Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

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No alla deriva

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01 settembre 2010

Si può fare tutto, anche la legge elettorale

Abbiamo già ampiamente visto come l’inconsistenza delle opposizioni si limiti a cercare disperatamente la eliminazione di Berlusconi fine a se stessa.
Non hanno uno straccio di programma.
Non hanno uno straccio di progetto per l’Italia.
Non hanno uno straccio di idee
.
Le uniche (baggianate) cui si abbeverano sono quelle che mutuano da chi vorrebbe portare la nostra Nazione alla più totale deriva morale, meritevole solo di bruciare in un gigantesco falò.
Per raggiungere il loro scopo, mentre il Centro Destra, quello vero, non quello funzionale alla sinistra dei finioti, si occupa di questioni serie quali
tasse,
fisco,
federalismo,
immigrazione,
giustizia,
sicurezza
,
a sinistra sono entrati in fibrillazione per realizzare una nuova legge elettorale, ma non sanno neppure per quale “modello” optare.
Sperano di riuscire, con alchimie da Azzeccagarbugli, se non ad ottenere una (immeritata e non reale) maggioranza parlamentare con cui mettere di nuovo le loro avide mani nelle nostre tasche, almeno ad impedire a Berlusconi di riformare lo stato.
Pur avendo già esposto le ragioni per cui ritengo la attuale la migliore delle leggi possibili per l’Italia , io ero e resto per il maggioritario, uninominale all’inglese.
A mio parere:
1) siano ridotti i collegi da 630 + 315 a 400 +100
2) qualunque cittadino maggiorenne possa candidarsi nel proprio collegio di residenza (almeno cinque anni consecutivi) versando solo una cauzione come contributo per le spese elettorali (diciamo cinquantamila euro?)
3) sia eletto il candidato che ottiene il maggior numero dei voti, anche uno solo in più del secondo.
Nulla vieta un apparentamento ai partiti nazionali o la candidatura da indipendente.
Nel primo caso, però, il mandato è vincolato alle decisioni del partito, chi cambia casacca decade e si svolgono elezioni suppletive fino al termine della legislatura.
Nel secondo caso l’eletto agisce secondo coscienza e può iscriversi ad un gruppo parlamentare e poi cambiare anche ogni giorno con elezioni suppletive solo in caso di dimissioni o morte.
Ma questa è fantascienza: i partiti, soprattutto di sinistra, contigui come sono ai “poteri forti”, non accetteranno mai di consegnare al Popolo un potere così ampio.
Allora dobbiamo ragionare su quello che è l’Italia.
Siamo una Grande Nazione, un Grande Popolo, frenato nel potenziale dalle passioni di campanile.
Ognuno di noi si sente depositario della verità e non accetta di sottostare ad un altro.
Se tre Italiani si trovano, subito due complottano contro il terzo e comunque formano tre partiti.
Il Duce, che ci conosceva bene, disse che governare l’Italia non è difficile, ma inutile.
Allora di cosa abbiamo bisogno ?
Abbiamo bisogno di stabilità politica per consentire liberamente e senza disturbi al nostro genio di arricchire noi stessi e la nostra comunità.
Abbiamo bisogno di poter scegliere chi ci è più affine.
Abbiamo bisogno di impedire che nel Sud ricomincino i giochini per controllare i voti e quindi alterare il risultato
più di quanto già non avvenga con la abituale volatilità del voto meridionale.
La Legge Elettorale Calderoli, nella sua impostazione iniziale, poi accolta ma solo per la camera dei deputati, rispecchiava perfettamente le esigenze e la realtà italiana.
1) Con il premio di maggioranza si dava al partito o alla coalizione che avesse ottenuto più voti un premio in seggi tale da consentirle di governare stabilmente.
2) Con la coalizione di più partiti si dava la possibilità di conservare i movimenti identitari, dando rappresentanza anche alle istanze più di nicchia.
3) Con l’abolizione delle preferenze si è tolta la possibilità di controllarle combinando le varie opzioni e distribuendole nelle zone di influenza, mentre la centralizzazione delle decisioni sulla composizione delle liste ha tolto la possibilità di condizionare i dirigenti locali, ben più deboli e influenzabili rispetto al Leader nazionale
.
Purtroppo per il senato il Governo dovette accettare l’imposizione di Ciampi che minacciava di non firmare la legge e, così, è stato partorito l’obbrobrio del collegio regionale che, attribuendo il premio di maggioranza a livello regionale anzichè nazionale, può portare a consegnare la maggioranza del senato a chi prende complessivamente meno voti.
Questo è l’unico aspetto da riformare.
Si può fare, dopo tutte le riforme vere e prima di tornare al voto.
Altre modifiche, a meno di adottare il maggioritario puro all’inglese come in premessa descritto, non servono o sarebbero funzionali solo a consolidare una partitocrazia asservita ai “poteri forti” della finanza, stranieri e ostili alla Nazione Italiana.

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4 commenti:

sarcastycon ha detto...

Massimo
perfettamente d'accordo
ciao
Sarc

johnny doe ha detto...

Interessante la tua analisi,noto solo che uno dei tormentoni continui della sinistra è la bufala del ripristino della preferenza.Questi come al solito han la memoria corta e non ricordano che questo serviva ai mafiosi e ai vari intrallazzatori per controllare il voto e far elegger chi volevan loro.

Massimo ha detto...

Ne avrei anche per l'esimio prof Sartori che un paio di giorni fa ha parlato (male) di questa legge e anche del maggioritario, tacendo, yta l'altro, il fatto che la precedente legge elettorale era inquinata da un 25% di proporzionale ... E' ora di finirla di dar retta a presunti "esperti" che, come ci ha insegnato la crisi economica, ti spiegano sempre e solo quello che è già successo ma non azzeccano una previsione che una !
Meglio affidarsi al buon senso popolare.

Anonimo ha detto...

Sartori ,non contento di bofonchiarci banalità e astruserie che forse anche li non capisce,si è dato anche alla metereologia,sperando di trovar terreno più fertile.
Idem con patate,solite minchiate.
E questo scrive sul Corriere!