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02 luglio 2024

La Francia fa emergere i limiti del doppio turno

Il Presidente del Senato, scatenando le solite reazioni belluine dei cattocomunisti, recentemente ha sollevato la questione se sia opportuno continuare con il doppio turno per l'elezione dei sindaci (sottolineo che è SOLO per l'elezione dei sindaci e non anche dei presidenti di regione).

Le elezioni in Francia del 30 giugno e i miserabili pastrocchi che stanno cercando di fare in vista del secondo turno del 7 luglio, rispondono meglio di ogni "costituzionalista" emerito e celebrato dalla stampa rossa al perchè dovremmo dimenticare il doppio turno.

Il principio del doppio turno sarebbe quello di coniugare stabilità con rappresentatività.

Si dovrebbe raggiungere una maggioranza stabile e, nel contempo, rappresentativa della reale maggioranza degli elettori.

In realtà se il primo turno è utile ai partiti per contarsi, la settimana (o le due settimane nel caso italiano dei sindaci) servono a stringere i peggiori e più immondi accordi di potere, di scambio.

Per ottenere l'appoggio dei candidati arrivati terzi, si ribaltano o si accantonano le proposte che erano state presentate al voto degli elettori, si spendono parole e si fanno promesse per dare incarichi a questo o quello, compensativi per la loro rinuncia alla battaglia politica a prescindere da ogni valutazione di merito.

Non si raggiunge così alcuna stabilità di governo, ma solo l'immobilismo dovuto al contrappeso tra dare e avere tra partiti, con l'aggravante di un doppio costo, quello dell'immobilismo che non consente di sviluppare un progetto di governo e quello del clientelismo compensativo verso chi ha rinunciato per far convogliare i propri voti sul miglior offerente.

E qui c'è l'ulteriore dimostrazione che il doppio turno è nocivo.

Si trattano gli Elettori come mandrie.

Il candodato che per settimane ha blandito, promesso, assicurato di svolgere un compito, di sostenere idee e progetti, si trasforma nel padrone che sposta i "suoi" voti esclusivamente in cambio di un vantaggio personale.

Perchè gli Elettori dovrebbero automaticamente spostarsi secondo le indicazioni del candidato che hanno votato al primo turno ?

Lo farebbero solo quelli che hanno qualcosa in ballo, qualcosa in gioco, qualcosa da guaagnare o perdere e, allora, non ci sarebbe alcuna nobiltà nella politica che sarebbe sempre e comunque con la "p" minuscola.

Se due candidati hanno la possibilità di convergere su un programma di compromesso, lo facciano da subito, per poter presentare agli Elettori quel programma sul quale chiedere il voto e che non cambia in una sola settimana tra un voto ed un altro.

Il sistema italiano delle coalizioni è di gran lunga migliore di quello francese del doppio turno, perchè le coalizioni concordano preventivamente un programma da realizzare in caso di vittoria e gli elettori si aspettano che quel programma venga realizzato, in tutto o in parte, ma che non sia rimescolato in una settimana solo per accattivarsi il voto di una parte che si era presentata con altri programmi, magari opposti.

Come in Francia dove Macron, pur di impedire che si costituisca una maggioranza omogenea, ha aperto ai sostenitori della patrimoniale, delle tasse, dell'assistenzialismo, dell'immigrazionismo.

Io voglio sperare che gli elettori francesi abbiano sufficiente giudizio per non lasciarsi trattare come una mandria condotta al macello e giudichino con la loro testa cosa significa adeguarsi alle scelte della desistenza tra gli pseudo liberali di Macron ed i socialcomunisti di Melanchon.

Quale governo potrebbe mai uscire da una situazione bloccata, senza una maggioranza omogenea ?

Potrebbe essere solo un governo debole, frequentemente impallinato in parlamento e incapace di costruire un qualsivoglia progetto.

Le storture del doppio turno sono tutte davanti ai nostri occhi, non si ottiene nè stabilità, nè rappresentatività, ma solo una serie continua e senza fine di accordi più o meno sottobanco, di spartizione dei ruoli più lucrativi senza alcun riguardo per quello che è l'interesse da perseguire, l'interesse comune che richiede scelte chiare, che siano portate a conoscenza degli Elettori prima del voto e che non siano soggette a revisioni successive al voto espresso che deve essere un mandato vincolante per ogni eletto.


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