Poi viene da pensare che Mattarella di anni ne ha 83 e Bergoglio ne farà 88 a novembre, ma quelli sono portati in palmo di mano.
Accade quindi che un grande giornalista come Vittorio Feltri, le cui direzioni hanno portato copie vendute e seguito di lettori, dimostrando il suo valore professionale e personale, esprima sue valutazioni sulla politica, sulle persone, sulle situazione e venga subissato da insulti che pongono in primo piano la sua non più verde età.
Contemporaneamente una signora di 93 anni che non si capisce in cosa abbia "illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario" (art. 59 della costituzione antifascista nata dalla resistenza bla ... bla ...bla ...) tanto da essere nominata senatore a vita (che speriamo vengano soppressi con la riforma attualmente al secondo di quattro passaggi parlamentari) esprima uguali giudizi su altre situazioni e altre persone e viene invece portata in palmo di mano, esaltata come un oracolo e riverita come una divinità.
Alla fine si capisce che non è l'età a rendere qualcuno un vecchio imbornito o un saggio e fulgido esempio, ma è quello che dicono.
Se fanno affermazioni funzionali alla narrazione che viene imposta tramite una stampa quasi tutta allineata a sinistra, con i più vieti concetti di inclusione, allora sono da elogiare ed ottengono aperture di giornali, radio e televisioni.
Se, invece, dicono quello che pensano senza infingimenti e senza ipocrisia, allora vanno messi all'indice, ridicolizzati e si vorrebbe impedire loro di esprimersi.
Alla fine è sempre una questione di schieramento.
Un pregiudizio che impedisce di riconoscere i meriti reali, ma privilegia l'appartenza alla propria cerchia.
Ecco perchè la sinistra è stata presa dal ballo di San Vito quando la Meloni ha istituito il ministero dell'Istruzione e del Merito.
Merito, una parola che i cattocomunisti vorrebbero cancellare dal dizionario, tanto per i giovani quanto per i vecchi.
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