi di sinistra, cancellare i provvedimenti debitori di Conte, sedersi in Europa e nel Mondo non più "dietro" a Berlino e Parigi, ma al loro fianco e sempre più spesso davanti a loro.
Il tutto con benefiche ricadute sull'inflazione, gli stipendi, gli affari delle nostre aziende, le esportazioni, il turismo.
Insomma, si vive sicuramente meglio oggi di tre anni fa, anche se i capi della sinistra vorrebbero riportarci ai tempi bui dei confinamenti, dell'austerità, dell'assistenzialismo che toglie solo la spinta a migliorarsi per renderci tutti sudditi in una palude comune di povertà, tristezze e miserie.
Nonostante l'appoggio delle toghe, della stampa, della chiesa di parte zuppiana (in attesa di verificare come agirà il nuovo papa dopo i giorni dell'entusiasmo per l'elezione) e non solo, i cattocomunisti devono appigliarsi al loro antifascismo compulsivo per raccontare che siamo sull'orlo di un disastro che vedono solo loro (probabilmente vedono il LORO disastro, che certifica il successo dell'Italia e il Bene degli Italiani).
Nel frattempo la stabilità che abbiamo da tre anni ci porta benefici e consente al nostro Presidente del Consiglio di occuparsi con successo anche di questioni internazionali.
Ecco, su questo avrei qualche riserva, non tanto sulle scelte, legittime anche quando non le condivido come l'appoggio all'Ucraina e la critica a Netanyahu, quanto sull'utilità di sprecare così tante energie per finalità che restano e resteranno sempre al di fuori delle possibilità non solo dell'Italia ma, come vediamo, anche della prima potenza mondiale, gli Stati Uniti.
Piccole scaramucce, guerre locali che non coinvolgono attori mondiali, scontri tribali, possono trovare soluzione quando un Trump batte i pugni sul tavolo, ma là dove ci sono troppi attori che, anche nella loro piccola meschinità (leggi Macron) cercano in tutti i modi di ostacolare chi cerca la pace, allora mi sembra solo una perdita di tempo impegnarsi più di tanto, più di essere presenti a tutela dell'interesse dell'Italia a non venir travolta nel caso in cui si rompessero gli argini del buon senso.
E se è sicuramente piacevole navigare tra le stelle (e non solo guardarle da lontano come si accontentava Dante Alighieri) per essere protagonisti e non solo spettatori, le energie che una persona di qualità come la Meloni mette in tali attività sono tolte al giardino di casa, che potrebbe splendere più di quanto già non faccia.
Leggo con piacere che si sta preparando la manovra economica e che è presente l'ipotesi di ridurre la terza aliquota Irpef di due punti, come leggo con interesse la benevola attenzione con la quale il Governo guarda alle manovre che potrebbero restituire interamente in mani italiane il controllo di un importante Istituto di Credito come Mediobanca e, in prospettiva, la principale Compagnia di Assicurazioni.
Meno piacere ho nel vedere che il Centro Destra ricade nello sbaglio dell'epoca di Berlusconi, con i piccoli dirigenti locali che si fanno la guerra per un posto al sole, nella convinzione che sarà poi la Meloni a trainare i voti necessari per essere eletti.
La Meloni fa benissimo a volare, ma non a rinunciarvi in attesa di novità sull'Ucraina o sul Medio Oriente, in estremo oriente per aprire nuovi mercati e fare nuovi accordi, ma il resto delle sue energie, le metta sul fronte interno, per guidare la Coalizione, potenzialmente vincente ovunque purchè non ci si sieda sulle sbagliate convinzioni che i successi all'estero portino i successi in Patria, con quella stessa mano ferma che usa nel trattare con Macron, rimettendo il suo pur coetaneo francese, in riga, come merita.
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