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19 giugno 2024

L'Autonomia è legge, per il premierato conquistata la prima base

In due giorni, mentre i cattocomunisti e i grillini sbraitavano in una piazzetta più stagnante che oceanica, il Parlamento ha approvato una legge che era nel programma del Centro Destra e portato in prima base l'altra riforma epocale sulla quale la Meloni si era impegnata, ottenendo il consenso, con gli Elettori.

Solo questa mattina la Camera ha definitivamente approvato la legge sull'autonmia differenziata che consentirà alle regioni di amministrare meglio e più responsabilmente il territorio.

I cittadini sapranno quindi con certezza chi è il responsabile di errori, servizi inefficienti, argini e casse di compensazione non realizzate e potranno, con il loro voto, cambiare gli amministratori che si dimostrano incapaci di dare le risposte alle esigenze del Popolo.

Con l'autonomia differenziata la responsabilizzazione a livello locale sottrarrà ogni alibi a chi si trincerava dietro le competenze che permanevano centralizzate e ai fondi nazionali che non arrivavano.

Mi piace ricordare gli anni settanta, quando il comune socialcomunista di Bologna dispose la gratuità dei mezzi pubblici in alcuni orari topici (se non ricordo male, dalle 7,30 alle 10,30, dalle 12 alle 14 e dalle 16,30 alle 20).

Ma gli autisti dovevano sempre essere pagati, la benzina doveva essere pagata, i mezzi dovevano essere revisionati e riparati, quindi c'erano costi che non venivano, neppure parzialmente, compensati da un biglietto.

Le mani bucate del sindaco comunista di Bologna non costarono ai bolognesi, se non pro quota, perchè il buco di bilancio fu addebitato tale quale allo stato.

Ebbe gioco facile Mariano Rumor in una Tribuna Politica, rispondere, a chi gli rinfacciava il buon governo di Bologna, che Bologna poteva essere una vetrina comunista, perchè era in una Italia democristiana.

In seguito furono riviste le norme sui bilanci comunali e i sindaci ne risposero direttamente.

L'autobus non fu più gratis e, anche se il biglietto non copre ancora i costi, i periodici aumenti hanno consentito una amministrazione più consona a quella del buon padre di famiglia che non dovrebbe spendere più di quanto guadagna.

Così sarà con l'autonomia differenziata che fermerà la politica delle mani bucate (tanto poi arriva lo stato, cioè tutti noi, a coprire) di alcune amministrazioni regionali.

Ovviamente i cattocomunisti (che hanno sempre osteggiato l'Unità Nazionale, veggasi le attive resistenze dei papi ad accettare uno Stato Unitario e l'internazionalismo dei socialcomunisti che hanno sempre guardato - e continuano oggi - a guardare e genuflettersi davanti alle capitali straniere pur di non "macchiarsi" del "reato" di nazionalismo) stanno già berciando "nel nome dell'Italia unita" e proporranno un referendum abrogativo.

Vedremo quale sarà la scelta a difesa di una legge giusta e necessaria, se, cioè, non votare per impedire il raggiungimento del quorum al referendum o se mobilitarsi per votare "no" all'abrogazione: sarà una scelta difficile che dovrà essere prese in sintonia dalla Meloni, da Salvini e da Tajani.

Il premierato ha un percorso più accidentato, dovendo percorrere una via crucis in quattro basi con il doppio voto del parlamento.

Ieri abbiamo conquistato solo la prima base, con il voto favorevole del Senato.

Se il premierato non è, purtroppo, il presidenzialismo, resta comunque una riforma di capitale importanza per evitare in futuro di ritrovarci come capi del governo personaggi scelti dalle consorterie di palazzo e non dal Popolo.

Eliminare i senatori a vita restituisce inoltre la piena rappresentatività a quel ramo del parlamento che, oggi, è inficiata dalla presenza di cinque senatori a vita di nomina presidenziale che, in passato, sono stati determinanti per sostenere un governo, alterando quindi il rapporto di forze uscito dalle elezioni, unico che dovrebbe essere preso in considerazione.

Considerando il lungo percorso di approvazione che culminerà, presumibilmente, con un referendum confermativo, del premierato continueremo a sentir parlare.

Superfluo ricordare che anche per una scelta di garantire all'Italia un governo forte, stabile, influente, i cattocomunisti scendono in piazza, cercando di compiacere i loro compagni stranieri che, soprattutto a Berlino, Bruxelles e Parigi, tutto vogliono, tranne un'Italia stabile e che possa proporsi come catalizzatore di tutti gli stati europei che non vogliono più soggiacere al duopolio Germania-Francia.

Il premierato non abolisce le congiure di palazzo, ma le rende molto più difficili da realizzare.

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