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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

10 giugno 2024

Giorgia, regina d'Europa

Ho ascoltato e letto vari commenti.

Sono sempre più disgustato dalla radio pubblica che ha affidato a Giorgio Zanchini i commenti, sempre e costantemente a senso unico, come pure gran parte dei vocali degli ascoltatori mandati in onda.

Disgustato ma anche rassicurato dal fatto che noi Italiani non ci facciamo menare per il naso dagli "esperti", da nani e ballerine che fanno propaganda elettorale e neppure da vescovi schierati sul palco ad arringare la folla il 25 aprile e il primo maggio, per poi esprimere preoccupazione per il premierato e invitare a votare i partiti favorevoli all'inclusione dei clandestini.

Non ci facciamo menare per il naso e lo abbiamo dimostrato già due volte, il 25 settembre 2022 e ieri, quando, scornando e rendendo sempre più biliosi i parrucconi della stampa ossequiente al potere affaristico e finanziario che sostiene i cattocomunisti, abbiamo votato per il Centro Destra.

E lo votiamo nonostante l'artiglieria pesante schierata per supportare i cattocomunisti: sindacati, giornali, radio, televisioni, nani, ballerine, preti, inchiese che culminano ad un mese dal voto, che non solo non ci hanno convinto a cambiare bandiera, ma, al contrario, ci hanno convinto ad andare a votare anche se non tutto quello che fanno i nostri rappresentanti ci convince.

Pensiamo un attimo quanto sarebbe ampio il margine se avessimo una stampa imparziale; una magistratura che si occupa non delle inchieste da riflettori ma di punire clandestini, rapinatori, ladri; preti che si preoccupano della nostra anima e non del premierato; sindacati che difendessero il diritto al lavoro (anche senza punture) e che sottoscrivessero contratti per aumentare gli stipendi, cantanti e attori che si limitassero a fare il loro lavoro e non si credessero capi popolo.

Detto ciò cosa mi dice il voto ?

Astensione alta, ma è nella logica delle democrazie consolidate.

E' legittimo non votare, come votare.

Ognuno è responsabile delle sue azioni e poi valuterà se ha fatto bene o male (non pubblicamente, perchè tanto in pubblico nessuno di noi ammetterà mai di aver sbagliato).

Il Centro Destra non solo conferma, ma aumenta il consenso passando dal 44% del 2022 ad oltre il 47% di ieri, pareggiando la somma di tutte le liste di opposizione presenti in parlamento (semmai fossero in grado di mettersi assieme senza defezioni, da Renzi e Calenda sino a Fratoianni e Conte).

Tutte e tre le liste del Centro Destra aumentano la loro percentuale, Fratelli d'Italia di più, beneficiando dell'effetto Palazzo Chigi detenuto con Giorgia, ma che tutte e tre le liste aumentino elimina ogni possibile ruggine e garantisce un cammino sicuro al Governo.

Poi sappiamo tutti che soprattutto l'elettorato della Lega (nella quale il Generale Vannacci, con tutte le preferenze che ha avuto probabilmente salvando Salvini da un calo che avrebbe scatenato gli orfani di Bossi, si candida a diventare uno dei principali azionisti) e di Fratelli d'Italia, è sovrapponibile e possono essere piccole o grandi scelte a spostare, anche sensibilmente, il voto tra i due partiti.

Forza Italia sembra superare la mancanza del Cav e insidia il terzo posto dei grillini, anche se, pur avendo fiducia in Tajani, non ho alcuna fiducia nel ppe di cui FI è parte.

A sinistra il pd, dando soddisfazione, quasi integrale, ai miei auspici, massacra Renzi, la Bonino e Calenda lasciandoli fuori dal parlamento europeo e si riprende i voti andati in libera uscita ai grillini, sprofondati sotto il 10% nel loro percorso, senza soste, verso la scomparsa (dal 27% delle politiche 2013 e 33% 2018, al 17% delle europee 2019, al 16% delle politiche 2022 all'odierno 9,9%).

Purtroppo, come già durante la prima repubblica, insiste uno zoccolo di estremisti di sinistra che hanno consentito l'elezione con Avs di quella Salis sotto processo a Budapest per reati contro la persona.

Ma non si può avere tutto.

Nelle altre nazioni basta leggere i risultati,anche senza perdersi nei cerebrali commenti degli "esperti".

La Destra, nelle sue varie espressioni, avanza, anche se la Von der Leyen, cantando vittoria grazie al suo partito che si era opportunamente riposizionato verso destra (ripetendo un ateggiamento in Italia già seguito dalla DC che prendeva voti a destra per poi usarli a sinistra), ripropone la sua vecchia maggioranza con socialisti e liberali, magari puntellata dai verdi.

E quella maggioranza sarebbe ancora nei numeri di un parlamento che, però, non ha i poteri di un parlamento sovrano.

E' un parlamento che può interdire, ostacolare, bocciare, proporre, ma non decidere in solitaria maggioranza.

Dovrà vedersela con un consiglio, composto dai capi di stato e di governo, dove siederanno leaders ammaccati o disarcionati e dove, e qui sta la conseguenza più importante del voto, l'unico Primo Ministro/Presidente vincente in patria e nei numeri della propria coalizione europea, è Giorgia Meloni.

Se prima Macron e Scholz, con la proverbiale supponenza e arroganza che contraddistingue francesi e tedeschi, riuscivano a farla da padroni, anche aggregando come compiacenti sudditi, i loro omologhi di alcuni stati minori, adesso il Presidente in sella dei tre grandi stati fondatori, l'unico, è Giorgia Meloni e sarà lei a poter diventare polo di aggregazione per le nazioni più piccole.

E' una situazione che potrebbe rafforzarsi, nonostante quella che sarebbe una inevitabile competizione, se il 30 giugno e il 7 luglio la Francia desse a Marine Le Pen le chiavi del parlamento francese e quindi nel consiglio europeo andrebbe a sedersi Bardella, dando più forza alle istanze nazionaliste, anti immigrazioniste e contrarie alla follia verde.

E ricordando che ogni risultato elettorale non è mai per sempre, possiamo comunque guardare al nostro futuro con un pizzico di ottimismo in più rispetto a prima del voto.


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